Il
pullman aspettava nello
spiazzo silenzioso da appena pochi minuti quando i ragazzi arrivarono
carichi
di borse ed euforia: finalmente era arrivata la gita annuale al mare.
Per
una settimana Angels e
Devils lasciavano la scuola per riposarsi e godersi la meritata vacanza
dopo un
intero anno di studio, sfide, sconfitte e vittorie.
Cinque
e dieci di Lunedì
mattina, e i ragazzi arrivarono ancora mezzi addormentati, ma
già carichi di e
pronti per nuove esperienze; come sempre i due diversi gruppi si
divisero uno
per lato e finalmente… partenza!
L’estate
li aspettava e
loro stavano per raggiungerla, anche se nelle due ore di viaggio i
ragazzi non
fecero altro che chiacchierare e sonnecchiare con grande sorpresa dei
prof che
erano già pronti a sedare risse e litigi vari.
La
Sardegna li accolse con
uno scrosciare d’ onde e una leggera brezza costante che
scompigliava i capelli
ai ragazzi e faceva volare i cappelli alle ragazze.
Raf
scese quasi per ultima
con il solito gruppo di amiche e appena mise piede a terra venne
investita da
una folata di vento che le rubò il capello, portandolo in
alto, intrappolandolo
in un turbine per poi farlo cadere ai piedi dei Devils; Sulfus lo
raccolse
rigirandoselo fra le mani.
Lei
fece un mezzo sospiro
a metà fra lo sconsolato ed il felice: le cose fra lei ed il
moro avevano preso
una strana piega: dopo il sacrilegio e la sconfitta di Reina la loro
cotta
reciproca non era affatto passata, anzi, era cresciuta fino a diventare
sempre
più insistente, pressante.
Nonostante
tutto doveva
pur andare a recuperare il bel cappello di paglia oro, perfettamente
abbinato
coi capelli biondi… e si, doveva proprio andare: si
avviò con passo deciso
verso Sulfus, che appena la vide sorrise malizioso: “Ciao
angioletto!”
“Ciao
Sulfus…” fece
lei fingendosi annoiata: “Mi ridaresti
il cappello per favore?”
Lui
glielo porse senza
nemmeno sfiorarla, poi si voltò e corse verso Gas senza
notare lo sguardo
accigliato della Temptel già
pronta a scatenare l’inferno se quell’oca bionda
non si sarebbe allontanata
subito dal suo Devil preferito.
“Eih
Raf!” questa era Oriè
che chiamava la sua “best”: “Vieni qui,
dai!”
Raf
non se lo fece
ripetere raggiungendo le amiche e porgendo il cappello a Dolce, visto
che in
realtà era suo anche se lo usava sempre lei.
“Eih,
ma c’è dentro un
biglietto!” esclamò la rosa già
eccitata afferrando il foglietto che,
effettivamente, era stato incastrato sotto una pagliuzza.
“Sta
sera alle 22.00 ti
aspetto in spiaggia.” Solo questo era stato scritto in matita
con una
calligrafia elegante anche se spigolosa.
Le
Angels capirono subito
chi era il mittente e guardarono Raf con un misto di eccitazione e
preoccupazione, temendo che l’amica potesse fare qualche
sciocchezza che le costasse
la già rischiata espulsione, ma Micky, come sempre
combattiva, esclamò
abbandonando il buon senso: “Se lui ti piace, cosa ormai
certa, dovresti
andarci!”
Dolce
ed Oriè la
guardarono scioccate portandosi teatralmente una mano alla bocca e
persino Raf
si accigliò scettica.
“Insomma,
non è che puoi
stare qui a roderti per un ragazzo che non aspetta altro che te! Ti
copriremo
noi, vedrai che per una volta non accadrà niente…
basta che non infrangerete il
veto!”
“Scusa
un attimo…” si
intromise Dolce confusa: “Tralasciando il fatto che le stai
proponendo di
infrangere le regole, cosa intendi per noi?”
“Angel’s
friends, forever
together!” esclamò
la blu infiammandosi:
non poteva più sopportare di vedere una delle sue migliori
amiche soffrire;certo,
lei in quanto Angel non avrebbe nemmeno dovuto pensare certe cose, ma
era
davvero stanca di quella situazione.
La
sua espressione, la sua
grinta e forse il fatto che pensavano la stessa cosa convinsero Dolce
ed Oriè
che approvarono il piano dell’altra nonostante Raf cercasse
di dissuaderle.
Era
da folli, disse, e poi
non voleva coinvolgerle in quella storia… ma ogni tentativo
fu vano: d'altronde
si sa che è pressoché impossibile far cambiare
idea ad una ragazza.
La
Sardegna si rivelò una
bellissima isola, con un mare pulito e caldo tanto che i ragazzi
passarono
tutto il giorno facendo la spola fra la spiaggia e l’acqua
nonostante
iniziarono i battibecchi fra le due fazioni.
“Sembri
una balena!” aveva
esclamato Kabiria alla volta di Micky, che però rispose
secca: “Ma pensa, tu
invece lo sei proprio!”
Kabale
arrivò in soccorso
dell’amica con Gas e Sulfus mentre l’Angel venne
spalleggiata da Raf, Dolce ed
Oriè.
“Ok,
ora basta!” esclamò
ad un certo punto la bionda stanca di quella situazione: “Ci
stiamo comportando
come delle oche!”
