Ciao
a tutti da NaruXHina, che per il vostro e il suo proprio piacere è riuscito a
trovare un po’ di tempo, con l’esamone imminente, per scrivere una nuova
one-shot su Fairy Tail! Sarà anche un po’ song-fic in quanto ancora una volta
inserirò il link di una canzone che, se vorrete, vi farà da “colonna sonora”
(spero che l’effetto venga bene) ^__^
Come
intuibile, si tratta di una Loki x Lucy, una delle mie coppie sostenute in
questo manga (ce ne sono parecchie in effetti, all’inizio non l’avrei mai
detto, ma anche questa serie si presta al romanticismo! ^__^).
Le
premesse con cui questa fic comincia però non sono delle migliori… Come farà il
nostro sciccoso leoncino a vincere la ritrosia della sua bella?
Buona
lettura a tutti, e buon proseguimento d’estate!
PS:
GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Il
famoso regno di Fiore.
La
famosa città di Magnolia.
La
famosa gilda di Fairy Tail.
Il
cielo è azzurro e, dinanzi i suoi cancelli, un ragazzo non altrettanto sereno
stazionava pensoso e dubbioso già da un
po’.
Guardava
avanti, poi di lato, poi sospirava, poi sbuffava, poi si riaggiustava gli
occhiali.
“Va
bene Loki, non è così difficile entrare lì dentro, no? Lo hai fatto tante altre
volte…”
Parlando
da solo, si corresse anche da solo: non lo era stato le altre centinaia di
volte in cui non aveva temuto di incontrarvi qualcuno.
E
questo qualcuno già aveva avuto l’onore di essere evitato da lui.
L’idea
di tornare a girarci alla larga non gli andava proprio giù; eppure ciò non
bastava a fargli dirigere finalmente i piedi.
A
chi non è mai capitato di volere e non volere fare qualcosa?
“Devi
entrare… Ma se entri poi… Però…”
Che
situazione complicata! Del resto, ci si era cacciato lui, ma chi si poteva
aspettare che lei reagisse in quel modo?
Poteva
solo sperare che ora, rivedendola, l’avrebbe ritrovata un pochino meglio…
“Andiamo!
Ora entri e… No, non posso, cavolo! Non posso affrontarla! Si che puoi! Si che
puoi!”
“Parli
da solo?”
Era
rimasto lì così tanto tempo che alcuni dei suoi amici, fratelli della gilda, lo
avevano notato e lo stavano fissando da dentro oltre le porte, cercando di
capire che problema potesse mai avere.
Fatta
la figuraccia, non gli restò che farsi avanti.
Un
ultimo sospiro: “Coraggio…”
Loki,
spirito stellare del leone, prima membro a tutti gli effetti di Fairy Tail, ora
assiduo e fedele collaboratore di una delle sue maghe più giovani e carine.
Era
da tempo che non tornava lì nella sua forma “umana”, coi capelli arancioni
tagliati corti, il giubbino verde e gli occhiali da sole azzurri.
“Ciao
Loki!”
“Ciao
Warren…”
“Ehi,
è da un po’ che non ti fai vedere!”
“Eh, già…”
Abbozzando
sorrisi e accennando saluti, avanzò tra i tavoli, ma quell’aria da ragazzino
spaesato non passava inosservata.
“Ehm,
come andiamo?” tentò passando vicino Gazille.
Il
drago di metallo, non riconoscendolo in quella forma, si limitò a guardarlo
interrogativo.
“Bene pare… ottimo…” disse tra sé e sé distogliendo lo sguardo e continuando
per la sua strada.
Fino
a quel punto tutto bene pareva. Nessuno aveva fatto domande.
“Qualche
problema, Loki?”
Ti pareva…
Si
voltò pronto ad una svelta performace del “No, niente” di rito, quando si
accorse che si trattava di Erza Scarlet, e che non aveva la faccia di quella
che si accontenta di una risposta preconfezionata da << Mi si legge in faccia che c’è qualcosa che
non va, ma non lo voglio dire in giro >>!
“Argh!
Ehm… Ciao Erza… Beh, sai, i soliti problemi da spirito stellare, è una vitaccia
questa, eh eh!”
Erza
strinse gli occhi.
Gli
occhiali blu, impauriti, cascarono oltre il naso in un tentativo di fuga.
“Ecco…”
“Loki!”
Sentitosi
chiamare si voltò con occhi che brillavano di gioia e gratitudine verso
quell’inaspettato salvatore.
<<
Chiunque tu sia, grazie! Tirami fuori di
qui! >>
Vide
che si trattava di Levi: “Scusa se ti parrà improvviso, ma… potresti parlare un
attimo con Lucy?”
“!!!”
No!
Non lei!
Qualunque
altro argomento, qualunque altra via, impervia e dissestata, che portasse via
da quel tasto gli sarebbe andata bene! Ma la sua salvatrice lo aveva tradito, e
gli occhi di Erza gli trasmettevano addosso il peso dell’armatura.
“È
da stamattina che è un po’ strana… Io ho provato a parlarci, ma non mi ha
voluto dire niente, forse tu riesci a capire perché è così.” proseguì
l’ingenua, parlando ignara al colpevole.
Pallido
come una nana bianca in un quadrante buio della notte, lo spirito del Leone
ebbe la tentazione di cercare con gli occhi una via di fuga, ma Erza aveva
saldo il suo piede corazzato sulla sua coda di paglia lunga anni luce!
“Strana?
Ah, davvero? Eh eh! Mi domando come mai? Beh, forse sarà un problema femminile,
tu capisci no? Eh eh eh!”
“……”
“……”
Alla
battutaccia fuori luogo, la Scarlet carezzò il pomo della spada.
Loki
allora si abbassò gli occhiali e guardando la maghetta con la testa inclinata (in
una delle sue tante pose plastiche da seduttore), la rassicurò con tutto lo
charme che poteva mettere nella sua voce: “Tranquilla, cara Levi, i problemi
della mia padrona sono i miei problemi! Lascia che ci parli io, sistemo tutto!”
E
baldanzoso si avviò, con la maschera da gran figo che ad ogni altro passo si
demoliva in una smorfia di dolore.
Ma
che doveva sistemare? Il suo problema era proprio lui!
Ed
eccola lì, chiara ai suoi occhi, nonostante gli occhiali da sole, la sua
radiosa chioma bionda, come un fiume d’oro che cadeva sulle spalle scoperte dalla
maglietta.
