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Autore: Sassina86    19/07/2011    5 recensioni
Erano ufficialmente iniziate, seppur da poco,le vacanze estive: temperature alte e turisti per le strade.
Nella suite dell’Empire i letti erano intatti, le bottiglie di scotch piene e i bicchieri puliti nella credenza: segni evidenti che non c’era nessuno.
La Famiglia Van Der Woodsen-Humphrey si era trasferita negli Hamptons, Lily aveva ottenuto un permesso speciale per il periodo estivo ed insieme a Rufus,Eric e Dan aveva abbandonato per qualche settimana la citta’.
Nell’attico Waldorf regnava il silenzio e tutto era in perfetto ordine, anche Dorota aveva lasciato la città per trascorrere del tempo con la sua famiglia.
Ma per qualcuno l’estate appena iniziata era gia’ finita.
La porta dell’ascensore si aprì e le sue Louboutin iniziarono a riecheggiare per la casa vuota, appoggiò la Chanel sul tavolo e controllò subito il telefono. Si sentì un sospiro di sollievo: fortunatamente non era stata vista.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’estate,la stagione più attesa. Temperature elevate,lunghe giornate e pochi abiti addosso. Il periodo dell’anno più adatto per: divertirsi con gli amici e dimenticare i vecchi amori.
Il cielo era limpido, neanche una nuvola, il sole era imponente e il suo splendore faceva risaltare i colori del mare. Un mare azzurro tropicale che s’infrangeva su una spiaggia finissima bianca. Una leggera brezza li stava accompagnando negli ultimi giorni di vacanza. Chuck e Nate si stavano godendo quello che rimaneva di quei tre mesi passati da una parte all’altra del mondo tra feste, cocktail e ragazze. Ma nonostante i motivi di distrazione e divertimento il suo pensiero a fine giornata era sempre lo stesso: se la scelta di lasciarla libera fosse stata quella giusta. Era difficile essere “grandi “ ma Chuck Bass a causa degli eventi era stato costretto a crescere in fretta facendo del cambiamento un’abitudine.
Il telefono stava squillando, lo prese e lesse il nome di Serena.
“Hey, B. come stai? E’ da due giorni che provo a chiamarti ma non rispondi! Non avrai per caso perso il telefono in una delle stanze del palazzo?”
La voce aveva un tono di rimprovero nei confronti dell’amica. Ma lei se l’aspettava perché nonostante avesse visto le chiamate non aveva mai richiamato.
“S. la vita di corte, diventare una Principessa, per quanto possa sembrare facile, richiede impegno! Sai quanta beneficienza, feste e incontri ufficiali? Per non parlare dei preparativi per il matrimonio” rispose scocciata come se tutto quello appena detto l’amica dovesse già saperlo.
“Scusa, hai ragione, ma sai a volte mi sento così sola, l’estate ha preso una piega diversa da quella che mi aspettavo e l’unica con cui posso parlarne sei te!”
Blair sapeva bene come ci si sentiva, i suoi progetti che sulla carta sembravano perfetti nella realtà erano tutt’altra cosa! Non e’ vero che la vita delle principesse e’ tutta rose fiori, a volte si sentiva abbandonata nella più totale solitudine. Chi poteva capirla meglio se non S.
“Tu non immagini quanto mi sei mancata! Dimmi tutto”
Serena sapeva ciò che stava per chiedergli: “Preferirei parlarne con te a quattr’occhi”
Dall’altra parte Blair fece un attimo di silenzio: “Con il primo volo sono da te”.
Non voleva tirarsi indietro dalla richiesta d’aiuto di un’amica. Serena in cuor suo si sentiva rassicurata, ma sapeva di non aver detto tutta la verità. Stava per chiudere i bagagli quando vide sul comodino la scatola di Harry Winston, si avvicinò e l’aprì. Fisso per qualche minuto l’anello, non l’aveva più indossato, l’aveva lasciato sul comodino abbandonato a se stesso. Richiuse velocemente la scatola e la mise in borsa. Era pronta!
Ogni viaggio porta con sé cose nuove da scoprire. Cristoforo Colombo scoprì l’America. Serena Van Der Woodsen cosa avrà scoperto da scomodare dal regno una neo-principessa?
