Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Sakura_____    19/07/2011    2 recensioni
Durante la Quarta Grande Guerra Mondiale dei Ninja due anime sole si incontreranno. Riuscirà l'amore tra Itachi e Mei a sconfiggere la guerra, oppure questa vincerà ancora?
*Seconda Classificata al Contest L'Amore si Odia indetto da ellacowgirl in Madame_Butterfly sul Forum di EFP e Vincitrice del Premio Miglior Personaggio Co-Protagonista*
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Kabuto Yakushi, Nuovo Personaggio, Tobi, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic a href="http://tinypic.com?ref=vh3nnq" target="_blank">Image and video hosting by TinyPic Nickname autore:saku_1995 (ora Sakura_____)
Titolo storia: Vento del Nord
Sottotitolo (se presente): //
Pacchetto (possibilmente incollate lo schemino della mail):

PACCHETTO MIRTILLO

Personaggio principale: Itachi
Personaggio femminile: Mei Terumi (Mizukage)
Sentimento lui: L’attrae molto fisicamente ma cerca di avvicinarla soltanto di
notte.
Sentimento lei: Lo trova estremamente affascinante ma come carattere non lo sopporta.
Incontro: Lui la spia in continuazione e talvolta le fa visita nel palazzo del
Mizukage.


Eventuali altri personaggi (oltre ai due protagonisti): Tobi/Madara, Kabuto Yakushi, Tsunade, Un po’ tutti.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico, Sentimentale.
Rating: Verde
Avvertimenti: One- shot, Spoiler!
Trama/introduzione:
La Quarta Grande Guerra Mondiale dei ninja era appena iniziata, ma un’incontro sconvolgerà le vite di due anime sole destinate ad incontrarsi. Lei, la Mizukage e lui, un nemico. L’odio che li separa diventerà amore o la Guerra vincerà ancora?                             
 Eventuali NdA://
 

 
 
 
 
 
 

Vento del Nord
*Seconda Classificata al Contest L’Amore si Odia indetto da ellacowgirl in Madame_Butterly sul forum di EFP e Vincitrice del Premio Miglior Personaggio Co-Protagonista.*
 
 

Dopo la riunione dei Kage si era giunti ad una decisione drastica: quella di proteggere a tutti i costi le restanti Forze Portanti. Nessuno si sarebbe più potuto tirare indietro. Erano tutti coinvolti e tutti avevano un compito preciso, anche se le redini delle Forze Alleate erano tenute dall’ Hokage e dal Raikage, due delle personalità più forti all’interno dei loro Villaggi.
Lo Tsushikage si era astenuto dai combattimenti, preferendo rimanere all’interno del Villaggio della Roccia ed avere, quindi, il compito di emissario.
Al contrario i Kage più giovani e ribelli, come il Kazekage e la Mizukage si erano posti al capo dei reggimenti ed ora erano in guerra a tutti gli effetti, consapevoli dei rischi che avrebbero corso.
Era iniziata la Quarta Grande Guerra Mondiale dei Ninja che vedeva come avversari le Forze Alleate contro Madara ed i suoi uomini.
 

