Dedico questa storia a Crì, Clà e Chià.
Che spero cresceranno con questa canzone proprio come ci sono cresciuta io.
<3
Che spero cresceranno con questa canzone proprio come ci sono cresciuta io.
<3
Ninna Nanna Del Chicco Di Caffé
Ninna nanna mamma tienimi con te
nel tuo letto grande solo per un po'
una ninna nanna io ti canterò
e se ti addormenti, mi addormenterò
-Ginny!- disse Molly Weasley, con stupore -Che ci fai ancora sveglia?-
Era molto tardi. Su questo non c'era dubbio. Però la piccola Weasley non sembrava avere sonno. Era arrivata in silenzio nella piccola cucina della Tana e aveva visto la mamma, intenta a guardare la finestra, pensosa.
-Non ho sonno- disse la piccola, facendo il broncio.
-Dovresti averne! È tardi- la ammonì la madre, prendendola in braccio.
-Dov'è papà?-
-Sta venendo, guarda l'orologio.. sta sulla parola gialla.- rispose Molly, indicando l'apparecchio.
Era davvero qualcosa di strano, quell'orologio. Non aveva i numeri, ma tante parole colorate. E le lancette raffiguarvano lei e i suoi fratelli.
La parola gialla era bella, non quanto la parola verde. La parola gialla, pensò Ginny, significava che papà stava tornando. Quella verde che era a casa.
La sua famiglia non era una delle più ricche, ma una delle più numerose. Erano sette, proprio come diceva quella canzone. Non potevano permettersi giochi nuovi, o vestiti costosi, ma stavano bene insieme perché ridevano tanto. Era la più bella famiglia del mondo, la sua. La cosa che più le piaceva, però, era stare tra le braccia della mamma e ascoltare il suo respiro.
-Ginny, guarda la stella- disse Molly, indicando con il braccio libero la stella più luminosa nel cielo stellato -Quella stella ti aiuterà quando ti perderai, seguila-.
-Davvero?-
-Davvero. È una specie di bussola, piccola mia-.
-E papà sta seguendo quella stella?-
-No, non sbaglierebbe mai la strada di casa-
Era molto tardi. Su questo non c'era dubbio. Però la piccola Weasley non sembrava avere sonno. Era arrivata in silenzio nella piccola cucina della Tana e aveva visto la mamma, intenta a guardare la finestra, pensosa.
-Non ho sonno- disse la piccola, facendo il broncio.
-Dovresti averne! È tardi- la ammonì la madre, prendendola in braccio.
-Dov'è papà?-
-Sta venendo, guarda l'orologio.. sta sulla parola gialla.- rispose Molly, indicando l'apparecchio.
Era davvero qualcosa di strano, quell'orologio. Non aveva i numeri, ma tante parole colorate. E le lancette raffiguarvano lei e i suoi fratelli.
La parola gialla era bella, non quanto la parola verde. La parola gialla, pensò Ginny, significava che papà stava tornando. Quella verde che era a casa.
Ninna nanna mamma
insalata non ce n'è;
sette le scodelle sulla tavola del re.
Ninna nanna mamma
ce n'è una anche per te
dentro cosa c'è
solo un chicco di caffè
insalata non ce n'è;
sette le scodelle sulla tavola del re.
Ninna nanna mamma
ce n'è una anche per te
dentro cosa c'è
solo un chicco di caffè
La sua famiglia non era una delle più ricche, ma una delle più numerose. Erano sette, proprio come diceva quella canzone. Non potevano permettersi giochi nuovi, o vestiti costosi, ma stavano bene insieme perché ridevano tanto. Era la più bella famiglia del mondo, la sua. La cosa che più le piaceva, però, era stare tra le braccia della mamma e ascoltare il suo respiro.
-Ginny, guarda la stella- disse Molly, indicando con il braccio libero la stella più luminosa nel cielo stellato -Quella stella ti aiuterà quando ti perderai, seguila-.
-Davvero?-
-Davvero. È una specie di bussola, piccola mia-.
