Titolo: My Fairy Tale
Summary: “Zio Greg, mi racconti una storia?”
Pairing: Sherlock/John – accenni di Mycroft/Lestrade
Words: 2727 (Holy Crap! °°)
Rating: di un Verde da far paura
Desclaimers: Non sono miei. … Davvero?! O.o
Notes: Ispirata alla 7xo2 di Scrubs, La mia Principessa. So LOL!
My Fairy Tale
“I grew up on the street. No, not the hood, the Sesame Street!”
(JD)
A
Lestrade piaceva molto andare a trovare sua sorella; adorava
soprattutto quando suo nipote Alec, un cosino piccolo così,
gli occhi scuri grandi e i capelli arruffati, lo costringeva a
raccontargli una favola prima di dormire.
Quella sera non era
diverso.
<< Zio Greg, mi racconti una storia? >>
chiese facendogli posto nel lettino.
Lui gli si sistemò
vicino mentre sua sorella gli lanciava un'occhiata sorridente.
<<
Allora, c'era una volta un ispettore di Scotland Yard molto molto
bravo- >>
<< Gregory! >> lo interruppe sua
sorella dalla porta << Ha quattro anni! Niente storie di
polizia! >>
Zio e nipote sbuffarono all'unisono. << Va
bene. >> concordò l'ispettore di Scotland Yard molto
molto bravo, facendo uscire la sorella molto molto cattiva.
<<
Allora, dove eravamo? >>
C'era una volta, tanto tempo
fa, un grande villaggio chiamato Londinium.
Ai confini del
villaggio la Principessa era stata attaccata da un mostro ed ora
giaceva addormentata. Per svegliarla, occorreva sconfiggere questa
orribile creatura, ma nessuno, nemmeno la Strega chiamata a
soccorrerla ne era in grado. Così la Strega si rivolse al suo
fedele amico, il Cavaliere Valoroso.
<< Elizabeth
Swardson, dodici anni. E' stata ferita al petto, probabilmente con
un'arma da fuoco. >> elencò Sally incolore <<
Apparentemente tentato suicidio. Adesso è in coma. >>
Lestrade
sospirò. << Dodici anni... Si riprenderà? >>
<<
Vuoi sul serio che ti risponda? >>
<< Va bene.
Dobbiamo chiamarlo. >>
Sally gesticolò contrariata.
<< Mi chiedo se dobbiamo proprio, visto che la bambina è-
>>
<< Sì, lo so, Sally. Appunto per questo! >>
Rimasero a guardarsi qualche secondo, finché Lestrade non
si decise a fare quella telefonata che gli costava ogni volta sempre
più in orgoglio e carriera.
Il Cavaliere comprese
che per battere il terribile mostro occorrevano poteri magici ben
superiori a quelli che possedeva la Strega, e perciò decise di
chiedere aiuto all'essere più potente del villaggio: lo
Stregone.
<< Spero che sia importante! >>
disse Sherlock riversando tutto il suo solito ed immancabile buon
umore su di lui.
<< Lascialo perdere, Lestrade. >> lo
rassicurò John facendo capolino sulla soglia del 221B.
Lo
Stregone era alto, pallido e incuteva timore a tutti. L'unico che
riuscisse a sopportarlo era il suo fido Apprendista, dall'aspetto
bonario e rassicurante.
“La Principessa è stata
attaccata da un temibile mostro ed ora giace dormiente!”
esclamò il Cavaliere “Dovete aiutarci a
risvegliarla!”
“Portateci da Sua Maestà!”
Il Cavaliere eseguì, e lì lo Stregone e il suo
fedele Apprendista lottarono contro il mostro.
“Preparati a
morire, coso informe!” urlò lo Stregone
Lanciò
un incantesimo, ma non appena il mostro sembrò distruggersi,
si ricompose!
“Oh!”
esclamò lo Stregone “Questa è una novità!”
A
nulla valsero gli altri incantesimi, sempre più potenti, che
egli lanciava: il mostro rinasceva ogni volta.
“Adesso
basta!” disse lo Stregone “Per sconfiggere questo
orribile mostro, dobbiamo addentrarci nella Foresta Proibita!”
