IT TASTES LIKE CAKE
-Ti ripeto che non capisci la
gravità della
situazione!- esclamò il biondo, tirandosi indietro i lunghi
capelli in un
gesto nervoso.
-Sei tu che ti agiti per niente.- il moretto si
accomodò meglio nella poltrona, sorseggiando un bicchiere di
vino rosso.
-Non è “niente”. È
importante!-
-Importante? Stiamo parlando di un regalo.- rise
l’altro.
-Non è un regalo. È il fatto che me lo sono
scordato! Oggi è il suo compleanno e non so cosa regalargli,
ti rendi conto?
Dopo tutto questo tempo che stiamo insieme, non so cosa fargli! Romano,
non so
che fare!- il ragazzo biondo si portò le mani alla testa in
segno di
disperazione.
L’italiano si alzò, posandogli una mano sulla
spalla
con fare comprensivo.
-Dai, Tino. Sono sicuro che non se la prenderà per
una cosa simile.-
-No, eh? Tu non lo conosci. Per molto meno è
arrivato a cacciarmi dal suo comodissimo e bellissimo e caldissimo
letto
dell’Ikea.-
Tino prese a camminare nervosamente per la stanza,
alla ricerca di un’idea.
-Dannazione, sono o non sono la patria di Babbo
Natale? E non riesco a farmi venire un’idea decente?-
borbottava.
-Prova a chiedere aiuto ai tuoi amici, ai nordici.-
suggerì Romano.
Il finlandese lo guardò dubbioso, poi lo baciò
all’improvviso sulle guance, correndo subito a prendere la
giacca di pelle.
-Ottima idea! Chiederò aiuto ai miei
fratelli…grazie
Romanuccio!- gridò dalla porta.
-Non chiamarmi Romanuccio,
bistecca di renna imputridita!-
Tino ignorò l’insulto, correndo a cercare il
consiglio della sua famiglia.
-Regalagli un salmone
affumicato.- suggerì
Norvegia.
-Nah…meglio una pulcinella di mare gigante.- si
intromise Islanda.
-Una fornitura a vita di birra danese!- Danimarca,
ovvio.
-Bell’idea! Batti il cinque. Kesesese.- Danimarca e
Prussia si diedero il cinque come due bambini piuttosto idioti.
-Perché invece la birra non ce la beviamo noi?-
suggerì Inghilterra mentre Germania si leccava i baffi
(piuttosto inesistenti,
a dire il vero).
Olanda lo prese sotto braccio con atteggiamento da
cospiratore.
-Io ho roba buona, se può interessarti.-
Belgio lo tirò per un’orecchia, allontanandolo dal
finlandese.
-E voi che c’entrate!?!- chiese Tino rivolto alla
folla di gente.
-C’era bisogno di aiuto, e siamo arrivati noi.-
Una ragazza molto somigliante a Tino si materializzò
in mezzo agli altri, agitando la chioma bionda come una bambina.
-Kolkolkol…perché non gli regali un rubinetto?-
Fu in effetti
proprio un rubinetto quello che Tino tirò al russo.
-Mon ami, devi essere romantico, fagli un regalo che
venga dal cuore.-
-Chi ti ha chiamato in causa, ranocchia gigante?-
sia Tino che Arthur misero a tacere il francese.
-Oppure deve venire da un’altra parte.-
suggerì malizioso Antonio.
-Pastaaaaaaaaaaaaaaaa!!!-
-Feliciano! Stai zitto!- urlarono tutti facendo
piangere il piccolo italiano.
Tino era disperato, non sapeva cosa fare, nemmeno con
tutti quei consigli.
-I’m the hero!- venne annunciato anche l’arrivo
dello scemo del villaggio.