Arrivati da poche ore. Nate decise di fare jogging sulla spiaggia, mentre Chuck si diresse nella sua Suite , del Beverly hotel, per sistemare dei documenti. Nonostante fosse in vacanza i lavori del Charles Place erano stati conclusi, mancavano solo alcune firme ed era tutto pronto per l’inaugurazione che si sarebbe tenuta la terza settimana di Settembre. Aveva appena premuto il pulsante, per raggiungere la sua sistemazione, quando qualcuno riaprì l’ascensore. Prima ancora di alzare lo sguardo fu inebriato da una scia di Chanel N°5, l’avrebbe riconosciuto ovunque, sapeva che quello era il suo preferito. Era una ragazza che cercava disperatamente il suo specchietto nella borsa. Alzarono contemporaneamente lo sguardo e realizzarono chi avevano di fronte. La sua bocca assunse un’espressione stupita e le guance arrossirono. Era lì di fronte a lei, un Chuck Bass in versione estiva con la camicia risvoltata sulle maniche, la pelle ambrata e il suo ciuffo tirato all’indietro. Era proprio lui con il suo fascino. Aveva passato un’estate a chiedersi dove fosse e cosa stesse facendo; adesso sapeva dare una risposta. Anche lui rimase spiazzato, la sua mascella si irrigidì, ogni volta che la rivedeva gli faceva sempre il medesimo effetto. Era bellissima con quell’abito floreale sui toni del rosa, la sua pelle era candida e i suoi luminosi boccoli cadevano sulle spalle. Salì sull’ascensore, fu lui a interrompere il silenzio con un mezzo sorriso e un saluto accennato.
“A che piano devi andare?”
“ Terzo grazie”
Era un piano sotto al suo. Continuò: “Come stai Blair? Non mi aspettavo di vederti qui, t’immaginavo a Monaco con Louis”
Le uniche parole che non voleva sentirsi dire erano state dette: Monaco e Louis. Diede una delle sue classiche risposte che non lasciavano trapelare niente: “Mi fa piacere vederti Chuck e vedo che anche tu stai bene!”.
Dopo la serata della Constance, si erano visti solo un’altra volta prima di partire ma non erano soli. Questo era, dopo mesi, l’incontro più ravvicinato che avevano. Proseguirono in silenzio, ma ogni tanto si guardavano a vicenda sperando che l’altro non stesse guardando. L’ascensore si era fermato, terzo piano, adesso si sarebbero dovuti salutare! Blair stava pensando cosa avrebbe detto ma le parole uscirono senza alcun freno:“Sono arrivata!” e prima ancora che potesse rispondere l’ascensore si stava richiudendo. Chuck rimase stordito e proseguì.
Attenta B. sembra che sotto a ogni incontro casuale non ci sia il destino come giustificazione.
Erano le 4 pm, il cielo era nuvoloso e Serena stava aspettando in terrazza sorseggiando un acqua tonica. Mentalmente ripeteva il discorso che avrebbe fatto all’amica sperando che non si fosse arrabbiata più del previsto. Stava arrivando, la vedeva in lontananza, iniziò a fare respiri profondi finche non si avvicinò e si salutarono con un lungo abbraccio. Questi mesi erano stati lunghi ed entrambe avevano sentito la mancanza dell’altra. B. prese posto al tavolo e ordinò da bere mentre S. iniziò a parlare. Con un po’ di timore iniziò: “ B. ascolta devo essere sincera e dirti…” non fece in tempo a concludere che la interrupe “Che Chuck è nel mio stesso hotel ed arrivato anche lui oggi”
“L’hai visto?”
“Si in ascensore” rispose con tono disinteressato “Pensavo che la cotta per me gli fosse passata e che non avrebbe cercato altre occasioni per stare con me senza Louis” anche se in cuor suo sperava il contrario.
“Veramente, l’ho chiamato io e gli ho chiesto di raggiungermi con Nate” sapeva che da quel momento in poi sarebbe successo di tutto.
Blair fece un respiro profondo e disse: “Mi hai fatto venire qui traendomi in inganno, dicendomi che avevi bisogno…”
“ Ma e’ così”
“Ti sentivi sola e quando arrivo?? Chi trovo anche Chuck e Nate?? Serena come hai potuto? Sai che non e’ una situazione facile e che ho i preparativi per il matrimonio di cui occuparmi.”
