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Autore: _Calypso_    22/07/2011    1 recensioni
Sirius è uscito da Azkaban, tuttavia non troverà mai la pace…
[Quarta classificata al contest "Da un'immagine" indetto da Fabi_Fabi]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Ohi ohi ohi, ho scritto una storia che mi piace. Devo dire che la combinazione degli elementi "Sirius Black" + "assenza di trama" + "ripetizione ossessiva di un prompt che proviene dal mio cervello bacato" + "estreme paranoie mentali assolutamente fuori luogo" mi soddisfa parecchio. Questa fic in particolare ha davvero molto di me: ci sono il mare e le onde, e a me piacciono il mare e le onde.
Naturalmente ci sono dei difetti nella storia, questo è ovvio. Giudizio al fondo.

Le onde

A Sirius piaceva il mare: aveva sempre amato mettere i piedi a mollo nell’acqua, con i calzoni arrotolati alle caviglie e lo sguardo rivolto all’orizzonte.

Amava anche le temperature elevate, che non aveva il modo di trovare nella sua piovosa madrepatria: scorrazzare libero sotto il sole in un enorme prato verde o, ancora meglio, su una spiaggia deserta era sempre stato in cima ai suoi sogni, sin dal primo giorno trascorso ad Azkaban.

Anche dalle sbarre di quella tetra prigione riusciva a vedere il mare, ma non era che un oceano di angoscia e disperazione: Sirius l’aveva capito dalle urla dei compagni di cella, le cui anime venivano gettate al di fuori del corpo con la stessa violenza con cui le onde s’infrangevano contro gli scogli, marionette inermi nelle mani di un burattinaio invisibile.

Nessuno prima di lui era riuscito in quell’impresa così titanica; nessuno aveva osato sfidare quelle terribili onde, finora, eppure Sirius non aveva fallito nella sua missione, cavalcando i flutti senza cadere nell’abisso di una vita senz’anima.

Invece ora, mentre guardava il sole sorgere camminando su una balconata, quelle stesse acque gli trasmettevano una sensazione opposta: il loro adagiarsi sul bagnasciuga era lento e calmo e non riusciva a non suscitare nello spettatore calma e tranquillità. L’anima di Sirius era al sicuro almeno per quel momento, ma malgrado ciò non poteva fare a meno di dimenticare la sua condizione di fuggitivo ed evaso.

Era per questo motivo, infatti, che non poteva definirsi in quiete. Era in timore per Harry e per la sua cicatrice dolorante, soprattutto in quanto sentiva di trasgredire ai suoi doveri di padrino, proprio ora che aveva qualcuno a cui badare. Per una volta avrebbe voluto essere trascinato dalla corrente, senza avere nulla a cui pensare; avrebbe voluto poter guardare verso l’alto e lanciare un grido contro il cielo senza la paura di essere udito, ma si trovava a dover pensare invece che ad agire, per la prima volta nella sua vita.

Nemmeno il flusso dei suoi pensieri riusciva a sollevarlo dalle sue preoccupazioni, facendolo galleggiare beatamente come una piuma in un torrente di montagna: Sirius era pur sempre un’onda, e le onde andavano e venivano, senza mai fermarsi.

































 

Quarta classificata:

Le onde - _Calypso_
Grammatica e sintassi: 10/10 
Lessico e stile: 9/10 
Originalità: 8/10 
Caratterizzazione dei personaggi: 15/15 
Gradimento personale: 8.5/10 
Inserimento dell'immagine: /10 
Personaggio casuale: 3/3 punti 

Per un totale di: 63.5/68 punti


La parte grammaticale della tua storia è ottima, non ho trovato errori. A volte le mie scelte sintattiche sarebbero state differenti, ma sicuramente è una questione di stile, non di grammatica.
Il lessico è adatto al contesto della narrazione, ricercato e vario. Forse questa ricercatezza è stata un po' controproducente, almeno dal mio punto di vista, perché ho perso l'umanità di Sirius. L’idea finale che si ha è un po’ distaccata, mi ha dato l’impressione che tu non credessi in quello che stavi scrivendo, non so se mi spiego, probabilmente no…

L'introspezione è ben gestita, hai saputo riflettere bene il carattere di Sirius, però appunto l'impatto emotivo che deriva dalla storia è minore di quanto mi sarei aspettata, c'è come una barriera.
Mi dispiace un po' perché mi rendo conto che probabilmente sarò io l'unica ad avere questa impressione. Di questo mi scuso, ma è un aspetto che ho valutato soltanto nell’ambito del parere personale, lo stile è comunque interessante, forse non troppo innovativo, nel senso che i paragoni sono calzanti ma già sentiti, ma è piacevole.


Come ogni introspezione, la tua storia è difficile da valutare sotto l'aspetto dell'originalità, perché in realtà dice poco di nuovo. Sirius è un personaggio molto sfruttato in ogni aspetto e momento della sua vita, tu hai avuto il pregio di individuare e sfruttare dei buoni paragoni per lui, che hanno espresso bene la sua personalità, anche se come ti ho detto per un fattore stilistico forse solo personale, ho trovato la narrazione distaccata.


L’immagine è inserita perfettamente. Rappresentava un uomo solo e rassegnato, quasi, ed è questo che tu vi hai trovato e che poi hai saputo trasmettere.
Complimenti, quindi, un’ottima introspezione.

Grazie per aver partecipato.
   
 
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