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Autore: xadhoom    17/07/2011    2 recensioni
Serie di drabbles incentrata prevalentemente, anche se non saranno escluse altre coppie in futuro, sul pairing ErikxCharles. Slash!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il lieve tepore dei raggi del sole solleticarono il viso di un giovane ancora ospite di Orfeo, calore che costrinse il soggetto sopraddetto a riprendere contatto con la realtà di tutti i giorni.
Un sostanziale cambiamento era tuttavia avvenuto nella malinconica e dolorosa routine che il castano si ostinava a definire vita.
E tale trasformazione aveva le sembianze di un uomo chiamato Erik Lensherr, meglio noto alla popolazione mondiale col nome di Magneto.
Un mutante, uno dei più potenti mai esistiti. E anche uno fra i più crudeli, anche se pochi avrebbero potuto supporlo vedendolo in quel momento pacificamente disteso fra turchesi lenzuola.
Certamente non avrebbe mai potuto definirlo malvagio l'uomo disteso al suo fianco, intento a fissare quel volto sereno con uno sguardo carico di profonda e palese adorazione.
Per il professor X Erik non aveva mai rappresentato un concreto pericolo. Certo, i suoi studenti si erano ritrovati a scontrarsi con la squadra capitanata dal signore del magnetismo in numerose occasioni e spesso l'esito non era stato dei più rosei, per entrambe le parti. Eppure Xavier non era mai riuscito a condannare il tedesco. Forse perché prima di essere un rivale, Erik era innanzitutto il suo amante.
Il suo compagno, la metà della sua mela, l'unico vero amore della sua vita.
Durante gli anni di separazione il telepate aveva instaurato varie relazioni sentimentali, ma mai il castano era riuscito a far esiliare Erik dal suo cuore.
Con un affettuoso sorriso impresso sulle labbra, il mutante cominciò ad accarezzare dolcemente i capelli dell'amato, quei setosi fili d'un castano scuro fra i quali si poteva scorgere qualche bianco, contrasto che non faceva altro che incrementare il fascino della sua persona. Xavier era profondamente consapevole di non essere obiettivo, lui si era perdutamente infatuato del compagno mutante fin dalla prima volta che l'aveva incontrato sott'acqua, nel tentativo di salvarlo da un possibile annegamento.
A confermare l'avvenenza del signore del magnetismo bastavano, tuttavia, le lunghe occhiate esplicite che vari soggetti rivolgevano al suo amante, primi fra tutti i suoi stessi studenti.
Il telepate sapeva che il potente mutante non prestava la minima cura a quelle attenzioni a cui era soggetto, eppure...eppure non poteva evitare di avvertire la morsa della gelosia ogni qualvolta scovava i famelici sguardi di altri individui sul suo Erik.
Il dono di poter leggere la mente altrui non sempre risultava vantaggioso, in particolar modo nei momenti in cui Charles coglieva certi lussuriosi pensieri che gli facevano riconsiderare in maniera drastica i suoi propositi pacifisti.
I suoi istinti omicidi venivano placati soltanto dalla divertita risata di Lensherr, il cui abbraccio e le cui dolci rassicurazioni riuscivano a cancellare l'espressione imbronciata che la gelosia disegnava sul suo volto.
Esattamente com'era avvenuto la sera precedente, quando aveva scorto un'audace Jean cercare di catturare l'interesse del suo, e non si sarebbe mai stancato di sottolineare SUO, amante con atteggiamenti e pensieri licenziosi...quella piccola sciagurata...
“Non starai ancora rimuginando sulla giovane Grey, mia adorabile topo da laboratorio?”
Con uno scatto il castano riportò lo sguardo sulla figura sdraiata accanto alla sua persona, incontrando un paio di vividi occhi color verde acqua che lo fissavano ilari, accompagnati dal consueto sogghigno che sempre aveva caratterizzato il mutante.
Distendendo le labbra in un sorriso, il giovane salutò il compagno con un lieve bacio sulla bocca, prima di accoccolarsi contro la sua persona, beandosi del calore del corpo dell'amato.
“Penserai che sono uno stupido sciocco geloso...”mugugnò con voce flebile, il volto contratto in una smorfia estasiata nel momento in cui l'altro proclamò il proprio dissenso
“No...credo che tu sia un dolcissimo sciocco geloso...” e Magneto ebbe la prontezza di catturare la mano pronta a colpire il suo braccio, esplodendo contemporaneamente in un'allegra risata Sbuffando sonoramente, Charles si sdraiò completamente sul corpo dell'altro, nascondendo il volto nel suo muscoloso petto
“Sei decisamente il signore del magnetismo...” mormorò con falsa rassegnazione “non avrei mai dovuto fidanzarmi con te...”
Lensherr si limitò a fare spallucce “Se ti sei pentito della scelta, posso sempre chiedere alla tua prediletta Jean di diventare la mia compagna” dichiarò, incapace di dominare il ghigno divertito che sentiva crescergli sulle labbra, nell'incontrare il volto irato del telepate, i cui occhi erano ora intenti a fissare stizzito il compagno
“Non ci pensare neppure!” ringhiò, catturando le labbra dell'altro in un bacio possessivo e focoso “dopo tutto il penare che ho dovuto subire per riaverti al mio fianco...”
In un attimo Charles si rese conto della pericolosità delle sue parole e il suo timore venne raddoppiato quando avvertì il corpo del tedesco irrigidirsi sotto la sua persona
Affranto, il castano tentò disperatamente di catturare lo sguardo del compagno “Amore...perdonami, non intendevo...”
Un dito si posò inaspettatamente sulle sue labbra, interrompendo il discorso.
“Abbiamo discusso ampiamente in merito, non serve spendere altre parole al riguardo”
Il direttore dello Xavier institute rilasciò il fiato che inconsciamente aveva trattenuto, annuendo lievemente al discorso dell'amante
“Inoltre...” continuò il signore del magnetismo sogghignando “credo che ora dovrei preoccuparmi maggiormente di dissipare la gelosia del mio adorabile topo da laboratorio”
Le labbra di Charles si lasciarono sfuggire un gemito, sia nell'udire quelle parole pronunciate con voce suadente sia nell'avvertire le mani del compagno scendere lungo il suo corpo, destando immediatamente in lui il desiderio di un contatto più profondo, di assaporare nuovamente quelle labbra in grado di ammaliarlo con il loro tocco.
Lo sguardo gli cadde casualmente sulla sveglia poggiata sul comodino, la quale sembrava avvisare il tepelate dell'approssimarsi dell'ora in cui solitamente gli inquilini dell'istituto si risvegliavano.
Decise di non preoccuparsi in merito: in fondo, poteva sempre persuadere ogni ospite dell'istituto a prolungare il proprio sonno ancora per qualche oretta...

  
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