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Autore: Aliceppp    22/07/2011    0 recensioni
Mi guardo allo specchio. Sono sporca di un qualcosa che non mi appartiene.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Hello darkness my old friend,
I've come to talk with you again
Because a vision softly creeping
left it's seeds while I was sleeping
And the vision that was planted in my brain
still remains, within the sounds of silence.
-The sound of silence(Simon&Garfunkel)-





Di quella notte non ricordo molto. Appena sveglia ero stanca, l’atmosfera era cupa e malinconica. Tutto intorno a me sembrava nero.
“Alzati che fai tardi a scuola!” urla mia madre dalla cucina.
Mi sveglio con un senso di sbandamento, mi guardo allo specchio sono vestita e truccata.
Perché ? Cosa è successo quella notte ?
Corro in bagno a sciacquarmi il viso, vado a fare colazione mi vesto ed esco di casa, quasi scappando da un carcere.
Prendo l’autobus che mi porterà a scuola. Sento un senso di dolore. Lo stomaco brontola, anche se ho mangiato… Controllo nelle tasche, se magari ho qualcosa che mi potassa aiutare a ricordare, ma niente. TUTTO TACE.
Appena si libera un posto, corro ad acchiapparlo. Mi siedo e metto lo zaino in mezzo alle gambe.
Trovo un fazzoletto sporco di sangue nella tasca anteriore del mio zaino rosa spento e consumato. Cerco di capire se quel sangue è mio, se quel fazzoletto è mio. Ma non sembrerebbe affatto mio quel cosino bianco macchiato.
Forse inizio a ricordare qualcosa, delle voci strane, degli urli scioccanti soffocati da qualcosa che non so spiegare. Dei ragazzi che maneggiano con droghe e alcol. Delle ragazze che vomitano in mezzo alla strada. Ma non ci azzecco proprio un bel niente con questa gente. Perché allora ricordo questo ?
La paura mi assale. Mi mangia l’anima. Mi fa arrivare il sangue al cervello, è come se una mano mi stringesse il cuore.
Sento una voce dentro me che grida “Aiuto”, ma sento come se qualcuno la fermasse prima che il grido arrivi alla mia bocca.
Finalmente arrivo al capolinea.
Inizia anche a piovere, ecco bene! Ci mancava solo questa!
Ho uno strano bracciale al polso…
Lo guardo e lo riguardo, come se dovessi fare una lastra al mio polso.
Ah si ! Ora ricordo quel dannato bracciale me lo hanno dato ieri pomeriggio. Me lo avevano dato due ragazzi… E quei due ragazzi erano con me ieri sera.
Ma chi erano questi due ragazzi ?
Le peggio domande tartassavano la mia mente. Chiedevo pietà, chiedevo di calmarmi, ma era come se nessuno ascoltasse la mia richiesta di aiuto.
Ecco bene, ora entra quella di greco e non so niente. E ora interrogherà me. Anzi no, faccio finta di sentirmi male.
“Cosa succede lì all’ultimo banco?”
“Prof mi sto sentendo mal…”
“Deve vomitare prof”, dice la mia compagna di banco.
“Vai in bagno prima che vomiti qui!!”
Scappo in bagno. Prendo il cellulare e controllo le ultime chiamate e gli ultimi messaggi.
Niente. TUTTO TACE.
Arriva una ragazza.
“Ma c’eri anche tu ieri sera? Mamma mia che serata… Sono tornata distrutta io!”
“Scusa, ma non ricordo chi sei… E non ricordo neanche quello che è successo ieri, scusa”
“Non ci credo ! Come non te lo ricordi?!”
“A quanto pare no.”
Okkay ti spiego io…
Eravamo io te e altre due ragazze, ma queste altre due ragazze avevano bevuto e sniffato troppo e così si sono sentite male, nel frattempo altri quattro ragazzi, che io sinceramente, non avevo mai visto, si scambiavano altra coca e continuavano a bere ingerendo pasticche”
“Se?” Non posso credere alle mie orecchie. Oddio ora svengo, ora vomito, ora mi succede qualcosa.
Cado per terra.
“Tutto bene? Co’è successo Merendini?” La mia prof di greco che chiede spiegazioni a quella ragazza in bagno con me.
“Non so prof, parlavamo di un compito di matematica e bum! E’ caduta… ! Che ne so io Professorè!!”

 
  
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