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Autore: Echoes of a VOice    16/07/2011    2 recensioni
Harry Potter ha sempre vissuto a diretto contatto con la Morte: i suoi genitori, il suo padrino, il suo mentore per eccellenza e molti ai quali era troppo affezionato per separarsene sono morti. Di esperienza ne ha, si direbbe.
Cosa succede allora quando, ad anni di distanza da quelle morti, uno dei suoi figli, James Sirius, gli pone questa fatidica domanda: "Papà, dove va la gente che non esiste più?".
Genere: Comico, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, James Sirius Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Zuppe assassine e domande profonde

 

Il piccolo James Sirius Potter non si poteva di certo definire un bambino "non curioso". Anzi, tutt'altro. Decisamente... “troppo curioso”!
Nonostante i continui richiami di sua madre (un minaccioso "Jamie, stai fermo o ti Pietrifico!" alternato ad un più probabile "James Sirius Potter, quante volte ti ho detto di non ficcare il naso nelle cose che non ti riguardano?), il piccolo Potter si avventurava per la casa e iniziava a ficcanasare dappertutto peggio di uno Snaso euforico, alla continua ricerca di oggetti interessanti, di situazioni pericolose, finendo per diventare l'esaltato e quanto mai bizzarro protagonista di strani episodi che per un qualunque bambino Babbano della sua età sarebbero stati al limite dell'estremo: come quella volta che, per paura che la zuppa di verdure si animasse e lo mangiasse, aveva rubato il mantello dell'invisibilità del padre -"Wow, che aggeggio geniale!", aveva pensato la piccola peste- e si era arrampicato su uno degli alberi del giardino e lì era rimasto fino a che un Incanto Rivelatore di Ginny, la mamma, non l'ebbe finalmente scovato.
Quando, dopo qualche anno, il terrore per le minestre stregate era passato -e grazie tante!-, James aveva scovato in cantina la vecchia scopa di Harry, la famosa Firebolt che l'ex Cercatore dei Grifondoro conservava con tutte le cure di questo mondo. Evidentemente, le protezioni che Harry aveva imposto perché James non ci mettesse sopra le sue adorabili manine non erano abbastanza da fermare la curiosità del figlio che, eccitato all'idea di poter sfrecciare al di là della siepe del giardino, aveva inforcato il mezzo volante per poi schiantarsi, poverino, contro la porta della cantina stessa. Non c'è da sorprendersi se Harry, una volta scoperta l'evidente ammaccatura sul manico del suo adorabile cimelio (non che l'amasse più di Ginny, ovviamente!) -tragedia di tutte le tragedie-, sia andato su tutte le furie e, dopo aver ovviamente fissato saldamente la Firebolt al muro con delle catene (un'ispirazione paradossalmente familiare, che l'aveva riportato ad un episodio spiacevole con una certa Inquisitrice Suprema di sua conoscenza...) e, per non rischiare di nuovo, con un Incantesimo di Adesione Permanente, aveva rinchiuso il figlio in camera sua così a lungo che, probabilmente, un soggiorno ad Azkaban sarebbe stato più corto e sicuramente più piacevole.

Ma, finita la prigionia, pensate forse che il primogenito di casa Potter, chiamatp guardacaso da tutti i membri della famiglia e non solo con il nome "Jamie-sono-i-guai-che-mi-cercano-Potter" per la sua proverbiale aria di presunta innocenza di fronte ai fatti compiuti, si sia forse arreso o abbia appeso al chiodo l'innato talento nel cacciarsi nei guai fino al collo? C'è forse da dubitare almeno un attimo sul fatto che l'influsso dei due Malandrini di cui portava il nome l'avesse abbandonato? No, non c'è bisogno che scomodiate Sibilla Cooman e la sua palla di cristallo...la risposta è già scontata di per sé, senza che quella megera vi predica la vostra morte, o peggio: un fatale allineamento dei pianeti che causerà la vostra terribile morte (sì, la sentite l'eco in lontananza, i vapori che vi avvolgono e... no, dai, su tutte balle! La Divinazione, ragazzi?! Puah, robaccia)! In ogni caso...NO! Quella furia scatenata di Potter Junior non ha mai smesso di combinare guai, di dare fastidio ai fratelli più piccoli, Al e Lily, e per il momento non ha la benché minima attenzione di piantarla.
Per niente.
Tuttavia, essendo un ragazzino imprevedibile e dotato di un cervello fine, la sua curiosità lo spinse un giorno a provocare nel padre un effetto inaspettato: non proprio negativo -come di solito accadeva-, ma nemmeno del tutto piacevole. Harry Potter, infatti, non si sarebbe mai aspettato che suo figlio James Sirius Potter, degno erede delle malefatte dei Malandrini e della loro preziosa mappa, nonché del loro innato fiuto per i guai, se ne uscisse con una domanda del genere, troppo profonda e inadeguata ad un normale bambino di dieci anni: “Papà, dove va la gente che non esiste più?”.

 

* * *

Dopo tanto tempo ho deciso di ripubblicare una storia: chissà come, chissà perché (ecco i fatidici "segni del destino") l'altro giorno ho ritrovato nel marasma che è la mia cartella del PC "Fanfictions & varie" ho ripescato dei trafiletti che avevo scritto... e mi sono piaciuti molto! Ecco, quindi, come mi è venuta in mente l'idea per questa fic!
Passiamo alle spiegazioni: come vedete ho inserito il genere comico, ma solo perché pensavo con questa introduzione di farvi, se non ridere, almeno sorridere un po'!
Purtroppo, dal prossimo capitolo (in realtà dovrebbe essere il penultimo, visto che ho pensato ad una fic molto breve di 3 capitoli), i toni saranno più cupi e malinconici, quasi drammatici... quindi ecco spiegati gli altri due avvertimenti!

Per il resto...mi sono divertito a immaginare questa piccola peste, degna appunto del suo mitico nonno e di Sirius, insomma.
Spero sia abbastanza IC (per quanto ne sappiamo dalle -poche- informazioni di Zia Jo!).

Beh, alla prossima! 
Manuel.

   
 
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