GIUDIZIO UNICO PER FATTUCCHIERI ORDINARI

Il sole si avviava lentamente a compiere il suo corso mentre gli ultimi raggi cadevano indolenti sulle case quadrate di Privet Drive.Gli abitanti del luogo sembravano aver trovato,una volta tanto, una piena sintonia con la natura sonnecchiando e ciondolandosi beati all’interno delle loro comode dimore. L’unica persona che mostrasse un minimo di attività era un adolescente intento a esaminare per l’ennesima volta quel giorno i regali giunti la mattina per il suo compleanno.Era un ragazzo magro,occhialuto e dai capelli nero corvino,vestiva abiti sporchi e smessi di almeno due taglie superiori alla sua.Tutto in lui,dai capelli arruffati alla bacchetta di legno che sporgeva dalla tasca anteriore dei suoi Jeans stonava col maniacale ordine e precisione ostentati quotidianamente dagli abitanti di Privet Drive. Harry Potter infatti non apparteneva a quel luogo,Harry era un mago.

Ancora una volta Harry prese a rileggere le lettere d’auguri inviate quel giorno per lui dai suoi amici.

A presto, Ron

Depose la lettera e prese in mano il pacco di Caccabombe che Ron gli aveva mandato come regalo,quindi sempre sorridendo prese la lettera di Hermione.

Leggermente immusonito per i continui avvertimenti di prudenza, Harry comunque felice di sentire i suoi amici dopo tanto tempo, prese a esaminare anche il regalo di Hermione, un enorme libro sui più grandi campioni di Quiddich della storia, ricco di aneddoti,curiosità e statistiche.

Posato il regalo Harry si distese sul letto a riflettere anche lui sul mancato arrivo dei risultati dei G U F O. Probabilmente, pensò, i risultati erano in ritardo per il trambusto che aveva scosso il ministero dopo la conferma del ritorno di Voldelmort.

I sui pensieri furono interrotti dalla voce stridente della zia che lo chiamava , rassegnato si alzò dal letto e scese di sotto.

<< Aggiustati i capelli >> Grugnì suo zio Vernon appena lo vide.

L’ostilità da sempre manifestata dallo zio per Harry , sembrava aver raggiunto quell’estate una nuova dimensione.Lo zio infatti non poteva più, come aveva fatto per i precedenti quindici anni, maltrattare esplicitamente Harry, essendoglielo stato intimato circa due mesi prima da non meno di cinque maghi adulti, tra cui l’inquietante Malocchio Moody.Tuttavia il continuo trattenersi rendeva ogni frase dello zio, anche le più banali, colme di muto disprezzo.

Harry dal canto suo non se ne preoccupava più di tanto, aveva ben altri pensieri per la testa, infatti in quei giorni Lord Voldemort stava radunando le sue forze, mentre Silente e il ministero della magia, che finalmente sembrava avesse aperto gli occhi, prendevano le loro contromisure.

Giunto in cucina trovò zia Petunia intenta a preparare la cena.

<< Aiuta tuo cugino a falciare il prato >> sbottò appena lo vide.

“Aiuta tuo cugino a falciare il prato”, Harry sapeva per esperienza che significava “fai il lavoro di tuo cugino”, e infatti appena uscì in giardino trovò Dudley sdraiato pigramente sull’amaca.

<< Falcia il prato >> disse senza preamboli Dudley.

<< Io farò la mia parte tu fai la tua >> rispose stizzito Harry, che non intendeva sottostare alla tirannia del cugino.

Dudley allora, che negli ultimi due anni si era specializzato nella “nobile” arte della boxe si alzò tronfio pronto a far rispettare la legge del più forte, ma non appena vide Harry sfiorare la bacchetta la sua faccia assunse un colorito violaceo.<< Mamma ti ha detto di falciare l’erba >>disse senza riuscire a nascondere una nota di panico nella sua voce.

<< Ha detto di aiutarti a falciare il prato, ed è quello che farò >> e così dicendo Harry prese a lavorare sulla sua metà di prato, non appena finì, lasciò andare la falciatrice e si volse ad affrontare il cugino ringalluzzito dalla momentanea tregua << ti conviene non contraddirmi >> disse ostentando un sorriso beffardo<< non puoi usare quella bacchetta, lo so, altrimenti verresti espulso dalla tua bella scuola di pazzi, mentre io posso usare i pugni >> sembrava aver riflettuto a lungo sulle parole da dire.

<< Sei più idiota di quanto pensassi Dudley, io non posso fare magie è vero, ma c’eri anche tu alla stazione quando Malocchio ha parlato a tuo padre >>

<< Oh si questo è vero, ma vedi penso che se per una volta dimenticassi di trattarti bene, potrebbero anche lasciare correre, in effetti loro non sono tuoi parenti e il tuo padrino invece, il galeotto, sembra sia passato a miglior vita, almeno a giudicare dalle grida che lanci nel sonno >>cocluse sempre sorridendo.

