~ KlaineSongs ~
2°_ Teenage dream ~
Kurt
~ Di sogni ad occhi aperti e fastidiosi risvegli ~
Before you met me, I was a wreck
But things were kind a heavy, you brought me to life
Now every February you'll be my valentine, valentine
Let's go all the way tonight
No regrets, just love
We can dance until we die
You and I, we'll be young forever
All’improvviso mi sembra di non
riuscire a respirare, come se ad ogni parola che pronuncia, ad ogni nota
prodotta un po’ del mio fiato e dell’aria intorno sparissero, fuggendo via.
Farò la figura dell’idiota se rimango a boccheggiare davanti a lui, ma non
posso fare a meno di continuare a guardare i suoi movimenti decisi, i suoi
occhi di uno strano ambra e quel sorriso.
Bene. Fino a due secondi fa non lo
conoscevo ed ora lui mi canta davanti ed io mi sto per sciogliere. Qui il Glee
Club sembra essere molto popolare – sarebbe assurdo il contrario con uno come…
Blaine che canta. È una strana sensazione, come se non potessi non sorridere
quando incontro i suoi occhi.
You make me feel like I'm living a teenage dream
The way you turn me on, I can't sleep
Let's run away and don't ever look back
Don't ever look back
Probabilmente – anzi sicuramente è
un piano ben congeniato per tenere lontana qualunque spia di altre scuole:
Blaine fa il carino, ti intrappola con il suo fascino e tu dimentichi cosa sei
venuto a fare e anche come ti chiami. Perché è questo il mio stato al momento e
lui pare provocarmi! Come se la stesse cantando a me questa canzone, come se ci
fossero mille sottintesi nelle sue parole, nei suoi movimenti ed io non riesco
a rompere l’incantesimo che mi intrappola come un sogno troppo bello per essere
vero o perché ci si voglia svegliare. E mi lascio
andare nei suoi meravigliosi occhi.
let’s go all the way tonight
No regrets, just love
We can dance, until we die
You and I we’ll be young forever
Mi indica.
Indica me? Ma non siamo ridicoli! Fa parte della coreografia quel movimento,
solo della coreografia… è tutto così…
I suoi occhi nei
miei - di nuovo - ed il mio cuore perde un battito. In un istante dimentico le
Nuove Direzioni, il mio ruolo di spia e tutti i miei problemi al McKinley con
Karofsky e i vari bulli. Ogni cosa annega in lui e mi rendo conto che per
quanto sia stupido ed infantile, per quanto sia da me, sono stregato da Blaine.
Ok, colpo di
fulmine? Con un ragazzo che conosco da poco più di due minuti – uno
sconosciuto? No, seriamente Kurt, quanto ancora vuoi renderti ridicolo prima di
toccare il fondo? Lui avrà già capito tutto e nella sua testa ti starà
prendendo in giro per il modo in cui lo guardi.
My heart stop when you look at me
Just one touch
Now baby I believe this is real
So take a chance and
Don’t ever look back
Don’t ever look back
Non posso fare a
meno di sentirmi bene in questo momento. Non posso fare a meno di guardarmi
intorno e vedere come la sua voce stia portando allegria ovunque in questa
stanza. Solo la sua voce, nulla di
più. Se non è magia questa! Tutti intorno a me si muovono a ritmo di musica,
come sotto un potente e dolce incantesimo che arriva dritto al cuore.
Guardo di
sfuggito la mia mano: l’ha presa e mi ha trascinato nel cuore della scena, nel
momento più bello dell’intera giornata, forse del mese e lo ha fatto con una
naturalezza unica, come se fossimo amici da sempre, come se mi conosce.
Semplicemente mi ci aveva portato e mi aveva lasciato lì a guardare lo
spettacolo.
I’m a get your heart racing
In my skin-tight jean
Be your teenage dream
tonight
Le loro voci a
cappella sono qualcosa di angelico. E noi dovremmo sfidarli? E speriamo di
batterli? Ora come ora credo che niente al mondo possa battere quella voce…
Si spegne, come
quando la luce di una cometa viene inghiottita dall’oscurità della notte e non
ne resta traccia che nella tua testa – il resto del miracolo è scomparso agli
occhi della gente.
