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Autore: Faust_Lee_Gahan    20/07/2011    9 recensioni
"Zio Greg, mi racconti una storia?"
Sherlock/John - Accenni Mycroft/Lestrade
Per il compleanno di ginnyx.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Lestrade , Mycroft Holmes , Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: My Fairy Tale

Summary: “Zio Greg, mi racconti una storia?”

Pairing: Sherlock/John – accenni di Mycroft/Lestrade

Words: 2727 (Holy Crap! °°)

Rating: di un Verde da far paura

Desclaimers: Non sono miei. … Davvero?! O.o

Notes: Ispirata alla 7xo2 di Scrubs, La mia Principessa. So LOL!




My Fairy Tale


I grew up on the street. No, not the hood, the Sesame Street!”

(JD)



A Lestrade piaceva molto andare a trovare sua sorella; adorava soprattutto quando suo nipote Alec, un cosino piccolo così, gli occhi scuri grandi e i capelli arruffati, lo costringeva a raccontargli una favola prima di dormire.
Quella sera non era diverso.
<< Zio Greg, mi racconti una storia? >> chiese facendogli posto nel lettino.
Lui gli si sistemò vicino mentre sua sorella gli lanciava un'occhiata sorridente.
<< Allora, c'era una volta un ispettore di Scotland Yard molto molto bravo- >>
<< Gregory! >> lo interruppe sua sorella dalla porta << Ha quattro anni! Niente storie di polizia! >>
Zio e nipote sbuffarono all'unisono. << Va bene. >> concordò l'ispettore di Scotland Yard molto molto bravo, facendo uscire la sorella molto molto cattiva.
<< Allora, dove eravamo? >>

C'era una volta, tanto tempo fa, un grande villaggio chiamato Londinium.
Ai confini del villaggio la Principessa era stata attaccata da un mostro ed ora giaceva addormentata. Per svegliarla, occorreva sconfiggere questa orribile creatura, ma nessuno, nemmeno la Strega chiamata a soccorrerla ne era in grado. Così la Strega si rivolse al suo fedele amico, il Cavaliere Valoroso.


<< Elizabeth Swardson, dodici anni. E' stata ferita al petto, probabilmente con un'arma da fuoco. >> elencò Sally incolore << Apparentemente tentato suicidio. Adesso è in coma. >>
Lestrade sospirò. << Dodici anni... Si riprenderà? >>
<< Vuoi sul serio che ti risponda? >>
<< Va bene. Dobbiamo chiamarlo. >>
Sally gesticolò contrariata. << Mi chiedo se dobbiamo proprio, visto che la bambina è- >>
<< Sì, lo so, Sally. Appunto per questo! >>
Rimasero a guardarsi qualche secondo, finché Lestrade non si decise a fare quella telefonata che gli costava ogni volta sempre più in orgoglio e carriera.

Il Cavaliere comprese che per battere il terribile mostro occorrevano poteri magici ben superiori a quelli che possedeva la Strega, e perciò decise di chiedere aiuto all'essere più potente del villaggio: lo Stregone.

<< Spero che sia importante! >> disse Sherlock riversando tutto il suo solito ed immancabile buon umore su di lui.
<< Lascialo perdere, Lestrade. >> lo rassicurò John facendo capolino sulla soglia del 221B.

Lo Stregone era alto, pallido e incuteva timore a tutti. L'unico che riuscisse a sopportarlo era il suo fido Apprendista, dall'aspetto bonario e rassicurante.
“La Principessa è stata attaccata da un temibile mostro ed ora giace dormiente!” esclamò il Cavaliere “Dovete aiutarci a risvegliarla!”
“Portateci da Sua Maestà!”
Il Cavaliere eseguì, e lì lo Stregone e il suo fedele Apprendista lottarono contro il mostro.
“Preparati a morire, coso informe!” urlò lo Stregone
Lanciò un incantesimo, ma non appena il mostro sembrò distruggersi, si ricompose!

Oh!” esclamò lo Stregone “Questa è una novità!”
A nulla valsero gli altri incantesimi, sempre più potenti, che egli lanciava: il mostro rinasceva ogni volta.
“Adesso basta!” disse lo Stregone “Per sconfiggere questo orribile mostro, dobbiamo addentrarci nella Foresta Proibita!”