“Oh,
ma che bella l’oca
bionda!” rise Sulfus con tono di scherno, ma Raf non
poté fare a meno di
arrossire imbarazzata: dette da lui quelle parole assumevano un
significato
diverso, speciale.
I
Devils si allontanarono ridacchiando
per la reazione di lei, mentre Oriè, vagamente irritata, le
chiese con tono
accusatorio: “Perché non hai ribattuto?”
Raf
non rispose dandosi
mentalmente della stupida e le Angels si guardarono: era proprio
innamorata,
quindi… al diavolo le regole!
Lasciarono
Raf sulla
spiaggia a sonnecchiare e si diressero verso il bar, quando furono
chiamate da
una voce nota: “Eih, angeli!”
Sulfus
le attendeva poco
distanti e fece loro segno di avvicinarsi.
Obbedirono.
Con
lui c’erano Gas,
Kabale e Kabiria e la viola non tardò a chiarire la
situazione: “Per questa
volta dovremo collaborare: dobbiamo coprire la vostra amica e Sulfus in
modo
che si possano incontrare.”
Le
Angels non persero
tempo ed annuirono energiche.
L’estate
era calda così
come i giovani cuori dei ragazzi da sempre rivali che stavano per
abbassare l’ascia
di guerra in favore dell’amicizia e dell’amore.
E
forse, in quell’estate
in Sardegna, le cose stavano per cambiare radicalmente.
Giunse
la sera e dopo una
cena veloce i ragazzi si ritirarono nella camera per una
doccia… poi, riunione
tutti insieme; era proprio quello che Raf e Sulfus avrebbero dovuto
sviare, ma
ormai il piano era pronto e nessuno aveva intenzione di tirarsi
indietro.
21.30
I
ragazzi si ritrovarono
in una sala, insieme con i professori, Sulfus compreso…
mancava solo Raf.
“Non
si sente bene.” La giustificò
Oriè con aria preoccupata: “Dice che forse a
mangiato troppo.”
Arcan
annuì preoccupato:
era su questo che le Angels facevano affidamento: il prof aveva piena
fiducia
in loro e non avrebbe mai pensato che potessero mentirgli e anche se
alle
ragazze dispiaceva, lo facevano per una giusta causa.
La
serata continuò con
canti, balli e racconti di antiche leggende… mentre Raf,
dopo essersi lavata,
vestita con una gonna azzurra e una camicia bianca (i suoi colori
preferiti) e
truccata con lucidalabbra, matita ed ombretto turchese, uscì
di soppiatto dalla
finestra arrivando fino alla spiaggia, dove Sulfus la aspettava seduto
su uno
scoglio scuro come i suoi abiti.
Raf
si fermò e rimase
qualche secondo a guardarlo, poi, respirando profondamente, disse:
“Ciao
Sulfus.”
Lui
si voltò e gli si
illuminarono gli occhi: “Eih angelo! Sei
venuta…” sorrideva visibilmente felice
mentre avanzava verso di lei: sembrava quasi volesse abbracciarla, ma
il veto
lo proibiva senza via di scampo.
“Kabale
è riuscita a
creare una tua copia.”
“Si,
e le Angels hanno
avuto il fegato di mentire a quello spumone di Arcan.”
Sorridevano
entrambi a
pochi centimetri di distanza, ma proprio non sapevano cosa dire.
Il
sole stava sparendo
dietro la linea dell’orizzonte riflettendo sul mare calmo, ma
c’era ancora
molto caldo.
L’estate
spesso da alla
testa e Sulfus, vittima di questo virus incurabile, sollevò
una mano per
afferrare quella della bionda che sorrise quando…
“Fermi!”
Arcan
e la Temptel stavano
marciando a passo di carica verso di loro con alle spalle Kabiria,
Kabale, Gas,
Oriè, Dolce e Micky che tentavano in tutti i modo di
trattenerli, ma invano: la
copia creata da Kabale era sparita.
“Ciò
che avete fatto è
imperdonabile!” strillò Arcan con la voce
più acuta di qualche ottava.
“Ben
detto, caro collega.”
Gli diede man forte l’altra: “Nonostante siate
Devils, vi siete comportati in
modo sconsiderato, come degli stupidi.”
I due
prof si guardarono
un attimo e scoppiarono a ridere.
“Non
preoccupatevi.” Ora Arcan
sorrideva e, come se niente fosse, mise una mano sulla spalla di Raf,
che lo
fissava confusa: “Abbiamo fatto un patto con le alte e le
basse sfere: se
durante questa gita Angels e Devils sarebbero riusciti a collaborare il
veto
per Raf e Sulfus sarebbe stato annullato e ve la siete cavata
egregiamente.”
I
ragazzi li fissavano a
bocca aperta, confusi, ma quando la Temptel ripeté il
concetto Sulfus abbracciò
Raf, baciandola: il veto era veramente sparito.
Applausi,
risate,
incredulità… in una sera d’estate le
cose erano veramente cambiate, per sempre.
In
una sera d’estate il
destino di due ragazzi si incontrato e fuso, un destino dettato dal
calore dell’amore
e da un’amicizia che aveva abbattuto delle barriere secolari
anche se
invisibili.
In una sera d’estate, ogni cosa può accadere.
E'
la prima volta che scrivo su di loro, quindi fatemi sapere... GRAZIE!!!