Blair sapeva che in quel momento stava mentendo, ma era troppo orgogliosa per ammettere che quella situazione gli piaceva. Il NJBC stava per vivere una seduta straordinaria in una città che non era NY. La eccitava solo all’idea perché voleva dire che bisognava mettere in atto un complotto e chi meglio di lei poteva esserne a capo. Ritornò alla realtà quando sentì la voce di Nate, erano arrivati. Era felice, anche se non l’avrebbe mai fatto capire. S. Si schiarì la voce, tiro fuori dei fogli dalla borsa e iniziò a parlare: “Quest’estate dopo essere arrivata a LA, sono stata assunta da un produttore di film che chiedeva aiuto per scrivere sceneggiature. Dopo circa un mese di lavoro, un importante editore ha contatto il mio registra dicendogli di avere un libro non ancora pubblicato che poteva di essere ottimo spunto per la trama di un nuovo film. Arrivò e fui la prima a leggerla. Un libro di puro scandalo.”
Nate in quel momento la interruppe e non la lasciò finire: “Serena fino a qui non trovo niente di strano” ma riprese il racconto “Raccontava la storia di 4 ragazzi di NY svelando intrighi e segreti” Chuck improvvisamente intervenne “Serena arriva al punto” “Nella lettura mi sono resa conto che una delle protagoniste ero io, e gli altri 3 sono attorno a questo tavolo” .
Blair si mosse di scatto e prese tutti i fogli che Serena stava tenendo in mano e iniziò a leggere con foga per vedere com’era stata descritta e quali segreti erano stati svelati. Era un dossier che raccontava la loro vita negli ultimi 4 anni trascorsi e non solo. Gli episodi erano curati nei minimi particolari e solo qualcuno che avesse vissuto con loro poteva conoscerli.
“Non dovremmo essere felici se qualcuno c’ha reso protagonisti del suo romanzo?” chiese Nate in tutta tranquillità, ma la risposta di Blair fu come una saetta: “Non se vengo descritta come una ballerina di Burlesque del Victrola che si consola con il migliore amico del suo ex fidanzato sul sedile posteriore di una limousine!”
“Scusa, una ballerina di Burlesque? Sappiamo che non ne saresti mai capace Bl…” ma Nate fu interrotto da Chuck che si limitò a commentare: “E che ballerina!”.
Blair fece finta di non sentire e riprese il discorso: “Non posso essere rovinata in questo modo, sto per diventare una Principessa, non il centro di uno scandalo”.
Lei sapeva benissimo che il suo matrimonio era già saltato e questo poteva essere un buon motivo per nascondere la vera causa. Aveva passato tutta l’estate nell’attico pensando a come avrebbe potuto giustificarsi e finalmente aveva un occasione servita su un piatto d’argento. Nello stesso tempo si sentiva turbata perché sarebbe stata svelata tutta quella parte oscura che fino ad allora era riuscita a mostrare solo a una persona. Si trovava in bilico tra uno stato di sollievo e di preoccupazione.
Nei giorni seguenti analizzarono i fogli e capirono che, anche se i nomi erano inventati, i luoghi, i tempi e avvenimenti erano reali e chiunque li avesse conosciuti non c’avrebbe messo molto a capire che erano loro i protagonisti. Oltre a evitare la pubblicazione, per salvare la reputazione, volevano capire chi era l’autore!
Chuck esordì: “Una persona che ci frequenta, conosce il nostro mondo e aspira ad essere come noi”
“Jenny Humphrey”
“Blair non vive a NY da un anno”
“Ma ha ancora contatti,potrebbe averla aiutata qualcuno”
“Non si potrebbe chiedere all’editore?”
“Nate pensi che non c’abbia provato? Hanno un accordo di totale riservatezza, non possono dire nulla, però posso riprovarci”.
Serena si allontanò con il telefono per chiamare e Nate la seguì. Chuck e Blair rimasero soli e lui non perse l’occasione per fargli notare che in 5 giorni non l’aveva mai vista chiamare il fidanzato. Quelle domande la indisponevano e la irrigidivano. “Come mai non porti più l’anello?” Notava tutti i particolari che lei voleva passassero inosservati. Sinceramente a quella domanda avrebbe voluto risponde ma la lingua si frenò e fece finta di non avere sentito. Nel frattempo le squillò il telefono era Dan, ogni lunedì la chiamava avevano passato così gran parte dell’estate, l’unica persona con il quale B. si sentiva, ma decise di ignorare la chiamata.
Passò un altro giorno senza che venissero a capo di niente tanto che decisero che era tempo di rientrare a NY.
