Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Looking at the Rainbow    20/07/2011    6 recensioni
Sarebbe tornato ad Hogwarts, il primo luogo in cui era stato accettato, ma questa volta i suoi amici non ci sarebbero stati. A dirla tutta non c'erano più amici di cui parlare
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Lo sbuffo di un treno e una corsa. Lui, Remus Lupin, doveva prendere per la prima volta l'espresso per Hogwarts, il luogo in cui secondo i genitori e Silente avrebbe ripreso a vivere come tutti gli altri. Era il 1 settembre 1971 e aveva undici anni, ma non era stupido. Sapeva benissimo che una vita normale gli era stata negata anni prima. Si avventurò lungo i corridoi pieni di studenti alla ricerca di uno scompartimento libero, alla fine rinunciando entrò a passo incerto in uno semivuoto; c'era soltanto un ragazzino, basso, un po' grassottello che sembrava più spaventato di lui. "piacere Peter Minus" si presentò timidamente, "Remus Lupin" gli sorrise lui di rimando. La conversazione tra i due risultatò spontanea; Remus scoprì che in fondo non era l'unico ad aver paura di non essere all'altezza delle aspettative altrui e sentì un moto di simpatia ed affetto verso il compagno di viaggio. Il treno era appena partito quando la porta dello scompartimento si aprì di nuovo, mostrando altri due ragazzi, probabilmente della loro età che si sedettero dopo aver chiesto il permesso. Lupin li guardò; il primo alto, con lunghi capelli neri come la pece e occhi di ghiaccio disse di chiamarsi Sirius Black, l'altro invece, con occhiali tondi e capelli incredibilmente spettinati si presentò come James Potter. Dissero di essersi appena conosciuti eppure lui non potè far a meno di pensare che sembravano amici da una vita. La giornata in treno fu per Remus la più bella da molto tempo a quella parte e quando scese si sentiva decisamente più leggero. "

L'immagine cambiò lasciando posto a quella di quattro persone, le stesse di prima, con un paio di anni in più. Si trovavano ad Hogwarts, in riva al lago. Era il giorno in cui Remus, messo alle strette dagli amici, aveva rivelato loro il suo segreto. Ricordava tutto di quel momento, anche i dettagli più insignificanti. "Ebbene sì, è vero. I vostri sospetti sono fondati: sono un lupo mannaro. Ora andatevene, allontanatemi, mettetevi al sicuro. Vi capisco." queste ereano le parole che gli aveva riversato contro con gli occhi lucidi. Loro di tutta risposta l'avevano guardato come se fosse pazzo e poi James aveva parlato "potevi anche dircelo prima però! Sono mesi che studiamo le fasi lunari per essere sicuri quindi penso che mi devi quattro anni di compiti di Astronomia per farti perdonare". La sua risata aveva contagiato anche Sirius e Peter e alla fine lui sconvolto si era unito a loro con le lacrime agli occhi per la felicità; erano ancora lì.

Lo scenario mutò di nuovo. Questa volta si trovava dentro la scuola ed era al quinto anno. Camminava velocemente verso la biblioteca, i Malandrini lo avevano mandato a chiamare dicendogli di sbrigarsi. Un po' di ansia aveva iniziato a pervaderlo mentre si domandava cosa diamine fosse successo e perchè lo volevano in biblioteca di domenica pomeriggio, proprio loro che mettevano piede in quel luogo sì e no una volta l'anno. Appena entrato li aveva visti seduti ad un tavolo in un angolo con una decina di voluminosi libri chiusi davanti che lo guardavano con gli occhi che brillavano e un sorriso soddisfatto sulla faccia. "Ce l'abbiamo fatta Rem, non sarai più solo" gli aveva detto Sirius prima di alzarsi insieme agli altri e trascinarlo fuori ai limiti della Foresta Proibita. Lui li guardava senza afferrare il senso di ciò che stavano facendo, poi all'improvviso li aveva visti trasformarsi in un cervo, un grosso cane nero e un piccolo topolino. Era così che i suoi Malandrini gli avevano rivelato di essere diventati illegalmente Animaghi per stargli accanto anche quando la loro forma umana glielo impediva.

