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Autore: breeisnotme    22/07/2011    0 recensioni
Piccolo elogio alla neve, ad Irina, alla vita.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cadimi addosso.
 
Alla mia Giulia.
 Solamente perché io sono triste e vittimista, e tu sei l'unica che sorride da lontano.
 
La neve cade.
 Io, ancora adesso, non so che vuol dire. La neve cade. Una cosa che cade deve essere prima in piedi, eretta. Ce la vedete la neve in piedi? Me la immagino come una ragazza russa, con lunghi capelli biondi e occhioni azzurri, bella da incantare e incatenare, che danza silenziosa, perché - sorpresa! - la ragazza è muta e sorda, un po’ come gli occhi. La neve si chiama Irina, la neve è sola più di me e stanotte ci facciamo compagnia.
 Fuori come va? Ligabue ha cantato tanto presto, insomma, la domanda è adatta al momento. Fuori come va? Il mio unico panorama sul mondo è una finestra con le tende bianche sporco, incornicia la città con tutte le sue luci sottili e il traffico di anime motorizzate. Che giorno è? Il display penoso e triste della radiosveglia mi informa che è già Natale. Qui è già Natale, Irina, ti rendi conto? E’ Natale e tu ci sei. Ci facciamo compagnia da sole, su. La neve se ne frega, riprendo Ligabue. E io dico no, la neve non se ne frega. La neve è sorda e cieca, ma ti si mette affianco se piangi silenziosamente. Ti diventa compagna di agonia.
 Guardo tutti quei messaggi che si sono raggruppati nella scatolina rossa, e non penso a nulla, se non allo shampoo che manca, alle carote che Sabrina mangiava sempre ed alle persone per la strada. Mi affaccio e mi lascio coprire un po’ dalla neve.
 Una signora riccamente vestita si affretta a correre nell’ultimo negozio di giocattoli rimasti: comprerà una bambola a quella che era la sua nipotina, e che nel frattempo ha scoperto il sesso e le droghe.
 Due ragazzi abbracciati camminano di corsa per raggiungere casa, lui non sa che lei gli ha regalato lo stesso maglione che lui le ha regalato: avranno una bambina, chissà se la chiameranno Irina.
 Un gruppo di ubriachi cantano ubriachi ma allegri con una bottiglia di vodka rubata chissà dove: gli butto giù una coperta dalla finestra, e loro non notandomi, cantano canzoni a Babbo Natale per ringraziarlo.
 Mi giro per afferrare la coperta blu e rossa, regalo dei nonni, e mi tolgo il berretto. La mia pelle afferra il freddo della stanza e ne fa casa. La cioccolata calda nelle mie mani è scadente e troppo bollente per berla. Apro ancora la finestra, e un vento gelido mi accarezza il viso come fa una madre. Sorrido e saluto Irina. “Senti, non è che avresti un po’ di ghiaccio per la mia cioccolata calda?”. Metto la tazza sotto la neve, e questa fuma come un treno che va via, lontano, attraversa paesi esotici e luoghi inesplorati dai miei occhi, per poi fermarsi ad una stazione detta vita, mentre i fiocchi candidi vanno a morire dolcemente.
 Sorseggio la bevanda, l’appoggio sul davanzale, perché è Natale, ed Irina merita un regalo. Apro del tutto i vetri, il bianco sporco si ribella e svolazza un po’, ma senza tanto rumore. La mia testa protesta, io sorrido e gli faccio shh. Mi guardo ancora una volta allo specchio, e mi faccio un po’ pena. Non è tanto il cranio vuoto, quanto la felpa bucata e i pantaloni della tuta ad intristirmi. Insomma, Irina, è Natale, tu sei più bella che mai ed io voglio assomigliarti almeno un po’, almeno adesso che ancora ne ho l’opportunità.
 Apro l’armadio verde chiaro e indosso il vestito bianco preso in quel mercatino di Barcellona due anni fa, con Susanna e mamma, un po’ ingiallito dal tempo ma sempre tanto bello. Non ti offendi vero Neve se non sono proprio bianca? Però se mi cadi addosso siamo identiche, nel vuoto e nel silenzio.
 Mi infilo sotto le coperte, me ne frego del cancro e canticchio White Christmas.
 Cadimi addosso, Irina. Fallo prima della morte che arriverà stanotte, fallo adesso che chiudo gli occhi, e Babbo Natale non mi regalerà la vita stanotte.
 
And you ask me what I want this year
And I’ll try to make this kind and clear
Just a chance that maybe we’ll find better days.
  
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