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Autore: allegretto    20/07/2011    11 recensioni
Dean (18 anni) è nei guai. John Winchester è furioso.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, John Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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PAURA

 

Dean fissò il suo sguardo oltre alla spalla dell'uomo davanti a lui e provò a respirare normalmente. Si ingobbì per sopportare meglio la successiva ondata di urla e insulti e si chiese brevemente se questo voleva dire che era pronto per essere reclutato nei Marines.

Probabilmente si. L'atteggiamento da sergente dei Marines era il preferito di suo padre. Ogni volta che si cacciava nei guai, quello era l'inizio del trattamento a cui lo sottoponeva. Lui non veniva sgridato e messo in punizione come tutti gli altri; non era così fortunato!

“Da quando tu disobbedisci a un ordine diretto, Dean?”

Dean pensò che era una di quelle domande a cui lui non era concesso di rispondere. Aveva ragione, però.

“Non ti avevo detto di aspettare? Non ti avevo detto di non andare avanti da solo in quella situazione? C'era qualcosa dei miei ordini che non ti erano chiari o non avevi capito?”

Dean deglutì senza pensarci, scambiando una rapida occhiata con suo padre ma desiderò immediatamente non averlo mai fatto. Era meglio non guardare. Si era immaginato sempre di essere uno di quelli che non avrebbero mai accettato la benda sugli occhi davanti al plotone di esecuzione.

Plotone di esecuzione? Ciò suonava come valida alternativa a quel momento...

Dean prese un profondo respiro perchè sembrava che l'ultima domanda richiedesse una risposta. Rivolse di nuovo gli occhi su un punto indistinto sopra la spalla di suo padre e rispose: “No, signore”

Johm Winchester cambiò il tono della sua voce. Dall'urlo al gorgoglio. Oh, questo non era una cosa positiva!

“Così tu sapevi esattamente ciò che io volevo e tu deliberatamente hai disobbedito ai miei ordini?”

Il brontolio in suo padre era pericoloso.... Dean si rese conto di essere nella merda e anche bella spessa!

Non era una domanda, solo un'affermazione quello che aveva detto suo padre prima ma nonostante ciò gli venne l'impeto di rispondergli che se non avesse agito in quel modo, probabilmente sarebbero morti entrambi. Certo se lo avesse fatto si sarebbe fregato con le proprie mani. Era proprio quello che suo padre stava aspettando!

La sua voce sprofondò ma rimase ferma: “Si, signore”

Dean non aveva spesso paura di suo padre. Questa era la diretta conseguenza della sua continua accettazione dei suoi ordini. Passiva, secondo Sam. In effetti, non capiva come facesse suo fratello a mettersi costantemente contro suo padre. Ne accettava le conseguenze, è vero, ma lui non si sarebbe mai messo contro di lui. Conosceva fin troppo bene la forza che metteva John nell'usare la mano destra e quando il proprio fondoschiena entrava in collisione con quella, arrivava a riconsiderare tutto il proprio operato come negativo anche se non avevi fatto nulla di male!

Dean aveva visto lo sguardo di John Winchester diretto a dozzine di mostri. Sapeva senza dubbio che suo padre poteva incenerire con lo sguardo e tanti uomini adulti avevano abbassato gli occhi davanti a lui.

Dean, però, aveva paura del proprio padre?

Non proprio. Comunque non come lo era in quel momento. Più che paura, era terrore! Forse perchè in un casino così grosso non si ci era mai trovato!

Era abituato alla paura. Suo padre gli aveva insegnato a riconoscerla. Era utile perchè ti faceva ragionare e agire con cautela. Era una cosa buona, finchè la riuscivi a controllare. Dean, in quel momento, non sapeva se sarebbe riuscito a gestirla. Il suo cuore gli stava martellando nel petto e stava sudando copiosamente. Probabilmente stava iperventilando e sarebbe stato orrendo svenire come una fanciulla mentre veniva sgridato da suo padre. Sam lo avrebbe preso in giro per l'eternità!

Comunque era sul precipizio, a penzoloni sull'orlo della rabbia paterna. Una piccola spinta e sarebbe caduto nell'abisso.

Dean sapeva senza dubbio di aver disobbedito a suo padre, sapeva che la punizione sarebbe stata lenta e dolorosa, sapeva anche se la meritava. A dire il vero la sua azione non era stata poi così negativa. Aveva ucciso il lupo mannaro, in fondo! Solo che suo padre gli aveva detto di coprire il lato del perimetro da dove la bestia avrebbe potuto fuggire e non di muoversi per andarle inconro e spararle. A bruciapelo!

Ciò, però, non cambiava la situazione. Nonostante avesse più di diciotto anni e cacciasse da più di cinque, non gli era concesso prendere iniziative in solitaria, neanche per il bene della famiglia.

Avrebbe potuto scusarsi e dire le proprie ragioni. Sicuro. Così si sarebbe scavato la fossa con le proprie mani.

Quello accadeva con suo padre: o facevi quello che diceva lui oppure era sbagliato. E lo era tutto ciò che John Winchester diceva che lo fosse. O era bianco o era nero. Nessuna sfumatura di grigio. Questo per preservare lui e soprattutto suo fratello. Punto.