<<
Non serve! >> intervenne Anderson << Abbiamo già
esaminato tutto quello che c'era da esaminare. Non capisco,
rientrando in quella casa, come tu possa- >>
<< Non è
una novità, Anderson: tu che non capisci cose chiare come il
Sole. >> lo interruppe Sherlock, facendo sogghignare di gusto
il dottore.
<< E' chiaramente un tentato suicidio! >>
replicò Sally
<< No, non è chiaro per niente!
>> s'innervosì il consulente investigativo <<
Perché a dodici anni una ragazza dovrebbe voler morire? Non è
neanche un quarto della vita media di un londinese medio! >>
<<
Sherlock. >>
L'ammonizione venne direttamente da John,
appoggiato ad una parete. Lui lo guardò.
“Non
alzate la voce, siamo al cospetto della Principessa.”
Lo
Stregone sostenne lo sguardo grigio e freddo in quello azzurro del
suo amico e poi annuì.
Il Cavaliere si stupiva sempre del
modo in cui si guardavano. Avevano un'affinità tale da essere
palpabile, un'affinità che nella sua vita aveva constatato
solo tra quei due. Quei due individui così diversi,
diametralmente opposti.
A stupirlo era anche quell'assurdo
ascendente che l'Apprendista aveva sullo Stregone: egli non ascoltava
altri che lui, non accettava consigli che da lui, non considerava
altri degni della sua presenza che lui.
<< Ma, zio-
>>
<< Alec. Segui la storia. >>
<< …
Va bene. >>
Mentre però lo Stregone stava per
illustrare quale fosse il suo piano per salvare la Principessa, fu
turbato dalla comparsa di un misterioso quanto affascinante
personaggio: il Consigliere Reale.
<< Mycroft, che diavolo ci fai qui? >> ringhiò Sherlock
<< Sono passato a vedere come procedevano le indagini. >> rispose lui affabile << Sai chi è la bambina, vero fratellino? >>
<<
Sì, lo so. E anche se non lo avessi saputo non me ne sarebbe
fregato niente! >>
Mycroft fece una smorfia, che Lestrade
memorizzò come “adorabilmente schifata”.
<<
Siamo particolarmente irritabili, vedo. E dal momento che John è
qui... >> si voltò un momento per osservarlo, poi come
illuminato ritornò sul fratello.
<< Voi due avete-
>>
<< NO! >> strillarono all'unisono i due
coinquilini.
“No, è chiaro.” disse
lentamente il Consigliere “Ma è successo qualcosa tra di
voi, nevvero?”
“Ora capisco la tensione!”
esclamò l'Idiota del villaggio, guadagnandosi un'occhiataccia
da tutti i presenti.
“Tu e la Strega andate a fare ricerche
e cercate di non copulare nel frattempo!” gracchiò
irritato lo Stregone, che da tempo aveva indovinato la loro
relazione.
“Non andiamo da nessuna parte se l'ordine non
arriva direttamente dal Cavaliere!” rispose fiera la Strega.
<<
Zio? >>
<< Sì, Alec? >>
<< Che
cosa significa “copulare”? >>
<< …
Te lo spiego un'altra volta, tanto non è importante! >>
“Ora.”
continuò lo Stregone lanciando occhiatacce in giro
“Riprendendo il mio discorso, meramente interrotto dall'Idiota,
io e il mio fido Apprendista dobbiamo addentrarci nella Foresta
Proibita, per cercare l'unico oggetto al mondo che può
uccidere il mostro: il Medaglione d'Oro.”
“Ma il
Medaglione d'Oro non esiste! E' solo una favola per bambini!”
“Certo
che esiste, brutto Idiota! Ti avevo detto di sparire! ALAKAZAM!”
<<
Ben gli sta! >>
Il Medaglione d'Oro, come aveva fatto
notare, per una volta giustamente, l'Idiota del villaggio prima di
sparire in una nuvola di fumo, era un oggetto leggendario, forse
davvero inesistente.
“Stregone, sarà pericoloso!”
esclamò preoccupato il Valoroso Cavaliere “Quelle terre
sono di proprietà del malvagio e potente Lord Nero!”
Il
Lord Nero era un perfido mago, che terrorizzava il villaggio a suon
di malefici e stregonerie.
“Non avrò paura finché
ci sarà il mio fidato Apprendista con me.” asserì
convinto “Gli affiderei la mia stessa vita!”