Dovrò svegliarmi
anch’io ora e mentre applaudo sento l’incantesimo infrangersi. Ora sono Kurt
Hummel, spia di un’altra scuola che molto probabilmente è stata già
riconosciuta come tale per quella maledetta divisa che non ho. No, fermo.. non
pensare a lui che ti aggiusta il colletto consigliandoti di non dimenticarla
più…
«Allora, vieni
con noi… emh…novellino?»
mi chiede Blaine, affiancato da due compagni e da come ha caricato l’ultima
parola capisco che sa tutto.
Addio sogni, è
stato bello finché è durato!
~ ∞ ~
Bloccato in
macchina, giovedì sera, a pochi metri dal mio “appuntamento”. No, no... per
amor di cronaca non confondiamo le cose: non è un “appuntamento”, è un’uscita
con un amico conosciuto da poco, di cui so pochissimo, che gareggia in una
squadra avversaria e che… cavoli, che mi piace!
Ma a cose simili
ci sono abituato, insomma non è di certo la prima cotta o fissa che prendo...
solo che stavolta lui è gay e le cose si complicano: ho più speranze! Cioè, le
mie speranze sono comunque pari a zero – siamo realisti – ma il mio cuore non
vuole smetterla di credere che potendo stare effettivamente insieme e dopo
essermi stato tanto d’aiuto con Karofsky ed avermi preso a cuore.. possa, ecco,
nascere qualcosa. Cosa? Cosa dovrebbe nascere?
Solito, stupido,
sognatore ad occhi aperti! Quando ti decidi a crescere?
Chiudo gli occhi
e prendo un profondo respiro. Ecco a cosa serve lo yoga.
Un picchiettio
improvviso sul vetro della macchina mi fa sussultare e voltando lo sguardo
scorgo sorpreso il volto di Blaine che mi osserva curioso da fuori il
finestrino. Per un attimo rimango così, bloccato da quello sguardo e quel
sorriso e non mi accorgo di arrossire – cosa che non fa altro che allargare
ancor più le labbra dell’Usignolo.
Scendo dalla
macchina leggermente in imbarazzo: da quanto tempo mi stava osservando? Odio
sognare ad occhi aperti: si rischiano sempre simili figure ed io ho la fortuna
di non scamparne neanche una.
«Ciao, Kurt.
Tutto ok?» mi saluta lui, senza perdere il sorriso.
Traduzione:
ciao, Kurt. Mi sembravi lievemente meno fuori di testa l’ultima volta che ti ho
visto, quando mi hai inspiegabilmente parlato di tutti i tuoi problemi,
chiedendomi aiuto nonostante fossi un perfetto sconosciuto.
Sorrido ancora
più in imbarazzo se possibile e sono indeciso su cosa rispondere. Opto per un
saluto ed un sì: rapidi ed indolori.
«Sei qui da
molto»
Ahimè, non è
un’affermazione: Blaine sembra non volermela far passare liscia questa mia…
stranezza. Sospiro.
«Mi facevo
coraggio» confesso; tanto, peggio di così.
Mi aspetto uno
sguardo allucinato, magari un dietro front e fuga per la salvezza – sanità
mentale in questo caso. Invece lui allarga di un po’ il suo sorriso,
lasciandosi scappare il suono dolce in una risata trattenuta e mi guarda.
«Certo, ci vuole
coraggio per andare a mangiare qualcosa con un simile mostro cattivo. Magari il
locale, qui, non ha ciò che voglio e potrei mangiare te!» conclude alzando le
braccia ed aprendo la bocca per mimare una bestia feroce.
Scoppio a ridere
ancora più in imbarazzo.
«Non intendevo
questo» sottolineo con tono di scusa.
«Certo. So cosa intendevi»
Per un attimo il
suo sorriso si spegne, come se quella frase trattenesse più del visibile, molto di più. Lo osservo mentre sulla
fronte gli compare una lieve ruga – chissà a cosa sta pensando.
Chissà cosa
voleva intendere.
Ma tutto non
dura che un attimo, poi torna il Blaine di sempre, con gli occhi vivi ed un
sorrisetto di sincera fiducia in chiunque gli sta di fronte ad allargargli le
labbra.