<< Non serve! >> intervenne Anderson << Abbiamo già esaminato tutto quello che c'era da esaminare. Non capisco, rientrando in quella casa, come tu possa- >>
<< Non è una novità, Anderson: tu che non capisci cose chiare come il Sole. >> lo interruppe Sherlock, facendo sogghignare di gusto il dottore.
<< E' chiaramente un tentato suicidio! >> replicò Sally
<< No, non è chiaro per niente! >> s'innervosì il consulente investigativo << Perché a dodici anni una ragazza dovrebbe voler morire? Non è neanche un quarto della vita media di un londinese medio! >>
<< Sherlock. >>
L'ammonizione venne direttamente da John, appoggiato ad una parete. Lui lo guardò.

“Non alzate la voce, siamo al cospetto della Principessa.”
Lo Stregone sostenne lo sguardo grigio e freddo in quello azzurro del suo amico e poi annuì.
Il Cavaliere si stupiva sempre del modo in cui si guardavano. Avevano un'affinità tale da essere palpabile, un'affinità che nella sua vita aveva constatato solo tra quei due. Quei due individui così diversi, diametralmente opposti.
A stupirlo era anche quell'assurdo ascendente che l'Apprendista aveva sullo Stregone: egli non ascoltava altri che lui, non accettava consigli che da lui, non considerava altri degni della sua presenza che lui.

<< Ma, zio- >>
<< Alec. Segui la storia. >>
<< … Va bene. >>
Mentre però lo Stregone stava per illustrare quale fosse il suo piano per salvare la Principessa, fu turbato dalla comparsa di un misterioso quanto affascinante personaggio: il Consigliere Reale.


<< Mycroft, che diavolo ci fai qui? >> ringhiò Sherlock

<< Sono passato a vedere come procedevano le indagini. >> rispose lui affabile << Sai chi è la bambina, vero fratellino? >>

<< Sì, lo so. E anche se non lo avessi saputo non me ne sarebbe fregato niente! >>
Mycroft fece una smorfia, che Lestrade memorizzò come “adorabilmente schifata”.
<< Siamo particolarmente irritabili, vedo. E dal momento che John è qui... >> si voltò un momento per osservarlo, poi come illuminato ritornò sul fratello.
<< Voi due avete- >>
<< NO! >> strillarono all'unisono i due coinquilini.

“No, è chiaro.” disse lentamente il Consigliere “Ma è successo qualcosa tra di voi, nevvero?”
“Ora capisco la tensione!” esclamò l'Idiota del villaggio, guadagnandosi un'occhiataccia da tutti i presenti.
“Tu e la Strega andate a fare ricerche e cercate di non copulare nel frattempo!” gracchiò irritato lo Stregone, che da tempo aveva indovinato la loro relazione.
“Non andiamo da nessuna parte se l'ordine non arriva direttamente dal Cavaliere!” rispose fiera la Strega.

<< Zio? >>
<< Sì, Alec? >>
<< Che cosa significa “copulare”? >>
<< … Te lo spiego un'altra volta, tanto non è importante! >>
“Ora.” continuò lo Stregone lanciando occhiatacce in giro “Riprendendo il mio discorso, meramente interrotto dall'Idiota, io e il mio fido Apprendista dobbiamo addentrarci nella Foresta Proibita, per cercare l'unico oggetto al mondo che può uccidere il mostro: il Medaglione d'Oro.”
“Ma il Medaglione d'Oro non esiste! E' solo una favola per bambini!”
“Certo che esiste, brutto Idiota! Ti avevo detto di sparire! ALAKAZAM!”

<< Ben gli sta! >>
Il Medaglione d'Oro, come aveva fatto notare, per una volta giustamente, l'Idiota del villaggio prima di sparire in una nuvola di fumo, era un oggetto leggendario, forse davvero inesistente.
“Stregone, sarà pericoloso!” esclamò preoccupato il Valoroso Cavaliere “Quelle terre sono di proprietà del malvagio e potente Lord Nero!”
Il Lord Nero era un perfido mago, che terrorizzava il villaggio a suon di malefici e stregonerie.
“Non avrò paura finché ci sarà il mio fidato Apprendista con me.” asserì convinto “Gli affiderei la mia stessa vita!”


