Sono nella
sala d’aspetto.
Tutti
intorno a me è frenetico e veloce, ma io non lo noto.
Mi sembra
di galleggiare.
Ho la
testa vuota, come quando il mare ti porta via tutti i tuoi pensieri,
belli e
brutti, e speri che una volta uscito i tuoi problemi siano rimasti lì,
che
l’acqua li abbia trattenuti.
Ma non è
mai così.
Quando
esci dall’acqua sai perfettamente che i tuoi problemi e le tue
preoccupazioni
sono lì, ad aspettarti, ad aspettare che tu li affronti, sempre a testa
alta.
Always.
Una parola
che per noi ha un grande significato.
Ci saremo
sempre l’uno per l’altra. E ora tu sai che ti amo.
Lo sai,
l’hai sentito bene. O forse lo sapevi già, nel tuo cuore, e adesso so
che anche
tu provi i miei stessi sentimenti.
Ne abbiamo
passate tante insieme.
Dal caso
di tua madre, che ci ha unito di più, al congelamento alla
“bomba sporca” su New York.
Ma eccoci
ancora qui, ancora uniti, perché in questo momento devi essere forte.
So che
lotterai perché sei una combattente.
Non ti sei
mai arresa, e non lo farai neanche adesso.
Non puoi
farlo ora.
Lotta per
me, per il nostro amore.
Tutti mi
raggiungono.
Lanie mi
stringe la mano. So che è preoccupata anche lei.
Ma io devo
non posso cedere, devo essere forte come te.
Questa
volta sono io che devo sorreggere tutti qui dentro.
Prima che
arrivassero un’infermiera è uscita dalla sala operatoria. Mi ha detto
che ci
sono delle complicazioni in atto, ma di stare tranquillo perché sei
seguita
dalla migliore equipe del reparto.
È una
parola stare calmo.
Come
faccio a stare calmo quando io stesso ho visto il sangue? Il tuo sangue.
Non riesco
a stare tranquillo. Sono preoccupato e agitato.
Sento che
mi assale la rabbia. Non è giusto.
Quanto può
soffrire una persona? Perché io non voglio vederti soffrire, non ce la
farei.
Tuo padre
mi raggiunge.
-“Richard,
cosa è successo?”- mi chiede spaventato.
-“I-io…
non… non lo so.”- dico abbassando lo sguardo.
Balbetto.
Mi sento di nuovo in una bolla da cui ho paura di uscire.
Non voglio
affacciarmi alla realtà. Non voglio sapere se dovrò soffrire ancora, se
tu
dovrai soffrire, perché il mio cuore si spezzerebbe.
Cammino
avanti e indietro.
Ormai sono
passate due ore da quando siamo arrivati in ospedale.
Sono
nervoso. Non riesco a fare a meno di osservare quella porta, quella
maledetta
porta che spero che si apra per darmi notizie.
Mia madre
mi dice di andarmi a rinfrescarmi almeno la faccia.
Devo
essere davvero stravolto se mia madre mi dice di andare, e non voglio
che
quando mi rivedrai, vedrai la paura scritta nei miei occhi.
Perché
quando tu ti sveglierai qualsiasi cosa succeda io devo essere lì, a
sostenerti,
ad amarti.
Ritorno
dal bagno appena in tempo, perché una dottoressa esce dalla sala, e in
braccio
ha la mia bambina, un fagottino con una cuffia rosa.
Mi
sorride.
Il mio
cuore manca un battito appena la vedo e la dottoressa mi si avvicina.
-“Complimenti
Signor Castle. È appena diventato padre di una bellissima bambina di
3.250kg.”-
mi dice mettendomi la piccola in braccio.
-“Stiamo
portando sua moglie in camera. Ci sono state delle complicazioni
durante il
parto. C’è stato un distacco parziale della placenta per questo ha
avuto
l’emorragia. Ora, per arrestare l’emorragia siamo stati costretti ad
effettuare
un cesareo. Non dovrebbero esserci altre complicazioni, ma per qualche
giorno
preferirei tenere sua moglie in osservazione.”- mi dice gentile.
Non ho
capito molto, ma ciò che più mi preme è vedere Kate.
La
ringrazio e dopo mi giro verso l’altra mia bambina per farle conoscere
la sua
sorellina.
Tutti
respirano dopo ciò che ha detto la ginecologa.
Guardo
Jim. Eh beh, ora è nonno Jim.
-“Vai da
lei Rick. Io la vedrò più tardi. Ora ha bisogno della sua famiglia!”-
Annuisco.
Non me lo faccio ripetere due volte.
Entro
silenziosamente.
Ha gli
occhi chiusi, ma la mia presenza la desta dal suo torpore.
Sicuramente
è ancora un po’ scossa dal tutto.
Ha avuto
paura, si è spaventata a morte quando ha visto il sangue, pensava di
perdere la
nostra bambina. Non poteva soffrire di nuovo.
Era presto
per il parto, mancavano ancora tre settimane, ma Johanna ha avuto
fretta di
nascere.
Le sorrido
e lei mi sorride in rimando quando vede che in braccio ho la piccola
Johanna.
-“Guarda
chi c’è! Saluta la mamma, Johanna!”-
Kate mi
sorride ancora e io le porgo la bimba.
La culla
fra le sue braccia, sussurrandole qualcosa al piccolo orecchio, come se
lei
potesse già comprendere le sue parole.
Sono
bellissime.
È una
visione stupenda, la mia Kate madre della mia bambina.
Non potrei
desiderare altro al mondo.
Le sfioro
la tempia con un bacio.
-“Come ti
senti?”- le chiedo.
-“Stremata.
Ma sono felice, Rick. Questa è la nostra famiglia, io, tu, Johanna e
Alexis.”-
La bacio.
Un bacio tenero ma pieno di amore, per quella nostra nuova vita
insieme, ora
più felici che mai.
-“Kate… I love
you. I love you, Kate.”-
-“I love you too, Rick.”-
ANGOLO MIO: Ma ciao!!!
eccomi qui! questa volta con una shot!!
dite la verità... vi sembrava un'altra ff
sul finale di stagione vero??! hehehehe no mi ero ripromessa di non
scrivere nulla su quel finale, in parte perchè lo adorato così ke
secondo me nn ha bisogno di cambiamenti, in parte perchè non sono più
riuscita a guardarlo.. il mio cuore non regge sia per la scena
dell'hangar sia quando il cecchino spara a Kate! ç___ç
ecco questa è una delle shot che ha
imparato a fare la muffa nel mio pc.. mi pare fosse stata scritta
subito dopo il finale... ed è nata proprio dal titolo...appunto il
titolo è preso da una canzone dei 'Tazenda' (ebbene sì, sono sarda e
certe loro canzoni, x quanto loro cantino in logudorese, noi nn le
capiamo, mi piacciono parecchio, soprattutto 'Phonetic Illusion').. e
qnd ho letto il titolo ho pensato: e se creassi qualcosa che sembra una
cosa ma è un'altra??! e questo è il risultato!! xD
ok, mi pare di aver detto tutto!
grazie mille a chi leggerà e chi avrà voglia di farmi sapere cosa ne pensa..
ovviamente grazie mille a tutti coloro che stanno leggendo e recensendo 'Do You Wanna Play? Let's Play!"...
uno sbaciotto grande a tutti!
Mari_Rina24 ;>