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Autore: Yammi    18/07/2011    7 recensioni
Una mia interpretazione dell'episodio "un triste ricordo" della prima serie. Minako ricorda il suo amore perduto Alan e il tradimento della sua amica Katarina. Mentre vaga tra i suoi pensieri e tra i suoi sconforti un mostro...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Minako/Marta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima serie
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Questo era il mio provino per un GDR, purtroppo non ha avuto l'esito che speravo però a me piace comunque molto. Spero possa piacere anche a voi. Sto anche scrivendo una Fan Fiction su Ami, magari seguitela quando la posterò :) Se vi interessa, la canzone che mi ha ispirato tutto ciò e che secondo me si adatta molto al personaggio di Minako si intitola Goodbye My Love di James Blunt

Buona Lettura!!



Non sapevo cosa avrei provato, guardandomi indietro. Non sapevo quanto dolore avrei provato, rivivendo di ricordi. Mentivo solo a me stessa, fingendo che andasse tutto bene, che il mio cuore fosse ancora intatto.
Nonostante, al mio interno, stessi cadendo lentamente a pezzi.
Ogni cosa mi ricordava lui, ogni cosa mi ricordava noi. Il cappotto che mi aveva regalato, che avevo lasciato nel mio vecchio appartamento per la fretta. Le nostre foto, di cui solo una avevo conservato il ricordo nitido del momento in cui ce l'avevano scattata.
Perchè era stato uno degli ultimi momenti in cui ero stata davvero felice.
Non so definire bene il mio stato mentre fissavo, dall'oblò di un aereo diretto a Tokyo, l'Inghilterra allontanarsi sempre di più, le sue luci farsi sempre più invisibili. Vedere come la vita, che avevo costruito con tanto impegno, mi stava scivolando via dalle mani.
La verità è che mi manca come eravamo, non posso farci nulla. Mi mancano quei giorni spensierati, quegli abbracci fatti con desiderio, quei momenti in cui non servivano parole.
Ma da quel maledetto giorno in cui li vidi insieme quella parte di me che sapeva ancora amare era morta, pensavo per sempre.
Ero così felice si essere salva e solo un pò ferita, ma quando ho visto le braccia di lui cingere lei avrei desiderato essere inghiottita da quelle fiamme, da tutte le fiamme che avrebbe potuto sprigionare un ipotetico inferno. Mi avrebbero fatto sicuramente meno male di quel vortice incandescente di dolore che mi aveva investito il cuore.
Mi manca ciò che eravamo insieme, mi manca tutt'ora dire Ti amo con il cuore a mille.
Ma mi manca anche un'altra cosa.
Mi manca fidarmi delle persone.
Alla fine era stata Katarina a portarmelo via, no? E lei era mia amica, la mia migliore amica
Era stata tutta colpa sua. Lo sapevo che non ero abbastanza, mai più di lei. Però sapevo amare davvero, più di me stessa.
Ma nonostante tutto ciò non sono mai riuscita davvero ad odiarla. Era la mia amica, quella a cui confidavo tutto. Quella che mi era sempre stata vicino. Com'era riuscita a procurarmi così tanto dolore senza batter ciglio?
Forse non l'avrei mai saputo, forse mi aveva anche dimenticata ora che si trovava tra le braccia di Alan.
Purtroppo io, un dolore così grande, non avrei mai saputo dimenticarlo così facilmente.

Presi qualcosa dalla mia tasca, mentre continuavo a fissare il mare notturno, invasa ancora dai ricordi.
Eccola, di nuovo d'avanti a me, quella fotografia. Un sospiro.

"Minako."

Oh, la sua voce. Mi risuonava ancora nel corpo, come l'ultima volta che la sentii.

"Alan..."

Strinsi quella fotografia al petto e per la prima volta dopo mesi che ero arrivata li, piansi. Piansi di rammarico, di malinconia, di insoddisfazione, di rabbia, di dolore.
Piansi per tante cose, non riuscii nemmeno a contare le lacrime che erano quanto il mare che mi si parava d'avanti.
Mi sentii poi sfiorare la guancia. Era una farfalla, molto luminosa. Cercai di prenderla in mano, ma scomparve. Al suo posto comparve un mostro, un mostro che, evidentemente, era dei nostri impareggiabili nemici.

"Proprio adesso?!"
«Venus Power! Make...up!»

Solitamente, quand'ero trasformata mi sentivo in grado di fare qualsiasi cosa. Ma adesso mi mancavano le forze, ero troppo fragile ai miei sentimenti. Forse è per questo che il mostro riuscì a catturarmi.
Fu in quel momento che lo notai.
Al collo, aveva un ciondolo. Quello che regalai Katarina. Era lei il mostro, quindi? Aveva ancora il ciondolo che le avevo fatto io?
Quindi allora, mi voleva ancora bene.
Non ricordo bene cosa accadde, ma il mostro cadde in acqua e io caddi sopra una persona.
Usagi.
L'amica per eccellenza. Lei si, che non mi avrebbe mai tradita per amore. Lei si, che ci sarebbe sempre stata, come adesso. Avrei voluto dirle quanto le volevo bene, ma in quel momento le parole mi si arrestavano in gola.
Katarina era diventata un mostro, e se non fossimo riuscite a salvarla?
Una strana paura si impossessò di me, ero molto sorpresa.
Anch'io le volevo ancora bene, nonostante tutto.
Chi ero, io, per impedirle di essere felice con l'uomo che amava? Non potevo odiarla di certo, se aveva buon gusto.
Chi ero, io, per impedire a lei e ad Alan di essere felici come io non ero stata?
E se fossi rimasta in Inghilterra quanto sarebbe durata la mia storia con Alan? In verità è stato grazie a questo che sono venuta qui ed ho conosciuto le mie amiche, coloro che veramente coronano le mie giornata di tanta gioia.
Pensiamo sempre a coloro che ci fanno del male, non accorgendoci di coloro che ci stanno intorno e che cercano continuamente di farci sorridere.
Si, Katarina, io ti salverò. Ti salverò in nome dell'amore che tanto proclamo, in nome di quell'amore che io non ho mai avuto. Io ti salverò, così che tu possa amare ancora.

Goodbye my Lover
GoodBye my Friend
You have been the one for me.

   
 
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