Mycroft
e Lestrade si guardarono un attimo, poi guardarono John –
arrossì, fissandosi intensamente i piedi - e infine Sherlock –
la faccia della pace e della calma.
<< Cosa c'è?
Cos'ho detto? >> chiese rendendosi conto di essere
osservato.
<< Niente. >> rispose il DI, mentre Mycroft
sogghignava senza pudore.
<< Niente che non sapessimo già.
>> aggiunse
Fu la volta del Cervellone di fissarli.
<<
Andiamo a indagare, John. >> sputò astioso scuotendo la
testa
<< Sherlock. State attenti! Ti ripeto, potrebbe essere
pericoloso. >> li avvertì Lestrade << Lo sapete
che casa è quella... >>
<< Sì, lo
sappiamo. Grazie. Addio. Ciao. >>
E se ne andò, in un
turbinio di cappotto nero e incomprensione.
<< Tre a uno che
oggi quei due si mettono insieme! >> propose Lestrade
<<
Secondo me no. >> replicò Mycroft << Non sono
ancora pronti mentalmente a una cosa così ovvia. >>
<<
Stai dicendo che le uniche persone che non sanno che Sherlock ama
John sono Sherlock e John? >>
Mycroft annuì convinto
e gli sorrise.
“Cercate, cercate, Apprendista! Il
Medaglione è qui, ne sono certo! Non state osservando
abbastanza!”
Erano ormai nella Foresta Proibita da un po',
ma del Medaglione neanche l'ombra. E quello era l'ennesimo rimprovero
che riceveva.
“Ma insomma, Stregone! Si può sapere
che cosa vi è preso?” chiese nervoso l'Apprendista “Oggi
siete persino più irritante del solito! Ed è un po' di
tempo anzi che lo siete!”
“Doveva suonare come un
complimento?”
“Assolutamente no!”
Lo Stregone
tacque per un momento, poi sospirò e si decise a parlare.
“Mi
confesso: ho l'impressione che ci sia qualcosa in sospeso tra noi
due.”
In effetti qualcosa in sospeso c'era. Vedi, i nostri
due eroi avevano dei trascorsi...
… Dei torbidi
trascorsi...
“Intendete forse riferirvi a quello che è
successo una trentina di giorni or sono?” chiese
l'Apprendista
“Esatto. Quando voi avete tentato di
baciarmi.” replicò tranquillo lo Stregone
L'Apprendista
si bloccò in mezzo al sentiero dove si erano incamminati e lo
fissò sbalordito.
“Come osate asserire una cosa del
genere?”
<<
Io avrei tentato di baciare te?! >> esclamò John <<
Hai sognato! >>
<< Davvero? >> Sherlock smise di
esaminare una serie di medaglie d'oro in quella che doveva essere una
specie di Sala dei Trofei, o simile, di quell'enorme casa, e lo
guardò << Ricorda esattamente com'è andata la
cosa. E cerca di essere realista, John. >>
John stava per
replicare con tutto lo sdegno che aveva in corpo che in effetti
ricordava com'era
andata la cosa, ma non poté, a causa di un improvviso dolore
alla nuca e un quanto mai imprevisto svenimento.
Quando
l'Apprendista aprì gli occhi, si rese conto di essere in una
segreta, incatenato al muro, prigioniero! Si voltò e constatò
che il suo Stregone aveva subito la stessa sorte e fissava la porta
della loro cella con aria accigliata.
“Dove siamo?”
gli chiese
“Nelle segrete del castello del perfido Lord
Nero, amico mio.” rispose lui risoluto “Sono certo che è
stato lui a creare il malvagio mostro che tiene addormentata la
Principessa!”
“Ma perché mai l'avrebbe
fatto?”
“Questo non riesco a comprenderlo.”
rivelò a malincuore lo Stregone.
“Moriremo?”
“E'
probabile. Ed è tutta colpa vostra!” lo
accusò
“Mia?!”
“Se non aveste messo in
mezzo quell'assurdo discorso, io non mi sarei distratto e avrei
impedito al Lord di farci prigionieri!”
“Non siete
altro che uno sbruffone e un egocentrico!” gli disse
“E
voi un nano e un idiota!” rispose
“Ah sì?
Bene!”
“Benissimo!”
Si scrutarono malissimo
per un po', in silenzio, prendendo consapevolezza della terribile
sorte cui erano destinati e del loro infantile comportamento.