Si dice che voltare pagina sia l’inizio di qualcosa di nuovo. Il passato rimane passato. Lo si dimentica… se non ci fosse un libro scritto nero su bianco a far ritornare la memoria.
Blair era in stanza che aspettava la cena, in quei giorni dal libro erano riemersi troppi ricordi e prima di svelare la rottura del suo fidanzamento aveva voglia di stare un po’ da sola! Aveva avuto un’estate in solitudine per pensare a come sarebbe stato quel momento. Bussarono alla porta, mise la vestaglia ed andò ad aprire. Non era il servizio in camera, era Chuck. Nella sua testa si domandò cosa avesse bisogno, ma in un lampo le chiese se poteva entrare e senza esitare lo fece accomodare. Si sentiva un po’ in imbarazzo per com’era vestita, o meglio svestita, ma con lui e non ce era bisogno.“Dimmi Chuck, cosa vuoi?”
“Mi sono accorto che nei fogli che c’ha dato Serena, manca una parte…”
“Scusa ma non ti seguo…”
“Blair non fare finta di niente, lo so che ti vergogni ed è stato umiliante già una volta, ma rubare dei fogli”
“Chuck credimi che non so di cosa stai parlando”
“Nel libro viene descritto tutto nei minimi particolari, qualsiasi segreto: Serena che assiste alla morte di un uomo, Nate che si vende a una donna per soldi, le mie storie di droga… ma non viene detto il motivo perché l’estate scorsa sei scappata a Parigi e mi hai lasciato!”
“Per quanto mi faccia male ricordare quella storia io non ho preso niente!”
Aveva gli occhi ingranditi e questa volta non stava mentendo, anzi non aveva neanche fatto caso che mancava perché nella sua testa per quanto doloroso fosse l’aveva completamente rimosso. Chuck corrugò la fronte, ci pensò un attimo e disse “Ma se non sei stata te, allora è stata omessa dallo scrittore perché voleva tutelarsi o voleva tutelare Jenny!”
Fu come un’illuminazione. Il cerchio di chi poteva aver scritto quel libro si stava restringendo e tutto iniziava a prendere una forma.
Inaspettatamente bussarono alla porta, Blair si diresse ad aprire. Il servizio in camera aveva portato la cena e Chuck si stava indirizzando verso la porta quando lo fermò: “Rimani”. Lui senza esitazione annuì.
Era arrivato il momento! Serena era al bancone del bar e stava bevendo tequila, Nate la raggiunse e si unì a lei. “A cosa brindiamo?”
“Alla mia vita rovinata dopo l’uscita del libro”
“Dai Serena troveremo un modo per uscirne”
“Nate tu non puoi capire, nella mia vita ho combinato solo casini e adesso verranno resi pubblichi” buttò giù un altro bicchiere e continuarono così per tutta la sera. Serena sembrava tornata ai vecchi tempi e Nate se la ricordava bene, sentiva ancora vibrazioni tra di loro ma sapeva anche che, quando la vedeva in questo stato, nascondeva qualcosa.
Quando si è lontani da casa, non c’è niente di più famigliare di un brindisi con un vecchio amico.
Blair sperava di trovare le parole giuste, mentre lui stava guardando fuori dalla finestra e gli stava dando le spalle.
“Sai Chuck...” esordì e lui si voltò: “Quando Louis mi ha chiesto di fidanzarmi, d’istinto me ne andai dalla mia stanza e corsi da te”. Fece una pausa e si guardarono intensamente, lui la fissava e la mascella iniziava a irrigidirsi, di nuovo, ma la lasciò proseguire. “Ho sempre pensato che l’unico uomo della mia vita fossi tu, seppur avevo sofferto e Louis mi rendeva felice. Certo non era un amore passionale di quelli che ti consuma! Ma quando arrivai all’Empire, ti vidi e pensai che non eri cambiato e che non sarei mai stata felice! Avevo paura!” Quelle parole le avevo già sentite e le aveva pronunciate nuovamente. Era per quello che quella sera la lasciò andare via dalla sua vita. Non poteva accettare di avere al fianco a una persona che stava con lui con la convinzione che non sarebbe mai stata felice. Lui voleva essere l’uomo con il quale era pronto a stare. Preferì non dire niente e rimase in silenzio. “Louis poteva essere il ragazzo perfetto dolce sensibile e comprensivo, che accettava tutto, anche il fatto che l’avessi tradito, perché secondo me lui lo sapeva, ma non era quello che io volevo, non era il mio principe!”
