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Autore: Jessy Lupin    17/07/2011    8 recensioni
Ecco a voi la mia nuova storia: Una Marcus\Didyme!
Dopo la morte della moglie, Marcus ritorna in un luogo in cui andava sempre con la sua amata e ripensa ai momenti felici passati con lei.
“Di che colore erano i tuoi occhi Didyme?” domandò Marcus con dolcezza.
“Azzurri” rispose lei con un sorriso.
“Azzurri?”
“Azzurri. Come i non ti scordar di me” disse indicandogli un fiore poco distante.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Didyme, Marcus, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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Una figura ammantata di nero camminava veloce per le campagne di Volterra, il sole di mezzogiorno si abbatteva sul viso dell’uomo facendolo risplendere, come se fosse coperto di diamanti.

A parte lui, non c’era nessuno in giro, si era spinto di proposito nel mezzo di un campo isolato e dimenticato.

L’erba bagnata strusciava sulla veste dell’uomo sporcandola e inumidendola, eppure a lui non sembrava importare, continuava a camminare tenendo lo sguardo fisso davanti a sé.

Poi d’un tratto sembrò impaziente di arrivare a destinazione e si mise a correre, veloce, sempre di più.

Corse per qualche chilometro e alla fine si fermò.

Era arrivato. Finalmente.

Il luogo in cui si trovava era davvero meraviglioso, un piccolo laghetto stava al centro di un prato completamente ricoperto di fiori. Dietro al lago invece, stava un faggio, il maestoso albero si rifletteva sull’acqua cristallina, creando un paesaggio magico.

L’uomo si avvicinò al laghetto e si specchiò.

La pelle bianca e scintillante, il lunghi capelli neri, gli occhi rosso sangue, una bellezza mozzafiato.

Un vampiro. Marcus Volturi.

L’uomo aggirò il lago e andò a sedersi sotto il faggio, appena fu al riparo dal sole, la sua pelle tornò normale.

Rimase lì, fermo, ad aspettare. Ad aspettare qualcosa che non sarebbe mai successa. Ad aspettare qualcuno che non sarebbe mai arrivato.

 

 

 

“Marcus, Marcus! Che ci fai qui? Ti ho cercato dappertutto!” sorrise sentendo le parole di Didyme.

“Diciamo che sono scappato da Aro e Caius” le rispose allegro.

“Ho sentito che stavano progettando qualcosa” disse la moglie.

“Un attacco ai Rumeni” specificò lui.

“Povero amore mio” lo prese in giro la ragazza sedendosi accanto a lui e accarezzandogli una guancia.

Marcus non riuscì nemmeno a fingere di sentirsi offeso, era impossibile con Didyme.

Invece di risponderle si girò verso di lei e la baciò dolcemente.

 

 

 

Quello era sempre stato il loro posto, ogni volta che volevano stare soli, che erano stanchi di stare ad ascoltare le assurde idee di Aro e le manie omicide di Caius, si rifugiavano lì. Solo loro due e il loro amore.

Così, ogni volta che poteva, Marcus correva lì, per sentire più vicina la sua Didyme, per ricordare tutti i loro momenti più felici.

Si guardò intorno, il suo sguardo cadde su un fiore che era cresciuto poco distante da dove era seduto lui.

Era un non ti scordar di me.

Il gambo lungo e sottile, e sulla cima, quell’insieme di piccoli fiorellini azzurri, cinque petali che si chiudevano intorno a un cerchietto giallo.

Marcus accarezzò il fiore come se fosse un antico e prezioso manufatto.

Un piccolo gemito sfuggì dalle sue labbra, con quel fiore la sentiva vicina, gli sembrava che fosse accanto a lui, ma allo stesso tempo lontana e irraggiungibile.

 

 

 

Erano seduti lì, insieme, sotto quell’albero ad osservare il laghetto.

“Di che colore erano i tuoi occhi Didyme?” domandò Marcus con dolcezza.

“Azzurri” rispose lei con un sorriso.

“Azzurri?”

“Azzurri. Come i non ti scordar di me” disse indicandogli un fiore poco distante.

Senza staccarlo dal terreno, la ragazza lo strinse tra due dita e lo piegò leggermente verso l’uomo.

“Vedi? Erano di questo colore” ribadì lei.

Marcus si avvicinò per vedere il fiore più da vicino.

“Ogni volta che trovi questo fiore, pensa che sono io che ti sto tenendo d’occhio!” gli disse ridendo e gettandosi tra le sue braccia.

 

 

Sfiorò con delicatezza i petali azzurri.

Ti sto tenendo d’occhio, così gli aveva detto.

“Didyme” un sussurro pieno di dolore, un nome che era tutta la sua vita.

Si staccò dal fiore e corse via, nel mezzo della campagna toscana.

Non era neanche a metà strada che scoppiò un violento temporale, l’acqua sembrava arrivare da tutte le parti.

Il cielo piangeva. Piangeva le lacrime che a lui non era concesso versare.

Alzò gli occhi e osservò le nuvole grigie che ricoprivano il cielo.

“Ti amo, Didyme” sussurrò. Le gocce di pioggia cadevano sul suo volto e sui suoi abiti, bagnandoli completamente.

Una leggera brezza si alzò, dolce e delicata, un minuscolo fiorellino azzurro volò sulla mano del vampiro, questi la aprì, lo poggiò sul palmo e chiuse il pugno perché non si rovinasse a causa dell’acqua.

Non ti scordar di me, il fiore più giusto per lei, indimenticabile.

Ricominciò a correre, diretto al castello, avrebbe chiuso il fiore in un quadro perché non si rovinasse, lo avrebbe custodito come il tesoro più prezioso.

Perché lo era, era la conferma che Didyme c’era ancora, da qualche parte e lo stava tenendo d’occhio.

E poi, un sussurro triste e silenzioso, che nessuno poteva sentire, una risposta portata dal vento.

“Anch’io ti amo, Marcus”

 

 

Note dell’autrice:

 Sono di nuovo qui! Purtroppo per voi…

Avevo questa storia in mente da molto tempo ma non avevo mai voglia di scriverla, ieri mi sono messa d’impegno e finalmente ce l’ho fatta!

Spero che vi sia piaciuta e che non faccia proprio schifo. =)

Vi prego lasciatemi un commentino, la vostra opinione è molto importane per me! Vi chiedo solo due minuti del vostro tempo per poter migliorare!

 Per le amanti dei Volturi ho scritto (un po’ di tempo fa) un’altra storia su di loro:

 Profumo Di Pesca è una Caius\Athenodora, se vi va fateci un salto!

 Grazie mille per aver letto la mia storia!

Baci Jessy!

 

   
 
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