Non
riusciva a vederne il volto perché era seduta al bancone, ma il sorrisetto
forzato di Mira oltre di esso, che quindi l’aveva di fronte, non lasciava
presagire nulla di buono.
Ad
ogni modo, le vie di ritirata erano tagliate dalla più persuasiva maga della
gilda, e, oltre che da lei, da un briciolo di orgoglio ancora rimastogli e da
un barlume di maturità che gli imponeva di farsi avanti.
Doveva
parlarle, era venuto lì apposta.
Dovevano
parlarne.
Altrimenti
si sarebbero tenuti il broncio per chissà quanto, per sempre magari, ed era una
prospettiva davvero terribile.
Col
cuore che batteva a mille, arrivò alle sue spalle, e una volta lì, diede un
taglio ai sospiri.
“Lucy…”
“MHR?”
“!!!”
Orrore!
Si era voltata appena e quella con un solo occhio lo aveva spento come una
candelina!
Lucy
aveva i denti stretti, gli occhi socchiusi, le sopracciglia aggrottate e più
che una soave fanciulla sembrava una teppista vogliosa di un muso da rompere!
<<
Aiuto! >>
Quell’atto
di coraggio attirò l’attenzione di molti.
“Qualcuno
ha avvertito Loki che è da stamattina che Lucy è inavvicinabile?” chiese Natsu.
“Non
fa altro che guardare storto e brontolare mentre se ne sta seduta al bancone a
bere (tutta roba analcolica per fortuna).”
“Aye!
Forse ha un problema femminile!”
I
due maghi fissarono il gatto blu…
“Di
solito si dice così quando una ragazza è incavolata no? Che cosa significa?”
“Lascia perdere…”
Erza
li raggiunse: “Secondo me Loki è la causa di tutto.”
“Loki?”
“Non
avete notato come è entrato alla gilda? Come se avesse paura di qualcosa… o di
qualcuno…”
“Ma che avrà mai combinato per far arrabbiare tanto una tipa come Lucy?”
“C-ciao
Lucy! B-buongiorno!”
“Mf!
Sei tu… Tsk!”
Dopo
averlo liquidato con quello “Tsk!” da guinnes dei primati, la maga tornò a ciò
che aveva di fronte a sé: un succo di frutta che non stava bevendo, ma che
continuava a mescolare con la cannuccia, facendo addensare ad ogni giro la
nuvola nera sulla sua testa.
“Ehm,
Lucy, io penso che…”
“NON
CI PROVARE!”
Aveva
cercato di sedersi allo sgabello accanto al suo, ma l’assalto era stato
rispedito al mittente!
Il
ragazzo guardò Mira in cerca di sostegno, ma questa alzò le mani: doveva
sbrigarsela lui!
“Dicevo…
io penso che dovremmo parlare un pochino…”
“GNAM!”
Aveva
addentato la cannuccia e sembrava volerla triturare tra le fauci!
“Parlare?
E perché? È la giornata del << parla con qualcuno seduto al bancone che
vuole starsene per conto suo >>?”
“No,
ma…”
“Peccato! Se ci fosse stato qualcosa per cui parlare e fosse stata la giornata
giusta allora avrei potuto parlare con te, ma visto che non è così… Peccato…
Che gran peccato…”
Loki-Leo
sospirò: “Almeno smettila di avere questo atteggiamento, stai intristendo anche
gli altri!”
“……”
Dopo
un’iniziale immobilità, la ragazza sbuffò nella cannuccia, intonando un
motivetto con le bollicine.
“Ascolta,
ora sei un po’ turbata, ma non pensi che se parlassimo di quello che è successo
potresti…”
“Successo?
Successo? Ah ah ah ah! Perché è successo qualcosa? Io non lo ricordo! E tu
Mira? Successo niente? Si, niente è successo, visto? Ah ah ah!”
Leo,
in segno di solidarietà, rise anche lui: “Eh eh eh… Ehm…”
Mira
sparì in cerca di un cliente da servire.
Vista
l’isteria, anche i maghi ai tavoli vicini si scostarono un po’ più lontani
sulle panche.
Lucy
tornò imbronciata a soffiare nel suo succo, a far rotolare la cannuccia tra le
labbra rosate, e il povero Leo non poteva che restar lì, imbambolato e
ignorato, a guardare quelle labbra ripetere quel gioco noioso.
Avrebbe
smesso solo una volta che si fosse allontanato, ne era certo.
A
quel punto, la paura non poté arginare oltre la rabbia.
“Lucy…
per favore, andiamo un attimo fuori e parliamone…”
“Mi
fa male la lingua…” –disse come scusa per una linguaccia- “Non posso chiacchierare.”
“Oh,
andiamo!” fece, scocciatosi anche lui.
“Io
non vado da nessuna parte! Non con te! Non oggi!”
“Perché oggi no? Lo so: ieri sera ho fatto qualcosa che a quanto pare non
volevi che facessi…”
Lucy gli pinzò le labbra tra due dita: “Chiudi il becco!”
Liberatosi
da quella morsa, Loki fece qualcosa che faceva di rado: guardarla storto.
Lucy non si smosse però: “Cos’è quella faccia? Hai capito finalmente che oggi
non sono in vena? Su, fila! Scompari! Puff! Ci sentiamo domani… o dopodomani… o
tra una settimana forse…”
“Ci
sentiamo adesso invece a costo di trascinarti fuori!”
Lucy scattò in piedi!
Tutti,
d’istinto, cercarono qualcosa a cui tenersi: un tavolo, una sedia,
l’attaccapanni, la spalla del vicino!
Il
pathos era alle stelle, e la distanza tra gli sguardi torvi dei due era colmata
da un’inquietante energia, come due soli che si scontrano!
I
vestiti di Gray volarono via (ma non è una novità…), Natsu anziché le fiamme
prese a mangiarsi le unghie, a Gazille erano venute le scaglie d’oca!
“…
Non oseresti!” mormorò Lucy mantenendo fisso il contatto visivo.
“……”
“Lui, no, ma io si!”
“Eh?”
Subito
dopo, venne sollevata e caricata in spalla da Erza!
“EHI!”
“Erza…”
“Non ringraziarmi: sarebbe stato disdicevole per un uomo portare di peso una
donzella, il mio intervento era dovuto.”
“METTIMI
GIÙÙÙÙÙ!”
“Lucy,
cerca di calmarti dai…” -disse la preoccupata Levi- “Magari se ne parli con
qualcuno…”
“NON CON LUI! ANZI, CON NESSUNO!”
