Questa
storia è stata scritta per il Cliché
Contest di Sophie_85.
Cliché: Stanza
delle Necessità a luci rosse
Prompt: Orecchini
Coppia:
Draco/Luna
Come
sempre: i personaggi e i luoghi non sono miei
ma di mamma Row e niente è stato
scritto a scopo di lucro.
Imagine
Luna
Lovegood non era mai stata una
persona ordinaria, né tantomeno era mai passata inosservata
a Hogwarts; tutti
gli studenti avevano sentito parlare almeno una volta di lei,
soprattutto nel
corso dell’ultimo anno, o assistito in prima persona alle sue
stramberie, ma
quella mattina furono unanimemente concordi nel decretare che la
giovane
Corvonero avesse superato se stessa: Luna si era infatti presentata a
colazione
indossando degli enormi orecchini
penzolanti a forma di corvo, incantati in modo tale da
sbattere
occasionalmente le ali e da emettere uno stridente gracchiare ogni
qualvolta la
proprietaria si avvicinava alla tana di un Cannolo Balbuziente, o
perlomeno
questo era ciò che lei stessa affermava.
Certo,
nessuno al Castello avrebbe
potuto dimenticare l’enorme copricapo ruggente a forma di
testa di leone da lei
indossato in occasione della partita Grifondoro-Serpeverde
dell’anno prima, ma
quegli assurdi orecchini lo seguivano di poco in classifica, scalzando
così gli
spettrocoli dal loro secondo posto.
Tuttavia quei gingilli, per quanto
rumorosi ed estremamente fastidiosi, erano riusciti ad attirare
l’attenzione
perfino di chi, in genere, non si curava delle stranezze della
Corvonero.
Draco Malfoy era tra questi e dal suo
posto al tavolo di Serpeverde scrutava attentamente la ragazza, come se
l’avesse notata per la prima volta.
In realtà non riuscì a scorgervi molto
di più di quanto non avesse già trovato in
precedenza o di quanto i propri
pregiudizi non gli permettessero di vedere, tuttavia si costrinse ad
ammettere
che il modo in cui quei grossi orecchini dondolavano dolcemente fosse
decisamente ipnotico.
Durante
tutta la colazione si obbligò a
non guardarli per non rischiare di fissare la Corvonero più
del necessario ed
era quasi riuscito a dimenticarsene, almeno finchè, durante
una pausa tra le
lezioni, non gli capitarono proprio sotto il naso.
-
Malfoy, cosa ci fai nel bagno delle
ragazze?-
Draco si girò rapidamente per
individuare la fonte della voce: era solo
Lunatica Lovegood.
-
Io… Ecco… Che vuoi Lovegood?-
La ragazza lo aveva decisamente colto
di sorpresa e si era ritrovato a balbettare per un attimo prima di
riacquistare
il consueto autocontrollo. Era in quel posto per riflettere e cercare
di
trovare una buona idea per portare a termine la missione e aveva
pensato,
sperato, che nessuno lo avrebbe disturbato visto che, in genere, a
parte
qualche sporadica visita di Mirtilla Malcontenta, nessuno si serviva
più del
bagno delle ragazze al secondo piano.
- Dovevo andare in bagno, no?- rispose
candidamente Luna, come se fosse la cosa più ovvia del
mondo. E, in effetti, a
ben pensarci lo era.
- E questa come dovrebbe aiutarmi?-
- La devi portare al collo, così i
Gorgosprizzi sentendo l’odore non si avvicineranno alla tua
testa, non ti
entreranno più nel cervello e…-
- Scusa, ma credo che da queste parti
ci sia un Cannolo Balbuziente. Sono così rari da trovare!
–
Così, senza aggiungere altro, Luna si
allontanò a piccoli balzi lasciando Draco da solo, nel bagno
delle ragazze, con
una rapa in mano e il dubbio di avere davvero quei Gorgocosi in testa.
Il
giorno dopo alle Serre, tutti gli
studenti di Hogwarts assistettero a uno spettacolo ben strano: Draco
Malfoy
camminava baldanzoso con al collo l’enorme rapa che gli era
stata donata da Luna
Lovegood.
La Corvonero, dal canto suo, osservava
la scena divertita da dietro un enorme tiglio; non avrebbe davvero mai
immaginato che il Serpeverde avrebbe ascoltato i suoi consigli e poi
aveva
un’aria davvero buffa mentre cercava di spiegare ai suoi
compagni di casa a
cosa serviva il suo novo “ciondolo”, prima di
strapparselo dal collo, furente.