Era sollevato e sul viso comparve un mezzo sorriso. “Stava per decollare l’aereo e mi resi conto che stavo facendo un errore. Ho fermato tutto e sono scesa. Non ero pronta per sposarmi con un uomo che non fossi stato tu!“. Sospirò, aveva gli occhi lucidi: “Ho passato un estate a chiedermi perché mi ero tirata indietro, perché ti avevo permesso di lasciarmi andare”.
Le parole uscirono dalla sua bocca senza riuscire a controllarle: “Perché Blair?” “Perché non ero pronta, ero io quella che doveva crescere. Avevo paura di abbandonare la bambina che c’e’ in me che sogna la favola, ma che allo stesso tempo complotta, non potevo ammetterlo a me stessa, il mio orgoglio non l’avrebbe permesso! Blair Waldorf che si sente una donna potente, ma che in realtà ha paura ad essere adulta ed avere un rapporto maturo”
“Cosa ti ha fatto cambiare idea?”
“Dopo che ti avevo salutato a casa di Lily, sono rientrata a casa per le ultime cose, quando…” Glielo stava dicendo non ci credeva, chissà come l’avrebbe presa se l’avrebbe giudicata: “Dan passò per informarmi che Vanessa aveva rubato un libro che aveva scritto”. Chuck capì subito di che libro parlava “Tu, in tutti questi giorni eri a conoscenza del libro, sapevi che l’aveva scritto Dan e non l’hai detto? Anche prima hai fatto finta di niente?” “Si perché mi avrebbe aiutato a giustificare la rottura con Louis, ma questo e’ successo dopo che…” “No Blair basta così, come sempre hai messo davanti te stessa agli altri non informandoci e giocando sulle nostre vite. Devi ancora crescere, rimarrai sempre bambina.” Non fece in tempo a rispondere che la porta venne sbattuta, se n’era andato e lei non aveva potuto finire. Dan aveva cercato in tutti i modi di mettersi in contatto con Vanessa ma erano tentativi inutili tra di loro non c’erano più rapporti. Quel libro sarebbe stato un vero scandalo, non tanto per lui, ma per i suoi unici amici. Sapeva di dover passare l’estate a cercare l’editore ma sapeva che NY ne aveva a bizzeffe e non era detto che quando lo avesse trovavo avrebbe ammesso. Pensando di tutelare Blair e il suo matrimonio, gli consegnò l’unica copia che gli era rimasta prima che partisse. Le donzelle in difficoltà erano sempre il suo punto debole, si sentiva il loro paladino ma l’immagine che ne uscì da quel libro era di un autore meschino a cui interessava gloria e ascesa sociale. Nessuno avrebbe visto Dan Humphrey con gli stessi occhi.
Sembra che l’autore non sia poi più così tanto misterioso. Cosa ti aspettavi B., che dopo questa prova di coraggio Chuck sarebbe caduto tra le tue braccia? Sarà anche maturato ma rimane sempre un Bass che non ama chi si prende gioco di lui.
Nate pensò che era giunto il momento di riaccompagnare Serena in stanza. Erano le 2 di notte, tutte e due erano stanchi e avevano bevuto troppo. Andarono a prendere l’ascensore. Saliti fecero in tempo a muoversi che iniziò tutto a tremare, si abbracciarono e avevano paura. Nate la teneva stretta a sé sperando che tutto sarebbe finito il più in fretta possibile. La scossa finì, ma l’ascensore non si mosse più e si spense la luce. Con una voce terrorizzata disse: “ NaaaNate ho paura”.
“Stai tranquilla ci sono io con te, adesso arriverà qualcuno”
La teneva sempre stretta a sè mentre il respiro di lei diventava sempre più veloce, si sentiva che era agitata. Ma la sicurezza di lui la stava tranquillizzando. Chuck si era appena sdraiato quando sentì la scossa, si alzò in tutta fretta e corse giù per le scale, sapeva di non poter prendere l’ascensore. Arrivò al terzo piano e cercò Blair ma la sua porta era chiusa. Iniziò a bussare ma non sentiva niente, continuò mettendoci più forza finche non rispose: “Cosa succede? Mi volete tirar giù la porta?” Era ancora assonnata, ma si alzò spaventata e aprì più in fretta che poteva. Chuck stava continuando a bussare, quando si aprì la porta e si sbilanciò in avanti, cadde addosso a Blair. Erano sdraiati uno sopra all’altro, c’era attrazione, magnetismo e quella sensazione di eccitazione che dava quel brivido alla schiena. Si guardavano negli occhi e un secondo dopo le labbra, c’era la voglia di baciarsi ma Chuck, non dimenticò la conversazione precedente e si sollevò.
