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Autore: Mistral    23/03/2006    8 recensioni
"...tu che così disperatamente cerchi la distruzione, come desideri... sarai distrutto..."
I pensieri di Hellmaster Phibrizio nei suoi ultimi istanti
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hellmaster Phibrizio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fated to destruction

23/03/2006

Alla mia gemellina virtuale Tonomi

che mi ha incoraggiato a finire questa fic.

Con affetto,

Mik

 

Fated to Destruction

 

“…tu che così disperatamente cerchi la distruzione, come desideri… sarai distrutto…”

 

Questo è tutto quanto ricordo. E poi la distruzione, il nulla senza fine da cui sono stato tratto e a cui sono ritornato… ma non era quello che volevo. Io volevo il potere, bramavo l’assoluto, l’eterno, pur possedendo già l’eternità.

E ora?

Io sono il male infinito, la negazione consapevole e completa di ogni principio vitale, io sono il Non Essere, la Morte… colui che controlla la morte, ecco chi sono. Fin dal principio dei tempi io sono stato destinato alla distruzione, mi è stata data la vita perché portassi la morte, perché infine riportassi al nulla tutte le cose.

E allora perché? Perché mi hai fermato quand’ero così vicino?

Come tutti i miei simili, più di tutti i miei simili, io sono stato creato per questo… eppure tu mi hai fermato…

Quando ho preso quello spadaccino per farne un burattino nelle mie mani e la ragazza è caduta nella mia trappola, quando l’ho costretta ad invocarti rinchiudendo i suoi amici nei cristalli… che scene patetiche! Umani, sciocche creature… lei era pronta a sacrificare sé stessa e il mondo intero per la vita di un solo uomo.

Sapevo che l’avrebbe fatto, che ti avrebbe invocato.

Per un attimo, prima che tu scendessi in lei, ho assaporato l’ebbrezza del trionfo. Per un attimo ho visto il tuo potere - ho visto te - nel suo volto più puro, energia incontrollata e incontrollabile, ho visto il mio desiderio ad un passo dal farsi realtà. E ho esultato, senza rendermi conto che, se avessi vinto, avrei perso anch’io. Ma comunque non me ne sarebbe importato niente, perché avrei compiuto la mia missione.

E poi tu, sublime spaventoso ed affascinante, oscurità oltre il buio più nero che splende come oro sugli abissi del Caos…

Coi miei occhi di bambino ho visto gli uomini affannarsi nella loro vana e puerile ricerca della felicità, miserrime creature la cui vita scivola rapida come una foglia nel vento. Eppure tu li hai salvati. Tu, potenza immortale, signora di tutte le cose, hai scelto una di loro per tornare a manifestarti nel mondo… hai scelto una di loro per uccidere il più potente dei tuoi figli…

Perché Madre?

Non sai cosa ho provato in quel momento, quando ho capito che per me era finita… anzi, lo sai - tu sai tutto. Sai che ti ho odiato. Che ti odio. Io stavo per portare a termine il compito che ci assegnasti quando ci desti vita, Stavo per riportare il mondo al caos originario da cui lo traesti per tuo diletto, popolandolo di razze perennemente in lotta tra loro, affinché le loro guerre rendessero meno monotono lo scorrere senza fine dei tuoi giorni.

Ma tu mi hai annientato. Mi hai annientato ad un soffio dal realizzare il progetto più grandioso mai concepito da essere alcuno…

 

…ho capito Madre…

Ora ho capito.

 

Allora c’è del vero in quanto dicono: quando si sta per sprofondare nell’oblio senza fine della morte eterna si capiscono molte cose. Non avrei mai creduto che un giorno ci sarei passato anch’io… che paradosso… il signore della morte sconfitto dalla sua stessa creatura…

Quello che tu non hai permesso a me di fare. Non mi hai permesso di sconfiggerti, di prevaricare l’ordine che tu hai stabilito al principio dei tempi perché restasse immutato per sempre. L’equilibrio è destinato a non essere mai spezzato: la guerra si concluderà sempre con un nulla di fatto, uno stillicidio lento e costante, perenne spada di Damocle incombente sulle sorti del mondo ma che non calerà mai il colpo fatale. Finché tu non deciderai che il gioco è durato abbastanza e non spezzerai il cerchio.

Io ho voluto osare troppo. Ho preteso di decidere al tuo posto che era venuto il momento di porre fine a tutto questo. E tu mi hai punito.

Come ho potuto pensare che la tua fosse una vendetta? Che stupido sono! Tu sei superiore a qualsiasi cosa… amore, odio, passioni, sentimenti… per te non sono altro che vuote parole.

Ponendo fine alla mia vita, dissolvendo la mia essenza finita nel tuo principio infinito da cui la formasti non hai fatto altro che riaffermare la tua volontà sovrana e incontestabile.

Il tuo potere è la tua mente, la tua mente è il tuo potere.

E ora so anche perché li hai salvati, perché le hai concesso di tornare indietro. Fa tutto parte del tuo piano. Lei - tu - sarà nuovamente la chiave per incatenare i poteri opposti e fermare la minaccia oscura portata dalla luce… lo so, l’ho visto. Ho visto la freccia trapassare il cielo e l’angelo nero cadere nelle tenebre… anche lui merita di morire…

Adesso capisco tutto. In realtà l’ho sempre saputo, ma nella solitudine il silenzio grida più forte e il vuoto immenso attorno a me non fa che amplificare una certezza senza voce che però non può più essere ignorata…

Perdonami Madre…

 

Tutti morimmo a stento

ingoiando l'ultima voce

tirando calci al vento

vedemmo sfumar la luce

 

L'urlo travolse il sole

l'aria divenne stretta

cristalli di parole

l'ultima bestemmia detta

 

Prima che fosse finita

ricordammo a chi vive ancora

che il prezzo fu la vita

per il male fatto in un'ora

 

Poi scivolammo nel gelo

di una morte senza abbandono

recitando l'antico credo

di chi muore senza perdono…[1]

 

 



[1]Fabrizio de Andrè - “La ballata degli impiccati”

 

Questa fic per me è quasi un esperimento, nel senso che da molto tempo volevo scrivere qualcosa che approfondisse il personaggio di Phibrizio, ma non avevo mai trovato l’ispirazione adatta né tantomeno avevo un’idea precisa di come impostare il lavoro. Quando per caso un amico mi ha fatto conoscere “La ballata degli impiccati”, in particolare i primi due versi, la fic si è praticamente scritta da sola.

Quindi un grande grazie a lui e anche alla mia gemellina Tonomi per l’incoraggiamento a portare a termine questa one-shot; fosse stato per me l’avrei cestinata immediatamente.

   
 
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