Wherever you will go
Ron prese l’ultima sigaretta e accartocciò il pacchetto, gettandolo sul tavolino della cucina:
“Dannazione sono finite!” pensò.
Prese un fiammifero e la accese. Aveva cominciato a fumare da quando lei se ne era andata, insieme ai due figli. Da quel momento la sua vita non aveva più avuto senso. Erano due mesi che non andava a lavorare. Il telefono squillò, si alzò faticosamente e andò a rispondere:
- Pronto?- disse svogliatamente
- Weasley? Sono due mesi che non viene al Ministero lo sa? E per di più senza una valida motivazione. Le arriverà via gufo la lettera di licenziamento, insieme alla liquidazione. Buona fortuna.- disse il suo capo, e riattaccò.
Si riandò a sedere e ciccò la sigaretta nel posacenere. Squillò il suo cellulare:
“Harry… Dovrei rispondere?” si disse.
- Pronto?- rispose
- Ron, ciao sono Harry. Ti va se oggi passo a casa tua, così parliamo un po’?- disse dall’altra parte della cornetta Harry
- Per me va bene. Mi faresti un piacere? Mi compreresti le sigarette? Sono rimasto senza.- gli chiese Ron
- Non ti preoccupare.- e Harry riattaccò.
Si alzò dalla sedia e si diresse in bagno. Si fece una doccia e la barba, che non la tagliava da circa tre settimane. Si fecero le 5 e suonarono alla porta. Ron scese le scale ed andò ad aprire. Si trovò di fronte Harry, il suo migliore amico. Ron lo abbracciò e scoppiò a piangere. Harry lo abbracciò a sua volta ed entrò. Si sedettero in cucina. Harry si aprì il giaccone e ne tirò fuori due pacchetti di sigarette da 20:
- Un attimo che ti prendo i soldi.- disse Ron
- Non ti preoccupare. Considerali un regalo.- disse l’altro mentre appendeva il giaccone all’appendiabiti dietro la porta della cucina.
Ron aprì il primo pacchetto e ne tirò fuori una sigaretta. Ne offrì a Harry, che rifiutò. La accese e la portò alla bocca e aspirò:
- Grazie a loro sto andando avanti.- disse dopo mezzo minuto
- Non puoi andare avanti solo grazie alla sigarette. Devi reagire.- disse Harry, alzando la voce
- Non posso, non posso. Senza lei al mio fianco non riesco ad andare avanti.- si prese la testa tra le mani, e iniziò a piangere.
- Le ho parlato.- disse Harry
Ron parve risvegliarsi. Si asciugò le lacrime con la mano e chiese:
- Che ti ha detto?-
- Ha detto che per ora lei sta dai genitori, con i bambini, e che quando vedrà che hai messo la testa a posto ritornerà.-
Ron ricominciò a singhiozzare:
- Non ci riuscirò mai, MAI!- urlò disperato
Harry gli mise una mano sulla spalla, cercando di consolarlo:
- Non è vero, ci riuscirai, io ti darò una mano.- disse Harry, sorridendo
- Dddavvero amico? O dio se non ci fossi tu!- disse Ron, e abbracciò l’amico.
- Bene, prima di tutto. Hai risolto i tuoi problemi con il Gioco D’Azzardo?-
- Ehmm…-
- Ci lavoreremo su. Il lavoro?-
- Stamattina mi hanno licenziato.-
- Ne troveremo uno nuovo. Su son perderti d’animo, ci riusciremo e Hermione tornerà da te. Fidati. Senti, ti va bene se vengo a vivere qui? Almeno posso aiutarti meglio.-
- Certo amico, ma Ginny non sentirà la tua mancanza?-
- Non ti preoccupare, lei deve pensare ai bambini. Se poi deve proprio vedermi sa dove trovarmi.- disse infine Harry.
***********
Ginny era seduta sulla poltrona:
“Finalmente si sono addormentati quei diavoli” pensò “ma la mia vita sarebbe vuota senza di loro.”
Il temporale non accennava a smettere. Si strinse nella vestaglia ed andò a prepararsi un caffè in cucina. Mentre beveva il caffè bollente suonò il campanello. Andò ad aprire ed Hermione le cadde sulle braccia:
- Herm…Herm rispondi! James! JAMES!-
James si affacciò dalle scale:
- Cosa c’è mamma?- disse un po’ assonnato
- Presto chiama papà e digli di venire subito qui, con lo zio Ron. La zia Herm si sente male.- urlò Ginny
- Ok!- e James andò in cucina a chiamare
Ginny stese Hermione sul divano e le toccò la fronte. Scottava.
“Deve avere la febbre alta.” pensò e corse in cucina a riempire una bacinella d’acqua fredda per fare degli impacchi. Harry e Ron si materializzarono al centro della cucina:
- Dov’è? Dov’è?- disse Ron
- In soggiorno, distesa sul divano.- gli disse Ginny e Ron scomparve in soggiorno.