Quello che Harry aveva tentato di accettare e dimenticare nelle ultime settimane riemerse prepotentemente e sentì una ceca collera montargli dentro.Calma Harry, mantieni la calma si disse, non vale la pena essere espulsi per questo idiota patentato, lui non vorrebbe.

<< Sembra quasi che tutte le persone che ti vogliono bene facciano una brutta fine, non trovi? >>riprese sadicamente Dudley

Mantieni la calma, mantieni la calma, ma nella sua mente la immagini scorrevano veloci, Sirius colpito da un lampo di luce…

<< Povero piccolo Harry >>sentì dire beffardamente da Dudley.

<< Non ha più nessuno adesso >>

<< ah ah ah >> la maligna risata di Dudley nelle orecchie.

Successe tutto in un attimo.Un momento prima Harry era rigido in piedi sotto le canzonature di Dudley, subito dopo si era avventato sul cugino gettandolo a terra e puntandogli la bacchetta in mezzo a gli occhi..

<< CHIEDI PERDONO! >>urlò Harry. << Chiedi perdono per Sirius >>

<< MAMMA!MAMMA! >> gridò Dudley,la faccia pallidissima e un espressione di autentico terrore negli occhi.

<< Bé! Che succede qui >>era zio Vernon,lo sguardo gli cadde su Dudley a terra e completamente paralizzato ad Harry chino su di lui con la bacchetta pronta all’uso stretta nella mano tremante di rabbia.

Fece per urlare qualcosa contro Harry, ma poi parve ripensarci.<< andate in camera vostra voi due, e smettetela di gridare >> al contrario del figlio non aveva ancora dimenticato la minaccia di Moody.

<< Ma pa’ >>sbottò incredulo Dudley, a sua memoria il padre gliela aveva sempre data vinta contro Harry.

<< Ho detto di andare in camera tua >>disse gelido zio Vernon.

Harry allora alzatosi filò in camera sua chiuse la porta a chiave e si butto sul letto, rimase ore a fissare il soffitto rimuginando sulla sua lite con Dudley, sul fatto che Sirius non c’era più e che lui Harry era solo.Non scese a cena, non fece niente, sentì i Dursley salire e andare a letto, infine quando ogni altro rumore nella casa si spense, con l’animo pesante come un macigno, si rigirò nel letto e si addormentò.

Durante la notte sembrava che un intensa malinconia l’avesse preso, tanto che si svegliò con l’intento di preparare il baule e andare dai Weasley con o contro il parere di Silente, stava scendendo per raccattare le sue ultime cose, quando sentì un vago presentimento di essere spiato, si voltò di scatto ma non vide nessuno,sei solo nervoso si disse e continuò a scendere,una volta sotto vide le prime luci dell’alba filtrare dalla persiana del salotto così uscì in giardino desiderando di vedere per l’ultima volta Privet Drive inondata dal sole, perché Harry lo sapeva, non sarebbe più tornato in quel posto, ma poi mentre pensava che finalmente dopo tutti questi anni sarebbe stato libero dai Dursley, Harry fu distratto da un forte rumore di sbatter d’ali, alzò la testa e vide un grande gufo bruno planare verso la sua camera. Subito Harry prese a correre verso la sua camera con il cuore in gola, una volta su vide il gufo appollaiato sul davanzale lanciarsi occhiate torve con Edvige, slegò la lettera dalla zampa e prese a leggerla febbrilmente, mentre il gufo arruffava le penne e ripartiva.

La lettera veniva dall’ ufficio per l’istruzione magica.

Harry sapeva che le valutazioni del G U F O andavano da Eccellente a Oltre Ogni Previsione a Accettabile a Scadente e per finire a Desolante.

Bè dopo tutto non è andata male si disse, con quei voti avrebbe potuto seguire tutti i corsi di M A G O necessari per diventare un Auror,pensò a Ron e a Hermione chiedendosi come fossero andati, e immaginandosi le loro reazioni se avessero saputo che lui, Harry, contro ogni parere si preparava a lasciare la casa.Quasi in risposta a i suoi pensieri, un altro gufo planò verso la sua camera atterrando con grazia sul davanzale, Harry lo riconobbe subito, era Leo il piccolo gufo donato da Sirius a Ron, Harry gli sfilo la lettera e prese a leggerla.

Harry posò stupefatto la lettera, ma come faceva Silente a sapere che voleva andarsene? Ora avrebbe aspettato, ovvio, i due giorni di prigionia rimanenti, però aveva la sgradevole sensazione che ogni attimo della sua vita fosse tenuto d’occhio…