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Autore: Tharon    20/07/2011    1 recensioni
Quello che accade quando la sera si ripensa a tutto quello che è successo durante la giornata, è proprio ciò che ho introdotto in questo capitolo. "Basta trovare 5 minuti liberi, mettersi davanti allo specchio e parlare con se stessi, ipotizzando che la propria immagine sia una persona con cui si ha appena fatto conoscenza"... (Prego i lettori di piccoli commenti, dubbi, domande e consigli per questo e per i capitoli successivi).
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chi sono io?

Chi sono io? Beh, molto semplicemente potrei dire di essere un ragazzo di quasi 19 anni che ha appena finito la scuola superiore, un liceo scientifico con sperimentazione linguistica, e vi assicuro che non è stata una passeggiata, non sono molto alto, ho i capelli castano scuri, gli occhi marroni e la carnagione abbastanza scuretta.

Ma no, non intendo come sono fisicamente; ma come sono di carattere! Non ci avevo mai pensato.. Come sono effettivamente di carattere? Non è una domanda molto facile. Se dovessi seguire di pari passo ciò che Pirandello scriveva nel suo testo “Uno, nessuno e centomila”, effettivamente non potrei descrivermi con certezza. Gli altri sicuramente avrebbero un'altra opinione, penserebbero qualcosa di diverso su di me, anche delle piccole varianti, o proprio dei sostanziali cambiamenti.

Tuttavia non deve essere così difficile descriversi: basta trovare 5 minuti liberi, mettersi davanti allo specchio e parlare con se stessi, ipotizzando che la propria immagine sia una persona con cui si ha appena fatto conoscenza.

Ma partiamo proprio da questo: io farei conoscenza con me stesso? Beh.. per prima cosa, sicuramente non comincerei un discorso con uno come me. Non mi bloccherei, che so io, alla fermata dell'autobus intavolando un discorso, seppur stupido che sia. Non mi chiederei nemmeno l'ora se proprio devo essere sincero. Non ho le credenziali per essere un ipotetico “personaggio da conversazione”. Non ho abbastanza charme da attrarre a me assolutamente nessuno. Nessuna ragazza si girerebbe per guardarmi quando mi vede passare. Amo essere semplicemente me stesso e preferisco non indossare abiti all'ultima moda, non tenere i pantaloni bassi per sfoggiare le mie nuove mutande di Kalvin Klein, o portare occhiali di colori sgargianti per far dire alla gente “Oddio ma va come è vestito quello!!”. Non posso dire di vivere nell'anonimato, assolutamente no perchè ho molti amici con cui rido, scherzo, parlo, ma non sono un tipo che comincia un discorso con uno sconosciuto.. nemmeno se quello sconosciuto dovessi essere IO. La mia timidezza mi fermerebbe; la paura di sbagliare delle parole, di balbettare, di dire qualcosa di assolutamente fuori luogo, o priva di significato. Effettivamente ora che ci penso non so nemmeno io perchè sono timido, o come dicono i bambini “vergognoso”. Pure alle recite dell'asilo cercavo sempre di scegliere ruoli inutili, come l'albero, o il sasso, o la classica pecora nel recital del Santo Natale. Forse adesso che sono un po' più grande cerco di buttarmi alle spalle la mia timidezza e di lanciarmi nella mischia, fare nuove conoscenze, anche dire cose assolutamente prive di senso! Ma non sono sempre stato così. O meglio, sono ancora adesso come ero 15 anni fa, ma cerco di mascherarlo..

