Cappelli.
Holmes ne aveva tantissimi.
Spesso Watson passava le giornate di noia a cercare di contarli ma
quando
Holmes tornava e si metteva a cercare un cappello adatto alla
situazione, ne
spuntavano fuori altri dai più disparati angoli
dell’appartamento che il povero
Dottore non aveva mai visto prima, ma che Holmes asseriva con assoluta
certezza
di averli indossati in varie occasioni.
Senza dubbio uno dei motivi per cui Watson
insisteva tanto che Holmes mettesse
in ordine era perché così, finalmente, avrebbe
scoperto quanti erano in realtà.
Era probabile che, in tutti quegli anni, non lo avesse mai visto con lo
stesso
cappello per due volte. Se non altro, se ricorreva un occasione per cui
era
necessario un regalo, se non trovava altro, sapeva su cosa andare a
parare per
farlo contento.
Molti dei suoi cappelli, poi, erano davvero originali, tanto che Watson
non
poteva fare a meno di chiedersi dove diavolo
Holmes fosse riuscito a trovarli.
Però una cosa doveva ammetterla. Per quanto avere un
cappello sulla testa fosse
ormai una nota caratteristica del suo amico e amante, spesso non
riusciva a
sopportarli.
Una delle cose che Watson amava di più in Holmes erano i
suoi capelli. Per
qualche ragione, nonostante venissero trattati esattamente come ci si
aspetterebbe
li trattasse Holmes, erano incredibilmente morbidi e Watson adorava
passarci le
dita in mezzo.