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Autore: darkselenian    22/07/2011    2 recensioni
C'era una volta
una brutta principessa
tanto brutta
che decise di conquistare il mondo
e sterminare la razza umana.
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La principessa-cozza e Mr Secchiello Di principesse-cozze, grandiosi palazzi e malefici diavoletti


C'era una volta...
una brutta principessa
tanto brutta
che decise di conquistare il mondo
e sterminare la razza umana.



Come tutte le estati mi dovevo sorbire tre lunghissime e odiosissime settimane di mare in quel posto allegro, pieno di locali e di gente simpatica, ma che per me equivaleva ad una fossa di scorpioni.
Ogni anno cercavo di convincere i miei genitori a cambiare posto, a lasciarmi a casa o di abbandonarmi sull'autostrada, ma niente ogni anno mi ritrovavo a soffrire il caldo e nella migliore delle ipotesi la noia assoluta.
Vi starete chiedendo che razza di persona sia una che dice che preferirebbe buttarsi nell'Etna piuttosto che farsi tre settimane di vacanza in un posto bellissimo fatto apposta per divertirsi, ebbene sarei una persona piuttosto normale, se non fosse per un connubio di fattori malamente accostati.
Odio il mare, il sole mi brucia la pelle come se appartenessi alla stirpe di Nosferatu, semplicemente non mi abbronzo, simpatizzo con le aragoste.
Inizialmente, cioè la prima estate che ho trascorso lì non era poi così male, il primo giorno. Il secondo quando sembravo un aragosta extra large e mia madre mi ha ricoperto con un'orrenda e puzzolente crema anti-scottature, la mia vita è diventata un inferno, la temperatura era quella giusta, puzzavo di zolfo, ero imbacuccata come un beduino ed apparve Belzebù o comunque un suo discendente, perché Matteo Minghi è sicuramente un discendente del demonio.
Avevamo tredici anni e da allora per tre settimane all'anno divento la principessa-cozza, perché di certo non è colpa mia se sono terribilmente miope e le lentine mi danno fastidio e sì, non ero un bello spettacolo quindi, ahimè, il termine cozza ci stava. Ovviante per quel suddetto essere in cui la bastardaggine è profondamente radicata nell'animo ci voleva anche il principessa, perché  avevo deciso che la migliore strategia di sopravvivenza era snobbarli tutti, dal primo all'ultimo. Purtroppo per mia sfortuna l'idea di una principessina capricciosa e snob brutta come una cozza era subito diventata popolare.
Ovviamente fu tutta colpa di quel bastardo, prima o poi lo impiccherò con quella stupida collanina che porta sempre.
Comunque da quella tragica, per la mia autostima, estate sono passati ormai tre anni e purtroppo nulla è cambiato, a quanto pare chi frequenta quel posto è un habitué (fattori malamente accostati, ricordate) e il nome è rimasto. Certo il mio bel carattere non migliora la situazione, mia madre dice che uso un approccio sbagliato, che dovrei dare loro, l'intera fauna adolescenziale del luogo, un'altra possibilità  che era uno scherzo infantile. Io non ribatto ma spero sempre che uno tsunami se li porti via, evidentemente alla fortuna le principesse-cozze non stanno particolarmente simpatiche.

Un giorno questa principessa-cozza
conobbe Mr. Secchiello
un grande architetto
che le promise che le avrebbe costruito
un grande palazzo.


Mr. Secchiello era quello che la maggioranza delle persone definirebbe un ragazzo strano, insomma il soggetto ideale da prendere in giro, senonché da quanto avevo captato da uno dei tanti pettegolezzi che mia madre scambiava a tavola con mio padre, Luigi Ruffo o Mr. Secchiello  aveva rotto il naso a uno che aveva distrutto il suo castello di sabbia. Infatti il suo nomignolo, sempre affibbiato da quell'essere malefico travestito da essere umano, Matteo Minghi, era dovuto al passatempo, che rasentava il patologico, di Luigi ossia costruire castelli e sculture di sabbia, e dovevo ammetterlo era davvero bravo. Insomma questo tizio se ne andava in giro per la spiaggia con un secchiello rosso, sempre lo stesso da quando aveva 4 anni, a cercare il luogo idoneo per le sue opere. Era abbastanza strano vedere un ragazzo di quasi quindici anni andarsene in giro a costruire castelli di sabbia mentre i suoi coetanei erano impegnati a fare gli imbecilli in altri modi. Io lo avevo visto poco e non gli avevo dato molto peso,odiavo la sabbia quindi me ne stavo sugli scogli all'ombra mentre lui se ne stava sulla spiaggia al sole. Niente contatti insomma ma a quanto pare i fattori malamente accostati per una volta si accostarono bene.

