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Autore: Fra_96    18/07/2011    3 recensioni
A dire la verità Vermouth era curiosa eccome, perché sapeva che se centrava Gin la novità doveva essere piuttosto succulenta, ma il suo tono rimase imperturbabile.
“Uno dei nostri informatori è riuscito a mettersi sulle tracce di Sherry. L’abbiamo trovata” scandì Gin.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Capitolo Uno

La notte era scesa su Tokyo come una coltre spessa e pesante. Piccoli fiocchi di neve candida, così simili a delicati petali di fiore, turbinavano pigramente nel cielo senza stelle, e si posavano in silenzio sulla città addormentata. Ovunque albergava una quiete quasi irreale, interrotta solo di rado dallo sfrecciare di un’auto solitaria o dal passaggio di qualche ubriaco appena uscito da un locale.
In quel momento, in uno degli appartamenti dei condomini di lusso del centro, una figura elegante e sottile sedette ad una poltrona di pelle accavallando le gambe con grazia; prese dal tavolino che aveva di fianco un bicchiere di cristallo e vi versò un po’ di sherry. Portò il bicchiere alla bocca e lasciò che il liquido rosato le lambisse appena le labbra perfettamente disegnate.
La donna sorrise, lasciando ondeggiare pigramente il liquido all’interno del bicchiere con la mano destra e accarezzando con lenta sensualità il raso della sottoveste blu notte che indossava con la sinistra.
Guardò attraverso le grandi vetrate del suo sontuoso attico la città addormentata e tuttavia sfavillante di luci.
La sua mente corse alla settimana che era passata: nessun compito da svolgere per i piani alti dell’organizzazione, nessun giornalista che sapeva troppo da mettere a tacere per sempre, nessun intrigo, nessun inganno. Niente di niente. 
Erano stati giorni tremendamente noiosi, e anche quella sera si prospettava tale, se non fosse stato per quella telefonata che aveva ricevuto da Gin intorno alle dieci.
Aveva sentito il cellulare vibrare sopra la sua massiccia scrivania di mogano, e leggendo il nome sul display un sorriso compiaciuto era affiorato spontaneo alle sue labbra. Oh, Gin era sempre un magnifico diversivo all’ozio inconcludente.
“Ciao, tesoro. Non riuscivi a dormire?” sussurrò con malizia.
“Vermouth…”  La voce gelida di Gin era traboccante di disgusto, che mal celava il suo desiderio.
“Gin” continuò lei, trasognata. “E’ da troppo tempo ormai che declini il mio invito. Questo sherry invecchiato l’avevo ordinato apposta per noi due…”
“Beh, forse tra non molto avremo di che festeggiare…”
“Davvero?” chiese Vermouth, cercando di non far trafelare della sua voce la sorpresa. Doveva sempre mostrarsi impeccabilmente controllata, era una sua prerogativa. “Beh, meno male. Le cose cominciavano a farsi un po’ troppo tranquille da queste parti…”
“Già. Odio ammetterlo, ma hai ragione. Il lavoretto che avevano commissionato a me e a Vodka tre mesi fa era una un giochino da bambocci…”
“Quale lavoretto?” chiese la donna, scuotendo leggermente la testa in modo che  i lunghi e flessuosi boccoli biondi le ricadessero con calcolata eleganza sulle spalle nude.
“Niente di che, te l’ho detto. Dovevamo assicurarci che un tale che aveva ficcato il naso nei nostri affari e che andava in giro vantandosene smettesse di cantare… Niente di speciale. Ma sarai felice di sapere che ciò che ho da dirti è invece molto speciale…” Gin lasciò in sospeso la frase, sperando di sentire una nota di impazienza nella voce della bionda..
Ma fu deluso quando senti un semplice: “Sentiamo…”
A dire la verità Vermouth era curiosa eccome, perché sapeva che se centrava Gin la novità doveva essere piuttosto succulenta, ma il suo tono rimase imperturbabile.
“Uno dei nostri informatori è riuscito a mettersi sulle tracce di Sherry. L’abbiamo trovata” scandì Gin.
Un lampo di stupore balenò per un attimo negli occhi grigi della donna, prima di trasformarsi in odio inesorabile. Sherry. La traditrice, l’impostora, la voltafaccia. Quella vigliacca era fuggita dall’organizzazione senza pensarci due volte, e adesso tremava nell’ombra aspettando con terrore quel momento, che finalmente era arrivato. Era stata una stupida: con la sua intelligenza e la sua astuzia sarebbe potuta arrivare ai massimi vertici di comando all’interno dell’organizzazione, e invece era fuggita, perché era una debole come sua sorella, che infatti era morta come un cane tra le braccia di Cool Guy. Ora anche a lei sarebbe toccata la stessa fine. Assaporò la ormai ben nota sensazione che si impossessava di lei quando si stava per compiere un omicidio. Sentiva l’adrenalina scorrerle potente nelle vene; la foga di complottare, di tendere trappole e di mettere con le spalle al muro la sua vittima, non lasciarle scampo.
Trattarla con falsa dolcezza, quasi con carità, per farle credere fino all’ultimo di avere una possibilità di salvarsi la pelle. E poi sentirsi supplicare, tra le lacrime a volte, di avere pietà. Vermouth adorava quel brivido terribile e meraviglioso che le percorreva la schiena al pensiero di quanto in quel momento la vita di una persona fosse così  inesorabilmente nelle sue mani.
Era allora che prendeva la vittima per il mento, costringendola a guardarla negli occhi. Un sorriso sadico le faceva arricciare le labbra, mentre osservava quegli occhi accendersi per l’ultima volta di puro terrore, prima che improvvisamente si spegnessero, restando per sempre vuoti e vitrei. Così lasciava la presa, ammirando la sublime lentezza con cui il corpo ormai senza vita si accasciava a terra, miseramente innocuo e patetico.
Sarebbe stato fantastico e divertente. Oh, sì.
“Siamo sicuri?” disse finalmente, agitandosi inquieta sulla poltrona, nonostante il suo tono restasse monocorde.
“Pare di sì. Sicuramente domani ci sarà una riunione per chiarire la cosa”
“Perfetto” disse Vermouth suadente.
“Domattina ti contatterò per i dettagli”
“I can’t wait, my dear”
Chiuse la telefonata abbandonandosi lentamente sulla poltrona.
Sorrise.
Yeah, I can’t wait, Sherry… Are you ready?   
 
 
 
 
  
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