“Cosa facevi ancora a letto?”
“Secondo te cosa stavo facendo?”
“Le persone normali quando sentono il terremoto non rimangono a letto!”
“Bass potevi trovare un’altra scusa per bussare in piena notte”.
Mentre la stava aiutando ad alzare vide sul comodino una scatola di sonniferi e si spiegò perché non avesse sentito nulla. “Blair c’é stato il terremoto, non vedi che non c’e’ neanche la luce?”
Si avvicino l’interruttore e vide che era vero. Si sentiva spaesata e nello stesso tempo terrorizzata, improvvisamente corse verso di lui e lo abbracciò più forte che poteva. Ma il tempo di realizzare ciò che aveva fatto si era già allontanata, gli dava le spalle e disse: “Chuck prima di partire, mentre ero in limousine leggevo del libro di Dan. Rivedevo noi. Sentivo che mi mancavi e ho capito che quella sera alla festa della Constance che chi non era pronta ero io. Tu lo sapevi.” Fece una pausa, nonostante fosse girata lo sentiva distante, non era dietro di lei.
“Appena salita sul jet, vidi quel mazzo di peonie rosa, sapevo che erano tue” “Come hai fatto a capirlo?”
“Riconosco la carta del mio fiorista, solo tu potevi essere stato”
Adorava fargli delle sorprese e farla sentire importante, la prese da dietro e la strinse a se, iniziò a baciarla sul collo, lei voltò il viso e le loro labbra si incontrarono. Aveva desiderato tutta estate quel bacio, gli era mancata e il pensiero che potesse essere tra le braccia di un altro uomo lo faceva impazzire. In quel momento voleva sentirla sua e continuò a baciarla girandola con forza verso di lui! Erano un unico corpo, travolti dalla passione tanto che stavano vivendo un momento loro che nessuno poteva toglierli, neanche la luce che era ritornata.
L’ascensore era ancora bloccato, Serena e Nate si erano addormentati abbracciati, era successo anche prima dell’estate dopo la festa della Constance. Si erano ritrovati nella Suite dell’Empire per aspettare il ritorno di Chuck. Per ingannare l’attesa si servirono un bicchiere di champagne per brindare all’estate che stava arrivando. Serena si sentiva molto attratta, nonostante avesse deciso di non scegliere nessuno tra lui e Dan, iniziò a baciarlo ne sentiva il bisogno e lui non si tirò indietro. Questa volta il passo l’aveva fatto lei. La mattina quando si risvegliarono nel letto di Chuck abbracciati si promisero di non raccontare a nessuno di quella notte. Era stata solo una notte. Sembrava che l’ascensore si stesse muovendo, si svegliarono di soppiatto e si alzarono. Serena con un movimento repentino blocco volutamente l’ascensore, guardò Nate negli occhi e disse:
“Sono Incinta!”
Aveva gli occhi sbarrati e la bocca aperta, pensava di aver capito male: “Co-Cosa?”
“Nate sono incinta!”
“E di chi?”
“Perché lo sto dicendo a te?”
Non credeva alle sue orecchie! Non sapeva come comportarsi, ma sapeva di volergli stare accanto. “Hai intenzione di dirmi qualcosa? Intendi passare il resto del tempo in silenzio?”. Non disse niente la prese a sé e gli diede un bacio in fronte. “Nate l’ho scoperto prima di partire per le vacanze è da allora che lo so, ma non sapevo come dirtelo, avevo paura, ho paura…”
Lui con il suo tono rassicurante gli disse: “Serena affronteremo questa cosa insieme” e si baciarono, non era sicuro di essere pronto per diventare padre, ma non si sarebbe di sicuro tirato indietro.
I fenomeni naturali possono cambiare lo stato delle cose sulla terra, così come gli eventi possono cambiare la vita delle persone. A volte arrivano come le scosse di terremoto, non si possono prevedere.