Nella ressa che si venne a
creare, tra Norvegia che
picchiava Danimarca, Carelia che cercava di uccidere Ivan ma Natalia
glielo
impediva, Tino che cercava di aiutare sua sorella nel tentativo e
Giappone
appena arrivato che cercava di mettere pace, Gilbert e Ludwig che
bevevano come
spugne e Feliciano che piangeva tra le braccia di Antonio e Romano
incazzato
nero per la gelosia, Olanda che spacciava strane polverine bianche a
Inghilterra che già vedeva gli unicorni, nessuno si accorse
del club dei pony
rosa che si era raccolto in cerchio sul pavimento, scambiandosi abiti
fatti a
mano e smalti rosa.
Ne facevano parte Feliks (ma va), Liechstein, Toris
(“Io non c’entro niente!”), Shinatti-san
che aveva convinto a partecipare anche
Yao e il piccolo e ben visibile per una volta, Canada.
Oddio, nessuno faceva granché caso a Canada,
finché
all’improvviso una bionda alta quanto Danimarca,
spalancò la porta urlando.
-State zitti, manica di idioti! Canada deve dire una
cosa!-
Tutti ammutolirono di fronte alla sfuriata più unica
che rara di Lapponia.
-Io…io…ecco…- balbettò
Canada.
-Spicciati, Matthew.- lo riprese Tino.
Canada, felice che qualcuno si ricordasse il suo
nome, iniziò a parlare tutto spedito.
-Allora, io penso che Francis abbia ragione. Deve
essere un regalo che venga dal cuore, qualcosa che solo tu puoi
regalargli. Tu
lo conosci meglio di chiunque altro, sai cosa ama, sai cosa lo fa
ridere e cosa
lo fa stare bene. Hai passato tutta la tua vita con lui, metti in
pratica gli
anni di convivenza.-
Tino aveva gli occhi sgranati, non per la sorpresa,
ma perché aveva capito cosa fare.
Corse via, senza nemmeno salutare, lasciando tutti a
bocca aperta. Solo Matt sorrideva contento per aver risolto un problema.
-Tino, sono a casa!- Berwald
entrò nella casa dove
viveva con il finlandese, ma non c’era nessuno. Pensando che
stesse già
dormendo, salì le scale e aprì la porta della
camera da letto.
-Buon compleanno, Su-san.- Tino era disteso sul
letto in una posa altamente sensuale, completamente nudo. Si era
scritto addosso
con la panna “Hyvää
Syntymäpäiva” , e la scritta finiva molto
ma molto in basso
con un cuoricino.
Lo svedese rimase spiazzato, poi si avvicinò e si
chinò sul ragazzo, leccando la panna che aveva sul petto.
-Sai di torta.- mormorò.
-E non hai ancora assaggiato niente.- rispose
malizioso Tino.
Lo prese per la giacca, attirandolo sul letto.
-Non lo vuoi il tuo regalo?- gli domandò.
Berwald non se lo fece ripetere, e si tolse
velocemente gli abiti.
Fecero l’amore con più dolcezza di quanto avessero
fatto
in anni di convivenza. La panna era finita un po’ ovunque, ma
soprattutto sulla
faccia di Berwald.
Tino era sdraiato prono, con la faccia affondata nel
cuscino.
-E questo cos’è?- chiese lo svedese puntando
l’indice sul gluteo destro del ragazzo.
-Un tatuaggio. - rispose calmo lui.
-Quando lo hai fatto?-
-Stamattina.-
Berwald lo abbracciò sorridendo, commosso da quel
gesto che non si sarebbe mai aspettato.
C’era scritto “Rakastan
sinua, Sve”.
Angolino dell'autrice:
Questa è una fanfiction dedicata alla mia co-player, perché è stato grazie a lei se Tino ha avuto tanto successo come pg, e se io ho imparato a ruolare lo devo solo ed esclusivamente a lei. Per Revy, che è un tesoro di ragazza, simpatica, strana, stravagante e presente.
E a El, che ormai qui su EFP avrà centinaia di dediche. Sì, perché Romano è roba sua, e come lo muove lei non lo fa nessunono.
A Tino e Berwald, sperando che la loro storia continui ancora a lungo.