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Autore: Alchbel    19/07/2011    17 recensioni
La storia si propone di ripercorrere con voi le tappe del rapporto tra Blaine e Kurt, soffermandosi sui pensieri che i due hanno avuto durante le canzoni che li hanno visti protagonisti... Verranno inoltre inseriti dei “missing moments” attraverso i quali si indagherà ancora sulle dinamiche del loro rapporto. Enjoy!
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTE:

Allora, credo che le note siano d’obbligo! =)

Tanto per cominciare, ci presentiamo: noi siamo pachelbel90 e Alchimista.

I nostri due cervellini si sono fusi per dar vita a questa storia, con la quale speriamo di emozionare voi lettori, ma anche soddisfare noi scrittrici. Perché sì, sinceramente scrivere di Kurt e Blaine è una vera e propria soddisfazione! *__*

 

La storia si propone di ripercorrere con voi le tappe del rapporto tra Blaine e Kurt, soffermandosi sui pensieri che i due hanno avuto durante le canzoni che li hanno visti protagonisti e di come esse abbiano influenzato la loro amicizia e il loro amore.

Verranno inoltre inseriti dei “missing moments” attraverso i quali si indagherà ancora sulle dinamiche del loro rapporto.

Sperando che possa interessarvi, vi lasciamo al primo capitolo, scritto da pachelbel90.

 

A fine capitolo troverete inoltre due sorprese!

 

Enjoy!!

 

 

 

~ KlaineSongs ~

 

 

1°_ Teenage dream ~ Blaine

~ Di visite gradite e pensieri inaspettati ~

 

 


Before you met me, I was a wreck
But things were kind a heavy, you brought me to life
Now every February you'll be my valentine, valentine

Let's go all the way tonight
No regrets, just love
We can dance until we die
You and I, we'll be young forever

 

 

Seriamente, non so cosa diamine mi sia preso! Prendere per mano così un perfetto sconosciuto! Certo, lui è anche stato gentile e non mi ha detto nulla, però avrebbe potuto prendermi per pazzo e fuggire via a gambe levate.

Devo dire che mi ha sorpreso parecchio invece: mi ha seguito, si è lasciato prendere per mano, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

 

 

You make me feel like I'm living a teenage dream
The way you turn me on, I can't sleep
Let's runaway and don't ever look back
Don't ever look back

 

Ha degli occhi davvero luminosi, molto espressivi. Anche se ora vi posso leggere la curiosità in essi racchiusa, questa non riesce a coprire il dolore che vi si nasconde dietro, inutilmente.

 

 

Let's go all the way tonight
No regrets, just love
We can dance until we die
You and I, we'll be young forever

 

Sento un’improvvisa fitta al petto, al pensiero di questo ragazzo dallo sguardo così dolce, e triste, piegato in due dal dolore, per qualcosa di cui per altro non conosco il motivo.

E, inaspettatamente, capisco che voglio aiutarlo, voglio fare in modo che smetta di essere triste, voglio vederlo sorridere.

 

 

You make me feel like I'm living a teenage dream
The way you turn me on, I can't sleep
Let's runaway and don't ever look back
Don't ever look back

 

Sì, dovrei anche concentrarmi sulle parole della canzone effettivamente eh! Però non posso fare a meno, seguendo le parole della canzone, interpretarle di conseguenza, coinvolgendo il ragazzo di fronte a me.

Lo sto indicando, lo sto guardando e davvero dovrei smetterla. Se continuo di questo passo, mi sa che dovrò una retta di iscrizione alla segreteria della Dalton, per aver fatto fuggire uno studente dopo nemmeno un giorno. Anche se effettivamente è strano, non ha la divisa. Di solito la danno subito.

 

 

I'm a get your heart racing in my skin-tight jeans
Be your teenage dream tonight


Si sta guardando attorno, sorpreso, poi riporta lo sguardo su di me. All’improvviso, sorride. Le sue labbra si tendono, i denti si scoprono e sembra quasi che il suo sorriso si sia esteso anche agli occhi.

 


You make me feel like I'm living a teenage dream
The way you turn me on, I can't sleep
Let's runaway and don't ever look back
Don't ever look back

 

Ora come ora, non mi importa chi diamine sia e che cosa sia venuto a fare qui a scuola: mi importa solo del suo sorriso. Sono riuscito a strappargli un sorriso! Sono estremamente fiero di me, bel lavoro Anderson!