-E papà sta seguendo quella stella?-
-No, non sbaglierebbe mai la strada di casa-
Dormono le case
dorme la città
solo un orologio suona e fa tic tac;
anche la formica si riposa ormai,
ma tu sei la mamma e non dormi mai
dorme la città
solo un orologio suona e fa tic tac;
anche la formica si riposa ormai,
ma tu sei la mamma e non dormi mai
La
sua mamma non dormiva mai. Da che ne aveva memoria era sempre intenta a
fare qualcosa, anche di notte. Preparava biscotti, sistemava qualcosa,
metteva i ferri a lavorare con la magia o stava con i suoi figli. La
formica dormiva e la sua mamma no. Era una supereroina, Molly Weasley.
Quando sarò grande comprerò per te
tante cose belle come fai per me,
chiudi gli occhi e sogna quello che non hai
i tuoi sogni poi mi racconterai.
tante cose belle come fai per me,
chiudi gli occhi e sogna quello che non hai
i tuoi sogni poi mi racconterai.
-Mamma-
le domandò Ginny tirandole un po' la maglietta e appoggiandosi per bene
a lei -Quando sarò grande ti comprerò tutte le cose che vuoi, basta che
scrivi quello che desideri. È una promessa-
La mamma si commosse. Non l'aveva mai vista piangere. Però sapeva che era felice di quello che aveva detto, perché era una cosa bella.
-Oh! Guarda! Papà è..- disse Molly, indicando l'orologio
-A casa!- disse Arthur, entrando -Non è tardi per te, Ginny?-
La mamma si commosse. Non l'aveva mai vista piangere. Però sapeva che era felice di quello che aveva detto, perché era una cosa bella.
-Oh! Guarda! Papà è..- disse Molly, indicando l'orologio
-A casa!- disse Arthur, entrando -Non è tardi per te, Ginny?-
Il
ricordo di quella serata sfumò in un lampo, esattamente come era
arrivato. Ginny non era più la bambina di cinque anni di allora. Era
una donna, moglie e madre di tre splendidi bambini che, se a volte
erano delle vere pesti, molto spesso erano degli angioletti.
La più piccola, Lily era quella che le assomigliava di più. Era piccola e aveva i capelli rossi. Era anche la più fragile perché era l'unica femmina dopo due fratelli maschi e Ginny sapeva che voleva dire.
-Mamma mi allacci la scarpa?- la piccola Lily fece irruzione nella stanza. Aveva un vestitino blu con dei boccini d'oro svolazzanti e sulla gonna era raffigurata una famiglia che, se non fosse stato perché si muoveva, Ginny avrebbe giurato che Lily l'aveva disegnata lei.
-Lily! Ma.. il vestito?- chiese la donna, curiosa.
-Oh.. mi era sembrato.. brutto solo blu- disse la bimba, raggiante.
-E ti sei fatta aiutare da papà?-
-No! Semplicemente ho schioccato le dita e pensato a qualcosa di più carino.. ho fatto un guaio?-
Ginny scosse la testa.
-È un vestito bellissimo, Lily- rispose, dandole un bacio.
La più piccola, Lily era quella che le assomigliava di più. Era piccola e aveva i capelli rossi. Era anche la più fragile perché era l'unica femmina dopo due fratelli maschi e Ginny sapeva che voleva dire.
-Mamma mi allacci la scarpa?- la piccola Lily fece irruzione nella stanza. Aveva un vestitino blu con dei boccini d'oro svolazzanti e sulla gonna era raffigurata una famiglia che, se non fosse stato perché si muoveva, Ginny avrebbe giurato che Lily l'aveva disegnata lei.
-Lily! Ma.. il vestito?- chiese la donna, curiosa.
-Oh.. mi era sembrato.. brutto solo blu- disse la bimba, raggiante.
-E ti sei fatta aiutare da papà?-
-No! Semplicemente ho schioccato le dita e pensato a qualcosa di più carino.. ho fatto un guaio?-
Ginny scosse la testa.
-È un vestito bellissimo, Lily- rispose, dandole un bacio.