Titolo:
Un cucciolo bianco
Pairing:
James/Lily
Genere:
Fluff
Avvertimenti: Flash!fic
Note:
ambientata nel mondo babbano, precisamente a casa di Lily e dei suoi genitori,
dopo il settimo anno ad Hogwarts.
Un
cucciolo bianco
Lentamente, senza far
rumore, salii le scale. Un gradino dopo l'altro, saltando il settimo, che
cigolava.
Mia suocera - o se vogliamo essere precisi, futura suocera - mi
guardava sorridendo e scuotendo la testa dall'ingresso. Le feci un sorriso, il
sorriso che aveva incantato gran parte della popolazione femminile di Hogwarts
e, a quanto pare, anche lei.
Proseguii lungo il corridoio del primo piano,
fermandomi davanti alla seconda porta a destra. Attento a non far cadere il
pacco che tenevo in mano, presi la bacchetta dalla tasca dei pantaloni e
sussurrai un Alohomora.
La porta si aprì senza produrre nessun
fastidioso rumore, lasciandomi libero di entrare. Ed eccola lì. I lunghi
capelli rossi sparpagliati sul cuscino, gli occhi verdi brillanti, - in quel
momento erano chiusi, ma ero sicuro che brillassero comunque - un sorriso
rilassato e appena accennato.
Era così bella.
Il lenzuolo bianco le si
era attorcigliato intorno al corpo, stringendola in una morsa che faceva
risaltare le sue forme. Con le mani semichiuse vicino al viso, una sopra e una
sotto il cuscino, sembrava quasi una bambina. Posai a terra il pacco, richiusi
la porta, poi mi avvicinai a lei.
Sul comodino c'era una nostra foto, la
riconoscevo. Eravamo ad Hogsmeade, era il 20 dicembre ed era la nostra prima
vera uscita come coppia. Lei era così bella con quel suo cappellino nero.
Sorrisi, mentre mi avvicinavo al suo volto. Le soffiai sulla guancia, e lei si
mosse infastidita. Piano, osservando ogni espressione del suo viso, posai le
labbra sul suo naso. Mugugnò, arricciando le labbra. Riuscii, fortunatamente, a
fermare la risata che stava per uscire dalle mie labbra, e ritornai a baciarla.
Posai le labbra sulla sua fronte, facendo scorrere la mano destra in una lieve
carezza sui suoi capelli. Si stava per svegliare, aveva cominciato a
stiracchiare le braccia. Tornai al pacco, sollevai il coperchio e lui
uscì. Saltò fuori dalla scatola, sfiorando il bordo. Lo sollevai, accarezzando
il morbido pelo bianco, e lo posai sul fondo del letto. Felice di essere stato
liberato, zampettò vicino al corpo di Lily, leccandole poi il viso. Ridacchiai,
non riuscendo a contenermi, mentre li guardavo. Lei, sorpresa, spalancò gli
occhi. Restò immobile per un istante, fissando il musetto bianco davanti al suo
viso. Poi sorrise, emanando una risatina gioiosa, e si mise a sedere,
stringendosi il piccolo al petto. Restai appoggiato al muro, a guardarla.
Ancora non mi aveva notato. Restò lì, a spupazzarselo per bene, solo dopo
qualche minuto si rese conto che il piccolo cucciolo non poteva essere arrivato
lì da solo. Si guardò in giro, finché non mi vide. Sorrise, gli occhi verdi
grandi e luminosi.
"Ciao," sussurrò, passando una mano sulla schiena
candida del piccolo.
"Ciao," risposi, avvicinandomi e sedendomi sul
letto, di fronte a lei.
"Grazie amore!" Si gettò - letteralmente - su
di me, costringendo il piccolo a saltare sul letto per non venire schiacciato.
Risi, così come fece lei, poi fui interrotto.
Da lei.
Mi stava baciando e
Merlino, io adoravo baciarla!
Tredicesima classificata: Aras con “Un cucciolo bianco”
Correttezza ortografica: 9.80/10
Lessico e stile: 8.60/10
Aderenza al tema: 5/5
Originalità: 9.80/10
Caratterizzazione dei personaggi e rispetto IC: 9/10
Gradimento personale: 10/10
Totale: 52.20/55
Decisamente una storia zuccherosa!
Ortograficamente parlando, davvero un’ottima prova.
L’unica
pecca che ho trovato, nell’intero testo, è la frase finale. “Mi stava
baciando e Merlino, io adoravo baciarla!”. Trovo che “Merlino” debba
essere messo tra virgole, formando in questo modo un inciso;
l’intercalare, infatti, potrebbe benissimo essere omesso. Così come hai
composto la frase “Merlino” risulta, sintatticamente, un elemento
necessario alla frase, che richiederebbe un’azione. Ma, poiché nel tuo
caso “Merlino” è solo un’esclamazione , ti consiglio di mettere una
virgola anche dopo la “e”.
Per il resto la tua storia è linda, senza
alcuna svista o errore. Notevole, poiché avevate solamente un’ora per
scrivere il tutto.
Passiamo allo stile, che tutto sommato mi è stato
gradito. A braccetto con il genere che ti era stato assegnato, hai
scelto uno stile accomodante, fluido ma particolareggiante, non veloce,
ma nemmeno noioso.
Tramite l’utilizzo di qualche piccolo espediente,
il gradino che scricchiola, la porta che non cigola, la fotografia, hai
saputo dettagliare la tua trama, in sé molto semplice. Leggendo la
storia il lettore non si annoia, sebbene essenzialmente il momento
descritto non sia dei più movimentati: sai tenere viva l’attenzione,
concentrandoti su tanti piccoli particolari.