Happy
saltellò su un tavolo con la mano alzata: “Io lo so perché non con lui!”
Si
coprì la boccuccia con una zampa e… lo disse!
“Ti
piaaaaaaaaaaace! Ih ih!”
Come
lo faceva lui non lo faceva nessuno!
“GATTACCIO!
TI RAPERÒ A ZERO! GETTERÒ TUTTO IL TUO PESCE DI NUOVO NEL FIUME!”
“Cattiva!”
Intanto
Erza, se la stava già portando via nel cortile laterale, quello con la piscina,
e Loki, un po’ disorientato, ma felice della mano in aiuta che gli era stata
porta, le seguiva.
“Mettimi
giù! Mettimi giù!”
Comodo
portare un armatura quando devi portare a spalla qualcuno controvoglia: ti
ripara da tutti i pugni che ti tira sulla schiena.
Happy
volò all’orecchio di Loki: “Ti piaaaaaaaaaaace! Ih ih!”
Loki,
tutto fuorché in vena, passò oltre continuando a guardare per terra: “Happy,
per favore…”
Arrivati
nel cortile, Erza depose finalmente Lucy, e poi fece sparire il sorriso di Loki
con uno sguardo da: “E ora datti da fare”…
Senza
ascoltare ancora le stridule urla di protesta dell’amichetta, la rossa si
incamminò e sparì, lasciandoli soli.
<<
Mi domando cosa possa aver mai fatto Loki
da farla reagire in quel modo… Non capisco, eppure lui la adora… >>
Il
primo minuto trascorse in silenzio e in tentativi non riusciti di Loki di
guardarla negli occhi: lei, con quella faccia, lo faceva desistere ogni volta.
“Senti,
prima vuoi parlare e poi te ne stai zitto? … Perché a me sta bene! È stato un
piacere, ciao ciao!”
“No,
no, no! Ferma lì! Ora parlo!”
“Uffa…”
Dal
canto suo aveva sperato nel contrario.
“Allora
Lucy… Beh…” –avrebbe dovuto prepararsi il discorso strada facendo anziché
ritrovarsi lì a grattarsi la nuca e ad andare a braccio- “Dunque, è chiaro che
sei arrabbiata per qualcosa, e penso di sapere cosa… Qualcosa che ho fatto
giusto?”
“E
che non dovevi fare!”
“Non
picchiarmi!” si ritrasse lui!
Lucy
sospirò: “Perché dobbiamo parlarne? Se hai capito che hai sbagliato, facciamo
solo finta che non hai fatto nulla.”
Era
una proposta inaccettabile per Loki.
Non
aveva fatto ciò che aveva fatto per “non fare nulla”.
Era
una cosa importante per lui, qualcosa che avrebbe rifatto, non poteva
chiedergli di buttarla nel dimenticatoio.
Si
grattò la guancia: “Lucy… non è che poi
abbia fatto chissà che… non è… non è
poi così grave, no?”
“TU
MI HAI BACIATA!”
“L’atmosfera
era quella giusta! C’erano la luna, le stelle, le cicale… E poi scusa, che
appuntamento era poi?”
Lucy cambiò colore: “N-non pensavo mica intendessi “QUEL” genere di
appuntamento!!!”
“Ti
ho pure pagato la cena!”
Lucy si girò, sudando, da un'altra parte: “A volte anche gli amici possono
dimostrarsi tanto gentili, non credi?”
Distrattasi
un attimo, lo ritrovò a quattro zampe che si deprimeva…
“Quella…
parola…”
AMICI!
L’ultima
che vuole sentire un tipo che ha strappato un bacio per farsi avanti con la
ragazza dei suoi sogni appena qualche ora prima!
“Loki,
perfavore, smettila!”
“Oh,
andiamo Lucy, che problema c’è?”
“Un
problema grossissimo!”
“Ma perché? Vuoi che gli altri continuino a prenderti in giro perché non hai
mai avuto un ragazzo?”
“Non mi prendono in giro per questo!”
“Cana
si…”
Il
ragazzo si passò una mano tra i capelli e cominciò a sbrilluccicare: “Pensaci:
potresti avere il richiestissimo sottoscritto tutto per te! Sai che invidia le
altre ragazze, eh?”
Lucy alzò una mano e smosse via l’aria e i suoi inefficaci occhiolini: “Non
interessata.”
SDONG!
“Perchééééé???”
drammatizzò lui con voce da tragedia.
“Non
c’è bisogno di chiederlo!”
“Si
che c’è!”
“Tu lo sai!”
“No
che non lo so! Che c’è di male se io e te ci mettiamo insieme? Io ti…”
Lucy
bloccò la frase che stava per uscirgli pinzandogli le labbra come poco prima!
<<
Fa malissimo! >>
“Loki, insomma, io sono la tua padrona! Cioè… è come tra capo e impiegato, non
sta bene!”
Al
che lui prese le sue mani tra le sue: “L’hai detto: non
trovi che le relazioni
di questo tipo siano…” –abbassò la voce di un
altro tono- “… eccitanti… Lucy?”
Lei
gli spinse via la faccia da fargli male al collo!
“Non
dire bestialità!”
Incrociò
le braccia sotto il voluminoso seno e si diede un tono di autorità: “Loki, ora
piantala, mi hai stufata sul serio!”
Loki
si sentì di nuovo trafitto al petto.
“Ti
ho già detto che voglio far finta che non sia successo nulla e così sarà.”
“Non
è vero… è successo invece!”
“Per
colpa tua, stupido!”
“La
stupida qui sei tu! Stai facendo un casino per un nonnulla!
“Tu
non capisci proprio: non possiamo stare insieme!”
“E
come faccio a capire?! Che motivazione plausibile potresti mai avere per
reagire così male?! Si può sapere che razza di problemi ti…”
Quando il tipo con cui parli di questioni di cuore parte in quinta, non c’è
niente di meglio che il classico schiaffo improvviso per farlo smettere.
Nel
caso di Loki, fu talmente forte da fargli volare via gli occhiali nella
piscina.
Resistettero
a galla qualche istante, poi colarono a picco.
Loki
le offrì la guancia in fiamme ancora per qualche secondo, prima di riuscire a
voltarsi, piano.
“Tu
sei uno spirito stellare, io sono un essere umano.”
Si
passò un braccio in faccia; due lacrime nuove presero il posto di quelle
vecchie.