Mycroft e Lestrade si guardarono un attimo, poi guardarono John – arrossì, fissandosi intensamente i piedi - e infine Sherlock – la faccia della pace e della calma.
<< Cosa c'è? Cos'ho detto? >> chiese rendendosi conto di essere osservato.
<< Niente. >> rispose il DI, mentre Mycroft sogghignava senza pudore.
<< Niente che non sapessimo già. >> aggiunse
Fu la volta del Cervellone di fissarli.
<< Andiamo a indagare, John. >> sputò astioso scuotendo la testa
<< Sherlock. State attenti! Ti ripeto, potrebbe essere pericoloso. >> li avvertì Lestrade << Lo sapete che casa è quella... >>
<< Sì, lo sappiamo. Grazie. Addio. Ciao. >>
E se ne andò, in un turbinio di cappotto nero e incomprensione.
<< Tre a uno che oggi quei due si mettono insieme! >> propose Lestrade
<< Secondo me no. >> replicò Mycroft << Non sono ancora pronti mentalmente a una cosa così ovvia. >>
<< Stai dicendo che le uniche persone che non sanno che Sherlock ama John sono Sherlock e John? >>
Mycroft annuì convinto e gli sorrise.

“Cercate, cercate, Apprendista! Il Medaglione è qui, ne sono certo! Non state osservando abbastanza!”
Erano ormai nella Foresta Proibita da un po', ma del Medaglione neanche l'ombra. E quello era l'ennesimo rimprovero che riceveva.
“Ma insomma, Stregone! Si può sapere che cosa vi è preso?” chiese nervoso l'Apprendista “Oggi siete persino più irritante del solito! Ed è un po' di tempo anzi che lo siete!”
“Doveva suonare come un complimento?”
“Assolutamente no!”
Lo Stregone tacque per un momento, poi sospirò e si decise a parlare.
“Mi confesso: ho l'impressione che ci sia qualcosa in sospeso tra noi due.”
In effetti qualcosa in sospeso c'era. Vedi, i nostri due eroi avevano dei trascorsi...
… Dei
torbidi trascorsi...
“Intendete forse riferirvi a quello che è successo una trentina di giorni or sono?” chiese l'Apprendista
“Esatto. Quando voi avete tentato di baciarmi.” replicò tranquillo lo Stregone
L'Apprendista si bloccò in mezzo al sentiero dove si erano incamminati e lo fissò sbalordito.
“Come osate asserire una cosa del genere?”

<< Io avrei tentato di baciare te?! >> esclamò John << Hai sognato! >>
<< Davvero? >> Sherlock smise di esaminare una serie di medaglie d'oro in quella che doveva essere una specie di Sala dei Trofei, o simile, di quell'enorme casa, e lo guardò << Ricorda esattamente com'è andata la cosa. E cerca di essere realista, John. >>
John stava per replicare con tutto lo sdegno che aveva in corpo che in effetti
ricordava com'era andata la cosa, ma non poté, a causa di un improvviso dolore alla nuca e un quanto mai imprevisto svenimento.

Quando l'Apprendista aprì gli occhi, si rese conto di essere in una segreta, incatenato al muro, prigioniero! Si voltò e constatò che il suo Stregone aveva subito la stessa sorte e fissava la porta della loro cella con aria accigliata.
“Dove siamo?” gli chiese
“Nelle segrete del castello del perfido Lord Nero, amico mio.” rispose lui risoluto “Sono certo che è stato lui a creare il malvagio mostro che tiene addormentata la Principessa!”
“Ma perché mai l'avrebbe fatto?”
“Questo non riesco a comprenderlo.” rivelò a malincuore lo Stregone.
“Moriremo?”
“E' probabile. Ed è tutta colpa vostra!” lo accusò
“Mia?!”
“Se non aveste messo in mezzo quell'assurdo discorso, io non mi sarei distratto e avrei impedito al Lord di farci prigionieri!”
“Non siete altro che uno sbruffone e un egocentrico!” gli disse
“E voi un nano e un idiota!” rispose
“Ah sì? Bene!”
“Benissimo!”
Si scrutarono malissimo per un po', in silenzio, prendendo consapevolezza della terribile sorte cui erano destinati e del loro infantile comportamento.
“E va bene. Avete ragione voi!” esclamò all'improvviso lo Stregone voltandosi verso di lui. “Sono stato io a tentare di baciarvi.”
Doveva essergli costata molto tale ammissione, pensò l'Apprendista, visto che il suo amico era così orgoglioso.
“Tuttavia potrei affermare...” disse allora, solo un po' incerto “... che lo desideravamo entrambi.”
I due si guardarono per un lungo istante.
<< Alec, perché ti stai mangiando le unghie? >>
<< Sono teso! Continua! >>