«Mangiamo?» mi
chiede, indicandomi con la mano il locale che ha scelto per la serata.
«Certo» e mi
avvio alla sua destra.
Il locale è
carino: ben arredato e non molto caotico o affollato. Prendiamo uno degli
ultimi posti della sala e attendiamo che qualcuno ritiri le nostre ordinazioni.
«Allora, Kurt..
come va?» mi chiede guardandomi dritto negli occhi.
Paura che
scappi, Blaine? Io sorrido, pensando alla risposta più veritiera e meno
preoccupante che possa dargli.
«Come sempre»
rispondo, scrollando le spalle con fare superficiale, ma lui non ci sta ad
arrendersi subito.
«Quel tipo ti dà
ancora fastidio, eh?» mi chiede ancora e – non so se me la sia immaginata –
sento una nota di triste preoccupazione nella sua voce.
Ha
minacciato di uccidermi penso fra me, ma non voglio che lo sappia, quindi
annuisco appena abbassando lo sguardo.
Lui si sporge
verso il tavolo e mi sfiora la mano con aria preoccupata: crede stia di nuovo
piangendo? In effetti, ne avrei voglia.
«Mi sono
ripromesso di non farlo, stasera» sussurro e lui mi guarda senza capire «Mi
sono ripromesso di non piangere, facendo la pessima figura della prima volta
che ci siamo incontrati… Cambiamo argomento?» quasi lo prego.
Blaine, però,
non mi sembra molto d’accordo. Per un istante apre la bocca, quasi volesse
dirmi qualcosa; poi la cameriera del locale ci interrompe chiedendoci le ordinazioni
– dovrò ringraziare quella donna, prima di andar via.
«Per me il
classico, grazie» fa lui gentile «Per te…?»
«L-lo stesso»
tentenno e lei ci sorride andando via.
«Il classico? Non ti facevo da panino
classico, Kurt…» scherza – che abbia davvero dimenticato il nostro discorso di
prima?
«Neanch’io, te…
e poi, odio i locali nuovi: non so mai che prendere e finisco col copiare
l’ordinazione degli altri. Spero non sia nulla di allucinante»
«Fidati di me»
mi sorride lui.
Ovvio mi trovo a
pensare.
«Quindi… tu sei
il solista degli Usignoli…» azzardo mentre la cameriera ci porta i panini
chiesti.
«Ah, potresti
aggiungere anche un cappuccino medio per me e…?»
Mi guarda. Mi
sfida?
«Un latte
macchiato, scremato, grazie» sorrido io.
«Ah! Allora non
copi sempre le ordinazioni altrui!» mi prende in giro.
«No. Sul caffè
ho gusti molto particolari ed il cappuccino non rientra fra questi, mi spiace»
lo canzono.
Addenta il
panino con calma e mi guarda mangiare il mio, quasi con curiosità. Non ha mai
visto qualcuno mangiare prima d’ora o cosa? Mi sento leggermente in imbarazzo
sotto quegli occhi ambrati e non so che dire per rompere il silenzio. La mia
domanda sul Glee Club è passata senza sortire effetto. Avrei fatto meglio a
rispettare quello che avevo detto a Mercedes: “non parleremo neanche del Glee
Club”… sì ma allora di cosa?
«Fai ancora la
spia?» chiede lui e sembra serio.
Io mi blocco,
guardandolo negli occhi a corto di fiato. Allora l’ha sentita la mia domanda.
«No, no, no… io
stavo solo.. insomma, chiedevo.. ecco» mi scuso e lui scoppia a ridere di
gusto.
«Ehi, calmo!
Scherzavo!» mi rassicura «Sì, di solito mi assegnano gli assoli… ma è il
consiglio che decide. E tu?»
«Io… oh, beh..
non credo avrò assoli stavolta. Sai, siamo un gruppo molto in competizione. Si
vince e si perde» e non ho la più pallida idea di cosa stia dicendo.