“Per
quanto io possa volerti bene, questo non può cambiare, non cambia il fatto che
appartieni a un mondo diverso da questo. Sei già stato costretto a rimanere
imprigionato qui l’ultima volta che ti sei cacciato nei guai, ora non voglio
che tu finisca nei guai per colpa mia.”
“Ma
Lucy…”
“Credi che le leggi del mondo degli spiriti tollerino che uno di voi si
innamori di un’umana?”
“…
Non lo so… Non credo sia mai successo…”
“E
un motivo ci sarà pure no?” chiarì con tutta la forza che aveva.
Quella
volta alla tomba di Karen aveva avuto tantissima paura.
Non
doveva succedere di nuovo.
“Stavi morendo… Stavi morendo tra le mie braccia…” singhiozzò.
“……”
Si
asciugò ancora: “Non voglio che accada di nuovo per colpa mia, non lo
sopporterei.”
Lui
non era preparato a tutto ciò.
Farla
arrabbiare d’accordo ma farla piangere era tutta un’altra cosa, per cui
sentirsi ancora più in colpa di aver premuto, quei pochi attimi, le labbra
contro le sue.
“Io…
Senti, perché non…”
Sotto
i suoi occhi attoniti, lo puntò con la chiave d’oro, il pegno del suo servizio.
“Leo…
chiudi la tua porta.”
Leo,
non Loki. Il suo nome vero, il suo nome da spirito.
Si
era presentato a lei quel mattino nelle sembianze di quando si erano
conosciuti, di quando si spacciava per un Loki qualunque.
Lei
aveva continuato a chiamarlo Loki anche dopo aver scoperto la verità.
Se
ora si rivolgeva a lui così, significava davvero che non avevano altro da
dirsi.
Non
ci fu bisogno di forzare la chiusura della sua porta.
Lo
spirito si fece piano piano evanescente, fino a trasformarsi in un lumicino,
per poi sparire del tutto; aveva cercato di guardarla negli occhi per tutto il
tempo che sfumava via, ma alla fine, sopraffatto da qualcosa che non sapeva se
chiamare colpa o delusione, aveva distolto gli occhi.
Lucy
guardò la chiave, e le sembrò più opaca del solito: doveva avergli davvero
fatto male.
La
rimise alla cinta e calmò il suo respiro.
“Uh?”
Quattro
testoline, una rossa, una rosa, una nera e una blu, spuntavano come un piccolo
curioso arcobaleno da oltre un angolo dell’edificio.
Stabilitosi
quell’imbarazzante contatto visivo, i quattro restarono fermi immobili con gli
occhi sgranati: magari non li aveva visti e stava solo guardando in quella
direzione con quella faccia seccata, chissà!
Poi,
avendo capito che era estremamente improbabile, Erza mollò un cazzotto sulla
testa a Natsu: “C-che ci fate voi qui? Come vi siete permessi di spiare Lucy?”
–passò poi a colpire anche Gray- “Ma non vi vergognate?”
“AHIO!”
“Ma
Erza, sei stata tu che…”
Anche
Happy, prima che finisse la frase, subì la stessa sorte.
Lucy
sospirò e camminò verso di loro, ma solo perché era da quella parte che si
tornava dentro la gilda.
“Ehm,
Lucy, noi…”
Con
una mano fece segno di lasciar perdere e li sorpassò, emettendo un lungo verso
da malumore.
Natsu,
Gray, Erza ed Happy la seguirono impotenti con lo sguardo.
“Ti piaaaaace…” fece da solo il micio, con vocina triste.
Lucy
tornò presto a casa quel giorno.
Fattasi
sera, al suo appuntamento consueto col diario non riuscì a scrivere una parola.
Il
foglio di quella giornata, passata via così in fretta, restava davanti a lei
inesorabilmente bianco anche quella volta, bianco come il suo spirituccio Plue,
che come sempre le faceva compagnia, seduto sulla scrivania accanto il
portapenne.
Già
il giorno prima il suo diario era rimasto candido; se ne era completamente
dimenticata, comprensibile, visto lo shock che aveva appena subito.
Il
raffreddarsi dei suoi bollori non aveva comunque ridonato le ali alla sua penna;
questo malgrado le sarebbe bastato guardare fuori dalla finestra della sua
stanzetta per scrutare una fonte d’ispirazione, il luogo del “fattaccio”.
Dopo
essere stati fuori a cena e poi un po’ in giro, lei e Loki si erano seduti
sull’argine del fiume che scorreva di fronte la casa della maga, scambiando
quattro chiacchiere per concludere una bella serata insieme.
E
tra quelle quattro chiacchiere, lui aveva trovato il modo di inserirci anche un
bacio…
Come
risposta, appena la mente le si era snebbiata, lo aveva spinto in acqua!
Una
mossa un po’ eccessiva, fatta senza pensarci, e, vista la mala parata, aveva
subito sgomberato il campo salendo al suo appartamento, mentre Loki, zuppo,
finiva di tossire.
<<
Ehm, Lucy? Credo che tu abbia
inavvertitamente buttato in acqua… inavvertitamente, no? … Ehm, Lucy?
>>
“Mpf!”
Tornò
coi piedi per terra e con gli occhi sul foglio che si ostinava a restare bianco
e in attesa.
Aspetta
pure quanto vuoi, pensò la ragazza: ci sono troppe cose che dovrei scrivere e
non mi basti solo tu.
Riassumere
i suoi mille pensieri non era l’unica difficoltà quella sera.
C’era
la ritrosia di accettare che tutto ciò fosse accaduto sul serio, quella stessa
ritrosia che le aveva fatto decidere di dimenticarsi di tutto, chiedendo a lui
di fare altrettanto.
Crudele
vero, ma lei che ci poteva fare se era ciò che sentiva sul serio?
Non poteva accettare i suoi sentimenti: quanti sacrifici gli avrebbe richiesto?
In
quel modo sarebbe stata ancora più egoista. No, meglio non assecondare quel
bambinone di Loki.
“Pu-puun?”
“No,
Plue, stasera non ce la faccio a scrivere… Mi sa che me ne vado a letto.”
“Puuun…
Pu-pun...”
“Oh, ti prego, Plue, ora non ti ci mettere anche tu!”
“Puun…”
chiese scusa e andò a lavarsi i denti con lei.
Spense
la luce, tirò su le coperte fino a coprire mezza faccia.