 
*****************************************************************************
 

Sin dalle prime ore dell’alba il Vento del Nord aveva iniziato a soffiare, portando con sé aria fredda ed un’alta visibilità.
Quel giorno il cielo era limpido e sereno, nessuna nuvola era lì a turbarlo o rovinare quell’atmosfera calma e pacifica, simile alla quiete dopo la tempesta.
Sembra strano pensare che solo alcune ore dopo, quello stesso cielo fu l’unico testimone di ciò che accadde tra due anime sole.
Nei vari Villaggi le battaglie erano già riprese ininterrottamente. Uomini valorosi combattevano fieri ed esanimi, alcuni senza neanche riposo, per battere le pedine di Madara Uchiha, ora capo dell’ Organizzazione Alba.
L’uomo si era alleato inoltre con Kabuto Yakushi, il quale aveva sviluppato la Gedo Mazo, o tecnica della Resurrezione Impura, solo che molto più potente rispetto a quella utilizzata dai suoi predecessori. Infatti le anime risvegliate avevano libera capacità d’agire e non erano più manovrate come burattini, soltanto in casi eccezionali, ovvero quando si sarebbero ribellati, Kabuto li avrebbe costretti. Questi corpi poi si ricreavano anche dopo essere stati feriti e ciò non aiutava affatto i  ninja riunitisi per sconfiggerli, poiché ora avevano a che fare con un vero e proprio esercito di Immortali.
La squadra della Mizukage, esperta in combattimenti acquatici, era giunta al confine indicato precedentemente da Tsunade, ove si sarebbero dovuti incontrare Madara e Kabuto.
La donna, Mei Terumi, era stata informata per quanto riguardava tutte le abilità dei nemici riportati in vita, ma il rischio della missione rimaneva comunque altissimo, inoltre gli anziani del Villaggio le avevano proibito di recarsi in Guerra, per timore di non perdere un altro Kage. A causa di ciò la donna aveva raccolto i suoi lunghi capelli castani in una coda alta e aveva indossato abiti molto poco femminili, simili a quelli di tutti per non essere riconosciuta.
“Fermi.” Sussurrò immobile Mei, arrestando la marcia della sua squadra con una alzata di mano. Ormai erano vicini al luogo, potevano anche stazionare  lì ed attendere i risvolti.
L’agitazione di tutti era palpabile, così come la concentrazione necessaria in momenti come quelli. Nessuno osava muoversi, mantenendosi alcuni passi dopo la donna che a differenza degli altri dimostrava ancora una volta la propria preparazione, bravura e soprattutto fermezza d’animo.
Pochi istanti dopo, innanzi alla squadra iniziarono ad apparire delle sagome, molto probabilmente quelle di Madara e Kabuto ma, al contrario delle aspettative, quando queste si furono materializzate, apparvero quattro uomini avvolti nell’oscurità.
I ninja che accompagnavano la Mizukage sussultarono impercettibilmente non appena quelle ombre si diradarono, lasciando così intravedere i volti dei loro prossimi avversari.
La donna a capo del gruppo riconobbe subito Zabuza Momochi ed il suo compagno Haku, abili nell’ Arte dell’ Acqua, vi erano poi Kimimaro Kaguya ennesimo subordinato di Orochimaru ed infine un uomo appartenente al Clan Uchiha, famoso soprattutto a Konoha per essere stato in grado di eliminare tutta la sua famiglia senza batter ciglio, ricordò la Mizukage : Itachi Uchiha.

“Ci hanno anticipato” commentò solo Mei, non mostrando alcun turbamento, infondo questa era la guerra di cui parlavano tanto gli anziani del suo Villaggio.
In breve tempo gli uomini delle Forze Alleate riuscirono ad armarsi ed organizzare un piccolo schema di combattimento con l’unico scopo di dividere i nemici, subito dopo due dei rivali erano già tra di loro.
Zabuza ed Haku avevano dato prova della loro grande velocità, attaccando immediatamente i ninja. Un'altra parte della squadra invece, si trovava di fronte l’uomo appartenente al Clan Kaguya, con l’ Abilità Innata del controllo delle proprio ossa, Kimimaro.
La Mizukage, rimasta in quel momento sola, poiché gli altri uomini si erano lanciati all’attacco ed avevano distratto il nemico con l’unico scopo di proteggerla, avvertiva una strana sensazione, come se qualcuno la stesse fissando.
Mei si girò e vide l’unico, tra i quattro uomini, rimasto ancora fermo nel punto preciso nel quale era apparso. Itachi la fissava senza far nulla.
“Che sfacciataggine, perché non attacca? Pensa che io non sia alla sua altezza?” si chiese la donna, alterata per il comportamento dell’Uchiha.
Così nell’unico lasso di tempo in cui le sue guardie, facenti parte della squadra, non la stavano tenendo d’occhio, si era spinta verso Itachi, preparando i sigilli per l’Arte dell’ Acido.
L’attacco della donna aveva sortito l’effetto desiderato, infatti Itachi era stato colpito dall’ acido corrosivo; improvvisamente però l’uomo si era diviso in mille corvi neri come la pece e successivamente, con una velocità incredibile, si era materializzato davanti all’incredula Mizukage.
I due erano l’uno di fronte all’altra. Itachi puntava sul collo della donna un shuriken “Allora la tua fama non è solo un’ invenzione” aveva detto poi, scorgendo solo ora l’arma puntata da Mei lungo un suo fianco.
Per un lasso di  tempo di imprecisa durata, Itachi aveva osservato i capelli castani della donna ed aveva provato il forte impulso di tagliare quel nastro che li bloccava e farli così ricadere sulle spalle della nemica. Al contrario Mei provava una forte antipatia nei confronti del rivale, che la fissava senza far trapelare alcuna emozione con quegli occhi freddi come ghiaccio e allo stesso tempo rossi come fuoco. Occhi capaci di spaventare, ma se visti da vicino avevano il potere di attirare chiunque li guardasse. Inoltre quel bastardo era in grado di ammaliarla col suo fascino, del resto anche suo fratello col quale aveva combattutoera bello.
Mei poteva avvertire il fiato di Itachi sul collo, tanto erano vicino. Tutto intorno a loro sembrava spento, non era mai capitato che i due si fossero fermati così tanto a contemplare e studiare un avversario. Erano soli in quel campo seppure tutti, intorno a loro, combattevano senza sosta.
Un’ altra squadra, tuttavia, era stata inviata da Tsunade e dal Raikage non appena appresa la notizia fallimentare del gruppo guidato da Mei. Questa schiera era diretta al covo nel quale l’acerrimo nemico si nascondeva e questa volta niente sarebbe andato storto.
Ma per il loro nemico questa non era di certo la prima guerra, era abituato a tutte le avversità che si presentavano in questi casi, in più ora poteva contare sul patto stretto con Kabuto. L’ex subordinato di Orochimaru, infatti, stava richiamando a sé tutti gli uomini che aveva precedentemente utilizzato come diversivo per le altre squadre.