Diversa sarebbe stata,
ad esempio, la cosa, se tu avessi deciso di utilizzare le tue 500
parole solo per descrivere Lily dormiente, certo la storia avrebbe
avuto un altro tono, e un altro grado di attenzione da parte mia XD
Riguardo al lessico, però, devo ammettere di doverti fare qualche appunto in più.
In breve, la sostanza del tuo errore è che hai utilizzato un lessico poco variegato.
Prima
di tutto, ho trovato una ripetizione abbastanza grave (-0.40) in queste
frasi: “Mugugnò, arricciando le labbra. Riuscii, fortunatamente, a
fermare la risata che stava per uscire dalle mie labbra, e ritornai a
baciarla. Posai le labbra sulla sua fronte”.
Capisci che,
soprattutto quando le frasi sono così brevi, se in tre sintagmi
contigui utilizzi tre volte lo stesso termine si nota, e rischi di
appesantire la lettura.
Ti consiglio di sostituire una delle tre “labbra” con “bocca”.
La
cosa, però, non si ferma qui. Riprendendo il concetto di prima,
impieghi spesso termini ed espressioni che hai già usato nel testo, o,
comunque, molto basilari.
I tuoi personaggi sorridono e ridono, nel
corso della storia, undici volte! Ora, so che ti avevo assegnato il
genere fluff, e che la risata e il sorriso sono elementi base ed
essenziali, ma, davvero, in alcuni casi il sorriso era omettibile. O,
tutt’al più, sarebbe stato possibile descriverlo, questo sorriso,
invece di nominarlo. “Le sue labbra erano piegate all’insù” e “i suoi
occhi si illuminarono”, a volte, rendono l’idea allo stesso modo ed
evitano di utilizzare verbi di base, poco ricercati e a rischio di
ripetizione ^^
Sono una piattola in queste cose, lo so bene, ma temo
sia colpa della mia professoressa, che nei temi ci cerchia addirittura
i verbi “essere” e “avere”, se li usiamo più di due/tre volte, perché
sono troppo “quotidiani, banali, scontati, ragazzi!” XD
Il tema
assegnatoti è stato pienamente rispettato e, come ti ho detto prima, ne
sono soddisfatta. Sei riuscita ad essere zuccherosa, ma non melensa,
non sdolcinata. Sarà stata la tua decisione di descrivere l’attesa del
momento della sveglia, piuttosto che dedicare una pagina all’apertura
del regalo, ma ho trovato la lettura della tua storia leggera,
piacevole.
Il fluff dovrebbe infondere benessere, non bucare i denti: brava, sei riuscita a donarmi il sorriso :)
Anche
l’originalità è buona. Un cucciolo, associato al fluff, è abbastanza
spontaneo, ma ciò che mi ha colpito della tua storia è stata la tua
capacità di collocare in un contesto l’episodio.
Avresti potuto
scegliere di far aprire il regalo a Lily, ripeto, e la tua storia
avrebbe perso spessore. Lodevole invece è stato l’introduzione della
madre, il ricordo di Hogsmeade, l’attesa dell’apertura del regalo. I
tuoi personaggi appaiono reali, inseriti in una loro storia: il testo
sembra far parte di un intreccio molto più ampio, solo accennato, ma
presente nella mente di James.
Anche la decisione di non descrivere
un momento noto, o particolarmente incisivo per la storia dei due
ragazzi mi è stata gradita. Il fluff è adatto a descrivere proprio
questi momenti qui: quotidiani e intimi.
L’unica pecca che ho
trovato –minuscola, piccolissima, ma che non ho potuto fare a meno di
segnalarti- è stata la scelta del titolo. Personalmente, quando leggo
una storia mi immedesimo in essa, mi lascio trasportare, amando anche
anticipare, farmi domande, immaginare il finale.
Devo dire che il
tuo finale non mi ha sorpresa per un unico motivo: quel titolo, che ti
dice cosa James sta facendo già fin quando sei alla prima riga.
Non
ti ho penalizzata molto, e non voglio assolutamente che tu lo cambi:
nonostante questo, ricorda che a volte la scelta di un buon titolo o di
un titolo un poco meno adatto può cambiare il gradimento della storia;
avrei potuto essere sorpresa del regalo, come Lily, ma non lo sono
stata.
Infine, passiamo alla caratterizzazione dei tuoi personaggi.
Hai
reso realistici e tangibili i tuoi protagonisti, sia attraverso la
descrizione fisica (Lily) sia attraverso una buona introspezione (il
punto di vista di James).
Come ho detto prima, essi appaiono plausibili, reali, inseriti in un contesto e quasi concreti.
E’ un’ottima dote, questo tuo dar vita ai personaggi.
La
nota di demerito, però, deriva da una mia personale impressione: quanto
c’è, del James che conosciamo, in quello che descrivi? Dov’è finito il
Malandrino? E la Lily piena di orgoglio, fierezza e dalla notevole
parlantina?
I tuoi personaggi sono concreti e reali, ma forse un po’
distaccati da quelli della Rowling. Ho trovato che mancasse qualche
elemento in più che li rendesse loro: un’osservazione Malandrina, o un
saluto un po’ meno remissivo di “ciao” sorridendo.
Ho trovato il nostro James giusto nell’appunto sul sorriso che ha incantato tutta Hogwarts.
Attenzione,
non ho detto che non mi siano piaciute le caratterizzazioni dei tuoi
personaggi; in un contest in cui valuto anche l’IC (sebbene in maniera
secondaria), però, non posso fare a meno di scalarti il punteggio per
queste ragioni.
Sebbene qualche pecca, la tua rimane comunque una buona storia, che lascia di buon umore.
Ottima la tua attenzione ai dettagli concreti, la tua abilità nel creare un’atmosfera fluff e il contesto che hai realizzato.
Grazie per la partecipazione, al prossimo contest!