Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K Rowiling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Voldemort era tornato, e Harry l’aveva visto con i propri occhi, nel cimitero dove l’anno prima Cedric Diggory era morto.

Ma solo Silente e i suoi fedeli amici gli avevano creduto, le altre persone erano rimaste scettiche a tale notizia, e ovviamente non volevano pensare che fosse la pura e semplice verità, ma solo la folle immaginazione di un ragazzino.

Quinto anno ad Hogwarts.

Prima dell’inizio della scuola erano arrivate le lettere via gufo per i prossimi prefetti di Grifondoro. A Harry non era arrivata nessuna lettera, ma la cosa che più lo rattristì fu che era arrivata ai suoi due migliori amici: Hermione Granger e Ron Weasley.

Sul treno diretto verso il castello non rimase neppure tanto stupito nel scoprire che anche il suo acerrimo nemico, dopo Voldemort, Draco Malfoy era stato eletto prefetto.

Già, Malfoy.

Avrebbe spaventato tutti gli studenti del primo anno con quei suoi occhi grigio-argento glaciali che non ammettono repliche. O forse avrebbe solo fatto infatuare le ragazzine con i suoi capelli biondo platino, quasi bianchi ma delicati come la seta. O almeno dovevano essere così.

Fra i suoi pensieri il viso di Malfoy comparve chiaramente, anche se non lo vedeva, fortunatamente, da diversi mesi. Non ne aveva dimenticato nessun particolare, ma ciò non turbò Harry più di tanto, che si mise a dormire aspettando l’arrivo del treno, non potendo stare vicino ai suoi amici prefetti.

Fu uno degli ultimi a scendere. Ma quando uscì dal suo scompartimento sentì delle voci provenire dal vagone a fianco al suo. E quella voce era inconfondibile.

Si mise il mantello dell’invisibilità che ormai portava sempre dietro e si mise a spiare i discorsi del giovane Malfoy inerenti a qualcosa che non riusciva a capire, solo tante parole confuse.

Il biondo però non era né sciocco né cieco, e si accorse subito di una tenda che si muoveva senza un perché, e pensandoci un attimo la sua mente fu invasa da due occhi verdi.

Finì il discorso con i suoi compagni di Casa e li fece uscire tardandosi un po’.

Harry rimase colpito dalla velocità del biondino di prendere la sua bacchetta e di colpirlo con un incantesimo. Non riusciva più a muoversi, ma lo vedeva benissimo da lì a terra dov’era.

Come vide altrettanto bene il pugno di Malfoy colpire violentemente il suo naso, rompendolo. Ed il suo viso soddisfatto uscire dal treno lasciandolo lì, immobile.

Per fortuna Luna Lovegood passò di lì in quel momento. Harry non capì il perché, forse un aiuto dall’aldilà?!

Fatto sta che lo aiutò e lo portò via verso il castello, e lungo la strada fece qualche incantesimo al suo naso, aggiustandolo e lasciando Harry solo con qualche macchia di sangue sul viso.

Arrivati in Sala Grande per il banchetto d’inizio anno, i suoi due migliori amici non aspettarono un secondo di più per sapere ciò che era successo al bambino sopravvissuto, riempendolo di domande.

Lui raccontò per filo e per segno ciò che era successo. Raccontava sempre tutto ai suoi amici, ma quella volta una sola cosa aveva omesso dal suo resoconto: gli occhi di Malfoy erano maledettamente più profondi e argentei di come se li ricordava.