I
suoi occhi sbucavano come piccoli astri nell’oscurità, dissipata dalla pallida
luce che proveniva da oltre i vetri della finestra.
Prima
la mancanza di ispirazione per il suo diario, ora la mancanza di sonno.
L’immagine
fissa del soffitto fece da contorno ai suoi pensieri.
<<
Perché deve sempre cacciarsi nei guai per
quelli a cui vuole bene? Aries… Io… >>
Rivide
come in un’istantanea il suo primo, un po’ forzato, di certo inaspettato bacio.
<<
Cretino… >>
Ma
a ripensarci, meglio quello del Loki prima imbufalito e poi afflitto che aveva
visto quel giorno.
<<
Perché doveva essere proprio lui
accidenti? Rende tutto difficile! Non voglio litigare, però non voglio neanche…
Ah, che guaio! >>
Non
era difficile rifiutarlo solo perché erano spirito e padrona. O anche perché
fino a quel momento l’aveva visto solo come un amico.
Ma
a pensarci su, non era neppure facilissimo.
Di
uno come Loki, lei poteva innamorarsi.
Era
bello, simpatico, divertente, cavalleresco…
Un
primo fidanzato di cui vantarsi.
Si,
le piaceva, e poteva piacerle anche in “quel senso”.
Ma
che sarebbe successo se quel bel tomo del suo Re se ne fosse uscito con qualche
altra condanna all’esilio poiché colpevole di amore non autorizzato?
O
se lui, per restarle accanto da vero fidanzato, tornava a stabilirsi lì sulla
terra?
Già
se lo vedeva, sopportare il dolore della permanenza fuori dal suo mondo solo
per i suoi begli occhioni (e il suo fisico da modella ovvio…)… In altre parole,
se non lo esiliavano, ci avrebbe pensato da solo.
Meglio
di no. Già troppe volte in passato si era sentita un peso per gli altri; doveva
finire lì.
<<
Loki… Hai già promesso di proteggermi
sempre, non ti basta? Ti prego,
lascia perdere noi due che… Lascia
perdere, non voglio che ti succeda niente… >>
Guardò
l’orologio. Ora si che si era fatta ora di dormire; certo che quanto rimugini a
letto il tempo vola.
Si
abbracciò al cuscino: << Speriamo
solo che gli passi… >>
Si
addormentò, e sognò.
Fece
molti sogni, di cui non ne avrebbe ricordato nessuno. Uno dopo l’altro si
susseguivano e tenevano occupata la sua mente, come a volerla distrarre, come a
tenerla lontana e ignara da ciò che si preparava lì fuori, in attesa del suo
risveglio.
Riaprì
gli occhi che questi non erano ancora sazi di sonno…
((
Tic! Tic! ))
…
perché qualche deficiente stava tirando dei sassolini contro la sua finestra!
“Oh,
nooooo…”
Menò
una testata al cuscino: pensava di sapere benissimo di chi si trattasse!
Spalancò
i vetri, e, visti gli occhi incollati, ci mise un po’ per trovare Loki giù in
strada.
Si
era messo in ghingheri, presentandosi con gli abiti eleganti e la capigliatura
selvaggia della sua forma di spirito, la sua forma più genuina.
Immancabili
gli occhiali azzurri, nonostante l’assenza di illuminazione.
“Ciao,
Lucy… Innanzitutto scusa per l’improvvisata.”
Come
suonava strano da parte sua che poteva improvvisarsi praticamente ovunque
volesse (nella fattispecie, soprattutto vicino Lucy)!
“Improvvisata…
Ma… è ancora buio!”
“Si,
ma tra poco spunterà l’alba.”
“È prestissimo lo stesso!” intonò lamentosa.
“Vorrei
parlarti.”
Ancora
quelle parole! Lucy non resistette: doveva darsi uno schiaffo in faccia. E
ovviamente meditare l’idea di qualche schiaffo anche per quell’insistente
dongiovanni!
“Loki,
spero che tu non intenda qui e adesso…”
“Certo
che no.”
“Uh,
che sollievo…”
“Intendo adesso, e sul tetto.”
“Eh?”
Lo
spirito spiccò un balzo, che lo portò subito sul cornicione della sua finestra,
costringendola a farsi indietro.
“Ma
che ti salta in mente?!”
“Tranquilla, non oserei mai entrare in casa tua senza permesso.”
“Se
almeno anche certe altre persone di mia conoscenza avessero tutta questa buona
educazione…”
Le
porse una mano: “Vieni, in un balzo saremo di sopra.”
Avvertita
la sua ritrosia, in un istante le acchiappò il braccio e lei, come portata via
da un vortice, schizzò via con lui lanciando un piccolo urlo.
“Eccoci qui!”
Adagiò
Lucy con galanteria, che per lo spavento si era messa carponi.
Il
piano non era molto inclinato, non avrebbero avuto difficoltà a restare in
piedi.
“Loki…
Si può sapere che ti salta in mente?!”
In
quel momento avrebbe voluto essere Erza: le sarebbero bastate quelle parole e
uno sguardo per farlo evaporare.
Lucy
però non sapevo che in quel momento ai suoi occhi era così spaventosa da
sortire più o meno lo stesso effetto. Ma lo spirito non aveva alcuna intenzione
di ripiegare.
“Ferma! Ferma! Calmati, per favore, ascolta prima cosa ho da dirti!” disse, indietreggiando
prudentemente man mano che lei si faceva avanti verso di lui.
“Uff…
E va bene, tanto ormai siamo qui…”
Ancora
rallentata dal sonno, e ormai già un po’ raffreddatosi il bruciore di quel
bacio di già due giorni prima, Lucy chinò il capo, incapace di far fronte con
una rabbia anche finta a quello sconforto che avvertiva dentro.
“Ma
ti avverto Loki, non voglio che tu ci stia male ma…”
“Ehi,
calma, ti ho detto di ascoltare, mica di parlare.”
“……”
“Così va meglio!”
Messosi
un sorriso sulle labbra, e badando bene di mostrarglielo, cominciò.
“Allora,
ricapitoliamo, io ti ho baciata, e tu ti sei arrabbiata. E il motivo è perché
ti preoccupi per me. È normale: sei una ragazza premurosa e gentile, è per
questo che tutti i tuoi spiriti ti adorano.”
Era
un tentativo di blandirla? Ad ogni modo ci stava riuscendo; le piaceva
riscuotere quel genere di complimenti.