Ma torniamo al discorso principale. Farei amicizia con uno come me? Bah.. Che bella domanda.. Potrei chiedere alle persone che mi stanno attorno, potrei chiedere a mia madre, a mio padre, a mia sorella. O forse sarebbe molto più utile chiederlo alla mia ragazza! Ecco, credo che la persona con cui condivido tutto nella vita da oramai 8 mesi sia da far diventare santa quando muore. Spesso mi chiedo dove trova la forza di sopportare tutto il giorno, tutti i giorni uno come me. Noi litighiamo molto spesso, anche per cose stupidissime. Basta pensare che oggi abbiamo litigato perchè lei si vuole iscrivere a Kick Boxing e io non sono molto dell'idea. Temo che un giorno mi tornerà a casa piena di muscoli ovunque e violenta peggio di un uomo. Ed è stata orribilmente fantastica la scenata che le ho fatto! Dopo aver discusso per ore ho preso tutto e sono andato via da casa sua. Ero così nervoso che avrei spaccato la faccia anche a una vecchietta se solo mi avesse chiesto l'ora! Eppure, mentre ero in macchina, sentivo che qualcosa dentro di me mi stava dicendo che stavo sbagliando. Io so quali sono i miei sentimenti. So quello che provo per lei; e so che anche se un giorno dovesse farmi davvero tanto male, io continuerò ad amarla. Chiamatemi scemo, chiamatemi “sottone”, chiamatemi come volete, ma io senza di lei, senza la persona che, unica in tutta la mia vita, mi ha reso davvero felice, non riuscirei a restare nemmeno un secondo. Ho fermato la macchina in un paesino vicino a casa sua, ho comprato un pacchetto di sigarette e mi sono seduto alla fermata del pullman per fumare. Ma sentite questa.. Oggi devo proprio aver superato me stesso. Ero quasi in lacrime, perchè quando sono agitato, triste e malinconico allo stesso tempo, mi viene questa sensazione di depressione. Mi avvicino a una signora che era seduta proprio di fianco a me e le dico: «Senta, è vero che lei non mi conosce e io non conosco lei. Volevo solo un valido aiuto. Sono appena scappato via da casa della mia ragazza altrimenti le avrei spaccato la faccia da tanto mi ha fatto arrabbiare. Lei cosa dice? Devo tornare o devo andare direttamente a casa mia aspettando che mi richiami?». Mi ricordo solo che sperai con tutto me stesso che mi dicesse “Torna subito da lei”. Io volevo già farlo, avevo solo bisogno di una certezza in più. E infatti accadde proprio quello che avevo chiesto. E così tornai indietro, abbracciai la mia ragazza e finalmente tutto tornò come prima. Ma ero anche contento perchè oggi sono riuscito a superare me stesso: ho abbattuto la mia timidezza parlando con una perfetta sconosciuta, e avevo riottenuto la mia donna.

Volete un mio difetto? Ve lo servo su un piatto d'argento. Sono categoricamente geloso! Ovviamente per quello che riguarda la mia ragazza! Purtroppo ho la strana e fortunatamente rara capacità di temere che qualsiasi essere umano appartenente al genere maschile sia considerabile come ipotetica “minaccia”. Un giorno sono entrato in un fioraio per comprare un mazzo di fiori alla mia dolce metà, e ho scelto delle rose gialle. Al che la fioraia mi dice: «Rose gialle, amore geloso!». Affermai.. e sapevo benissimo anche che cosa mi avrebbe detto successivamente: la gelosia è un brutto vizio, limiti le persone, non fai si che possano esprimersi e agire come credono. Ero già pronto insomma a sorbirmi una bella e lunga ramanzina! Tuttavia la fioraia si girò verso di me, sorrise, e disse: «Sai, senza gelosia non esiste l'amore. Se tu non fossi geloso della tua ragazza, vorrebbe dire che non la ami con tutto te stesso! Quando stasera le regalerai questo mazzo di rose, ricordale da parte mia che è una ragazza davvero fortunata!». Non so se la Marcella, la fioraia, mi avesse detto ciò solo perchè mi conosceva, o davvero perchè lo pensasse, ma porto con me la sua frase fin dal giorno in cui me lo ha detto. E' qualcosa di prezioso per me, come uno scudo contro gli attacchi alla mia gelosia! Ma effettivamente ammetto che spesso risulto essere troppo pesante. Forse io e la mia ragazza dovremmo venirci incontro a vicenda: io dovrei essere un po' più sciolto e rilassato, lei dovrebbe riuscire a limitarsi da sola. Chissà..

Questi erano solo dei miei pensieri.. Sapete, sono qui seduto per terra in corridoio con il computer sulle gambe davanti allo specchio. Sto parlando con me stesso, con la mia anima forse, o probabilmente qualcuno dirà che sono così stupido che sto solo perdendo tempo e sto parlando da solo. Eppure forse c'è una remota possibilità che io riesca a fare amicizia con me stesso. C'è la possibilità che riesca a diventare quel “personaggio da conversazione” di cui parlavo prima. Penso che la frase “nessuno deve permettersi di criticarmi” sia un'assoluta cavolata. Le critiche vanno accolte in maniera costruttiva, servono per mettersi in discussione, per dire “Ma sto sbagliando io o no?”. Magari un giorno cambierò totalmente, diventerò così estroverso che farò amicizia anche con le famose vecchiette alla fermata dell'autobus. Ma per ora sono solo io, Andrea. L'unico mio grande desiderio è che la gente riesca a riconoscere non solo i miei difetti, ma anche quelle che sono le mie qualità.

(Pensieri, Tharon)
  
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