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Autore: Yume Himitsu    16/07/2011    1 recensioni
Ispirato ad una storia vera. Kagome si ritrova a pensare a tutto quello che è successo tra lei e Inu Yasha durante l'ultimo anno passato insieme e a quel che prova per lui. Totalmente OOC, niente dialoghi, introspettivo
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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MI CERCHI E NON MI TROVI

Penserete che io sia una pazza a provare invidia per una morta, ma essendo questa morta ancora… “vivente”…  il mio dolore è naturale. In fondo, chi di noi non si è mai innamorata di qualcuno, e se l’è visto portare via spietatamente da chi non nutre neanche la metà dei sentimenti che proviamo noi? Io ho amato Inu Yasha; l’ho amato di tutto cuore e ancora lo amo, anche se il suo cuore ora appartiene ad un’altra.

Sì: ora; perché prima lui amava ME. il rapporto tra lui e Kikyo è sempre stato molto intimo, e in passato a quanto pare erano fidanzati, ma dalla morte della sacerdotessa il suo interesse s’era spostato su di me, e su di me doveva rimanere. Invece Kikyo è tornata e me l’ha sottratto. Maledetta, odiosa, donna ladra.

Del resto, avrei dovuto capirlo subito: Inu Yasha è pur sempre un cane, il suo cervellino è ridotto, e non si è accorto della trappola in cui quella serpe lo stava facendo cadere. Lei lo ha sempre trattato male, e più volte ha preferito rimanere da sola in silenzio invece che stare con lui, per questo non avevo dubbi che lui avrebbe scelto me senza esitazioni. Che sarebbe rimasto al mio fianco.

Ma non è stato così.

Mi ha lasciata. Se n’è andato da quella donna senza cuore. È una morta, come mai potrebbe possedere un cuore per amare? Eppure lui l’ha sempre difesa, ne era totalmente succube.
E ancora mi chiedo il perché di quegli occhi: perché quando guarda lei, quando pensa a lei, o anche solamente la cita in una frase, il suo sguardo diventa improvvisamente così dolce? Uno sguardo carico di passione, di desiderio, ma allo stesso tempo ingenuo ed impacciato, come in fondo Inu Yasha è sempre stato. E ancora:

perché quello sguardo non l’ha mai rivolto verso di me?

io ho lottato. Sempre. Ogni giorno della mia vita, io ho lottato per ottenere un’esistenza normale. Per non essere vittima di chi per me provava solo disprezzo, come quegli sporchi demoni.

E quella sacerdotessa.

Potete capire la mia gioia quando lei, che mi aveva tanto odiata e tante malignità aveva detto al mezzo demone su di me, lo lasciò. Il loro fidanzamento non durò neppure un mese.
Ed è ormai passato un anno da allora.
Lui non si è più ripreso.

All’inizio pensavo che fosse la mia occasione per riportarlo a me, per dimostrargli che l’amavo ancora e che ero perfetta per lui, ed ero convinta di riuscirci.

Così fu, ci mettemmo insieme; ma capii che non era più la stessa cosa. Quella donna aveva lanciato le sue frecce avvelenate dritte al cuore dell’uomo che amavo, lasciando che il suo cuore ormai tinto di viola continuasse a sanguinare.
Era spento, vuoto, triste. Lo vedevo, che scherzava con Miroku, che faceva gli scherzi a Shippo o litigava con Koga, ma quella era tutta un’alegria fittizia.
Il più sorridente è sempre il più solo.
Del resto lui non aveva mai sorriso prima, e non poteva la separazione con Kikyo farlo essere allegro.

Ma io ero cieca. La mia mente totalmente offuscata dall’amore che avevo per lui, tanto da non accorgermene, o meglio, tanto da voler far finta di non vedere; e contenta arrivai al giorno in cui avremmo dovuto… bhe… ci siamo capiti…

Lui era tutto rosso. Nonostante fisicamente fosse più grande e forte di me ero io a condurre il gioco. Era così inesperto che mi divertivo a vedere tutte le sue reazione stupite a tutti i miei “giochetti”. Stavamo per arrivare al sodo, mancava poco e finalmente saremmo stati legati per sempre. Stavo per portargli via la sua verginità, quand’ecco che –maledizione a lui e alla sua splendida trovata- aprì la bocca, e comincio a mugugnare. Non capivo cosa diceva, era un suono troppo confuso, e comunque io ero intontita dalla mia eccitazione. Il volume si alzo, lentamente, fino ad emettere una sola parola, rantolata nella realtà ma urlata, come a squarciare il cielo, nella mia testa.

“Kikyo”

Era ancora lì. Ho voluto non crederci, ci ho sperato, ma lui aveva ancora lei dentro l’anima. Dentro al cuore. La sua ortica maligna aveva fatto le radici nel suo petto.
Come poteva essere? Perché io, che gli ho sempre dato amore, l’ho sempre consolato, pur rimanendo distaccata, dovevo vedermelo sottrarre da lei? LEI! Una morta, il cui unico scopo era giocare con la sua anima da bambino. Lui era ancora una creatura innocua, incapace di comprendere cose come l’amore vero e il dolore della perdita, perché aveva dovuto rovinarlo così? PERCHè AVEVA DOVUTO LACERARMI L’ANIMA ANCORA?
Non capivo più niente, desideravo solo di sprofondare negli abissi dell’Ade. E lui se ne accorse, capì quel che aveva fatto e cercò di scusarsi. Ma come potevo perdonarlo? Eravamo andati troppo in la ed ormai pure le sue di ortiche avevano fatto radici in me.
Urlai. Piansi. Lo picchiai. Piansi. Non oppose mai resistenza. Si lasciò malmenare per tanto, tanto tempo, senza aprire bocca. Quando le fece disse solo: “mi dispiace”
Furono le ultime parole che gli sentii dire, prima di tornare nel mio mondo e distaccarmi per sempre da lui. Non feci più ritorno nel periodo Sengoku se non quando lui non c’era –ovvero durante la Luna Nuova- per salutare gli altri e farmi dire da loro come stava.
A quanto pare sopravviveva ancora anche senza di me ed era sempre vittima della sacerdotessa degli inferi, che nel frattempo aveva trovato divertimento con altri uomini.

In quanto a me, ero sempre sola. Una persona splendida e dall’animo puro poteva amarmi in quel mondo per ciò che ero, ma per gli altri ero solo spazzatura. E di persone così c’era solo LUI. Un tempo. Perché ora è passato all’altra sponda delle dolcezza, ovvero il tradimento.
Addio Inu Yasha.
Divertiti nel dolore, ora che hai bisogno di me, ora che mi cerchi e non mi trovi.

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SPAZIO AUTRICE
Vi ringrazio per aver letto questa storia. Sentivo il bisogno di parlare, di dirvi quel che mi è successo, usando il mondo di Inu Yasha come alter ego. L’anno scorso ne ho passate delle belle e la storia scritta qua sopra ne è solo un assaggio. Mi son vista portar via la persona che amavo da qualcuno che per lei era poco più che una sconosciuta ma non ho mai confessato niente a nessuno. Adesso era il momento di parlare e ringrazio chi mi ha ascoltato
--Yume
  
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