Seguirono una serie di flash sempre più veloci: la loro prima uscita sotto la luna piena, James che gli annunciava di essere riuscito dopo sette anni a conquistare Lily Evans (impresa degna di nota), il loro matrimonio poco dopo la fine della scuola, la nascita di Harry... All'improvviso un freddo glaciale gli entrò fin nelle ossa e dei rumori lo riportarono alla realtà.

Aprì gli occhi capendo di essersi addormentato, ma lo sorprese il buio innaturale in cui si svegliò. Si ricordò di trovarsi sull'espresso per Hogwarts, ancora una volta, come insegnante però. Aveva scelto lui di viaggiare così, gli mancava quel treno perchè gli mancavano i momenti di serenità che ci aveva passato dentro. Le voci di qualche ragazzino gli fecero capire che non era solo nello scompartimento. Sentì un tonfo seguito da due strilli di ragazza.


"chi è là?" chiese la prima voce

"Chi sei tu?" rispose l'altra

"Ginny?"

"Hermione?"

"Che cosa fai qui?" domandò quella che doveva chiamarsi Hermione.

"stavo cercando Ron" ribattè Ginny

"Entra e siediti"

"Non qui! Qui ci sono io" disse un'altra voce, questa volta maschile e vagamente familiare.

"Ahia" gemette un altro.

Lupin decise di interrompere quel baccano per cercare di capire cosa stesse accadendo.

"Silenzio!" escalmò, la voce ancora un po' roca per il sonno interrotto e per il nodo in gola che i suoi sogni gli avevano lasciato.

Con un incantesimo evocò delle fiamme magiche che non bruciavano sulla sua mano e illuminò lo scompartimento. Si guardò intorno; c'erano tre ragazzi e due ragazze, ma uno soltanto catturò la sua attenzione e gli bastò un'occhiata per essere certo che si trattasse di lui...allora quello che Silente gli aveva detto era vero, era uguale a James a parte gli occhi, quelli erano di Lily. Dello stesso verde brillante e con la stessa scintilla di intelligenza.

"restate dove siete" gli ordinò e si avvicinò alla porta, ma prima che riuscisse a raggiungerla si aprì, lentamente, mostrando una figura scura e totalmente ricoperta di stoffa fatta eccezione per una mano grigiastra, viscida e rugosa che tornò a essere nascosta un attimo dopo. Remus guardò il Dissennatore davanti a lui trarre un lungo respiro e si preparò psicologicamente all'ondata di freddo e tristezza che l'avrebbe invaso. Sentì dietro di sé qualcuno cadere, ma non si voltò. Piuttosto cercò come sempre di concentrarsi sui ricordi che poco prima avevano invaso i suoi sogni e con un sorriso malinconico sulle labbra e voce finalmente sicura esclamò "Expecto Patronum!".
Una figura d'argento, un lupo ovviamente, scaturì dalla sua bacchetta e corse incontro al Dissennatore che si dileguò. Solo allora lui si voltò vedendo Harry Potter per terra, che si agitava come in preda ad un incubo terribile. Sapeva che sarebbe stato difficile per lui vedere il figlio di due dei suoi migliori amici e trattarlo come uno studente qualsiasi, ma in quel momento sentiva quasi il bisogno fisico e impellente di avvicinarsi a lui, abbracciarlo e scoppiare a piangere sulla sua spalla. Come se il bambino fosse lui e non Harry. Guardarlo era come rivedere James e Lily, faceva male.

Fortunatamente il ragazzo schiaffeggiato delicatamente dai suoi amici riprese i sensi e lo distrasse.

"Harry! Harry! Ti senti bene?" esclamò una ragazza riccia inginocchiata e dal suono della sua voce Remus riuscì a ricordare che si chiamava Hermione.