Improvvisamente
i loro sguardi si
incrociarono e Luna,
arrossendo un poco per essere stata scoperta a sbirciare,
arrischiò un timido
gesto di saluto con la mano accompagnato da un mezzo sorriso
imbarazzato.
- Scusatemi un secondo,- disse Draco a Blaise
Zabini e a Pansy Parkinson – torno subito.-
Mentre il Serpeverde si dirigeva verso
Luna a passo di marcia, ella sentì qualcosa
a cui non riusciva a dare una spiegazione. Osservava quel ragazzo
strano e
antipatico con chiunque (soprattutto con i suoi amici) avvicinarsi a
lei
assumendo un’aria intimidatoria e invece di sentirsi
minacciata, aveva
soprattutto il desiderio di accostarglisi e guardarlo negli occhi, di
provare a
comprenderlo.
-
Ti stavi prendendo gioco di me,
Lovegood?- sibilò Draco, gli occhi fiammeggianti
d’ira che scrutavano
intensamente la Corvonero, che placidamente, con la solita aria
sognante,
ribatté:
-
Non capisco Malfoy, a quest’ora la
Rapazia1 avrebbe dovuto cacciare tutti i
Gorgosprizzi, eppure mi
sembri ancora più confuso del solito.-
-
Questa – continuò l’altro gettando
addosso a Luna la rapa – non serve a niente. È
solo una dannata rapa. E i
Gorgostrizzi…-
-
Gorgosprizzi.-
-
…sì, quello che sono, non esistono.
Ti sei divertita a farmi fare la figura dell’imbecille?
Immagino che te l’abbia
chiesto Potter, conoscendolo si starà facendo grandi risate
con Weasel.-
Intanto
Draco guardava la Corvonero che
continuava a fissarlo tranquilla come se le avesse appena chiesto
l’ora.
- Malfoy, i Gorgosprizzi esistono. E
no, Harry non c’entra niente in tutto questo,–
ridacchiò - non crede neanche
lui alla loro esistenza.-
Tacque
quindi un attimo come per
soppesare le parole, poi riprese:
-
Credevo che almeno tu non fossi così limitato.
Forse è per questo che sei
sempre così antipatico con tutti. Ti
manca l’immaginazione e l’apertura
mentale necessaria per poter affrontare
le cose. –
Così
dicendo Luna Lovegood si avviò
verso il Castello, i capelli biondi che oscillavano sulla sua schiena
riflettendo il sole, lasciando, per la seconda volta in due giorni, un
Draco
Malfoy basito e senza parole.
Da
quei giorni alle serre Draco non
aveva più parlato con Lunatica Lovegood, tuttavia si era
ritrovato sempre più
spesso a cercarla tra la folla della Sala Grande durante i pasti, nei
corridoi
o nel Giardino e, quando la trovava, si perdeva a osservare il modo in
cui quei
lunghi capelli riflettevano la luce o il modo elegante in cui danzavano
a ogni
suo passo.
Non avrebbe mai potuto immaginare,
neanche nei suoi sogni più arditi, di poter trovare Luna
“Lunatica” Lovegood affascinante.
Eppure c’era qualcosa in
lei, appena grattata la superficie, che la rendeva tale.
Inoltre
quello che gli aveva detto
continuava a tornargli in mente quando meno se l’aspettava.
Se avesse avuto
ragione? Magari con un po’ di inventiva, di immaginazione,
sarebbe riuscito a
riparare quel maledetto Armadio Svanitore e a portare a termine la
missione.
Come no, immaginarsi tanti piccoli esserini invisibili che guizzavano
in giro
gli sarebbe stato di grande aiuto.
Doveva smettere di guardare la Lovegood
e darsi una mossa, altrimenti Lui avrebbe ucciso la sua famiglia.
Dal
canto suo, Luna si era ben presto
accorta delle occhiate che gli lanciava spesso il Serpeverde: sapeva di
aver
fatto centro con il suo discorso e sapeva che prima o poi lui sarebbe
tornato a
chiederle spiegazioni. Non aveva che da attendere. Inoltre le faceva
piacere
sentirsi osservata in quel modo:
non
le era mai capitato fino ad allora di essere considerata come qualcosa
di bello
da qualcuno che non fosse suo padre; in genere era Ginny Weasley che
veniva
guardata così, a lei, Luna, andavano le occhiate curiose, le
risa di scherno o
al massimo qualche sguardo vagamente interessato, ma sempre a causa
delle sue
“stranezze”.
