Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |      
Autore: ordog    20/07/2011    1 recensioni
La tua morte era stata programmata, eri riuscito a sopravvivere addirittura più a lungo di quanto tu stesso avevi previsto. L'addestramento era terminato, quando ritrovai il tuo cadavere carbonizzato legato ad una sedia; ciò che restava della tua casa era fumo e cenere.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A pezzi









L'ombra della Grande Quercia mi sfiorava i capelli, l'erba mi pungeva la pelle. Sdraiata su quel dannato prato riuscivo a vedere nell'intrico dei rami le immagini che tu mi avevi insegnato a scorgere. Il Sole giocava con le nuvole, il caldo era quasi insopportabile se paragonato al freddo che sentivo nel petto. Chiusi gli occhi e per un istante riuscii a sentirti ancora vicino a me. Il peso che mi buttava giù l'anima fungeva da ancora. Mi teneva su questa maledetta terra anche se il mio unico desiderio era quello di andarmene e sparire. 

'Cause I'm broken when I'm lonesome
And I don't feel right when you're gone away.

 

Ero stata una stupida, non avrei dovuto permettere all'illusione di entrarmi dentro. Ma i tuoi occhi, il tuo profumo, la tua pelle mi avevano fatta cadere. Non mi ero più rialzata, non volevo farlo. Ad occhi chiusi era più semplice ricordare la tua risata, il modo in cui strizzavi gli occhi quando sorridevi. Era semplice sentire nuovamente il tuo tocco gentile, come respirare. Tutte quelle giornate passate ad insegnarmi, a istruire il mio corpo. Sapevo che sarebbe arrivato questo momento, sapevo tutto ma questa consapevolezza non era riuscita a tenermi lontana. Con te ogni muro cadeva, si sgretolava. Il tuo sorriso mi infuocava gli occhi, il tuo tocco mi faceva drizzare la schiena. Una mano scivolò al fianco, dove il tuo coltello era ancora attaccato alla mia cintura. Avrei dovuto buttarlo, lo sapevo. Avrei dovuto liberarmene, tuttavia era il mio unico ricordo. Non potevo permettere che si disperdesse nella nebbia di qualche burrone, che qualche viandante lo raccogliesse e lo utilizzasse per sopravvivere. Il suo peso doveva ricordarmi il tuo viso, impugnarlo doveva tenerti con me. Come avrei potuto utilizzarlo ancora? 

 

I wanted you to know
I love the way you laugh
I wanna hold you high and steal your pain away.


 

Mi ero impegnata con tutta me stessa per salvarti, ma non era servito a nulla. Eri il migliore, eri la gemma delle Regioni del Nord. Ma eri troppo bravo e troppo giovane, troppo impulsivo. Ti eri avventurato in luoghi sconosciuti, avvei sfidato personalità in modo così sfacciato da non poter tornare indietro. 

 

-Sereen, non rimarrò qui per sempre.-
-Di cosa stai parlando? Non ho finito l'addestramento.-
I tuoi occhi si socchiusero appena nel tentativo di trovare le parole giuste. Nel tentativo di mettermi di fronte alla morte. -Ho apertamente sfidato Vard, non potrò rimanere in città a lungo. Ho rubato la Gemma di Bles e lui rivuole il suo giocattolo.- Sorridesti come un bambino mentre mi si gelava il sangue nelle vene. Vard, committente della maggior parte degli omicidi delle Regioni del Nord. La Gemma di Bles, il più antico maunfatto   elfico presente su tutto l'Altopiano. Non mi stupii più di tanto: la tua età, i tuoi modi di fare, il tuo sorriso soddisfatto alla fine di ogni lavoro avrebbero dovuto mettermi in guardia molto tempo prima. Sapevo che avresti fatto un colpo simile, sapevo che prima o poi avresti pestato i piedi a qualcuno di potente. Speravo di sbagliarmi. 
Ti sfiorasti la cicatrice sulla fronte con fare pensieroso. -Sono un morto che cammina, Sereen. Ma non me ne andrò senza aver terminato il tuo dannato addestramento. Non ho figli, a qualcuno dovrò lasciare qualcosa di mio, no?-
Avrei voluto toglierti quel sorriso dalla faccia a suon di schiaffi, ma l'unica cosa che riuscii a fare fu fissare i tuoi occhi azzurri con insistenza, quasi mi aspettassi di svegliarmi da un brutto sogno.


 

La tua morte era stata programmata, eri riuscito a sopravvivere addirittura più a lungo di quanto tu stesso avevi previsto. L'addestramento era terminato  quando ritrovai il tuo cadavere carbonizzato legato ad una sedia; ciò che restava della tua casa era fumo e cenere. Ricordai tutte le volte che mi avevi sfiorato le mani per mostrarmi come impugnare un'arma, tutti i nostri combattimenti. Il cuore non smetteva di battere all'impazzata nemmeno quando mi bloccavi a terra con prese che, se svolte seriamente, avrebbero dovuto spezzarmi l'osso del collo. La tua mano sulla mia pelle, il tuo respiro su di me. Riaprii gli occhi e fissai le ombre dei rami. Il caldo dell'estate mi scaldava la pelle e mi mostrava ancora più chiaramente quanto realmente io fossi morta dentro. Il Sole brillava alto nel cielo, gli uccelli cinguettavano. Scorsi uno scoiattolo saltare da un ramo all'altro. Accanto a me, i grilli riempivano il silenzio opprimente di quel luogo. Mi sedetti e rimasi ad osservare il Sole per qualche attimo prima di prendere la mia decisione. Mi tolsi il mantello e lo adagiai delicatamente ai piedi della Grande Quercia, accarezzandolo con la punta delle dita. Impugnai l'arma che mi avevi donato e salii in cima alla collina. Il calore mi avvolgeva totalmente, l'ombra non poteva più proteggermi.  Sciolsi i capelli e lasciai che quella cascata rossa mi ricadesse sulle spalle. M'inginocchiai e lanciai un ultimo sguardo al Sole. 

 

You've gone away
You don't feel me here, anymore.


 

Strinsi il pugnale con entrambe le mani, tanto da vedere le mie nocche sbiancare. Alzai il viso verso l'alto e un refolo di vento mi scompigliò i capelli. Feci un profondo respiro e affondai il coltello nel mio stomaco fino all'elsa. 
 

Sto arrivando.


And I don't feel right when you're gone away. 

Musica: Broken, Amy Lee. 
  
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: ordog