 

 

My heart stops when you look at me
Just one touch, now baby I believe
This is real, so take a chance
And don't ever look back, don't ever look back

 

 

Ho come l’impressione che sia un esterno e che non sia qui per iscriversi. L’aria esterrefatta dipinta sul suo volto me ne da la conferma: non sapeva che questa scuola fosse solo maschile, né quanta influenza – se così vogliamo chiamarla – possiamo avere noi Warblers qui. Tuttavia non mi sembra si sia scomposto più di tanto quando li ho nominati. E visto che ci sono le Provinciali alle porte, l’unica cosa che mi viene da pensare è che sia una spia: un cantante di un’altra scuola.

 


I'm a get your heart racing in my skin-tight jeans
Be your teenage dream tonight
Let you put your hands on me in my skin-tight jeans
Be your teenage dream tonight

 

 

Anderson, perché questa delusione?

Speravo potessimo diventare amici. Speravo di aver trovato finalmente qualcuno come me e che non mi legasse a troppi brutti ricordi.

 

Ma guardalo dai! Se fosse una spia con cattive intenzioni se ne sarebbe già andata, sconvolta dalla nostra performance – siamo stati davvero bravi, non c’è che dire – invece lui è ancora qui, che ci applaude insieme a tutti gli altri, con gli occhi che brillano per qualcosa che non riesco a decifrare.

 

Anche se è una spia, ho voglia di aiutarlo. E ho bisogno di un amico.

Kurt.

 

 

~ ∞ ~

 

 

«Allora, gioca per la tua squadra?»

 

Sposto lo sguardo su Wes, ancora sovrappensiero; sto pensando alle parole di Kurt, e a quelle che gli ho detto io. Non pensavo di essere in grado di dire certe cose, spero di averlo aiutato almeno un po’.

 

«Come scusa?» gli rivolgo uno sguardo confuso, a cui il mio amico reagisce ridacchiando.

«Dai, sai cosa intendo! È gay anche lui, sì?»

 

Oh, lui intende quello!

Cavolo, e poi sarei io l’unico gay qui dentro?! Sono circondato da un branco di peppie, su cui tra tutti capeggia Wes. Questo ragazzo è una cosa impossibile, non sa cosa significhi farsi gli affari suoi.

Già mi era sembrato strano che lui e David avessero lasciato soli me e Kurt quando gliel’ho chiesto.

Anche se immagino si siano fermati appena fuori dalla porta per origliare la nostra conversazione.

 

«Sì, lo è. Perché mi fai questa domanda?»

Lui alza le spalle e sbuffa. «Oh, se non lo sai tu!»

«Cos’è che dovrei sapere?»

 

Non capisco dove voglia andare a parare. Kurt è gay, sì, lo capirebbe chiunque. E ho molto apprezzato il suo voler mostrarsi per quello che è. Anzi, non solo l’ho apprezzato, ma l’ho invidiato. È molto più forte di quello che crede, nonostante tutte le cose che mi ha raccontato.

 

«Lo hai aiutato.»

Lo fisso di nuovo, confuso. Seriamente, oggi non riesco a seguire il filo logico dei suoi pensieri; a mala pena riesco a seguire i miei!

«Wes, non ti seguo.»

«Secondo me il gel che ti metti tra i capelli ti si infiltra anche nel cervello.» Mugugna lui.

 

Oh che nervi con sta storia del gel! Io li lascerei anche liberi, ma qui a scuola mi guardano tutti male; non è colpa mia se ho i capelli peggio di Harry Potter! 

«Il mio cervello va benissimo così, grazie!»

«Scommettiamo?» chiede Wes, inarcando un sopracciglio. Non rispondo, attendendo che sia lui a parlare per primo. «Non gli hai nemmeno chiesto il numero di cellulare.»

 

Spalanco gli occhi, sconvolto. Come ho fatto a dimenticare di chiedergli il numero?!

Non ci penso un minuto di più e corro via, lasciando indietro Wes, che ridacchia alle mie spalle. Dev riuscire a raggiungere Kurt prima che se ne vada. Non so nemmeno come sia venuto, se in macchina o in pullman.