Erano più o meno le 10 di mattina ed era una limpida giornata, la terra non tremava più, stavano facendo colazione in terrazza quando vennero raggiunti da Serena e Nate. Verso mezzogiorno avrebbero dovuto mettersi in viaggio per NY. In quella mattina le cose da dire erano molte.
Blair esordì così: “So chi ha scritto il libro” Chuck gli teneva la mano “L’ha scritto Dan, lo sapevo sin dall’inizio, anzi lo sapevo prima di voi dall’inizio dell’estate”
“ B. ma perché non c’hai avvisato? Perché in questi giorni non l’hai detto?”
Lei iniziò a raccontare la sua estate, sapeva di aver di fronte degli amici che l’avrebbero capita, anche se si sentiva cresciuta sapeva di aver avuto un comportamento da bambina. Ma il cambiamento non avviene dall’oggi al domani, ci vuole tempo e impegno. Quando finì, rimasero tutti perplessi sul comportamento di Dan, che fino ad allora era stato un loro amico. Ma passò in secondo piano perché il vero problema era come fermare l’editore. Chuck e Blair avevano un piano.
Prima di alzarsi dal tavolo Serena li fermò e disse: “Dobbiamo dirvi una cosa”
Blair rispose: “Dobbiamo?” non capiva il senso del plurale.
“Io e Nate…”
“Siete tornati insieme, dai lo sapevamo già, pensi che non vi abbia visto addormentati abbracciati e per di più nudi nel mio letto prima dell’estate?” disse Chuck.
“Perché io non ero stata informata? S. da quando hai questi segreti? Sai che non ho problemi se stai con Nate!”.
Lo disse proprio lui: “Aspettiamo un bambino!”
Chuck e Blair si scambiarono uno sguardo intenso, sapevano che non stavano scherzando, ma lei nella sua ironia lo disse comunque: “Dai avete deciso di farci uno scherzo”
“B. è vero ho fatto il test prima di partire per LA”
“Perché non me l’hai detto ti sarei stata vicina, insomma sono la tua migliore amica S.”
Era strano pensarla con il pancione e con un bambino piccolo: avrebbe lasciato l’università? Lily come l’avrebbe presa? Non sapeva dare delle risposte e neanche immaginarsi come avrebbe affrontato la situazione, ma sapeva che non l’avrebbe lasciata sola. Si vedeva bene come zia: “L’ho fatto per lo stesso motivo per cui tu non mi ha detto che non eri partita”. Calò il silenzio tra i quattro, nel giro cinque giorni erano successe più cose che in due mesi di vacanza: Serena e Nate dovevano diventare genitori, Chuck e Blair si erano ritrovati. Però l’estate era quasi finita ma c’erano quattro reputazioni da salvare.
Dicono che prima di iniziare una battaglia, gli alleati debbano mostrarsi sinceri gli uni verso gli altri. Che questo sacrificio sia veramente servito ai fini della vittoria?
Era mercoledì mattina, circa le 10, a New York e Serena con la limousine di Chuck si stava recando dall’editore. Quando arrivò gli uffici sembravano deserti, dovevano essere ancora tutti in vacanza. In fondo a un lungo corridoio si sentiva il rumore di un telefono e la voce di una segretaria. Si avviò. Era seduta nell’ufficio ad attendere l’editore, più il tempo passava e più sentiva agitata. La porta si aprì all’improvviso, si alzò e si presentò.
“Buongiorno, sono Serena Van Der Woodsen”
“Si, piacere prego si riaccomodati. L’altro giorno quando mi ha chiesto un incontro non sapevo come comportarmi.”
“Lo so, anche perché non ci conosciamo”
“Non avendo contatti diretti e non lavorando insieme mi incuriosiva sapere perché ha voluto vedermi”
“Sarò diretta, sono venuta per acquistare tutte le copie del libro “Inside” che ha dato al mio produttore per stilare la nuova sceneggiatura di un film” fece una pausa e aggiunse “So che non l’ha mandato ancora in stampa.”
Rimase sorpreso ed esordì: “Lei come fa a saperlo? Oltremodo mi spiace, non posso, ho un contratto con la persona che mi ha venduto lo scritto! Ma anche se non fosse così questa pubblicazione mi farebbe guadagnare il triplo di quello che guadagno mediamente! Stiamo parlando di un libro scandalo sull’èlite di Manhattan!”