“Pensate che quel quasi-bacio avesse un qualche significato?” chiese poi l'Apprendista
“Non lo so.” ammise lo Stregone “Per scoprirlo, forse dovremmo-”
Ma prima che potessero dire o fare alcunché, una voce risuonò tra le mura.
“E' giunta la vostra ora!”


<< Lord Swardson. Buonasera. >> salutò educatamente Sherlock

Era un tipo bassino, quasi calvo, dall'aria sudaticcia e aveva uno sguardo inquietante ora che si vedeva scoperto.

<< Avete capito che ero io, non è vero? >> disse guardando la pistola che aveva in mano << Non mi stupisco. >>

<< Il movente mi era chiaro, fino a poco fa. >> ammise Sherlock, sistemandosi per quanto poteva sulla sedia dove era legato << Credevo riguardasse l'eredità che suo fratello ha lasciato qualche mese fa alla piccola Elizabeth che, essendo minorenne, è finita sotto la sua custodia. >>

Lui non disse niente. Non annuì né scosse la testa.

<< Ma non è così, vero? >> continuò Sherlock scrutandolo

<< Ho sempre educato io quella bambina. >> balbettò il Lord << Suo padre aveva troppo lavoro e c'era pochissimo. Io avevo provveduto affinché fosse perfetta... Doveva essere la più brava... Un esempio per tutti. Vedete questi trofei? >>

Si girò guardandosi intorno, sempre più inquietante.

<< Li ha vinti tutti lei. Sempre il primo posto. >> continuò con tono fiero

All'improvviso si bloccò e si voltò verso di loro, adombrandosi.

<< Ma nelle ultime gare che faceva finiva sempre al secondo o al terzo posto. Finché all'ultima non si è nemmeno piazzata. Io sono andata fuori di testa e... >>

<< Le ha sparato? >> mormorò John, sconvolto

<< No... Lei ha cominciato a urlare, ha preso la mia pistola dal cassetto, ha fatto fuoco sulla foto di famiglia e poi si è sparata. >> Sbatté le palpebre e li guardò. << A quel punto sono scappato. L'ambulanza l'ha chiamata qualcuno della servitù. >>

John guardò Sherlock e si rese conto che era riuscito a liberarsi dai nodi della corda, e, scambiando un'occhiata, seppe cosa fare.

<< E così ha perso tutto. >> parlò nel tentativo di distrarlo <>

Lui alzò la testa e mise a fuoco John. Quegli occhi vitrei lo trapassarono e lui ebbe un fremito di paura. Gli puntò la pistola addosso.


NON PROFERITE VERBO!” urlò il Lord Nero “E' vero! Ho creato quel mostro per avere tutto il regno per me, invece che dividerlo con quella mocciosa! Va bene?”

Guardate, Stregone!” esclamò l'Apprendista “Quello è il Medaglione d'Oro!”

Ed eccolo lì: l'oggetto leggendario che avrebbe salvato la Principessa giaceva appeso al collo del perfido Lord!

Esatto! E non l'avrete mai!”

Il Lord Nero lanciò un incantesimo sull'Apprendista, ma lo Stregone, ormai libero dalle catene, lanciò un incantesimo addosso al suo nemico, facendo deviare la magia.

L'Apprendista cadde a terra, dolorante, e lo Stregone apostrofò il cattivo così: “Dammi il Medaglione d'Oro, maledetto! Non hai scampo: quando la Principessa si sveglierà, sarai cacciato via per sempre da queste terre!”

Il Lord Nero, capendo che non c'era più nulla che potesse fare, si sfilò il Medaglione dal collo e lo porse allo Stregone. “E va bene! Prendilo!”


Dopo aver aggredito Swardson e aver deviato il colpo, Sherlock corse da John, ora che il Lord era fuori gioco, e appurò che la ferita era solo superficiale.