Improvvisamente Itachi e Mei sembrarono riprendersi dal momento di contemplazione reciproca ed erano sul procinto di attaccarsi, quando l’Uchiha venne richiamato da Kabuto assieme a tutti gli altri nemici apparsi nelle ombre, i quali scomparvero come se risucchiati in un vortice.
Le due parti della squadra si accorsero della scomparsa dei rivali ed interruppero quindi il combattimento, solo più tardi alcuni di loro si precipitarono in direzione della Mizukage, rimasta paralizzata nel punto esatto in cui Itachi le si era avvicinato, cercando di attaccarla.

 

“Maledetto” borbottò infuriata innanzi alle sue guardie. Tutto di quell’uomo le dava fastidio: la sua calma apparente, i suoi occhi ingannevoli ed il suo comportamento spavaldo, di chi non teme nulla.
Eppure una parte di lei, che avrebbe voluto uccidere, era attratta dall’individuo che fino a poco tempo prima le era dinnanzi.
Kabuto era giunto alla fine da Madara ed aveva portato con sé tutti i resuscitati per proteggere il covo attaccato questa volta, dalla squadra del Kazekage che, a capo del gruppo, aveva deciso di non attaccare, ma di attendere un qualche ordine dal Raikage. Nel frattempo all’interno del rifugio Itachi e gli altri ninja attendevano l’ingresso di un possibile avversario; l’Uchiha aveva anche un altro pensiero rivolto alla Mizukage. Non poteva far a meno di pensarla e volerla osservare, non solo con lo Sharingan ma con gli  occhi. Quella donna gli aveva lasciato un piccolo rimorso dentro, forse per non averla uccisa; ma l’uomo non riusciva proprio a stare fermo in quel covo senza raggiungerla.
Dopo alcune ore l’ordine del Raikage giunse a Gaara che decise di far accampare la sua squadra per affrontare la notte, predisponendo alcuni di loro come sorveglianti. Non appena le sentinelle si furono quindi posizionate, una figura fuggì dal covo, senza farsi notare, prendendo una direzione ben precisa.

Quella figura correva velocissima nella foresta ed arrestò la sua folle corsa solo quando fu vicina al terrazzo del palazzo della Mizukage. Itachi tolse il mantello che lo proteggeva e saltò abilmente sul terrazzo senza far scorgere alle guardie la sua presenza.  Arrivato nei pressi di una colonna, cercò di osservare cosa avveniva all’interno del palazzo, ma vide solo la figura di Mei presa a cambiarsi per poter forse riposare e fu allora che Itachi contemplò i lunghi capelli della donna sciogliersi e ricadere sinuosi come una cascata sul corpo di questa, andandosi ad adattare alle sue forme. Ed improvvisamente avvertì una gran voglia di tenerla vicino a sé, era folgorato da questa, la voleva per sé, come un bottino di guerra di inestimabile valore. Eppure quella mattina non aveva avvertito queste sensazioni. Bastarono questi soli pensieri a far compiere ad Itachi l’azione così avventata di entrare furtivamente nella stanza poco illuminata della donna.
Mei si accorse subito della presenza di qualcuno, ma mai si sarebbe immaginata di ritrovarsi il volto di quell’uomo così arrogante. Quest’ultimo le si avvicinò rapidamente e così lei d’istinto chiuse gli occhi come per non assistere alla follia del nemico pronto ad ucciderla, ma l’unica cosa che avvertì fu qualcosa di incredibilmente morbido posarsi sulle sue labbra senza foga né pressione.

