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Autore: Anna Veronica    21/07/2011    1 recensioni
Questa Fan Fiction è il mio primo esperimento, cioè prima di pensare ad un finale o sviluppo alternativo di Utena la mia mente aveva fantasticato su molte altre serie ma questa mi ha preso in una tale maniera che non ho potuto non metterla per iscritto.
Questa FF può essere considerata sia una OOC che una AU, tratta del rapporto tra Wakaba e Saionij. I personaggi sono stati completamente stravolti sia per quanto riguarda l'anime che il manga, la scuola potrebbe apparire simila ma viene privata di tutte le "stanezze" che la Saito ci aveva abituato. Utena è insieme a Touga ma per sapere come si svilupperà la loro storia dovrete attendere un'altra FF...
Buona lettura e siate clementi con i commenti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cinque anni dopo...

 

La pioggia continuava a cadere, sembrava formare delle piccole cascate sui vetri delle finestre, guardandola Wakaba pensò che fosse esattamente come nei film. Dal suo appartamento nel quartiere di Soho guardava le strade che già pullulavano di taxi gialli, già... come se quella città si fermasse per dormire, in realtà New York non riposa mai, non spegne mai le sue luci sfavillanti ma anche il suo continuo metterti alla prova.
La ragazza passò una mano dietro la nuca, non era ancora abituata a quel taglio sbarazzino, quasi da maschiaccio, si guardò intorno, il piccolo appartamento era nel caos più totale, libri, vestiti ovunque e qualche cartone di pizza ancora aperto vicino al secchio dell'immondizzia; senza pensare nemmeno per un secondo a mettere in ordine prese il cappotto che era appoggiato alla sedia, infilò degli stivaletti con il tacco e corse giù dalle scale, anche se trovare un taxi libero con quel tempo non era impresa semplice aspettò pazientemente fino a che una di quelle deliziose macchine giallo-arancio le si fermò davanti. Appena si sedette su quei sedili di pelle ormai logora un signore sulla sessantina si girò chiedendo la destinazione, allora Wakaba con un sorriso solare disse: "al JFK per favore!" e senza fare altre domande l'uomo partì a tutta velocità.

 

Intanto su un 747 dell'Amercan Airlines Saionij si godeva quella visione a cui mai, in tutti quegli anni si era abituato, quelle nuvole che pian piano si diradavano e lasciavano intravedere un pullulare di città... la costa atlantica si stava ormai avvicinando.
Controllò per l'ennesima volta nella tasca dei pantaloni e lo ritrovò lì, quel cofanetto per il cui contenuto aveva speso una fortuna, ma diamine se ne era valsa la pena, per lei tutto valeva la pena.
Vide comparire sul vetro del finestrino alcune goccioline d'acqua e subito gli venne in mente quel giorno di ormai... Mio dio erano già passati cinque anni.
Quell'estate era stata in assoluto la più romantica che avesse mai vissuto, la passarono per la maggior parte insieme, poi era iniziato l'anno scolastico ed era andato così bene che la borsa di studio era arrivata a metà anno. Poi c'era stato Berkley, che posto meraviglioso quello, nel quale aveva imparato ad amare ancora di più la chimica e la matematica; ormai era all'ultimo anno e finalmente si sarebbe laureato, ma come amava ripetere sempre Wakaba "con lo sguardo rivolto verso il domani" che in questo caso voleva dire l'MIT a Boston, che per sua fortuna era a solo due ore o poco più di macchina da New York.Non era stata sempre rose e fiori, le relazioni a distanza sono una seccatura mostrosa, però in un modo o nell'altro lui era lì, che quasi non ce la faceva più a rimanere seduto su quel sedile, che ripassava a memoria quelle tre parole...

 

Il Boing747 Proveniente da Los Angeles... Wakaba non rimase ad ascoltare nemmeno tutto l'avviso, si diresse a passo spedito verso lo scalo in cui sapeva arrivavano sempre gli aerei continentali provenienti dalla California. Chissà se l'avrebbe riconosciuta con quel taglio, pensando ciò passò le dita per l'ennesima volta tra i capelli mettendone qualche ciocca dietro le orecchie.
Certo che anche lei ne aveva fatta di strada, studiare a New York era quasi impensabile anni prima, ma grazie ai suoi sforzi e ad una buona borsa di studio era riuscita ad entrare all'università di quella meravigliosa città, tra un anno se tutto si sarebbe svolto secondo i piani avrebbe preso la laurea in Lettere, ripensandoci le venne da sorridere.
Mentre la ragazza era persa in questi suoi pensieri le porte scorrevoli cominciarono ad aprirsi, ci furono gridolini, urla di goia, risate, persone che si abbracciavano e alcune che piangevano, in tutto questo Saionij cercava di farsi strada come poteva, anche se non gli dispiaceva quella confusione, adorava le sale d'aspetto e quella degli arrivi negli areporti.
Ad un tratto la vide, non era bastato il taglio alla garconne e il fatto che fosse ancora girata di spalle, lui l'aveva riconosciuta comunque, e quando finalmente anche lei si era voltata quei suoi occhi marrone chiaro si erano illuminati: Saionij lasciò cadere la misera borsa che costituiva il suo bagaglio e le corse incontro, abbracciandola sentì il suo cuore palpitare forsennatamente e inspirò a fondo il profumo vellutato della sua pelle. - Volevi non farti riconoscere?- disse lui passandole delicatamente una mano tra i capelli arruffati, allorchè lei tirò fuori la lingua come in segno di presa in giro e poco dopo aggiunse: - Anche tu però.- infatti i capelli lunghi di Saionij erano stati tagliati a dir poco in modo drastico, erano lunghi si e no qualche centimetro nella nuca, mentre erano un pò più lunghi ai lati e all'altezza della fronte, con quel taglio aveva ancora di più i lineamenti perfetti.
Tenendosi per mano stavano per imboccare l'uscita dell'areoporto quando il ragazzo si sentì tirare per i pantaloni, si voltò e vide una bambina che teneva in mano una scatolina rossa, quando la riconobbe divenne tutto rosso, intanto però la bambina, non mostrando un minimo di timidezza gli si era avvicinata e gliel'aveva porsa, fu allora che Saionij colse al balzo l'occasione e prendendo in braccio la bambina le disse: - Oh, ma questa non è mia.- disse rigirando la confezione. E la bambina con una vocina acuta disse: - e di chi è?- allora il ragazzo guardò dritto negli occhi Wakaba per poi rivolgersi ancora alla sua piccola amica e le disse: - Penso sia sua, gliela potresti dare per favore? - allora le piccole mani paffutelle si allungarono verso quelle di Wakaba, che intanto aveva già le lacrime agli occhi.
Saionij mise giù la piccola non prima di averle scoccato un sonoro bacio sulla guancia, quest'ultima tutta sorridente se ne tornò dalla madre, il ragazzo però non si rialzò e rimase in ginocchio, lentamente prese la mano di Wakaba e disse: - Mi vuoi sposare? - a quelle parole ci fu un boato immenso in tutta la sala, tra le lacrime la ragazza scosse la testa in segno d'assenso e poi tornò nuovamente tra quelle braccia, che sarebbe stata sicura, non l'avrebbero mai lasciata andare!



Devo ammettere che scrivendo questo ultimo capitolo mi sono quasi commossa, forse è troppo sdolcinato come finale ma non ho saputo trattenermi!!! Dovranno scusarmi i prossimi lettori (che spero saranno tanti) di questa FF ma, questo ultimo capitolo lo dedico a Hermgrenger che è stata la mia prima fan e che non si è mai stancata di commentare.

  
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