“E
va bene. Avete ragione voi!” esclamò all'improvviso lo
Stregone voltandosi verso di lui. “Sono stato io a tentare di
baciarvi.”
Doveva essergli costata molto tale ammissione,
pensò l'Apprendista, visto che il suo amico era così
orgoglioso.
“Tuttavia potrei affermare...” disse
allora, solo un po' incerto “... che lo desideravamo
entrambi.”
I due si guardarono per un lungo istante.
<<
Alec, perché ti stai mangiando le unghie? >>
<<
Sono teso! Continua! >>
“Pensate che quel
quasi-bacio avesse un qualche significato?” chiese poi
l'Apprendista
“Non lo so.” ammise lo Stregone “Per
scoprirlo, forse dovremmo-”
Ma prima che potessero dire o
fare alcunché, una voce risuonò tra le mura.
“E'
giunta la vostra ora!”
<< Lord Swardson. Buonasera. >> salutò educatamente Sherlock
Era un tipo bassino, quasi calvo, dall'aria sudaticcia e aveva uno sguardo inquietante ora che si vedeva scoperto.
<< Avete capito che ero io, non è vero? >> disse guardando la pistola che aveva in mano << Non mi stupisco. >>
<< Il movente mi era chiaro, fino a poco fa. >> ammise Sherlock, sistemandosi per quanto poteva sulla sedia dove era legato << Credevo riguardasse l'eredità che suo fratello ha lasciato qualche mese fa alla piccola Elizabeth che, essendo minorenne, è finita sotto la sua custodia. >>
Lui non disse niente. Non annuì né scosse la testa.
<< Ma non è così, vero? >> continuò Sherlock scrutandolo
<< Ho sempre educato io quella bambina. >> balbettò il Lord << Suo padre aveva troppo lavoro e c'era pochissimo. Io avevo provveduto affinché fosse perfetta... Doveva essere la più brava... Un esempio per tutti. Vedete questi trofei? >>
Si girò guardandosi intorno, sempre più inquietante.
<< Li ha vinti tutti lei. Sempre il primo posto. >> continuò con tono fiero
All'improvviso si bloccò e si voltò verso di loro, adombrandosi.
<< Ma nelle ultime gare che faceva finiva sempre al secondo o al terzo posto. Finché all'ultima non si è nemmeno piazzata. Io sono andata fuori di testa e... >>
<< Le ha sparato? >> mormorò John, sconvolto
<< No... Lei ha cominciato a urlare, ha preso la mia pistola dal cassetto, ha fatto fuoco sulla foto di famiglia e poi si è sparata. >> Sbatté le palpebre e li guardò. << A quel punto sono scappato. L'ambulanza l'ha chiamata qualcuno della servitù. >>
John guardò Sherlock e si rese conto che era riuscito a liberarsi dai nodi della corda, e, scambiando un'occhiata, seppe cosa fare.
<<
E così ha perso tutto. >> parlò nel tentativo di
distrarlo <
Lui alzò la testa e mise a fuoco John. Quegli occhi vitrei lo trapassarono e lui ebbe un fremito di paura. Gli puntò la pistola addosso.
“NON PROFERITE VERBO!” urlò il Lord Nero “E' vero! Ho creato quel mostro per avere tutto il regno per me, invece che dividerlo con quella mocciosa! Va bene?”
“Guardate, Stregone!” esclamò l'Apprendista “Quello è il Medaglione d'Oro!”
Ed eccolo lì: l'oggetto leggendario che avrebbe salvato la Principessa giaceva appeso al collo del perfido Lord!
“Esatto! E non l'avrete mai!”
Il Lord Nero lanciò un incantesimo sull'Apprendista, ma lo Stregone, ormai libero dalle catene, lanciò un incantesimo addosso al suo nemico, facendo deviare la magia.
L'Apprendista cadde a terra, dolorante, e lo Stregone apostrofò il cattivo così: “Dammi il Medaglione d'Oro, maledetto! Non hai scampo: quando la Principessa si sveglierà, sarai cacciato via per sempre da queste terre!”
Il Lord Nero, capendo che non c'era più nulla che potesse fare, si sfilò il Medaglione dal collo e lo porse allo Stregone. “E va bene! Prendilo!”