Ginny guardò Harry negli occhi:
- Come stava?-
- Male. Ha cominciato a fumare, ha perso il lavoro e credo che non mangi da un bel po’ di tempo, se non il minimo indispensabile. Sta veramente male. Speriamo che tutto si rimetta a posto.- e Harry abbracciò Ginny.
Andarono in soggiorno e videro Ron che metteva delle pezze bagnate sulla fronte di Hermione:
- Ginny, presto chiama un ambulanza, non credo sia una semplice febbre.- Ginny prese il telefono e compose il numero di emergenza. L’ambulanza arrivò 5 minuti dopo e gli infermieri caricarono Hermione su una barella e Ron andò con loro:
- Ci sono io con te piccola.- sussurrò Ron all’orecchio di Hermione.
Ginny ed Harry lasciarono i bambini dalla vicina e si diressero anche loro all’ospedale.
***********
Portarono Hermione al Pronto Soccorso, e Ron seguiva la barella, tenendo sempre la mano della moglie. Arrivati davanti a una porta l’infermiere disse:
- Mi dispiace ma lei non può entrare. Lasci fare a noi. Sua moglie e in buone mani.- e chiuse la porta dietro di se.
Ron si sedette e si accese una sigaretta. Dopo venti minuti lo raggiunsero anche Ginny ed Harry, e si sedettero accanto a lui. Ginny gli teneva la mano:
- Susu, si riprenderà. È una donna molto forte.-
Ron si accese un’altra sigaretta. E poi un'altra. E poi un'altra ancora. Alla quinta sigaretta Harry prese la sigaretta che Ron si stava accendendo e la spezzò:
- Basta, ti fa male fumare troppo.-
- Mi aiuta a rilassarmi…-
- Non mi interessa, ne hai fumate quattro di seguito. E dammi i pacchetti, muoviti. Altrimenti ti riprende la tentazione.- e tese una mano verso l’amico.
Ron, rassegnato, gli consegnò i pacchetti.
Passarono 2 ore e mezza, quando dalla sala uscì lo stesso infermiere di prima:
- Ha la febbre molto alta, crediamo sia stata troppo tempo fuori, sotto questo tremendo temporale. Si riprenderà però, non si preoccupi.-
- Pppossiamo vederla?- disse Ron
- Ancora no. Domani sicuramente la potrete vedere.-
- Io la voglio vedere ORA!- urlò Ron, disperato
- Mi dispiace ma non è proprio possibile.- disse l’infermiere, impaurito.
Harry prese Ron e lo trascinò via:
- Lo scusi, signor infermiere, ma sta passando un momentaccio. Ci chiami quando possiamo vederla.- disse Ginny
- Sicuramente.- rispose l’infermiere, e rientrò in sala.
- Ma che ti prende?- disse Harry
- Non lo so, forse è l’astinenza, non lo so, NON LO SO!- urlò, e si prese la testa tra le mani, ed iniziò a piangere.
- Prima se ne va, poi si sente male. Cos’altro le dovrà succedere?- disse Ron, singhiozzando
- Dai non ti preoccupare Ron, si riprenderà, e anche tu ti riprenderai. Tornerete ad essere una bella famiglia unita.- gli disse Ginny.
L’infermiere riuscì dalla sala:
- Ho parlato con il medico, ha detto che potete vederla, ma dovete stare in silenzio. La signorina è molto debole.-
I tre entrarono nella stanza di Hermione. Ron si prese una sedia e si sedette al lato del letto, prendendole la mano e stringendola tra le sue:
- Su passerà tutto. Passerà tutto.- ripetè, per farselo entrare bene in mente. – Passerà tutto…-
***********
Passarono due giorni. Hermione aprì gli occhi e vide Ron accanto a lei, seduto su quella sedia scomoda, e con la sua mano tra le sue. Era addormentato:
- Ron, Ron…- disse lei, a bassa voce, quasi sussurandolo.
Ron scosse la testa e si svegliò:
- Piccola sei sveglia…-
- Si…-
- Avevo temuto il peggio. Bè credo che dovrei andare, non vuoi vedermi.- e fece per alzarsi, ma la mano di Hermione non voleva lasciare la sua mano.
- No, ti prego, resta qui con me. Vedi cosa mi è successo senza te accanto? Ho quasi rischiato di morire. Non te ne andare, ti prego. Ho fatto un enorme sbaglio ad andarmene. Potrei perdonarmi?-
- Sei tu che mi dovresti perdonare, per tutte le volte che non ti ho dato retta, per tutte le volte che non sono stato con te e con i nostri bambini per colpa del lavoro… Insomma per tutte le cose che ho fatto.-
- Oh Ron…-
- Oh Herm…-
E si baciarono.
The End
Note dell’Autore
È la mia prima FF su Harry Potter, quindi se vedete che c’è qualcosa che non va fatemela sapere via recensione… spero vi sia piaciuta.. a presto.
V