Padre
Appiccicò la
faccia al vetro e trattenendo il fiato osservò il viso
paffuto e roseo del bambino.
Stava dormendo tranquillamente, avvolto in una copertina azzurra e
soffice; da questa spuntavano due piedini: erano piccoli piccoli,
più piccoli delle sue mani da adulto, ed erano
anch’essi rosei e caldi.
Naruto lasciò scivolare gli occhi su quelle manine che
stringevano ostinate la coperta e, senza rendersene conto, sorrise
– sapeva, dentro di sé, che un giorno quel neonato
sarebbe diventato forte, più forte di chiunque altro.
Minato Uzumaki.
La sua mamma stava dormendo, stanca per via del difficilissimo parto
affrontato soltanto poche ore prima; Naruto sapeva che avrebbe voluto
vedere subito il bambino.
E come darle torto?
Posò il palmo della mano sul vetro, non badando a Tsunade
che, ferma alle sue spalle, osservava la scena con un sorriso
comprensivo.
E poi il resto scomparve, assieme a ogni rumore, a ogni immagine...
sì, tutto svanì. C'era soltanto il bambino: c’erano i suoi occhi chiusi,
la bocca leggermente aperta, la pancia che si alzava e si abbassava
lentamente, il semplice e legittimo desiderio di vivere.
Come avrebbe potuto descrivere ciò che sentiva? Naruto era
assalito da un rimescolio di pensieri e sensazioni travolgenti, con
quella parola – ‘padre’ – che
non la smetteva di fare capolino, spaventandolo.
“Nonna?”
“Che c’è?”
Naruto deglutì, trovando a stento la propria voce.
“Io ora sono…”
“Padre?”
Padre. Padre,
sì.
Si sentì improvvisamente stupido. Perché aveva
cercato una conferma quando, diavolo, ce l’aveva davanti?
Osservò attentamente il neonato, pensieroso;
un’oretta prima una delle infermiere gli aveva
detto che non aveva il Byakugan –
l’abilità innata del Clan di sua moglie. In ogni caso Hiashi non
avrebbe avuto nulla da ridire, in fondo Minato
era il figlio del Rokudaime Hokage!
E il nipote del Yondaime Hokage, aggiunse mentalmente, ridacchiando
piano.
Papà, riesci a vederlo? Tu e mamma
riuscite a vedere il vostro primo nipote? Lo spero, perché
sono sicuro che prenderà tanto da voi quanto da me e Hinata.
Sarete orgogliosi di lui. Io lo sarò, sempre e comunque.
Voglio insegnargli tante cose: il valore dell’amicizia, il
sapore ottimo che può avere una bella scodella di ramen, le
tecniche ninja più potenti per aiutarlo, un giorno, a essere
il migliore.
Perché tanto un Uchiha prima o poi l’avrebbe
incontrato, questo era poco ma sicuro.
Naruto lo guardò, sorrise – mormorò
la parola ‘padre’.
Sì, ora era padre.
[376 Parole]
Note dell'Autrice: Uhm. Come mi è venuta in mente questa 'roba'? Non lo so XD Però avevo voglia di scrivere qualcosa di dolce, semplice... e sì, insomma, ho sfornato una Flash. Oddio, io non sono portata per le Flash ._. però vabbè, è uscita così...
Che dire? Grazie a chiunque commenterà XD
Alla prossima,
Mokochan