Dopo aver aggredito Swardson e aver deviato il colpo, Sherlock corse da John, ora che il Lord era fuori gioco, e appurò che la ferita era solo superficiale.
<< Mi dispiace. >>
I due si voltarono. Lord Swardson si era rialzato e aveva cacciato una piccola pistola chissà da dove. Eppure Sherlock gliel'aveva presa durante la colluttazione!
<< Adesso tutti sapranno del mio fallimento. >>
“Ti è andata bene, Lord Nero! Se avessi fatto male al mio Apprendista ti avrei come minimo trasformato in un rospo!” esclamò lo Stregone “E adesso sparisci!”
E prima che potessero fare qualcosa, si puntò la pistola alla tempia.
<< Io sparisco. >> disse fermo, e sparò.
Ed egli sparì in una nuvola di fumo, e nessuno sentì più parlare di lui.
Lo Stregone e l'Apprendista tornarono di corsa dalla Principessa e con il potere del Medaglione il mostro fu distrutto.
<< Ci pensi, Sherlock? >> fece John, mentre il suono vicino dell'ambulanza rimbombava nelle orecchie di entrambi << Una stupida medaglia d'oro l'avrebbe salvata da tutto questo. >>
Sherlock annuì. << Stai bene? >> chiese
<< Ho passato giornate migliori. Ma anche di peggiori. E per colpa tua! >>
<< Intendi le giornate migliori o le peggiori? >>
John parve rifletterci un momento su.
<< Entrambe. >> rispose infine, sorridendo malgrado tutto.
Sul volto di Sherlock apparve un sorriso uguale al suo.
Così tornò la pace a Londinium e il Cavaliere Valoroso riprese il suo viaggio.
Il Consigliere tornò a occuparsi delle faccende del regno.
L'Idiota e la Strega erano più innamorati che mai, con sommo disgusto dello Stregone.
Lo Stregone e l'Apprendista decisero che quel quasi bacio non significava niente, perché in definitiva, erano idioti tutti e due.
<< E la Principessa? >>
<< Tu che dici, Alec? >>
Visse per sempre felice e contenta.
<< Bella storia, zio! >> esclamò Alec stropicciandosi gli occhi.
<< Adesso dormi, piccolo. Ci vediamo presto. Notte. >> salutò Lestrade scoccandogli un bacino sulla fronte.
<< Buonanotte. >>
Lestrade uscì dalla stanza e trovò sua sorella seduta per terra. << Allora? >> chiese << E' così che è andata? La bambina si è svegliata? >>
Gregory sospirò e si sedette accanto a lei.
<< Diciamo che è così che mi piace raccontarla. >>
Notes, again:
Ok, sta cosa ce l'avevo pronta da MESI! Ma non avevo il coraggio di postarla XD Mi sono detta: “Giu', al limite ti copriranno di insulti e ti ritirerai in un angolino a piangere disperata! Cosa vuoi che succeda?” XD Spero di non farlo, comunque!
A tirare fuori il suddetto coraggio è stato il compleanno di ginnyx, a cui è dedicata la fanfic in toto! Un ringraziamento particolare a rosmy90 che quotidianamente è costretta a subirsi le mie follie. Grazie. <3
Il nome del nipotino bellissimo di Greg, Alec, è un chiaro riferimento al personaggio interpretato da Rupert Graves in Maurice. Lo so che non è la prima volta che ve ne parlo, ma cavolo è stupendo il libro, è stupendo il film, è stupendo tutto!
La Merchant-Ivory dovrebbe pagarmi per tutta questa pubblicità.
Tenetelo presente Alec, perché ho intenzione di farlo tornare... +sghignazza+
Vabbeh, spero che la storia sia stata carina e comprensibile! ^^' Magari nella parte della colluttazione è un po' casinara: il Lord punta la pistola contro John e spara, ma Sherlock gli si butta addosso, deviando il colpo, e gli prende la pistola. Noterete poi che il movente dell'istigazione al suicidio cambia dalla realtà alla favola, perché come cavolo avreste spiegato voi a un bimbetto di quattro anni il film mentale del Lord??
Il nome della povera tizietta è inventato su due piedi, la sua storia è ispirata a quella narrata in Sangue – La morte non esiste, altro film bellissimo che vi straconsiglio!
E direi che con questo ho finito! ^^
Ci si risente presto, gente. E' una minaccia!