Era seduta a quella scrivania, e come unico compagno aveva quel maledetto pc. Doveva trovare l'antidoto all'aptx. E lei studiava, studiava e studiava. Cercava di mettere insieme i vari pezzi per completare quel puzzle che lei stessa aveva ideato.
Finora era riuscita a creare solo sostanze sperimentali, ben lontane da quella che era la soluzione ai suoi problemi e a quelli di Conan; a dirla tutta, forse sarebbe stata la soluzione solo ai problemi di quest'ultimo. 
Lui non desiderava altro che poter ritornare al suo vecchio corpo. 
Come dargli torto? Tante persone aspettavano il ritorno del geniale detective liceale Shinichi Kudo; i suoi genitori, i suoi parenti, i suoi amici; ma prima fra tutti, quella ragazza, Ran, che lo amava tanto.

E lei? Ai Haibara, o meglio Shiho Miyano chi aveva? Chi aspettava impaziente il suo ritorno? Chi l'avrebbe accolta a braccia aperte con un sorriso sulle labbra facendola sentire finalmente a casa?

Il suo primo pensiero andò inevitabilmente alla sorella Akemi. Lei era stata tutto. Madre, padre, sorella, amica. Tutto; e le era stata portata via, nel peggiore dei modi. Senza nemmeno avere la possibilità di dirle addio. Socchiuse gli occhi, spegnendo il pc, rendendosi conto che in quello stato non avrebbe lavorato al meglio.

Non le faceva bene perdersi in quei pensieri malinconici. Eppure la consapevolezza di essere sola, di valere meno di niente, non volevano abbandonarla, erano come un'ombra minacciosa, l'ombra di un passato oscuro. Nero come la pece; nero come Loro; nero come lei.
La verità è che Ai Haibara aveva paura di ritornare Shiho Miyano. Non voleva più essere Shiho. Solo pensare che un giorno avrebbe ripreso le sembianze della donna che era stata, bastava a farla rabbrividire.
A distrarla da quelle sue elucubrazioni mentali fu la voce calda e rassicurante del dottor Agasa, che la informava dell'arrivo dei "Detective Boys". Si alzò dal letto, dirigendosi verso il soggiorno. 

"Ciao Ai!" esclamò Ayumi sorridendo alla piccola scienziata.

"Ai! Vieni al centro commerciale con noi vero?" le domandò arrossendo Mitsuhiko.

"Ovvio che viene, lì hanno aperto una nuova gelateria, chi non ci verrebbe" disse Genta altezzoso.

"Non si chiama mica Genta." lo rimbeccò Conan sorridendo sconsolato e suscitando le risate di tutti e l'indignanzione del diretto interessato che lo minacciò in modo scherzoso.

"Su ragazzi smettetela." intervenne il dottor Agasa, come ogni volta, per calmare le acque.

Ai aveva osservato tutta la scena in silenzio. Apparentemente alcuna emozione trapelava da quel suo sguardo di ghiaccio, ma dentro di lei era tutto in subbuglio. Nella sua mente si alternavano le voci dei presenti e in un attimo tutte le preoccupazioni che l'avevano tormentata precedentemente  si dissolsero. Abbassò il capo, e sulle sue labbra si disegnò un sorriso appena accennato, impercettibile all'occhio altrui, ma sincero.

"Allora andiamo?" domandò retoricamente la biondina interrompendo la confusione che si era venuta a creare. I giovani detective sorrisero e salutando il dottor Agasa si diressero al centro commerciale.

Forse Shiho Miyano era sola al mondo, ma Ai Haibara non lo era; e per un pomeriggio, poteva anche non preoccuparsi del suo futuro.