Come del resto,
non ne ho per tutta la serata. Rotto il ghiaccio si passa da un argomento
all’altro senza alcuna connessione logica, dalla famiglia, alle copertine di
Vogue, agli ultimi singoli in giro. Dovrebbe affinare i suoi gusti musicali..
sono un po’ troppo… non so, distaccati dai veri sentimenti che le canzoni
dovrebbero trasmettere. Non c’è un pezzo seriamente emotivo tra quelli che mi
ha citato, ma evito di contraddirlo per non cadere di nuovo in una situazione
imbarazzante – ce ne sono state a sufficienza.
Quando la
cameriera ci porta i caffè, stiamo ridendo senza saperne davvero il motivo –
solo per il gusto di farlo. Non mi capitava una cosa simile da tempo.
«Sai un po’ mi
spiace» confessa ad un tratto, sorseggiando il suo cappuccino.
«Per cosa?»
«È stata una
bella serata, ma è giunta alla fine» spiega.
«Beh, non sarà
l’ultima» provo a consolarlo mentre ci avviamo alla cassa per pagare.
Lo batto sul
tempo e pago per entrambi con un sorriso alla sua aria di sorpreso disappunto.
«Ora dovranno
essercene per forza delle altre, Kurt Hummel» minaccia lui «Devo restituire la
cortesia… e non scuotere la testa, lo farò» si impunta.
Non posso fare a
meno di sorridere.
«Allora alla
prossima!» lo saluto con entusiasmo.
«Certo. Sta
bene, Kurt» ricambia lui e di nuovo il suo sguardo si fa leggermente serio; ho
l’improvviso sospetto che voglia riaprire l’argomento “Karofsky”, ma lui non fa
altro che guardarmi con forza, quasi volesse comunicare solo con lo sguardo ed
io rimango di nuovo senza fiato. Alle volte davvero non capisco come sia
possibile che mi abbia preso tanto a cuore: ci conosciamo da troppo poco tempo
eppure lui mi tratta come un vecchio amico.
Sorrido,
mascherando imbarazzo e dubbi e mi avvio verso la macchina, mettendo in modo e
guidando fino a casa – fortuna che il locale non è molto lontano.
Solo quando sono
ormai sceso e sto cercando la chiave di casa, mi accorgo della sua macchina –
nera elegante ma allo stesso tempo sportiva – che mi passa davanti ed il suo
occhiolino mi saluta.
Rimango per un
istante immobile per la sorpresa, poi trattengo a stento uno scoppio di risa
abbassando il capo: mi ha seguito fino a casa? Per accertarsi che non mi
accadesse nulla?
Blaine Anderson,
sei strano… e stranamente non fai altro che piacermi sempre di più.
NOTE:
Eccoci
col secondo capitolo…. Oddio >___< sarà stato penoso rispetto a quello di
pachelbel… mi spiace (cavoli, era impossibile reggere
il confronto!)
In
ogni caso.. siamo entrambe in brodo di giuggiole per il successo del primo
capitolo: avete risposto davvero in molti e per questo vi ringraziamo
moltissimo. In particolare ringraziamo: EricaCullen, BeatriceS, VomitingKlainbows, crazy_klara, Sirymcgregor, Endgame_Klaine, _kia91_, MissBlackspots, Sasi_blu, Franzolina_ per
aver recensito; KKlaine, martysa, only_be_pretending, Sasi_blu, VomitingKlainbows perché preferiscono e Alice
Pierce, BeatriceS, EricaCullen,
GingerKinomiy, IstillRemember,
Kakiis, Minzul, MissBlackspots, Sirymcgregor, tellins, truecolors_, Unknown118,
_kia91_ perché seguono. E un grazie anche a tutti i lettori silenziosi.
Due
precisazioni prima di andare.
Il
raiting della storia ora è giallo.. ma siamo certe
che nel corso della storia aumenterà.
Tutte
le canzoni che, in un modo o nell’altro, hanno caratterizzato l’intera
esperienza di Kurt e Blaine, come avrete notato, saranno trattate da entrambi i
punti di vista. Par condicio u.u
Bene.
Credo di aver detto tutto. Aspetto di sapere che ne pensate, eh!!
Non
perdete il prossimo capitolo: pachelbel ha fatto un
magnifico lavoro – si è superata!
A
presto! Baci.