Ecco
perché non si stupì, quando,
mentre stava studiando in biblioteca, si trovò
all’improvviso Draco Malfoy
seduto sulla sedia di fronte a lei.
-
Sapevo che prima o poi saresti
venuto, Malfoy.-
Luna
sorrideva, i grandi occhi azzurri
fissi in quelli grigi del Serpeverde, mentre aspettava che le dicesse
qualcosa.
Il silenzio tra i due sembrò durare
un’eternità finchè Draco distolse lo
sguardo e mormorò:
-
Insegnami.-
Luna
lo guardò continuando a sorridere
incoraggiante, invitandolo a continuare.
-
Insegnami
a immaginare, Lovegood.-
-
Non è una cosa che si possa
insegnare, Malfoy, ma immagino che ci si possa provare. Possiamo
cominciare
stasera se hai tempo.-
-
No, stasera ho gli allenamenti di
Quidditch.-
-
Va bene anche domani, se preferisci.-
Draco
la guardò un istante sentendosi quasi
imbarazzato di fronte a quello sguardo intenso e scrutatore.
- Domani va bene.-
-
Allora ti aspetto sotto il grande
albero di tiglio, dove abbiamo parlato l’ultima volta, appena
finisci le
lezioni del pomeriggio.-
Detto
questo Luna chinò di nuovo la testa
sull’enorme tomo che stava consultando e non disse altro.
Draco, prendendolo
per un congedo, si allontanò silenziosamente.
Il
giorno dopo Luna attese tutto il
pomeriggio sotto il tiglio, ma Draco non venne, al suo posto si
presentò un
grosso gufo bruno, di quelli della scuola, che portava una lettera, beh
un
biglietto strappato da un pezzo di pergamena più che altro,
senza firma, le cui
parole erano state evidentemente tracciate di fretta dal mittente, col
risultato di dare un aspetto ancora più caotico al tutto.
“Lezione di
pozioni supplementare.
Stasera, Stanza delle necessità, alle 9 pm. Puntuale.”
Sospirando
la Corvonero si alzò e si
diresse verso il castello, se l’era aspettato;
d’altronde era perfettamente
conscia che farsi vedere in pubblico con lei avrebbe compromesso la
reputazione
del Serpeverde.
Se non altro avrebbe impiegato quel
tempo per cominciare con qualche ripasso in vista dei G.U.F.O.
Piccolo Angolino Buio dell'autrice.
1 Rapazia: l’ho inventata io, il nome non è molto fantasioso, ma amen. Più o meno ha la stessa funzione della Radigorda, solo che la Rapazia tiene lontani i Gorgosprizzi.
Poi: come già
scritto all’inizio, questa storia sta attualmente
partecipando al Cliché
Contest di Sophie_85 ed è in fase valutazione. Visto che il
Contest si chiude
il 20 luglio –cioè domani- (salvo proroghe
eventualmente concesse) e che io
parto per Londra il 26, ho deciso, dopo il consenso di Sophie, di
pubblicare
prima di partire la prima parte della storia.
La seconda parte, con giudizio annesso,
la avrete appena sarà possibile, ma di sicuro dopo il 29
(data ufficiale del
mio rientro).
Ulteriore precisazione:
questa storia è nata come una One-Shot, ma dopo averci
pensato bene ho deciso
di dividerla in due parti perché è un
po’ lunghina.
Non stupitevi dunque se, in questa
prima parte, il cliché è completamente assente,
perché arriverà nella prossima.
:3
Per lo stesso motivo il capitolo
potrebbe sembrare un po’ lento, ma ricordatevi che
è solo la prima metà.
Credo
di aver detto tutto, spero.
Ecco,
invece mi stavo dimenticando una
cosa!
Dal momento che una Draco/Luna non solo
non è per niente canon, ma potrebbe essere anche abbastanza
improbabile (anche
se secondo me sono carini u.u) ho inserito l’avvertimento
OOC. Se non altro
almeno siete avvisati nel caso in cui ci sia qualche comportamento
strano, Out
Of Character, appunto.
Ora
ho finito sul serio. u.u
Spero davvero che vi piaccia :3
Rima.