Revise

I passi risuonano come campane tristi, il solito incedere veloce è ormai una corsa decisa e violenta agli orecchi delle foreste vicine, appare ansiosa e disperata alle viottole di pietra che assistono e si fanno calpestare inermi.
Il lungo cappotto nero si agita violentemente dalle spalle alle ginocchia, come a voler cambiare idea, un muto grido che implora di tornare indietro.
Il vento offusca i pensieri e l'intensità delle pulsazioni alle tempie indicano che l'adrenalina entrata in circolo sta aumentando in modo esponenziale.
I battito cardiaco la segue, rimbomba nel padignone auricola e oscura ogni altro suono. Il sangue sale al cervello, veloce.
Scorre nelle vene che pompandolo generano le contrazioni dei muscoli colpiti da spasmi.
La forza parte dai polpacci e attraverso i piedi è impressa sulla suola con una  foga tale da far credere alla mente annebbiata di saltare in aria ad ogni passo.
I capelli sferzano sul viso e assumono una colorazione biondo cenere a causa del buio.
Una fioriera ornata da geranei rossi arricciati su loro stessi entra nella sua visuale all'improvviso.
Lo sta abbandonando, la sua unica spalla: Matt...
Il vento generato dalla corsa sembra affievolirsi, solo per un attimo.
Gli occhi si gonfiano di lacrime e si arrossano facendo sì che il respiro affannoso si spezzi.
Dietro quel rosso cupo spunta una miriade di boccioli bianchi.
Near!
Solo un secondo, le lacrime sono spazzate via dal vento e un battito di ciglia riportano il fuoco nelle iridi di ghiaccio.
No, non lo sta abbandonando: è una cosa temporanea. Dopo aver battuto Near si sarebbero rivisti e avrebbero ancora lavorato assieme, i più abili detective del mondo, uniti come un solo essere, sotto il nome di L. No, M, sotto il nome di M: il più grande, unico, inimitabile detective del mondo.
Near non gli faceva neanche un baffo.
Lui doveva solo dileguarsi e fare le giuste conoscenze, ma l'Inghilterra comunciava a essere piccola, si sentiva ancora chiuso tra le mura dell'orfanotrofio.
Mentre il mito dell'America prendeva piede velocemente, sarebbe stato il massimo riuscire ad arrivare nel cuore della Grande Mela, o ancora meglio, Los Angeles, lì la vita scorre a ritmo delle giocate dentro i casinò, i malavitori regnano sovrani, si sarebbe fatto beffe di loro e avrebbe catturato Kira e distrutto Near sul campo.
Matt lo avrebbe sicuramente cercato lì, lo sapeva.


Qualcuno spalanca la porta.
-Mello-
Tlac
-Che c'è?Non vedi che sono occupato?- Il caschetto biondo sembra irradiarsi di luce propria, le pupulle si dilatano, la barretta si spezza con un rumore sordo mentre la mano rinistra si stringe attorno a un piccolo oggettino di metallo prima di imboscarsi letteralmente nel cappotto nero.
-Si certo torn...- La porta sbatte ancor prima della fine della frase. Chissà chi era, boh.
La mano riemenrge del cappotto e si schiude facendo sì che un piccolo accendino d'onice brilli al riflesso delle luci vive e fluorescenti di Los Angeles.
Sono anni che lo tiene rilegato in quella tasca, pur sforzandosi non ricorda in alcun modo di averlo sgraffignato alla Wammy's House.
Decide che non importa, adesso, con l'archivio del caso Kira, risolto da Near, ma con gran parte del suo aiuto, presa una lunga pausa dal lavoro di "detective di strada", gli stupidi e fuggevoli eventi passati non hanno più importanza.
Aveva ritrovato Matt, adesso partito per l'Europa da due anni. Si sentono via e-mail, certo, però lui non ha più nulla da fare, tanto l'organo SPK è stato represso.
Non ha voglia neanche più di infastidire Near.
Prenotare un volo diretto per la Svizzera è stata un'idea geniale, dopotutto, è il volo diretto per Matt.
Dalla manica scivola fuori una cartina cilindrica bicolore, la osserva attentamente facendola rotolare tra il pollice e l'indice per portare l'estremità ocra alle labbra.
L'accendino scatta più volte prima di incendiare l'estremita opposta. Riflette un attimo su ciò che sta facendo.
Capita, no? Cioè, è normale, vero? Ovvio, che paranoie, non fa male una volta sola, e poi tutti hanno dei sentimenti, no? Non lo avrebbe visto nessuno, giusto? Stava solo, nessun pericolo, è tutto a posto, tutti sentono la mancanza di qualcuno a volte.
Fa un tiro piccolo e leggero, piano piano. Ok, non è male.
Rilassato e sicuro aspira una boccata colossale, annaspa, tossisce nuvole di fumo grigio e strizza gli occhi invasi da un tremendo pizzicore.
-Che schifo, cazzo-
Tossisce ancora e si asciuga gli angoli umidi degli occhi.
Mai più una cosa simile, al diavolo la nostalgia, lo avrebbe visto presto.
Chissà se Matt si ricordava ancora il rumore secco della sua cioccolata che si spezza.



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I personaggi non mi appartengono e non c'è lucro.
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ndA:
Ciao. ....Ok, mi sento un po' in imbarazzo... ho scritto questa cosa stamattina, davanti al gas acceso, col ventilatore di fianco, mentre grigliavo melanzane e ascoltavo "Don't wanna miss you tonight" e, ovviamente, non ve ne frega nulla, il punto è che sudavo e non potevo concepire di essere la sola in quella situazione.
Comunque, non so che fare di questa cosa, non so che titolo darle, suggerite, sul serio non so che fare, forse sarà l'inizio di qualcosa di più lungo, ma sarà fatto a parte. Sempre forse. Lasciatemi qualche commento anche se non vi piace, per lo meno per pietà. E suggeritemi un titolo così lo modifico perchè NON MI PIACE. E non ha senso.
Bene, tocca a voi, ispiratemi!!!!!!!!!!! *.*
Ire40