“Hai
paura che io mi cacci nei guai a causa tua e non vuoi sentirti in colpa,
d’accordo. Ma non ne avresti motivo! È una cosa che ho deciso io!” –prepararsi
un discorso prima, almeno nelle grande linee aiutava molto, almeno nel suo
caso- “Quello che voglio dirti è che, per te, posso sopportarlo! Vogliono
punirmi perché ho una storia con la mia padrona? Mi va bene. Mi sento male
perché sto troppo tempo nel mondo umano con la ragazza che mi piace? L’ho
deciso io e mi sta bene! Vuoi trascinarmi tutto il giorno a fare shopping e
farmi portare chili di buste? Nessun problema! Vuoi evocarmi per prendere botte
al posto tuo? È il mio mestiere! Lucy, per te posso sopportare questo ed
altro.”
“Ma
non devi!”
“Si,
che devo invece!”
Come
quello stesso mattino, i loro sguardi si sfidarono, ma stavolta era lui a sembrare
in vantaggio.
“Loki…”
“Umpf!
Per te questo ed altro Lucy, perché io ti…”
“AAAAAALT!”
Gli
aveva di nuovo “pinzato” le labbra tra le dita.
“NON-DIRE-QUELLA-COSA!”
Lo
lasciò, e Loki subito controllò lo stato di quella sua bocca spudorata
attentatrice alle labbra di bionde maghette. Quello si che gli aveva fatto
“vedere le stelle”, altro che spiriti!
Però
il dolore passò in fretta, anche perché se ne dimenticò vedendo quanto era
buffa: era bastato riprovare a dire “quella cosa” perché diventasse
completamente rossa. Evidentemente era troppo per una senza esperienza come
lei!
Malgrado
quelle “doti” che portava in giro, era proprio una ragazza innocente: guardarla
lì, ardere nel buio come una luna rossa, stretta nelle spalle, che guardava da
un’altra parte, convinse ancora di più Loki ad andare fino in fondo.
“Bene…
sapevo fin dall’inizio che con le sole parole non ti avrei convinta.”
“Eh?”
“Quindi
adesso vengo al dunque. Sono venuto qui a quest’ora per…”
“Farmi
venire le rughe col poco sonno?”
“Per
dimostrarti cosa sono disposto a fare per te!”
Alzò
gli occhi al cielo stellato, che da nero pian piano si faceva blu pallido,
preludio al ritorno del giorno. A Lucy pareva scrutasse una mappa.
Davanti
a loro intanto, tutta Magnolia dormiva sonni tranquilli, molto invidiata da
Lucy, che tuttavia doveva fare i conti con una certa dose di curiosità. In quel
silenzio, a parte loro due, si udiva solo il rilassato scorrere del fiume
davanti a loro.
<<
Non ero mai salita quassù… La vista è bella,
sia in alto che in basso. >>
In
effetti, senza quella sua ennesima idiozia, non l’avrebbe mai scoperto, come
non avrebbe ancora mai provato che vuol dire essere baciate; e in men che non
si dica, si ritrovò a sorridere nascostamente.
Nel
frattempo lui aveva trovato ciò che stava cercando, e alzò dunque il dito verso
un gruppetto di stelle: “Ehi, Lyra! Vieni giù, è il momento!”
“Volo!”
rispose quel pezzetto di cielo, le cui luci pigolarono nel rispondere
all’appello del leone innamorato.
“Sapete fare anche questo?”
“È così che comunichiamo a distanza quando siamo sulla terra; ovviamente
funziona solo di notte.”
Lucy
sobbalzò quando vide un bagliore alla sua destra comparire improvviso! Da quel
bagliore, apparve un altro dei suoi spiriti, Lyra, lo spirito musicale: aveva
le sembianze di una ragazza bionda, con un vestito azzurro, e un’immancabile
arpa, simbolo della sua costellazione.
“Ciao
Lucy, buonasera! O forse sarebbe meglio “buongiorno” vista l’ora? Ih ih!”
<<
Com’è pimpante… Ma gli spiriti non vanno
a dormire anche loro? >>
Forse per lei sarebbe stato meglio semplicemente tornarsene a dormire!
“Allora
Lyra, gli altri sono pronti?”
“Perché non glielo chiedi tu stesso, romanticone? Ih ih!”
Un’altra
voce giunse alle orecchie di Lucy dall’alto del cosmo.
“Io
sono muuuuuolto pronto!”
“Taurus?!”
Uno
dopo l’altro, anche gli altri spiriti si fecero sentire, e le loro stelle
rilucevano a intermittenza al ritmo delle loro parole!
“Pu-puuun!”
“Lui
dice…”
“Ebi…”
“Gemi
presente!”
“Mini presente!”
“Pronto,
pronto! Pronto davvero!”
“So
che suona strano detto da me, ma non ci punisca per questo…” la sorprese Virgo.
“C-ciao
Lucy!” fece per ultima la timida Aries.
“Non
ditemi che c’è anche Acquarius!”
La
costellazione dell’Acquario sbuffò: “Si ci sono anch’io! Ma non certo per il
tuo bel faccino! Non volevo passare per la cattiva essendo l’unica a non
aiutare Loki!”
“Dai
che ci divertiamo!” fecero le stelle dello scorpione, facendo diventare rosse
quelle dell’altra costellazione, che subito cambiò tono!
“Ma certo che ci divertiamo, tesoro mio!”
Lucy
rise, ma con la bocca coperta: non voleva che quella mezza folle di Acquarius,
infastidita da quel sorrisetto, venisse in mente di scendere giù!
Loki
interruppe quel quadretto: “Visto che ci siete tutti, che ne dite di iniziare?
Prima che faccia giorno magari!”
“Qualcos’altro?
Una tazza di tè magari?” rispose acida Acquarius!
“Su
su, basta parlare, abbiamo poco tempo; cominciamo!” disse la voce del vecchio
Croce del Sud.
“Non
ci credo, anche lei?”
“Sono un tipo sentimentale…”
“Loki, come hai potuto coinvolgere anche loro?!” fece lei arrabbiata.
“Quando
gliel’ho proposto hanno tutti aderito spontaneamente!”
“È vero!” annuì Lyra.
“No
che non è vero!” ribadì qualcun’altra…
“Ma si può sapere che avete intenzione di fare tutti quanti?”
“Chiedilo
a Loki lì accanto a te!”
Lucy
lo guardò in cerca di una risposta e fu subito accontentata: “È una sorpresa
per te!”