Itachi, nemico di un intera nazione la stava baciando e lei non poteva far nulla, o meglio non voleva far nulla per allontanare da sé le braccia di quell’ uomo, più piccolo di lei ma più alto, che la tenevano stretta, provocandole una sensazione meravigliosa.
Soltanto dopo Mei si rese conto di ciò che era accaduto ed il silenzio che regnava nella sua stanza venne rotto da un rumore sordo, provocato dalla mano che istintivamente la Mizukage aveva premuto sulla guancia dell’Uchiha. Itachi alzò gli occhi incrociando quelli della donna, che rossa in viso si manteneva una mano sulle labbra.
“Bastardo, cosa ci fai qui? Guar..” iniziò Mei, ma anche questa volta le sue parole furono interrotte da Itachi che le aveva posato una mano sul viso, intimandole di far silenzio.

“Non sono qui per ucciderti” le rispose prontamente, come a giustificare la sua azione precedente. La donna lo guardò incredula, non riusciva a credere alle parole dell’uomo ed era sicura che le stava mentendo.
“So che non ti fidi di me ..” continuò poi Itachi capendo i pensieri di Mei “...io sono un tuo nemico, ed è giusto così, ma quando ti ho vista fuori dalla terrazza non ho potuto resistere dalla voglia di averti di nuovo vicina … non mi era mai successo prima,ma con te sento di poter essere me stesso senza indossare maschere” terminò lui. Anche Itachi, come Mei, era interdetto perché non aveva mai provato compassione o amore per nessun essere, eccetto per Sasuke e per questo motivo l’aveva risparmiato durante lo sterminio del suo Clan. E con tutti questi pensieri non riusciva ad immaginare quanto questo fosse ingiusto : innamorarsi di una nemica. Se anche fosse stato amore, loro non sarebbero stati all’altezza di provare un sentimento simile.

Mei non sapeva cosa fare né tantomeno cosa rispondere, era vero, anche a lei era successo di provare qualcosa di nuovo, di più profondo quando si era ritrovata a scontrarsi con l’Uchiha. Tuttavia questa cosa era sbagliata, lei era la Mizukage dannazione, e lui un suo nemico; lo odiava, odiava il fatto di aver incontrato quell’uomo ed odiava maggiormente il suo comportamento che tanto la attraeva.
“No” sussurrò solo la donna, puntando i suoi occhi contro quelli di Itachi, onde fargli capire che era ferma sulla sua scelta. In cambio Itachi le si avvicinò e le prese il polso, questa volta con forza, costringendola a fissarlo negli occhi senza Sharingan. “Cosa credi, lo so perfettamente che è sbagliato, che il nostro non potrà mai essere definito amore, però non posso smettere di provare per te una forte attrazione che mi spingere a compiere queste azioni sconsiderate. Maledizione! Io che ho sempre portato a termine le mie missioni ora..” le disse l’uomo interrompendosi poi per riportare le sue labbra su quelle della donna. E questa volta Mei non si tirò indietro anche se avrebbe potuto liberarsi e chiamare una guardia, era rimasta lì.

Ma la guardia, proprio mentre la donna la stava per chiamare, era entrata nella stanza e Mei aveva iniziato a tremare “Bene, vedo che è tutto apposto, mi raccomando se ha bisogno io sono qui fuori” e la donna sentì tutti i muscoli del corpo distendersi dopo la paura.
Quando la guardia uscì, la Mizukage cercò con lo sguardo la figura di Itachi che scorse prima che questa abbandonasse la stanza, fuggendo dalla terrazza. “Fermati” gli intimò Mei ed Itachi la ascoltò attendendo la risposta della donna che non tardò ad arrivare “Io non provo nulla per te, dimentica tutto e torna ad essere un mio nemico!”. Mei aveva quasi urlato le ultime parole, in una tacita richiesta rivolta più a sé stessa che ad Itachi.
“Io ci sarò sempre” le disse Itachi poco prima di scomparire, lasciandola interdetta nei suoi pensieri.
Come prevedibile Mei non riuscì a riposare quella notte,ripensava al bacio datole da Itachi e a quanto lo odiava per essere l’unico in grado di scombussolare il suo mondo, tuttavia l’indomani i combattimenti ripresero velocemente. Tutte le squadre erano coinvolte, nulla era più lasciato al caso.

