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Autore: cookiemonster    17/07/2011    1 recensioni
Onew prepara pozioni magiche e Taemin sente davvero il dovere di cacciarsi sempre nei guai. Minho/Taemin dal secondo capitolo. Meow.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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With a meow meow here and a meow meow there




Sono le tre di pomeriggio quando Taemin fa capolino alle sue spalle e spaventa Jinki non poco. E sono le tre e due minuti quando Taemin, finito di gironzolare per tutta la stanza e di ficcare il naso qui e lì, annusando i vari intrugli disposti sul bancone, inizia a parlare e un brivido di ansia mista a terrore attraversa la spina dorsale del più grande.

“Che faaaaai?” chiede, ondeggiando avanti e indietro sui talloni e assumendo l’espressione più bella e innocente che possa mettere su e, dio, Jinki non sa se sorridere con affetto o prenderlo a schiaffi perché lo conosce meglio di sé. “Un-cioè, mhm, niente” tentenna, cercando di nascondere malamente la boccetta contenente del liquido bluastro dietro la schiena e dandosi mentalmente del cretino per non aver imparato a mentire a tempo debito e quando Taemin alza un sopracciglio con fare indagatore, Jinki capisce che anche stavolta non riuscirà a sfuggirgli e spera, almeno, che non venga il cielo giù di nuovo.

Se c’è una cosa, infatti, di cui Jinki può dirsi sicuro – e Jinki sicuro non lo è mai, quindi questo significa davvero qualcosa - è che il maknae è, sì, un amore di ragazzo, ma deve assolutamente e inevitabilmente stare alla larga dalle sue “cose”. Per sempre. O la sua sanità mentale avrebbe fatto una brutta fine di lì a poco e non sarebbe stata di certo una cosa piacevole.

Ovviamente, ogni tanto, e quando era dell’umore giusto, ripensandoci, arrivava alla conclusione che non era una cosa così malvagia che Taemin si interessasse a quello che faceva e che poteva essere divertente lavorare con lui nei paraggi. Poi però si ricordava di quella volta in cui era dovuto correre a soccorrerlo quando, volteggiando a due metri dal suolo nel parco, era caduto e si era rotto un paio di ossa, e aveva pagato con i suoi stessi risparmi quando era stato capace di distruggere mezza casa con la sola forza del pensiero e, soprattutto, si era fatto carico – per un qualche motivo masochistico che Jinki non si era ancora riuscito a spiegare, ma che sospettava fosse opera dello stesso Taemin – di tutte le ire di Kibum, vittima preferita degli scherzi del ragazzino e, ora, acerrimo nemico di Jinki. E Jinki a Kibum aveva sempre voluto bene e ora gli dispiace un po’troppo.

“Dai, dimmi che prepari” dice quello, e a Jinki serve tutta la sua buona volontà e sette respiri profondissimi prima di riuscire ad affermare con estrema convinzione che no, non glielo avrebbe detto e che non erano affari di suo interesse e concludere il tutto con un gran sorrisone di cui poteva dirsi fiero. “Per favooooore” continua, e Jinki, i cui riflessi non si possono certo dire prontissimi, non si rende neanche conto che con un balzo gli è piombato quasi addosso cercando di agguantare le sue mani e quello che contengono. E la boccetta cade a terra, il vetro frantumato in un numero infinito di pezzi e il liquido sparso per il bancone e il pavimento, e dalle labbra di Jinki – impegnato ancora a respirare profondissimamente per non perdere il controllo – non escono di certo belle parole.

“Stai-fermo-qui” sentenzia, “non osare muoverti nemmeno di un millimetro, Taemin!”

E Taemin per un secondo – davvero, può giurarlo – ha anche pensato di obbedire sul serio e stare lì su due piedi ad aspettare Jinki tornare con in mano qualcosa con cui pulire quel disastro, ma se facesse ciò non sarebbe davvero Taemin e senza neanche dare il tempo al più grande di dire una sola, singola parola, con un scatto di reni da predatore professionista, si china a raccogliere con due dita qualche goccia del liquido versato e se le porta alla bocca e Jinki sicuramente non se ne sarebbe accorto se non fosse che le sue labbra sono ora dipinte di blu. E poi Jinki urla perché Taemin è diventato alto un metro e poi basso di due e poi rosso e poi verde e poi giallo e poi ancora rosso, verde e giallo contemporaneamente e poi c’è l’orrore negli occhi del ragazzino e Jinki continua ad urlare, fino a che Taemin diventa un gatto e Jinki si calma perché ‘hey, almeno non è una tigre’ e si congratula con se stesso per aver sbagliato qualcosa nella preparazione.

Comunque è un gatto, ed essendo di Taemin che si sta parlando dopotutto , gatto o tigre non fa molta differenza: non c’è nessuno più capace di lui nel cacciare gli altri e se stesso nei guai. Ed è un gatto minuscolo, con le zampette sottili su cui riesce a stento a reggersi e il pelo fulvo e a Jinki scappa un sospiro a metà tra l’intenerito e lo scocciato quando scivola tra le sue gambe e si strofina contro la punta delle sue scarpe. “Abbiamo un problema,” afferma Jinki, rivolgendosi a se stesso più che al gatto, “un graaan bel problema”.


  
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