“Devo preoccuparmi?” fece lei sospettosa…
“No,
devi solo guardare in su!” e con gentilezza, Loki prese il suo visino tra le
dita e lo puntò verso il cielo.
Il
cielo era tutta una sfumatura: in basso, l’azzurro pallido dell’alba che
arrivava, salendo in alto si fondeva nello scuro degli ultimi sprazzi della
notte che andava finendo, portandosi dietro le sue stelle.
Ma
queste stavolta non avevano alcuna fretta di sparire!
Lucy
strizzò gli occhi: le pareva… si muovessero…
Ed
era così: le costellazioni dei suoi spiriti stellari avevano come preso vita
ancora di più, e spostavano i loro puntini luminosi, dapprima lentamente, poi
più in fretta, e più si muovevano più brillavano, che i diamanti non erano
niente al confronto.
Era
uno spettacolo raro e bellissimo, da cui Lucy non riusciva a staccare gli occhi
di dosso.
Le
sue stelle amiche stavano danzando per lei, e non si rese conto subito di cosa
stava a significare, di quale onore dovesse provare colei che lassù è tanto
amata da sconvolgere i disegni del cielo notturno.
“Ed
ora guarda.” sussurrò Loki.
Lucy
non capiva; con la coda dell’occhio notò Lyra che teneva le dita pronte sulla
sua arpa, e con quella dell’altro occhio continuava a guardare in alto le
stelle muoversi, fino a rendersi conto che non era uno zig-zagare a caso.
Erano
sicure nel loro spostarsi, ordinate, sapevano dove andare, sapevano cosa
scrivere.
“E per finire…”
Leo
alzò l’indice, e, come richiamate sull’attenti, le stelle del Leone risposero,
muovendosi insieme al suo dito, andando a colmare il largo spazio tra le parole
già scritte.
Quando
l’ultima stella fu in posizione, quella parte di firmamento esplose in un
lampo.
E
quando a Lucy tornò la vista, poté vedere la sua sorpresa ultimata.
I love you Lucy
“……”
Le
stelle dello spirito al suo fianco componevano le quattro lettere del suo nome,
e brillavano più delle altre.
Mentre
i primi bagliori arancioni giungevano a lambire quella scritta, Lyra cominciava
a suonare.
Mentre
a Lucy si seccava la gola per lo stupore, Lyra intonava il suo melodioso canto.
((
http://www.youtube.com/watch?v=j7pEg3KXNcs ))
Sunrise, sunrise
Looks like mornin' in your eyes
But the clocks held 9:15 for hours
Sunrise, sunrise
Couldn't tempt us if it tried
Cause the afternoon's
already come and gone
Troppo
bello per descriverlo, troppo assurdo per crederci.
Un
trionfo per la vista, una carezza per l’udito, un abbraccio forte per il cuore.
Quello
sì che era qualcosa che in una pagina di diario non ci sarebbe mai entrato.
“Ho
scritto il tuo nome nel cielo con le stelle; per te posso arrivare a tanto. E
oltre…”
And I said
Hooo hooo hooo
To you
“Credi ancora che
per me rappresenti un problema stare con te?” continuò a parlare il Leone, un
po’ con vanteria, un po’ con timidezza
Lucy
si girò verso di lui; la sua sicurezza si sciolse dinanzi al sussulto che
sapeva dargli il suo viso.
“Beh,
lo so, è un bel po’ pacchiano…” -deglutì lui, con la mano dietro il collo-
“Però fa il suo effetto vero?”
“…… Si…
indubbiamente…”
Surprise, surprise
Couldn't find it in your eyes
But I'm sure it's written all over my face
Leo
si tolse gli occhiali, e a parlarle fu Loki: “Lucy, per te sono stato in grado
di scombussolare il cosmo, e lo rifarei. Per te sarò in grado di affrontare
qualunque cosa, al diavolo le regole del cielo e della terra.”
Lucy
lo rimproverò scuotendo il capo.
La
scritta su in cielo, ostinata a non andar via, si rifletteva nei suoi occhi
lucidi, imprimendosi dentro di lei col suo meraviglioso bagliore, riscaldandole
il cuore come il centro di una nova.
“Io
ho promesso di proteggerti e lo farò in qualunque caso.” –la rassicurò- “Ma ora
che sai fin dove posso arrivare, smettila di preoccuparti per me, e rispondimi
senza paura.”
“……”
Surprise, surprise
Never something I could hide
When I see we made it through another day
“Nel
caso tu non voglia ancora sentirti dire quello che sto per dire, sappi che
tanto te l’ho già scritto, quindi sarebbe inutile fermarmi non pensi?”
Abbassò gli occhi: “Razza di scemo…”
“Io
ti amo, Lucy!”
“!!!!”
Lucy si strinse, colta da brividi.
Effettivamente,
era tutta un’altra cosa sentirlo oltre che vederlo.
Osservò
di nuovo la scritta.
Ora
le veniva da piangere.
Come
potevano quelle parole avere così tanto effetto sulla convinzione che aveva
mostrato fino a quel punto, solo perché erano state scritte con le stelle?
Come
poteva quel cretino di Loki essere così irresponsabile, e tutto per una bella
biondina?
Come
poteva essere così audace da trovarsi lì, dopo il ceffone di quel mattino, con il
viso a un niente dal suo?
And I said
Hooo hooo hooo
To you
In
pochi preziosi secondi, il cielo scese di nuovo a toccare le sue labbra.
Lyra
toccava ancora sulle corde mentre li osservava: “Beh, ci sarebbe un’altra
strofa, ma credo possa bastare così! Ih ih ih!”
Suonò
la chiusa, e sparì!
Insieme
a lei, sparì anche la scritta: ogni cosa in cielo tornò al suo posto, in tempo
per essere cancellata dai raggi di un sole guastafeste, dando con un ultimo
intenso luccichio il loro arrivederci a quei due.
In
terra invece, il bacio si scioglieva piano, con il suono lievissimo di una
nebulosa pronta a far nascere tante altre stelle.
Sempre
che, ovviamente, qualcuno fosse stato d’accordo…
“Allora
Lucy… Mi dai una chance?”
Incredibile
che uno come lui in quel momento avesse un passato da play boy, così impacciato
e ansioso di una risposta.
Lucy
sospirò: “E va bene… puoi provare ad essere il mio primo ragazzo…”
“Eh
eh eh!”
Lei
nascose il sorriso guardando le tegole sotto i suoi piedi.