Tutti i giorni la Mizukage si alzava e come una bambola,indossava le vesti da ninja e sul viso una maschera, per nascondere il turbamento e l’incertezza che l’assalivano. Tutte le notti, al contrario, trovava pace e consolazione nell’udire i passi ovattati e veloci di qualcuno che si arrampicava fin sul suo davanzale e restava lì a fissarla, per poi andare via non appena lei cadeva tra le braccia di Morfeo. Itachi dall’altra parte sentiva l’irrefrenabile bisogno di vederla non appena la luce del sole spariva, era come un vampiro che cercava la sua preda di notte e rimaneva nascosto di giorno e anche il poterla soltanto spiare gli dava un po’ di consolazione.  La Mizukage non riusciva proprio a far allontanare quella presenza dal suo terrazzo e dalla sua vita, sentiva Itachi tutte le notti correre da lei, superando chissà quali rischi e più di una volta una parte di lei era stata tentata di accettarlo e di far cessare così tutti i suoi sforzi.
Quella figura la faceva sentire protetta, amata come non le era mai accaduto.

La mattina, poi, i raggi del sole la svegliavano e le ricordavano che tutto quello era sbagliato e lei desiderava ardentemente tornare indietro per riavere Itachi accanto e non contro. Inoltre più il tempo passava e più Mei si accorgeva di come avessero ragione i molti poeti che scrivevano che il confine tra odio ed amore è molto sottile.
Una mattina, arrivò al palazzo della Mizukage un rapporto stilato da Tsunade in persona che le ordinava assieme alla sua squadra, di recarsi presso le rive di un fiume, unirsi al gruppo del Kazekage e dirigersi successivamente in una grotta. La missione consisteva nell’uccidere definitivamente alcuni dei nemici che si nascondevano in quel luogo ed inevitabilmente il pensiero della donna venne prepotentemente invaso dai ricordi legati ad Itachi.
“E così siamo giunti alla resa dei conti.” pensò la donna. La missione affidatagli da Tsunade era prevista per il giorno successivo, ma ora doveva informare del fatto gli altri componenti della sua squadra.
Fece radunare tutti gli uomini nella stanza principale del suo palazzo e, dopo la riunione, tutti i ninja e le guardie le confidarono di credere in lei e di essere certi del fatto che avrebbe portato a termine anche questa missione.
A causa di tali affermazioni l’animo già in subbuglio di Mei divenne pesante perché non credeva di poter uccidere l’uomo che le dava così forti emozioni. L’unica cosa che poteva fare, e per questo si sentiva davvero dannatamente sleale e schifosa nei confronti dei suoi sudditi che credevano in lei, era quella di parlare con Itachi e farlo allontanare dalla grotta nel caso in cui l’uomo si fosse nascosto lì. Quando la luna sostituì il sole ed il cielo divenne scuro, Mei attese con ansia l’arrivo improvviso dell’Uchiha sul suo terrazzo, ma quella notte non arrivò mai nessuno. Itachi era un suo nemico e come tale doveva comportarsi, la Mizukage era stata troppo sciocca da credere che lui potesse mai amarla veramente. Quella notte la donna non dormì e pianse per tutto il tempo, pianse quella sua incapacità di essere forte, pianse la sua illusione di un amore vero e pianse la sua voglia di rivedere quegli occhi rossi nonostante tutto.

La luna le tenne silenziosamente compagnia in quel suo pianto liberatorio e la mattina i primi raggi del sole la scrutarono mentre armata e coraggiosa come sempre, ordinava al suo gruppo di mettersi in marcia e di vincere la battaglia. Mei era a capo della squadra e fiera la guidava.
La Mizukage ed i ninja percorsero tutta la foresta ed arrivati alla riva del fiume attesero l’arrivo del Kazekage Gaara. Alcune ore dopo il gruppo guidato dal ragazzo dai capelli rossi fece la sua comparsa all’orizzonte e si avvicinò a quella di Mei con silenzio.
“Salve Mizukage” proferì Gaara “Salve, ma prego dammi pure del tu” gli rispose la donna e con un sorriso gli strinse la mano. Immediatamente iniziarono a ragionare sulla tattica con la quale entrare nella grotta senza essere visti. Naturalmente, poiché questo nascondiglio si trovava nei pressi del Villaggio della Roccia, non era stato difficile avere dallo Tsushikage una descrizione dettagliata del luogo e per questo erano stati aggiunti alla squadra di Gaara anche due ninja che appartenevano a quel Villaggio.

