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Autore: Mellorine    19/07/2011    1 recensioni
[6918 se così si può chiamare, è più che altro Mukuro-centric]
Sarebbe diventato il protagonista dei suoi prossimi atti, di sicuro si sarebbe dovuto sentire onorato, quel ragazzo di Namimori.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kyoya Hibari, Mukuro Rokudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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il buio che circondava la decadente sala da teatro di Kokuyo land era l'ideale per le bestie che strisciavano sulle assi sconnesse del pavimento.

Un posto di per sé buio e angusto, così com'era nella sua realtà, era l'ideale anche per Mukuro Rokudo che se ne stava steso sul divano dalle federe strappate e alcune molle sporgeti, non dandogli in realtà alcun fastidio.

Non aveva mai avuto modo di adattarsi alla comodità lui, non aveva avuto nemmeno troppo tempo da vivere nella luce da adattarsi ad essa.

Un giorno il suo occhio fu strappato per far prendere il posto ad uno che gli aveva concesso tutti quei poteri che gli avevano permesso di diventare chi era oggi, e da quel momento fu tenebra.

Quel potente occhio rosso gli aveva alla lunga ampliato la vista, se così si poteva dire, gli aveva permesso di esplorare diversi cammini che un normale uomo non può fare coscientemente, ma al contempo lo aveva privato di tutto.

Lo aveva privato della realtà in cui ancora si trovava costretto a vivere.

Il mondo su cui doveva tenere i piedi al momento non appariva più ai suoi occhi come prima, gli appariva per come era veramente, pieno di buio e marciume.

Solo che vi erano ancora momenti in cui veniva assalito dal dubbio, momenti in cui vedeva le altre persone crogiolarsi allegre alla luce di qualcosa che lui non poteva più vedere, che sapeva di aver conosciuto un tempo ma di cui ormai la vista gli era preclusa, e non capiva che motivo avessero quelle persone di essere così vivaci di fronte allo spettacolo di tenebre e morte in cui vivevano.

Loro non sapevano di viverci, per questo avrebbe dovuto mostrargli la verità delle cose.

O forse era lui a non vedere più il mondo per ciò che realmente era, per questo si trovava più a suo agio in luoghi che sapeva fossero per certo corrotti già di loro.

In ogni caso non importava, in qualunque modo fossero state le cose, avrebbe coinvolto tutti nella propria visione, così che non ci fossero più stati quei problemi ad affollargli la mente.

E allora perché, se non gli importava, gli capitava spesso di ritrovarsi come in quel momento?

Non sapeva rispondersi, mentre guardava passivamente i serpenti sollevarsi sul divano ed interessarsi alla sua figura supina.

Poteva invocare quelle bestie sottomettendole al proprio volere, così come poteva lasciarle completamente libere dal suo controllo lasciando che agissero come volevano, così come stava facendo in quel momento.

Che fosse semplice bisogno di vivere un rischio o desiderasse che uno di loro riuscisse ad arrivare ad azzannargli la gola, non lo sapeva. Forse se si fossero avvicinati troppo dal farlo avrebbe reagito d'istinto sterminandoli tutti, ma per il momento gli piaceva provare.

Forse in qualche modo, gli piaceva l'idea di poter essere ancora distrutto e non dover vedere più niente.

I serpenti iniziarono a strisciargli addosso, in due si attorcigliavano intorno alle sue gambe, altri erano ancora intenti ad arrampicarsi sul divano aspirando al suo braccio affacciato dal bordo, mentre uno più audace se ne stava sul suo petto con la testa rivolta verso di lui e la coda che circondava la sua gola.

Era viscido, freddo, strisciava sulla sua pelle scoperta stringendo man mano di più, ma non gli risultava sgradevole, aveva una soglia del dolore ormai molto alta ed una del disgusto praticamente inesistente.

"Mukuro-sama."

La voce pacata di Chikusa lo ridestò dal suo stato che  lo stava portando quasi all'incoscienza, facendogli scuotere la testa. Non la spostò per sollevarla ad ascoltarlo, si limitò a voltare gli occhi verso di lui quando lo sentì arrivare al proprio fianco, il serpente ugualmente non si smosse.