“Ma io posso offrirgli più quel triplo guadagno” replicò Serena.
“Ma lei non mi aiuterebbe a rilanciare la mia casa editrice. Guadagnerei popolarità e pubblicità! Non posso mi dispiace”.
“In caso ci ripensa, le lascio il mio numero” e se ne andò.
Serena sapeva che l’editore non avrebbe accettato la sua offerta. Andò tutto secondo i piani.
Nel tardo pomeriggio mentre l’editore stava valutando degli scritti di un autore emergente, arrivò la segretaria in tutta corsa: “C’e’ la polizia che chiede di lei”.
Era sorpreso: “La polizia? Cosa vuole da me? La faccia entrare”. Arrivarono due agenti con aria inquisitoria: “Abbiamo ricevuto una segnalazione anonima che diceva che l’anello di fidanzamento della Sig. Waldorf, che e’ stato rubato la notte scorsa, si trova nel suo ufficio”.
“Sinceramente non capisco di cosa state parlando!” replicò.
Serena era riuscita a mettere la scatola dell’anello nel cassetto della scrivania, mentre aspettava arrivasse nell’ufficio.
I poliziotti continuarono: “Abbiamo un permesso di perquisizione per il suo ufficio” e mostrarono all’editore un foglio timbrato. Sapeva di non potersi opporre e senza resistenza disse: “Fate pure! So non aver fatto nulla”
I due agenti trovano l’Harry Winston nel cassetto a destra della scrivania. L’editore rimase sorpreso, sapeva di non essere stato lui e di essere caduto in trappola, ma di fronte a quel fatto evidente non poteva dire niente. C’avrebbe pensato il suo avocato. I poliziotti lo portarono via. Era andato tutto secondo i piani, ora non restava che far sparire il libro. Ci pensarono la sera stessa gli uomini di Chuck. Andarono nell’ufficio e fecero sparire tutte le copie. Le reputazioni del NJBC erano salve.
Qual è il modo migliore per festeggiare nell’Upper East Side? Risposta ovvia miei cari: partecipare all’inaugurazione del nuovo hotel di Chuck Bass.
Mancava poco all’inizio dell’inaugurazione, ma Blair non riusciva a trovarlo. Aveva guardato ovunque. La sala da ricevimento era piena di invitati, quando in lontananza vide Serena e Nate. Lui in smoking nero elegantissimo, mentre lei aveva un abito bianco che nascondeva la pancia, da inizio estate erano passati tre mesi e qualcosa iniziava a vedersi, non era ancora pronta per renderlo pubblico. Era agitata: “Avete visto Chuck?” lo chiedeva a tutti. Era un momento importante, era un momento di svolta, quell’hotel significava. Arrivò anche Dan, l’unica che gli rivolgeva ancora parola era Blair ed era stata lei a insistere con Chuck per invitarlo. Camminava avanti e indietro, on riusciva a stare ferma fino a quando capì dove si trovava. La stava aspettando, era sul tetto del Charles Palace. Aspettava quel momento da due anni, era perfetto in nero e aveva in mano un mazzo di peonie rosa. Gli sembrava di essere tornato a quel giorno mentre l’aspettava sull’Empire State Building, era agitato anche se sapeva che da lì a qualche minuto sarebbe arrivata. Si spalancò la porta, indossava un abito turchese senza spalle e aveva i capelli sciolti. Era emozionata non capiva cosa stesse succedendo. Si diedero un bacio a stampo. Prese le peonie dalle mani di Chuck e le annusò. “Pensavo che non c’avresti messo così tanto a capirlo” gli fece un sorriso.
“Blair Waldorf” s’inginocchiò “vuoi diventare la Signora Bass” e tirò fuori dalla tasca l’anello che aveva scelto con tanta cura anni prima, un diamante Harry Winston rigorosamente bianco. Finalmente era arrivato il momento giusto per darglielo. Blair aveva le lacrime agli occhi per la felicità, eccitata come quando aveva ballato al Victrola, per lei esisteva solo lui e solo lui sapeva farla sentire così.
“Come si fa a dire di no a Chuck Bass?”
“Non si può”
Si baciarono.
Attenzione, attenzione! Sembra che questa volta sull’anulare di B. si sia posato l’Harry Winston giusto. Un matrimonio da celebrare, un bambino da far nascere e altri scandali da raccontare. Questa è NY. Questa è l’Upper East Side. XoXo GG.

  
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