“Bene per me può andare, ricordo ed esigo massima attenzione e prudenza da tutti” comandò il Kazekage rivolgendosi al suo gruppo. “Non devo ripetermi,vero? Siamo qui per vincere!” fece lo stesso Mei, incitando tutti i ninja li presenti. Il piano ora poteva avere inizio.
Lo scopo fondamentale era quello di entrare di soppiatto nella grotta e sorprendere i rivali con una tecnica utilizzata dai ninja aggiunti della Roccia che aveva il potere di far rimanere i nemici incastrati nel terreno, mentre all’esterno il rifugio sarebbe stato circondato dalla sabbia controllata da Gaara, impedendo ogni via di fuga. Infatti la squadra con più alta abilità nel fuggire sarebbe entrata nella grotta e quella specializzata nella difesa avrebbe scortato il Kazekage.
Mei insistette per entrare assieme ai suoi uomini e Gaara non poté far altro che assecondarla essendo, la donna, più grande ed esperta di lui. Mei una volta dentro il rifugio, fece segno agli altri di dividersi e controllare tutte le stanze, poiché si trattava di una galleria sotterranea ricca di camere adibite a nascondigli. Lei venne raggiunta dalle sue due fedeli guardie con le quali prese a cercare nelle varie camere; fortunatamente il nemico non aveva scorto la loro invasione così potevano agire liberi. Mei tuttavia, aveva timore di aprire ogni porta per paura di incontrare Itachi, ma non lo dimostrava; era stata abituata fin dalla nascita ad essere fedele al suo popolo e credere nei suoi ideali, solo che ora uno dei suoi ideali era rappresentato dall’amore, seppur tragico, che provava nei confronti dell’Uchiha e che non la faceva ragionare con mente lucida e riflessiva. Ma del resto era sempre stata una persona impulsiva e più volte veniva rimproverata degli anziani del Villaggio poiché ,alla fine,seguiva sempre ciò che le diceva il cuore. Ciò che il cuore le diceva era di trovare Itachi e chiedere spiegazioni direttamente a lui, riguardo alla sua scomparsa, anche se sarebbe apparsa come un incosciente o ancor peggio come un’ illusa che aveva creduto nell’amore di un nemico.

Persa nei suoi pensieri non avvertì la mano della guardia posarsi sulla sua spalla per avvertirla del pericolo. Alcuni nemici, infatti, stavano combattendo con gli uomini della sua squadra e la tecnica dei ninja della Roccia aveva creato una crepa nel rifugio che ora stava crollando. Mei alzò il viso e venne informata dai suoi uomini dell’accaduto. Dovevano uscire da lì al più presto, senza esitazioni. Tutti i ninja corsero verso la crepa dalla quale erano entrati, ma la Mizukage rimase immobile. Se la grotta stava per crollare, significava che tutti coloro che si trovavano al suo interno dovevano uscire, ma vi erano solamente due uscite e ciò comportava che la metà delle persone sarebbero morte. Tra quelle persone, però, vi era Itachi e la donna non aveva il coraggio di mettersi in salvo sapendolo morto tra le macerie successive al crollo.
Così prese a correre, come impazzita, sbattendo contro le pareti fredde e a volte ruvide del luogo ed aprendo tutte le porte, finché i suoi occhi non avvistarono all’interno di una stanza una figura sdraiata su di un letto. Era Itachi.
Mei corse verso l’uomo incurante del fatto che si sarebbe potuto trattare di una trappola nemica. Lo raggiunse e solo quando le fu vicina, notò che Itachi era ferito ad una fianco che era scoperto e fasciato con alcune garze. Gli si inginocchiò accanto e mettendogli una mano sulla fronte, preoccupata, constatò che questa scottava; molto probabilmente aveva una febbre molto alta a causa della ferita infettata. Fortunatamente i loro corpi potevano rigenerarsi, ma qualcosa nell’aspetto di Itachi le dava l’impressione che fosse realmente vivo e non solo resuscitato. Trovò su una specie di tavolino posizionato al centro della stanza una bacinella con dell’acqua e si alzò per prenderla, ritornando poi da Itachi con una pezza umida “Chi ti ha ridotto così?” chiese Mei con la speranza di ricevere una qualche risposta, ma l’unica cosa che percepì in quell’istante fu un forte dolore alla testa causato da una masso caduto per il crollo del nascondiglio e niente più. Chiuse gli occhi con il forte desiderio di morire tra quelle mura assieme ad Itachi, al contrario alcuni minuti dopo le sue guardie, rientrate per cercarla, riuscirono a sollevarla e portarla il salvo. Poi solo il buio.

