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Autore: Il Romanticismo Perduto    20/07/2011    1 recensioni
Una tranquilla giornata al mare, una famiglia, il sole, la sabbia...e un secchiello.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La Vita Sulla Pelle'
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Baci Di Sole

Baci Di Sole

 

«Conosco un bel posto.» aveva detto una settimana prima Artemiya, seduta al tavolo di cucina, con una salopette di jeans rosa salmone e le gote rosse, mentre Elisa la guardava dall’altro capo del tavolo con Andrea che si arrampicava su di lei con perizia e dedizione.

«Ci sono andata una volta che avevo diciotto anni…con degli amici, e lì ho pensato che avrei dovuto portarci la mia famiglia, un giorno…» aveva indorato la pillola con un bel sorriso, uno di quelli rossi che sanno di baci. Elisa aveva sorvolato sulle domande di rito – chi erano quegli amici, e se erano amici e basta – ed ora si stava godendo con espressione soddisfatta la luce calda del sole che cadeva di sbieco nella caletta ligure in cui Mia le aveva portate, lei e la loro bambina. Una mezzaluna di sabbia grigio perla, lambita dai flutti vellutati di un mare blu, ombreggiato a tratti dalle proiezione delle chiome lussureggianti dei pini marittimi che, quasi a monito per i turisti, protendevano le loro braccia sulla gola, dall’alto delle rocce rese bianche dal calore solare.

«Andrea, se non metti l’acqua non viene mica. Prendi il secchiello e riempilo un po’, ma fa attenzione…» la voce della sua compagna si alzava alla sua destra, dove era seduta a gambe incrociate coi capelli biondi che cadevano, fluenti, sulle spalle.

Andrea, con il costumino rosa a fragole, aveva preso il secchiello e ora trotterellava verso le ondicelle pacate del mare, così calmo e tranquillo in quella bella giornata di sole estiva. Quel mare blu che tanto Mia amava osservare, mare ligure, mare tempestoso, mare…forte e libero di vita. Scosse la testa, e quando fu sicura che la bambina non cadesse in acqua, Mia si allungò un istante su Elisa, sorridendo, sicura che, oltre le palpebre calate, lei sapesse che stava avvicinandosi, e le baciò con dolcezza il viso.

«Ti piace…?» sussurrò, una mano di Elisa che le metteva a posto il costume, sulla sua pelle lattea che si era subito accesa di rosso per i raggi solari.

«Tanto…» rispose dolce Elisa aprendo un occhio, osservando la donna col suo sorrisino sbieco da ragazza cattiva, tradito dal luccichio della pupilla gioconda di bambina quieta.

«Mamma! Ci aiuti a fare il castello di sabbia?» la vocina fine di Andrea la raggiunse, mentre la piccola sirena zampettava nella sabbia sporcandosi le gambe, umide dagli schizzi marini, portando con difficoltà il secchiello pieno d’acqua. Elisa la guardò arrancare, sorridendo e sistemandosi i Ray-Ban sul setto nasale.

«Certo che sì!» rispose Elisa mettendosi seduta sul telo a gambe incrociate.

«… Ma la mamma non aveva detto di riempirlo solo un po’…?».

Andrea guardò l’acqua e parve pensarci un poco, gli occhi in forte concentrazione, poi iniziò a toglierne con le manine unite a coppa, destando un riso soffice dalle madri.

Artemiya s’alzò per prendere il secchiello e lo sollevò.

«Vieni, ti faccio vedere quanta ne serve…» disse con dolcezza, prendendola per mano e accompagnandola di nuovo verso il mare, dove Elisa la osservò svuotare il secchiello e dirle quanta ne bastava, lei inginocchiata col bikini bianco macchiato da un lato, in ricordo della pesca che era scivolata poche settimane prima e aveva resistito a tanti lavaggi col suo colorito caldo, e Andrea col caschetto rosso che annuiva e sorrideva ammirata, lieta di imparare ancora, e senza vergognarsi di chiedere perché ne bastasse così poco se c’era a disposizione tutta quella distesa blu.

La sua famiglia, la sua vita. Quella bellissima donna che ora era sua moglie, bellezza nordica con cui ha vissuto tante disavventure, come la cicatrice che ancora si poteva notare al ventre, tristo regalo del padre alla sua consorte. Camminava piano, stando al passo della figlia che teneva a due mani il secchiello, felice, sorridendo con sincerità e gaio, la figlia che hanno adottato, sentendola loro ancor prima di averla vista. Amandola ancor prima che lei amasse loro.

Le osservò tornare indietro guardandole con la testa china da un lato, Mia che la guardava ammiccando, che le spruzzò alcune minuscole goccioline gelide sul naso quando Andrea stava sedendosi lì accanto per riempire il secchiello di sabbia.

«Ehi!» fece, accogliendo Mia accanto a sé sul telo, ricevendo un piccolo bacio, stringendo la mano alla sua.

«Dai, renditi utile!» disse scherzosamente la bionda, allungandole un piccolo rastrello di plastica. Elisa la guardò basita, prima di sorridere e avvicinandosi alla figlia, e versarle la sabbia giusta per costruire un castello. Artemiya si perse nel guardarla, scorgendo gli occhi di lei dalla fessura laterale degli occhiali scuri, dolce nei modi e le mani delicate ma allo stesso tempo decisi nel seguire la figlia nella costruzione del suo maniero fatti di sogni umidi e salati come il mare, e malleabili come la sabbia.

«Vedi, la sabbia da sola non basta, perché è friabile e vola via… Se invece aggiungi dell’acqua, la sabbia diventa malleabile…» le diceva con voce calda, battendo la paletta sul secchio rosso, pieno fino all’orlo di sabbia scura. Mia che sfiora la schiena della figlia, calda per il tempo passato sotto il sole. Era così piccola e fragile, candida nella pelle e negli occhi, forte nei capelli.

«È proprio come il destino, Andrea… se aggiungi qualcosa di tuo, se gli dai qualcosa di tuo, lui sarà nelle tue mani…» affermò, lanciando uno sguardo pieno di parole silenziose alla moglie, che l’aveva ascoltata e che ora le stringeva la mano insabbiata e umida.

«Vedi, ora io sto con la mamma perché ho fatto il mio castello di sabbia con lei…» le disse, girando velocemente il barilotto rosso e battendo poco poco.

«E spero tanto che un giorno, anche tu, costruisca il tuo castello di sabbia così… con la persona che ami.» e sollevò piano, partorendo sotto di sé la figura solida e scura di una torre, creando un sorriso e un battito di mani della bambina, guardando il suo capolavoro, fatto con tanta fatica, mentre le due madri si guardarono con uno sguardo carico di emozioni che si sprigionò in un bacio casto, eppure pieno di tutto.

Un bacio sotto il sole.

Per entrambe, un “bacio di sole”.

… e per Andrea, un castello di sabbia.

 

 

   
 
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