 

A quanto pare ero così preso dal volerlo aiutare, dal pensare bene a cosa dirgli per evitare che piangesse – oh, quanto ho odiato quelle lacrime che gli rigavano il volto! – da non pensare a come fare per risentirlo.

 

Stranamente sembra che la fortuna sia dalla mia parte, almeno questa volta. Kurt si sta avvicinando a un grosso fuoriserie grigio metallizzato, lo sguardo basso, mentre giocherella con le chiavi della macchina.

Lo chiamo, mentre corro più veloce verso di lui, frenandogli vicino.

 

«Ehi!» mi dice, sorridendomi.

Viene spontaneo sorridere anche a me, mentre con una mano sul fianco, provo a riacquistare una respirazione normale. Questo mi da il tempo per osservarlo qualche minuto: alla luce del sole, i suoi occhi sembrano ancora più belli.

Di solito mi sono sempre sentito fare i complimenti per il colore dei miei occhi, un caramello davvero particolare, ma credo di averne appena trovati di più belli.

 

«Stai bene?» chiede lui, premuroso, ma anche un po’ sarcastico.

Ridacchio. «Sì. Volevo solo darti il mio numero di cellulare!»

 

Lui arrossisce subito, spalancando un po’ la bocca, che gli si deforma, acquistando l’aspetto di una piccola ‘o’. Forse sono stato un po’ troppo diretto… mi stupisco ancora che non sia scappato a gambe levate!

 

Il silenzio imbarazzato che è sceso non mi piace affatto, così distolgo gli occhi dai suoi ed estraggo il cellulare dalla tasca dei pantaloni, cominciando a digitare il suo nome sullo schermo.

Quando rialzo gli occhi lui sembra si sia ripreso, perché ha già il cellulare stretto tra le mani e un dolce sorriso sul volto.

Ovviamente, sorrido di nuovo anche io.

 

Mi detta il suo numero, poi io gli faccio uno squillo e lo guardo mentre aggiunge il mio nome in rubrica. Ci tengo al fatto che mi chiami, in caso avesse bisogno. Non so nuovamente spiegarmi il desiderio che ho nell’aiutarlo, ma è lo stesso che ho sentito mentre cantavo.

 

«Per qualsiasi cosa, scrivimi. O chiamami.» Gli dico di fretta. Voglio che lui lo sappia, voglio che sappia che ci sono. Lui mi guarda e riesco a leggere nei suoi occhi la gratitudine che prova nei miei confronti. Sono lucidi quasi.

 

«Grazie Blaine, di tutto.»

È la prima volta che pronuncia il mio nome e devo dire che mi piace il suono del mio nome pronunciato dalla sua voce.

«E’ stato un piacere Kurt.»

 

Ci sorridiamo per qualche secondo. Non so cosa dire, forse perché mi sembra estremamente infantile dire che lo vorrei come amico; vorrei qualcuno che mi capisse davvero, qualcuno di cui poter parlare dei numeri di Vogue e dei musical e di qualsiasi altra cosa mi venga in mente.

 

Così lo lascio andare. Sale in macchina, rivolgendomi un’altra occhiata, accompagnata da un sorriso dolce, poi mette in moto e si allontana.

 

Avrei voluto dirgli di continuare a resistere, di non arrendersi, di non fare come ho fatto io, di non lasciare che spintoni e parole velenose lo buttino giù, di essere forte. Di avere coraggio.

Coraggio.

 

Sorrido e apro la cartella dei messaggi digitando veloce otto lettere: CORAGGIO.

Seleziono il suo numero e premo il tasto ‘invio’.

 

La campanella suona in lontananza, segno che sono ricominciate le lezioni. Mi avvio dentro, felice, senza sapere perché, quasi saltellando e con un grosso sorriso stampato sul volto.

 

 

 

 

 

 

ANGOLO DELLA SORPRESA!

 

In realtà non è niente di speciale! xDDD Semplicemente, spinta dal dolce far niente nel bel mezzo della notte, ho pensato di fare una specie di “copertina” della storia. Eccola qui:

 

Infine, avendoci preso gusto, ho deciso che per ogni capitolo avrete una immagine! Ecco qui l’immagine di questo capitolo:

 

   
 
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