Alcuni rumori fecero destare dal sonno Mei che si ritrovò illesa sul suo letto, con una fascia in testa e Tsunade al suo fianco. Non appena cercò di muoversi, i fruscii delle coperte fecero allarmare la Hokage che subito si voltò verso la donna, sorridendo felice di vederla sveglia. “Finalmente! Hai deciso di metterti al riposo?” le chiese Tsunade “Ma che spiritosa” le rispose Mei con la voce ancora impastata dal sonno.
Poi improvvisamente ricordò della grotta, di Itachi, della ferita “Ma cosa è successo?” chiese allarmata ma solo quando ricevette in risposta la frase ‘Avete completato la missione e sconfitto i nemici’ il suo cuore smise di battere, serrò le dita attorno al lenzuolo e per quel giorno non volle vedere più nessuno. Chiese scusa a Tsunade accorsa da lei per aiutarla e  alle sue guardie che l’avevano salvata e si disse stanca.
Itachi era morto. Aveva portato con se tante cose, aveva liberato Mei dalla voglia di averlo accanto ma si era trascinato anche il cuore della donna. Anche Mei come la Hokage aveva dovuto sopportare molte morti, portandole come scrigni d’oro sul suo grande petto, ma mai come ora la morte di un avversario le gravava tanto. Certo avevano vinto, ma a che prezzo? Molte vite erano state coinvolte quel giorno, tra cui la sua.
Dopo una settimana le battaglie ripresero come sempre, così come la dura vita di ogni ninja compresa quella di Mei Terumi. La donna portava a termine tutte le missioni, tutti gli incarichi e tutte le notti si rifugiava sul suo terrazzo e versava lacrime infinite. Leone di giorno ed agnellino di notte. Nonostante tutti i suoi sudditi cercassero di consolarla, lei non riusciva a dimenticare Itachi che credeva morto.

Credeva. Poiché l’uomo si era salvato, Madara lo aveva teletrasportato fuori dal rifugio perché per l’antenato lui, o meglio i suoi occhi, erano importanti. Era stato sempre Madara a ferirlo, quasi mortalmente, non appena appresa la notizia da Kabuto a proposito delle sue fughe notturne, che secondo i due uomini servivano ad informare il nemico sulle loro mosse in guerra. Per questo era stato ferito e poi, come Nagato ex - capo degli Alba, rinchiuso in quelle stanze nell’attesa di tornare utile a Madara. La donna non sapeva neanche che Itachi era riuscito a sciogliere la tecnica del controllo di Kabuto non appena questo l’aveva riportato in vita, utilizzando lo Sharingan Ipnotico e che ora non era più un nukenin assassino, ma un uomo solo ed innamorato che aveva trovato una donna da amare, uno scopo da seguire ed una ragione per vivere.

Mei però piangeva tutte le notti ed ogni sua lacrima sembrava formare una stella in cielo. Continuava la sua vita solo per portare a termine il suo incarico di Mizukage nel quale credeva ancora; si sforzava di apparire come sempre forte, sicura e sfrontata. Dentro invece moriva. Moriva per quell’amore che non le era stato concesso e per quei sentimenti che avrebbe dovuto reprimere sin dall’inizio.
Anche quella notte Mei era sul terrazzo e piangeva cercando di asciugare le gocce salate che le rigavano il viso, ancora una volta le tende chiare fluttuavano nell’aria. La donna era accovacciata a terra con addosso una coperta per ripararsi dal freddo. Ad un tratto sentì la porta della sua stanza aprirsi lentamente e poi richiudersi, sicuramente quella era una guardia venuta ad avvertirla di qualche rapporto del Raikage, continui in questi giorni. “Lasciala sul tavolo e vai pure.” disse Mei risoluta verso la guardia.
“Dove vuoi che vada.”
Mei si voltò. I loro sguardi si incrociarono nuovamente. Il verde smeraldo sprofondò ed illuminò il nero. Mei aveva Itachi ed Itachi aveva Mei, dopo tanto tempo si erano ritrovati ed ora le loro vite, anche se divise, si sarebbero rincorse fino alla fine.  Il Vento del Nord soffiò un ultima volta rendendo tutto più chiaro e limpido questa volta nei loro cuori.  Alla fine due anime sole si erano incontrate così come il viaggiatore con una terra straniera.

 
 

Fine.
 

Schemi di valutazione:
 

Grammatica e Sintassi: 13/15

Forma e Stile: 14/15
 

Caratterizzazione protagonista: 8/10
 

Caratterizzazione co-protagonista (femminile):10/10
 

IC:3/5
 

Originalità: 5/5
 

Punti bonus: 6/6
 

Gradimento personale: 5/5
 

Attinenza al tema: 5/5
 

Totale:69/76
 

Giudizio scritto:Devo farti i miei complimenti, una storia davvero molto ben scritta!
 

La trama è delineata in modo uniforme e preciso, lo stile è molto buono e chiaro senza contare il fatto che ogni situazione sia descritta nel modo più opportuno. Personalmente amo di più le storie dove la parte introspettiva dei personaggi è più approfondita, dato che nel tuo racconto vi è soltanto qualche accenno, ma nonostante questo hai saputo trasmettere al lettore i sentimenti e gli stati d’animo dei personaggi senza difficoltà e senza “intoppi” (concedimi il termine), rendendo così molto piacevole la lettura.
 