<< Mi dispiace. >>

I due si voltarono. Lord Swardson si era rialzato e aveva cacciato una piccola pistola chissà da dove. Eppure Sherlock gliel'aveva presa durante la colluttazione!

<< Adesso tutti sapranno del mio fallimento. >>


Ti è andata bene, Lord Nero! Se avessi fatto male al mio Apprendista ti avrei come minimo trasformato in un rospo!” esclamò lo Stregone “E adesso sparisci!”


E prima che potessero fare qualcosa, si puntò la pistola alla tempia.

<< Io sparisco. >> disse fermo, e sparò.


Ed egli sparì in una nuvola di fumo, e nessuno sentì più parlare di lui.

Lo Stregone e l'Apprendista tornarono di corsa dalla Principessa e con il potere del Medaglione il mostro fu distrutto.


<< Ci pensi, Sherlock? >> fece John, mentre il suono vicino dell'ambulanza rimbombava nelle orecchie di entrambi << Una stupida medaglia d'oro l'avrebbe salvata da tutto questo. >>

Sherlock annuì. << Stai bene? >> chiese

<< Ho passato giornate migliori. Ma anche di peggiori. E per colpa tua! >>

<< Intendi le giornate migliori o le peggiori? >>

John parve rifletterci un momento su.

<< Entrambe. >> rispose infine, sorridendo malgrado tutto.

Sul volto di Sherlock apparve un sorriso uguale al suo.


Così tornò la pace a Londinium e il Cavaliere Valoroso riprese il suo viaggio.

Il Consigliere tornò a occuparsi delle faccende del regno.

L'Idiota e la Strega erano più innamorati che mai, con sommo disgusto dello Stregone.

Lo Stregone e l'Apprendista decisero che quel quasi bacio non significava niente, perché in definitiva, erano idioti tutti e due.

<< E la Principessa? >>

<< Tu che dici, Alec? >>

Visse per sempre felice e contenta.


<< Bella storia, zio! >> esclamò Alec stropicciandosi gli occhi.

<< Adesso dormi, piccolo. Ci vediamo presto. Notte. >> salutò Lestrade scoccandogli un bacino sulla fronte.

<< Buonanotte. >>

Lestrade uscì dalla stanza e trovò sua sorella seduta per terra. << Allora? >> chiese << E' così che è andata? La bambina si è svegliata? >>

Gregory sospirò e si sedette accanto a lei.

<< Diciamo che è così che mi piace raccontarla. >>





Notes, again:

Ok, sta cosa ce l'avevo pronta da MESI! Ma non avevo il coraggio di postarla XD Mi sono detta: “Giu', al limite ti copriranno di insulti e ti ritirerai in un angolino a piangere disperata! Cosa vuoi che succeda?” XD Spero di non farlo, comunque!

A tirare fuori il suddetto coraggio è stato il compleanno di ginnyx, a cui è dedicata la fanfic in toto! Un ringraziamento particolare a rosmy90 che quotidianamente è costretta a subirsi le mie follie. Grazie. <3

Il nome del nipotino bellissimo di Greg, Alec, è un chiaro riferimento al personaggio interpretato da Rupert Graves in Maurice. Lo so che non è la prima volta che ve ne parlo, ma cavolo è stupendo il libro, è stupendo il film, è stupendo tutto!

La Merchant-Ivory dovrebbe pagarmi per tutta questa pubblicità.

Tenetelo presente Alec, perché ho intenzione di farlo tornare... +sghignazza+

Vabbeh, spero che la storia sia stata carina e comprensibile! ^^' Magari nella parte della colluttazione è un po' casinara: il Lord punta la pistola contro John e spara, ma Sherlock gli si butta addosso, deviando il colpo, e gli prende la pistola. Noterete poi che il movente dell'istigazione al suicidio cambia dalla realtà alla favola, perché come cavolo avreste spiegato voi a un bimbetto di quattro anni il film mentale del Lord??

Il nome della povera tizietta è inventato su due piedi, la sua storia è ispirata a quella narrata in Sangue – La morte non esiste, altro film bellissimo che vi straconsiglio!

E direi che con questo ho finito! ^^

Ci si risente presto, gente. E' una minaccia!

  
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