"C-che cosa?" mormorò Harry aprendo gli occhi. Era visibilmente scosso e a Lupin quella ricordò la reazione che aveva avuto lui stesso quando si era trovato per la prima volta di fronte ad un Dissennatore. Tutti reagivano male, ma per chi in passato aveva avuto esperienze brutte il gelo, la tristezza e lo sconforto portato dai Dissennatori era cento volte peggio. Ripensò involontariamente alla notte in cui era stato morso..già nessuno dei due aveva avuto un'infanzia facile. Mentre era perso nei suoi pensieri gli altri avevano continuato a parlare probabilmente indagando preoccupati sulle condizioni dell'amico. Vide il ragazzo spiegare con difficoltà che aveva sentito qualcuno urlare e decise di intervenire. Tirò fuori dalla tasca una barra di cioccolata e ne spezzò un pezzo. Lo tese ad Harry "Tieni" disse "Mangia. Ti farà bene"

Harry prese il cioccolato, ma non lo mangiò. Ora il suo sguardo era concentrato su Lupin

" che cos'era quella cosa?" gli chiese

"Un Dissennatore" gli rispose distribuendo a tutti del cioccolato "Uno dei Dissennatori di Azkaban" specificò. Si sentiva osservato quindi ripetè "mangiate. Vi farà bene. Devo andare a parlare con il macchinista, scusate.." Oltrepassò Harry con un ultimo sguardo e si incamminò nel corridoio. Si diresse effettivamente verso il macchinista ripetendo per i corridoi "dentro gli scompartimenti ragazzi. Il viaggio riprenderà tra poco".

La sua testa era però da un'altra parte. Sarebbe tornato ad Hogwarts, il primo luogo in cui era stato accettato, ma questa volta i suoi amici non ci sarebbero stati. A dirla tutta non c'erano più amici di cui parlare. La notizia della fuga di Sirius l'aveva colpito, pensava continuamente a come fosse stato capace di tradire il suo migliore amico, suo fratello anzi. Perchè Sirius ripeteva sempre che il suo unico e vero fratello era James Potter e poi...l'aveva tradito. James era morto, poi Peter era morto, Sirius era perso per sempre e così si era trovato dopo dieci anni di nuovo solo. Certo Silente non l'aveva mai abbandonato, ma non aveva più i suoi amici. La sua vera famiglia. Si rese a mala pena conto di essere arrivato, sentì il macchinista assicurargli che avrebbero ripreso subito il viaggio e decise di tornare nello scompartimento di prima. Aveva giurato una cosa la notte del 1981 in cui aveva perso James e Lily: avrebbe protetto Harry, a costo della vita. Ora aveva la possibilità di iniziare.


Aperta la porta trovò tutti i ragazzi ancora attorno ad Harry con i pezzi di cioccolato in mano. Sorrise vedendoli così uniti e preoccupati e disse ironicamente "non ho messo il veleno in quel cioccolato, sapete..."

Harry parve ricordarsi solo allora di ciò che teneva in mano e ne staccò un morso imitato presto dagli altri. Quando si fu assiurato che tutti avevano mangiato disse "Saremo ad Hogwarts tra dieci minuti" poi guardando il giovane Potter aggiuse "Stai bene, Harry?" l'aveva chiamato per nome istintivamente, ma il ragazzo non si era mostrato sorpreso. Già, era famoso lui. Sicuramente tutti lo riconoscevano al primo colpo guardando la sua fronte, ma non sapeva che lui alla sua fronte non aveva lanciato nemmeno un'occhiata in tutto quel tempo. Il suo sguardo era rimasto sui suoi occhi, i suoi capelli e i suoi gesti che gli riempivano il cuore di nostalgia.

"si" mormorò Harry in risposta. E per il resto del viaggio Remus si tenne fuori dalla conversazione, osservando i ragazzi e lasciandosi prendere nuovamente dai ricordi che quel giorno per vari motivi sembravano essere più nitidi che mai.


Note d'autore:
Salve a tutti! Innanzitutto chiedo CLEMENZA ç.ç è la prima storia che pubblico, venuta fuori in poco tempo. Non avevo in preventivo di scrivere qualcosa su Lupin, ma poi mi è venuto in mente questo tratto del terzo libro e quindi, eccola qui :) Spero vi piaccia e aspetto i vostri commenti, sia positivi che negativi. Sono pronta a tutto!

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Looking at the Rainbow