La grammatica è molto buona, non vi sono errori gravi o rilevanti se non per qualche rara distrazione, ma devo farti i miei complimenti per quanto riguarda l’assenza delle ripetizioni che solitamente è un errore molto comune. Ho soltanto due cose da farti notare:
 

- La prima riguarda il soggetto ed il verbo: anche se ti è capitato soltanto un paio di volte di fare questo errore (però mi sembra consono fartelo notare, così da evitare in un futuro prossimo, ti faccio presente che non va MAI messa la virgola tra il soggetto ed il verbo, perché è un errore davvero molto grave per il quale potrebbero perseguitarti in molti… Anche se ripeto, nella tua storia si può intuire che sia stato un errore di distrazione, ma è doveroso da parte mia tenerne comunque conto.
 

- Ho notato che fai un po’ di confusione per quanto riguarda le virgole in determinati casi, per cui cercherò di darti qualche consiglio (dopotutto è questo il mio dovere): ad esempio, quando hai scritto “Ma del resto era sempre stata una persona impulsiva e più volte veniva rimproverata degli anziani del Villaggio poiché alla fine,seguiva sempre ciò che le diceva il cuore”, le virgole andavano posizionate in altro modo, ovvero (te le ho colorate di rosso) “Ma del resto era sempre stata una persona impulsiva e più volte veniva rimproverata degli anziani del Villaggio poiché,alla fine, seguiva sempre ciò che le diceva il cuore”. Ovviamente questa è una sottigliezza che tuttavia può influire nello stile e mi dispiacerebbe che lo potesse anche lievemente danneggiare, dato che è molto buono nonostante la tua età!
 

La caratterizzazione di Mei è assolutamente completa e più che positiva, ben delineata e chiara anche se ho dovuto togliere qualche punto per quanto riguarda Itachi: per quanto riguarda la sua figura è messa in evidenza in molte parti del racconto, soprattutto dal punto di vista della Mizukage la sua immagine risulta sempre uniforme e ben caratterizzata ma nonostante questo non viene lasciato il dovuto spazio, io credo, a quelli che sono i suoi sentimenti se non in alcune parti, e questo è un vero peccato per quanto le sue emozioni siano deducibili.
 

La figura dell’Uchiha ti ha penalizzata anche dal punto di vista dell’IC: il fatto che il ragazzo, da freddo e impassibile, si innamori immediatamente di Mei soltanto vedendola una volta mi è parsa una cosa piuttosto insolita per quanto riguarda il personaggio di lui: per quanto possa essere sensibile (e questo tu lo hai messo in evidenza) resta comunque un carattere introverso e freddo e questo credo ti sia un poco sfuggito di mano, per quanto il tuo personaggio resti ben delineato.
 

Punteggio pieni naturalmente per quanto riguarda i punti bonus (ho apprezzato molto il lieto fine, davvero commovente dopo tanto dolore!) e il resto delle valutazioni, i miei complimenti.
 

Concludo dicendo che il tuo racconto mi è piaciuto davvero molto e facendoti i complimenti per essere riuscita a muoverti così bene pur avendo personaggi difficili e talvolta misteriosi (Mei Terumi ad esempio, della quale si parla poco sia nel manga che nell’anime), la cosa è sicuramente degna di lode.
 

Ti ringrazio per aver partecipato e spero di esserti stata utile per quanto riguarda il giudizio, sarò felice di leggere altre tue storie se me ne darai l’opportunità! Grazie ancora, complimenti e a presto.
 

 
 
 
Appunti dell’autrice:
Che dire come mia prima partecipazione ad un contest, me la sono cavata piuttosto bene. Non pensavo sinceramente di arrivare seconda, e ne sono molto contenta.
Magari avrei potuto dare di più, soprattutto con la caratterizzazione di Itachi, ma ho voluto che la storia prendesse questa piega e quindi non ho nessun rimorso.
Faccio ancora i complimenti agli altri partecipanti e ringrazio in particolar modo due persone:

  • Mia sorella, che mi ha spronata ogni volta che tentavo di gettare la spugna.
  • Ellacowgirl, nonché giudice di questo contest, perché mi ha sopportata con le mie infinite domande da cretina e perché ha dimostrato tanta pazienza.

Concludo ringraziando di cuore tutti coloro che mi sono stati vicini, e tutti i partecipanti. Ringrazio inoltre, coloro che vorranno leggere questa mia storia e coloro che la recensiranno.
A presto,
Sakura_____

  

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Sakura_____