Giornate lunghe e afose, con un
sole accecante, con l'asfalto che tremolava dal calore, in tante piccole
pozzanghere all'orizzonte. E lungo la strada, alberi fiancheggiavano quel lungo
itinerario estivo. Comodamente seduti in macchina, mentre qualcuno suonava alla
radio, mentre i dj cambiavano musica in continuazione, tra una chiacchiera e
l'altra. E tu che svogliatamente (o era passione?) ti giravi e guardavi fuori
dal finestrino, e vedevi quei campi appena coltivati, e più lontano, le
inconfondibili colline marchigiane. Appezzamenti di terreni dei più vari
colori, arlecchini della terra. E mentre il vento ti sferzava il viso, e con
una mano battevi a ritmo di musica sulla portiera, quasi un gangster anni 70,
ripensavi e ripensavi a com'era bello tutto quello, come ti sentivi pieno.
E mentre il sole calava lento
all'orizzonte, dipingendo pennellate di rosso scuro sulle nuvole in quella
grande tavola azzurra, giravi ancora lo sguardo dall'altra parte, verso il
mare. Il mare che era talmente grande, che quasi non vedevi il confine tra cielo
e acqua. E quasi ti veniva da chiederti se in effetti ci fosse o meno...
Sembrava una cosa unica, una cosa sola, imponente e magica come non mai. E si
vedevano navi, in lontananza, forse crociere. E più vicino l'acqua del moto
ondoso che si infrangeva sugli scogli in prossimità della riva. Alzando bianche
spume...
E quando magari si camminava
sulla battigia, in quelle ore che non sapevi bene se era ancora giorno, o era
sera; ma non importava, perchè quello che contava era camminare, sentire i tuoi
piedi nudi schiacciare la sabbia sottile e fradicia sotto di te, e l'acqua
salata del mare che te li abbracciava di tanto in tanto... Come un bacio
timoroso ma passionale. E quel leggero venticello, che sempre s'alzava, che ti
scompigliava i capelli, che ti faceva socchiudere gli occhi, ma anche
sorridere, perchè guardavi i capelli degli altri, il mare, la spiaggia, il
sole, le nuvole, il cielo che s'imbruniva... E ti veniva da stare in pace con
tutto. E c'erano bambini che giocavano nella sabbia, inzaccherati di terra fino
ai capelli, ma ridevano e si facevano la guerra con pistole ad acqua... Acqua
salata, naturalmente. E tu camminavi, ogni tanto testa bassa per vedere se ci
fossero conchiglie che avrebbero potuto farti male, e poi rialzavi lo sguardo,
e spensierato e con quel sorriso appena nato, ci si guardava attorno; ed era
quello il momento migliore della giornata, era quello l'attimo in cui ci si
sentiva a contatto con la purezza dell'aria e della natura in generale. E il
rumore del mare, quello scroscìo incessante, rassicurante... Che di notte si
trasformava in dolce ninna nanna, e t'addormentavi cullato da quel rumore così
ripetitivo ma mai veramente noioso. Un rumore di vita...
E tu con la tua timidezza che
pensavi non dovessi mai aver bisogno di conoscere nessuno, che stavi benissimo
già con te stesso e basta... Stupide bugie. La verità che non volevi accettare
era quella che non avevi abbastanza coraggio di vivere la vita appieno. Ti
accontentavi... Ma forse è stato lo stesso bello e indimenticabile. Forse
quelle passeggiate da solo ti aiutavano a maturare, a sentirti più grande... E
nella tua testa formulavi pensieri che mai avresti fatto se tu non fossi stato
solo con te stesso.
E in tempi come questi ti viene
da ripensare a quei momenti... Che non torneranno mai più, per sempre. Ma essi
sono sempre lì, nella tua mente, a portata di ricordo... E tu ricordi, certo, è
facile... Ma alle volte fa male, alle volte senti il cuore che batte troppo
forte, a volte il respiro si fa più stentato, mentre singhiozzi ti riempiono
l'anima. A volte ripensare a certe giornate, ripensare a certe persone,
ripensare a una parte di te che è vissuta in certi momenti... Ti fa stare male.
Ma contemporaneamente dà un piacere assoluto... Perchè ti accorgi che riesci
ancora a immaginarti in quei posti, immaginarti mentre parli con persone che
non ci sono più, o almeno non sono più come erano quelle volte. Sono momenti in
cui non riesci a pensare a tutte le altre brutture... Il momento felice e pieno
di vita fa sbiancare gli altri ricordi, che al confronto paiono quasi futili.
Quando si era ancora abbastanza
piccoli, anche se non lo si ammetteva... Quando si era ancora fragili, quasi
che un piccolo sbuffo di vento potesse farci cambiare rotta, e deviarci dal
nostro viaggio prestabilito.
Ma un viaggio prestabilito non
l'avevamo, nessuna scadenza signori, oh no, niente, si viveva alla giornata, e
l'estate poteva sembrare infinita, o comunque talmente lunga che settembre
pareva essere lontano anni luce da quei momenti... Crescendo ci si carica di
responsabilità, e si comincia a chiedersi cosa vogliamo veramente fare della
nostra vita. Oh, ma siamo fragili anche adesso, siamo fragili anche a 40
anni... Non fraintendete. Solo che da piccoli quando si era fragili, ci si
metteva in un angolo seduti, con le ginocchia raccolte sul petto, e si
piangeva... Singhiozzi sconquassanti, il più delle volte per capricci o
incomprensioni coi genitori. Volevi far loro del male, volevi andartene... E
più grande avresti voluto ammazzarli, più grande avresti voluto "mandare
affanculo tutto", da grande.. eh sì, sono momenti in cui vorresti quasi
morire, mentre invece sono quelli in cui impari a vivere. Sono momenti che
fanno riflettere, ah, che età sbandata. Crescere è sinonimo di problemi... E
spesso in questa età si guarda al passato, e si pensa anche solo per pochi
istanti a come si è cambiati da allora, e inevitabilmente ci accorgiamo che
siamo sì cambiati, però in peggio.
Non c'è più magia in questi anni,
non c'è più allegria e sonore risate leggere come piume che solleticano un
piccolo mento.
Quegli anni sono andati per
sempre... E, cristo, ora si va avanti e basta, di quei giorni ci resterà per
sempre il ricordo... Quei giorni, quelle ore, quei minuti, quegli istanti
resteranno sempre con noi, sempre a portata di mano, nel caso volessimo evadere
per un po' dalla grigia realtà di ogni giorno. Dove spesso non siamo noi
veramente, dove spesso conduciamo una vita dettata da quello che gli altri
vogliono vedere di noi, dove spesso ci sentiamo tristi e soli.
Ma ragazzi, la vita è così.
Benvenuti nel mondo adulto...
...E là, quel gabbiano solca il
cielo terso
sopra a un mare roboante e
immenso
e io seduto sulla spiaggia del
mondo
mi ritrovo a viaggiare
nell'irreale
e fumoso pianeta dei miei ricordi.