«Io vado a farmi un bagno caldo, mamma» dissi salendo le scale e trascinandomi il borsone a dietro.
«Ok, cerca di non metterci un’eternità!» disse, o meglio urlò mia madre dalla cucina.
Stranamente stava armeggiando in quella stanza, quindi potevano esserci solo due discorsi che avrebbe potuto fare: o aveva cambiato lavoro, o era malata.
Abituata com’ero a cucinare e consumare da sola i miei pasti, le uniche ipotesi che mi sorgevano in mente erano quelle.
Aprii la cassettiera in camera e ne tirai fuori l’intimo pulito e dalla cesta che fungeva da comodino estrassi il pigiama, che altro non era se non un paio di pantaloni morbidi e una maglietta trasandata di quando avevo quindici anni.
Non che fosse passato chissà quanto, però, per un’adolescente è molto importante chiarire l’età. Come se fosse una questione di vita o di morte. Essendo una diciassettenne non potevo scampare a questo processo mentale.
Entrata in bagno accesi l’acqua e miscelai quella fredda con quella calda.
Riposi il pigiama sul ripiano del lavandino e mi guardai allo specchio: la cosa che più si notava erano le mie occhiaie. Con l’avvicinarsi delle saggio di fine anno, essendo io il pezzo forte di tutta la squadra, la pressione e l’agitazione erano all’ordine del giorno.
Raccolsi i capelli in una crocchia disordinata, per non bagnarli e cominciai a sfilarmi la maglia e di seguito le scarpe i jeans.
Rimasta in intimo mi sedetti sul bordo della vasca e dopo aver dato un’occhiata allo specchio che rifletteva il mio corpo pallido e modellato dai tanti ed estenuanti allenamenti, tirai un sospiro.
La parte più difficile stava per cominciare: come per le ballerine, dopo ore ed ore di prove oltre a dolere, i piedi erano conciati una schifezza lo stesso per le pattinatrici.
Cominciai a sfilare una calza alla volta, lentamente, arrivando a scoprire le dita rosse e tagliate.
Maledissi Esme mentalmente: oltre al quotidiano sforzo a cui venivo sottoposta oggi aveva rincarato la dose con i nuovi pattini.
“È meglio che cominci ad abituare adesso i piedi ai nuovi pattini, almeno per il saggio sarà una passeggiata” aveva detto sorridente quel pomeriggio.
Tolsi anche l’altra calza ed esaminai il piede, accertando la presenza delle vesciche che mi avevano costretto a zampettare durante il ritorno a casa.
Sospirando finii di spogliarmi e mi immersi nell’acqua.
Trattenni un gemito di dolore quando immersi i piedi, per poi rilassarmi due minuti dopo.
“I sacrifici di oggi, sono i benefici di domani” era la scritta che troneggiava sulla pista di pattinaggio.
 
 
Ciao a tutti!
Comincio col dire che mi dispiace di non aver aggiornato la storia “il mio sogno” e di seguito, nemmeno “Cambiamneti…”. Purtroppo non sono stata bene tutta settimana, tra febbre e mal di gola non sono riuscita a scrivere nulla.
Odio stare con le mani in mano, quindi ho deciso di postare il prologo di questa nuova fiction, che avevo già pronto.
Spero che vi piaccia… Fatemi sapere se vale la pena continuare ;)
Un bacione e grazie in anticipo!
 
Altre mie storie:
-Il mio sogno
-Cambiamenti…
-Beastly