-Mi serve quel sasso-
-Prenditelo-
-Ci sei seduta sopra-
Chiaramente quella giornata era destinata all'ennesimo scontro verbale con qualche mentecatto con il cervello bruciato da sole,  dovevo abbandonare le peripezie di Edmond Dantes per quel povero idiota, purtroppo era necessario, non se ne era ancora andato,e quando sdegnosamente alzai lo sguardo mi ritrovai davanti la pelle abbronzata e il viso pacato di Mr. Secchiello che mi guardava paziente.
-E dimmi esattamente per quale meraviglia dell'edilizia ti serve?-
Adesso non so esattamente perché risposi così, probabilmente ero partita prevenuta per sfoggiare la mia acidità ma era come accoltellare una statua di granito, il tono tranquillo e assolutamente indifferente alla mia odiosità mi lasciò spiazzata
-Una cattedrale-
Ovviamente non potevo darlo a vedere e così infastidita mi alzai e giusto per chiarirgli il mio disappunto aggiunsi con falso tono accondiscendente: -Ti prego prima che il tuo genio artistico si risvegli di nuovo dimmi ci sono altre materie prime sulle quali potrei accidentalmente sedermi rallentando il tuo grandioso progetto?
-No, mi serve solo questa- disse prendendo la pietra.
Non lo degnai di risposta riprendendo il romanzo del conte di Montecristo, dopo un po non mi ricordo per quale motivo alzai lo sguardo e lo vidi, stava lavorando a pochi metri da me, non me ne ero accorta. Mi soffermai un po ad osservarlo, Mr Secchiello lavorava con alacrità, ed era davvero una cattedrale quella che stava costruendo e la pietra era parte della pavimentazione del sagrato. Davvero bravo, guardarlo mi metteva calma, troppa calma, non fui rapida ad abbassare lo sguardo quando mi beccò a fissarlo, ci guardammo per un po, poi lui si rimise a lavoro e io tornai alla macchinosa vendetta del conte di Montecristo.
Il giorno dopo uguale, dopotutto quello era il mio posto, di certo non avrei cambiato zona solo perché un fissato di castelli di sabbia aveva messo su un cantiere nelle vicinanze. Lui era già lì, non ci salutammo, solo un cenno che per me tradotto nel linguaggio umano era pressappoco "Lo so, tu esisti e non mi dai fastidio, mi sei indifferente, per quel che mi riguarda edifica la tua babilonia dove ti pare", per lui probabilmente era "Ciao".
Il terzo giorno faceva un caldo inumano, e mi ero portata dell'acqua e un po di frutta mentre mi dedicavo alla mia nuova attività di supervisore passivo di lavori architettonici con la sabbia. Quando il sole era più cocente una scintilla di spirito cristiano mi spinse ad evitare il collasso del genio architettonico con manie megalomaniche.
-Prima che ti venga un colpo di calore e collassi sulla tua opera bevi un po d'acqua-
Insomma, non ero stata gentile ma ero stata educata e premurosa e poi lo dicevo per il suo bene. Alla fine, stupendo me stessa in primis, ci trovammo seduti a consumare il pranzo al sacco e a parlare di edilizia all'ombra dell'alta scogliera.
Così iniziò la mia amicizia con il costruttore di monumenti di sabbia, non era la persona mite che sembrava ma era molto paziente e devo dire che ci bilanciavamo bene. In quell'estate ci raccontammo un sacco di cose, parlammo delle sue opere, e così venni a sapere che suo padre faceva lo scultore ed era stato lui ad trasmettergli la passione per le opere di sabbia, parlammo del nostro futuro gli dissi che volevo studiare lingue e fare l'interprete, prevedibilmente lui voleva fare l'architetto. Alla fine parlammo anche dei nostri nomignoli e di come erano nati e quale mente malefica li aveva concepiti. Luigi mi confessò che erano addirittura amici, ma dopotutto Mr Secchiello mi stava davvero simpatico, avrei soprasseduto su certe pessime amicizie.

Il palazzo era davvero grandioso
era tanto bello che la principessa
non volle più conquistare il mondo
e decise che avrebbe vissuto
in quel palazzo per sempre.