I
due guardavano distrattamente il fiume davanti la casa. Troppo imbarazzati e
contenti per dirsi altro. Poi qualcosa solleticò la curiosità di Lucy.
“Loki?”
“Uh?”
“C’è una cosa che vorrei chiederti…”
“Cioè?”
“Quello
che hai appena fatto… rivoltare le leggi del cielo per scrivere un messaggio
d’amore alla ragazza che ti piace usando le stelle… lo potevi fare?”
“Beh…”
“NO!”
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!”
Alla
titanica apparizione del Re degli Spiriti Stellari i due si erano saltati
addosso l’un l’altro! Con quel vocione faceva veramente paura, specie a sbucare
così all’improvviso.
“S-salve,
maestà!”
Lucy
a quella scena emise un lungo e lamentoso: “LO SAPEVO!”
Il
Re aveva le braccia incrociate e batteva il piede (anche se non si vedeva
perché questo era oltre l’orizzonte), come un papà di fronte al figlioletto
disubbidiente!
“Bravo
Leo, molto astuto fare questo giochetto all’alba, quando me ne vado a seguire
la notte all’altro capo del mondo…”
<<
Ecco perché proprio a quest’ora!!!
>>
Al
pensarci le ritornava il sonno!
“Ora,
piccola costellazione impertinente, ti do una chance di giustificarti per
quello che hai fatto!”
“Ehm…”
Loki si guardò intorno un attimo, poi prese Lucy ad una spalla e la strinse a
sé: “Per amore!”
Lucy
era rossissima per la figuraccia, ma, per il bene di Loki, sorrise insieme a
lui verso i lunghi baffoni del Re e quel poco della sua faccia scura che si
scorgeva lì in alto!
“Amore,
eh?”
Lucy,
iniziando a temere seriamente per il neo-fidanzato, si strinse più forte a lui;
e fu proprio quel gesto a convincerlo definitivamente.
“Motivo accettabile!”
E
sparò loro un sorrisone largo come una galassia!
“Fiuuuuuu!”
“Quindi,
sire, non c’è nulla di male se uno spirito stellare si innamora di una umana,
anche se questa è la sua padrona, giusto?” chiese Lucy.
Il Re scrollò le spalle: “Direi di no, non è mai capitato prima, quindi nessuno
ci ha scritto niente al riguardo.”
Loki
e Lucy si sorrisero! A quanto pare sarebbero stati un’autentica novità per
l’universo!
“Quindi…”
–osò proseguire Loki- “Nessuno verrà punito, giusto?”
“Mica ho detto questo…”
E
con le sue enormi dita afferrò con temibile precisione (ma non altrettanta
delicatezza) l’orecchio di Loki, sollevandolo per aria come fosse niente!
“AAAAAAAAAAAAARGH!”
“L-LOKI?!?!?”
Come
una gru, il Re tirò su Loki e lo squadrò severo: “Risparmierò gli altri visto
che in certe situazioni sarebbe da senza cuore non dare una mano, e, visto che
sei tu la mente di tutto questo, punirò solo te. Mi spiace Loki, ma devi
imparare che le stelle non sono giocattoli.”
Lo
scosse un po’, e il suo orecchio sentì tanto dolore da fargli vedere stelle,
pianeti e pure buchi neri!
“Ahiaaaaaaa!”
“P-per
favore, non sia troppo severo!”
“Tranquilla Lucy: finita la punizione, gli concederò un periodo di permesso giù
da te, cosicché possiate stare un po’ insieme!”
Lucy gongolò: “Grazie!”
I
baffoni si sollevarono come per sorridere anche loro: “Ti piaaaaaaaaaaaace!”
Lucy
pensò per un attimo che quello fosse in realtà Happy travestito…
Loki
intanto, ancora tenuto per l’orecchio, lanciò con un soffio un bacio verso la
sua bella: “Ciao Lucy! Aspettami! Non appena mi sbrigo usciamo va bene? Forse
andiamo anche… Ahio! … al luna park, ok? Ahi!”
“Su, ora andiamo.”
“Devo proprio scappare… Ouch! Ciao Lucy! Ohi! TI AMO!”
Lucy
si carezzò le braccia, scosse da brividi anche dopo aver sentito ancora una
volta quella frase, che, se detta con sincerità, non invecchia proprio mai!
Il
sole era ormai sorto, ma ormai come astro poteva smetterla di darsi tante arie,
almeno per Lucy Heartphilia!
<<
E così a quanto pare sono riuscita
finalmente a trovare un ragazzo… Mi ama a tal punto che non ha paura di
cacciarsi nei guai per me, combattere per me, soffrire per me, sovvertire le
regole del cielo e della terra per me… Alla fine, a metterlo nei guai sono
stata io: se avessi capito subito che io e lui volevamo la stessa cosa, non
avrebbe fatto una cavolata simile solo per baciarmi ancora. Forse se voglio
tirarlo fuori dai guai, mi sa che non posso fare altro che accontentarlo… E poi non penso sarebbe giusto per tutte le
sue ammiratrici se lo rifiuto! Ih ih!
>>
Una
barca passò sul fiume, e gli uomini su di essa nel vederla sul tetto, anziché
come sempre sulla banchina, temettero che la sua pessima abitudine stesse
peggiorando!
“LUCY!
Guarda che lì è ancora più pericoloso!”
Sbadigliò.
Ma
tornare a dormire non l’attirava molto.
Andare
alla gilda e cominciare a dirlo a Natsu, a Erza, a Gray, ad Happy…
E
finalmente rispondere per le righe con un “Si!” ai suoi “Ti piaaaaaaaace!”…
Suonava
molto più divertente!
Sospiro
da lieto fine prego… XD
Una
fic astronomicamente romantica devo dire, con molte descrizioni e vocaboli dal
sapore “stellare”, intonate ai due personaggi principali. Spero nell’insieme vi
sia risultata coerente e che sia riuscito a rendere al meglio sia lei che lui.
Ma
guardali sti spiriti stellari, tutti romanticoni!
Sono
ispirato anche per altre one-shot, che spero di riuscire a stendere prima di
partire anch’io per il mare!
L’estate
è periodo propizio per l’amore: il vostro NaruXHina vi consiglia quindi, se
avete una ragazza o un ragazzo, di portarla fuori a guardare le stelle finché c’è
il bel tempo della bella stagione, su su! ^____^
Alla
prossima, e fatemi gli auguri per l’esame!
Commentate!
^___^
PS:
NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!