Chikusa, come il compagno Ken, era ormai abituato ad assistere a scene del genere.

L'altro aveva assurdamente la capacità di reagire stupefatto ogni volta, chiedendo ad alta voce e davvero confuso come fossero arrivati lì i serpenti e scacciandoli da Mukuro chiedendo alle bestie come osassero toccarlo.

Lui invece aveva quel briciolo di buonsenso che gli permetteva di ricordare che quella di evocarli era una delle abilità del loro leader, e che evidentemente si trovassero lì per un motivo.

Discreto come sempre, si limitò a riportarlo alla realtà coinvolgendolo nei progressi dei loro piani, così che si concentrasse su ciò che dovevano fare e la smettesse di proseguire con quei tentavi di fare chissà cosa.

"abbiamo raccolto abbastanza materiale sul ragazzo risultato al primo posto della classifica del bambino. Tutte le informazioni sono qui."

Con una mano che andava a sistemarsi gli occhiali sul naso, Chikusa allungò l'altra che teneva in mano una cartella verso Mukuro, che allora si sollevò sulla schiena riassumendo il controllo sui serpenti, che subito si allontanarono da lui obbedienti.

Aspettò di ringraziare o complimentarsi per il lavoro prima di aprire la cartella e prendere in una mano il primo foglio che gli si parò davanti agli occhi.

Alzò un sopracciglio osservando la fotografia del ragazzo che corrispondeva al nome di uno di quelli che stavano cercando, sollevando lo sguardo perplesso su Chikusa.

"mi stai prendendo in giro? Per caso pioveva quando il ragazzino ha stilato la classifica?"

"no Mukuro-sama, la classifica è corretta e quello è esattamente il ragazzo più forte di Namimori. E, se posso esprimere la mia opinione, l'ho visto agire e mi è sembrato più forte di tutti i ragazzi con cui abbiamo avuto a che fare da quando siamo arrivati in Giappone."

Una luce d'interesse balenò negli occhi di Mukuro a quelle parole, non era da Chikusa sorprendersi e perdersi nell'elogiare la forza di qualcuno.

"bene, allora mi occuperò io del resto. Buon lavoro, Chikusa."

Ci era riuscito, Mukuro sembrava tornato presente a sé ed i suoi interessi, e adesso Chikusa poteva lasciarlo da solo ad agire come meglio credeva, in ogni caso era sicuro che lo avrebbe fatto al meglio.

"Hibari Kyouya… non è un nome troppo grazioso per uno che combatte con…. dei tonfa?"

Mukuro parlava a bassa voce, un tono divertito, mentre leggeva quel fascicolo quasi come se potesse rivolgersi direttamente al soggetto di cui leggeva.

Quel ragazzo era così piccolo e gracile, pur essendo più grande di lui di un anno era abbastanza più basso di lui, forse quello era più normale dato che si trattava di un giapponese.

Ma quel volto apatico sotto quei pesanti capelli, la pelle pallida che ricopriva delle ossa sottili, apparentemente così fragili, lo facevano stupire sempre di più di ciò che andava a leggere man mano riguardo i suoi abituali atti di violenza e le vittime fatte.

Quel ragazzo a quanto pareva era la dimostrazione che le apparenze ingannano.

Ottima sfida per un illusionista, era riuscito ad incuriosire perfino lui, quindi doveva essere davvero un tipo particolare.

Voleva vedere quanti colpi ci sarebbero voluti per spezzare quelle ossa, se erano davvero più resistenti di quanto apparivano.

Voleva vedere quanto ci avrebbe messo a smuovere quell'espressione impassibile in ogni foto, quanto profondo avrebbe potuto rendere lo sguardo degli occhi grigi mentre li fissava annunciandogli la sua sconfitta.

I serpenti e tutti i pensieri sul perché dovesse restare in vita potevano aspettare, adesso aveva da fare, un piano da portare avanti e nel frattempo si sarebbe divertito grazie a quella improvvisa comparsa speciale nel suo spettacolo.

Sarebbe diventato il protagonista dei suoi prossimi atti, di sicuro si sarebbe dovuto sentire onorato, quel ragazzo di Namimori.

"kufufu~ Hibari Kyouya, ti concederò un po' del mio tempo."

 

  
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