Onestamente era riuscito a sparare al licantropo con calma ed efficienza e di certo era più pericoloso quell'animale di qualunque altro essere umano. Si, a parte quello che gli stava di fronte!

In quel mentre entrò in casa Sam di ritorno dalla biblioteca.

Dean deglutì a vuoto. Proprio quello che non voleva accadesse. Un testimone della sua sventura.

“Sam, vai in camera tua!”, sentenziò John rivolto a suo figlio minore.

Sam scambiò un'occhiata con suo fratello, piantato in mezzo al soggiorno-tinello con un'espressione a metà tra il disperato e il bellicoso.

Il fratello minore aveva inteso che qualcosa fosse andato storto durante la caccia notturna ma non aveva capito quanto fossero gravi le implicazioni e da quanto poteva osservare lo strato di letame nel quale era immerso suo fratello era molto alto e ciò voleva dire una sola cosa: ira paterna al massimo livello!!!

Odiava vedere suo fratello in quelle condizioni. Sapeva anche se fosse intervenuto metteva a rischio il proprio fondoschiena ma anche quello del fratello, il quale non avrebbe mai permesso che lui attirasse su di sé l'ira paterna per salvarlo e soprattutto John Winchester non ammetteva intromissioni quando era in modalità ti sto per uccidere!

Sam, non farmelo ripetere un'altra volta. Fai quello che ti ho detto!”, tuonò suo padre.

Si, signore” esclamò, sconfitto Sam, passando tra suo fratello e suo padre. Avrebbe voluto fare un cenno di incoraggiamento a Dean ma il suo sguardo era perfettamente chiaro: 'togliti dalle palle'

John Winchester attese finchè Sam non ebbe chiuso la porta della sua stanza e poi si diresse alla finestra, guardando fuori. Si passò una mano sul viso e poi tra i capelli. Nonostante che avesse dato un po' di spazio per respirare a Dean e non gli fosse più con il fiato sul collo, la sua rabbia non si era affatto allentata.

Dean sapeva che stava per essere emessa la sentenza ma era conscio che suo padre non avrebbe mai alzato un dito su suo figlio quando era così arrabbiato. Era un 'magnifico figlio di puttana' ma non aveva mai picchiato i suoi figli quando era acceccato dall'ira. Ciò era un bene ma quello non voleva dire che ne avrebbe preso di meno. Anzi!

Cosa diavolo ne faccio di te?”, suo padre parlò con un tono flebile e dimesso quasi come se stesse parlando a se stesso.

Mentre Dean aveva percepito un debole accenno di rassegnazione nel tono paterno, si accorse poi che là non albergava né l'indecisione né la voglia di abbandonare il progetto di addestrare suo figlio come un perfetto soldato.

Improvvisamente suo padre si mosse e in pochi passi fu davanti a suo figlio con gli occhi ancora fiammeggianti dall'ira. Si, John Winchester era assolutamente qualcuno di cui aver paura!

Consegnato! Un mese! Nient'altro che scuola, casa, addestramento! Niente auto! 5 miglia in più di corsa ogni giorno! A partire da adesso. E se decidi di disobbedirmi un'altra volta ti prendo a calci dal posto in cui siamo fino a casa. Sono stato chiaro?”, esclamò il padre, sottolineando ogni parola con una dolorosa spinta del suo dito contro il torace del figlio.

Si, signore”

Dean guardò suo padre, Lui sostenne il suo sguardo. Finalmente lo stava trattando da adulto. Punizioni meritate e tipiche di un adolescente della sua età. Forse si stava rendendo conto che quello che aveva davanti non era un Marine ma solo un ragazzo di diciotto anni cresciuto troppo in fretta e con pesanti responsabilità sulle spalle.

Dean si rilassò impercettibilmente. Errore madornale. Suo padre gli saltò subito alla gola.

Muoviti, Dean. Ora!”

Dean fece un salto, preso alla sprovvista.

Scattò verso la porta di corsa per precipitarsi fuori e correre le 5 miglia appena ordinate anche se era senza scarpe da ginnastica e la tuta.

Ah, Dean...ovviamente stasera prima di andare a letto ti mostrerò cosa vuol dire disobbedire ai miei ordini e sarà mia cura far si che te ne ricorderai nei prossimi giorni!”, esclamò John, bloccando sulla porta un esterefatto Dean.

Mentre si precipitava giù per le scale, Dean si sorprese a sorridere. Se fosse sopravvissuto a quella vita, sicuramente anche a cinquantanni suo padre gli avrebbe fatto il culo a strisce se gli avesse disobbedito, per cui perchè sorprendersi se a diciotto ancora le prendeva come un bimbetto di cinque anni?

Ebbene sì, combatteva mostri e fantasmi, sapeva come ucciderli ma al cospetto della rabbia paterna, accettava qualsiasi cosa, anche dover trattare con un fondoschiena dolorante per più giorni e dover andare a piedi a scuola e dover correre ogni giorno quelle maledette miglia....

  
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