-Ohh, ma è davvero stupendo, sembra un palazzo delle fiabe- Strilletto eccitato di un oca.
-Vero! Luigi l'hai dedicato a qualcuno?- Strilletto acuto di una seconda oca.
Ci mancava solo una mucca e poi lo Zio Tobia avrebbe fatto la fattoria degli animali versione spiaggia, ma non mi potevo lamentare più di tanto. Infatti me ne stavo in disparte, lo avevo già visto quella mattina, quando Luigi era venuto a svegliarmi e mi aveva letteralmente trascinato a vederlo. Quello era il mio meraviglioso palazzo degno di una principessa-cozza.
-L'ha fatto per una principessa vero Mr Secchiello?
Belzebù in persona, era tempo di compiere un esorcismo.
-Oh, principessa-cozza quale onore per noi plebei-
-Minghi, per il bene dell'umanità tutta e di quei quattro neuroni che ti ritrovi taci e dileguati
- mamma mia come siamo nervose, dormito male principessa? Il castello non era comodo? O la tua testa di cozza non passa dalla porta?
-No, l'ingegnere è stato bravo ha fatto le porte su misura peccato non abbia fatto le mura a prova di imbecilli, gli chiederò di rimediare, ora sono sicura che se fai lavorare tutti e quattro i tuoi neuroni la riesci a trovare perfino tu la strada di casa-
-Certo che mr Secchiello ti sei scelto proprio una principessa-cozza antipatica-
Luigi se ne stava in silenzio, come del resto la piccola folla che era venuta ad ammirare la sua opera, ma non avevo voglia di considerare quanto mi stessi rendendo ridicola e vulnerabile.
Prima che potessi rispondere Luigi, che aveva intuito quali erano le nostre intenzioni, cercò di limitare i danni.
-Matteo per favore...-
-Oh, perdonate la mia mancanza di delicatezza, non avevo davvero capito! Ma certo, solo un sentimento forte come l'amore avrebbe permesso la costruzione di una simile opera, e dimmi Luigi almeno la principessina ci sa fare altrimenti non...-
Ciaff
Lo schiaffo era risuonato nel silenzio che si era creato, proprio un bello spettacolino degno di un inaugurazione, ma aveva esagerato e adesso non si trattava solo di me ma anche di Luigi, di Mr Secchiello che mi aveva dedicato un palazzo delle fiabe tutto per me, si trattava di un amico, non meritava di essere messo in imbarazzo.
-Non osare sparlare a sproposito su cose che non sai, Luigi è un mio amico e tu non hai alcun diritto di offendere gratuitamente le persone, impara a controllare le parole.-
Non credevo di riuscire ad avere un tono allo stesso tempo gelido, pericoloso ed emozionato, Belzebù era ancora sotto shock, o forse i neuroni avevano fatto harakiri quindi non mi rispose.
Bene ora che avevo allegramente demolito il muro d'indifferenza che tanto avevo faticato a costruire era tempo di optare per una decorosa fuga.

Ma la principessa
in quel grandioso palazzo
era tanto sola
un giorno bussò alla sua porta
un diavoletto.


Il molo era il posto che più mi piaceva per pensare, mi metteva calma. Mi ero resa ridicola, ma almeno aveva trovato il coraggio di fare una cosa che devo fare tre anni fa, mi sentivo un po idiota, praticamente avevo reagito come un eroina in quei romanzi di fine ottocento e la cosa grave era che non ero assolutamente pentita, il sole mi dava davvero alla testa.
-Mediti il suicidio?-
L'esorcismo era fallito e i suoi neuroni si erano risvegliati, Belzebù era tornato ad infestare il mondo.
-Me lo sono immaginato il tono speranzoso?- Acida ma distaccata, bene.
-Guarda che non ti odio, se tu morissi mi toglieresti tutti il divertimento-
-Hai l'innata capacità di dire sempre la cosa peggiore nel momento giusto-
-Dai! Non sono così pessimo-
Ormai mi stava davanti e sorrideva colpevole, brutto demonio rompiballe.
-Cosa vuoi?-  Con il tono che avevo usato era più un "vuoi il resto?"
-Proporre un trattato di pace? Stipulare un tregua? Farti delle scuse?-
-Scusati con Luigi è lui che...-
-Già fatto e ho anche ricevuto una saggia ramanzina da un ragazzino di due anni più piccolo di me, questo è umiliante-
Avevo già una risposta tagliente da rifilargli ma qualcosa mi diceva che dovevo dargli un'opportunità, naturalmente era colpa del sole che mi dava ancora alla testa.
-Prima ho davvero esagerato, scusami- 
Non mi sarei mai aspettata delle scuse così sincere e così semplici, forse dargli una possibilità era stata una buona idea.
-Scuse accettate-

Non so come poi diventammo "amici" o qualcosa di altamente contorto simile all'amicizia, ovviamente non avemmo mai più di un dialogo serio e civile al mese, per il resto era un continuo battibeccare con il povero Mr Secchiello che saggiamente ci ignorava e qualche volta era costretto a limitare i danni dei nostri "accoltellamenti verbali" come li chiamava lui. I nomignoli erano rimasti, io al mio mi ci ero affezionata e dopo quell'estate Matteo Minghi è diventato a tutti gli effetti Belzebù.

Dopo tante preghiere la principessa-cozza
decise di nominarlo ciambellano
da allora la principessa non fu più sola
e nemmeno tanto brutta.



Fine.
   
 
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