A drug of chocolate

 

Cioccolato triplo, strato biscottato, panna, ripieno alla nutella e fragole fresche. Hanna avrebbe recitato gli ingredienti anche ad occhi chiusi, col solo utilizzo dell’olfatto. E gli occhi, quei pozzi di cielo, li chiuse per davvero, strozzando una lacrima fra le lunghe ciglia.
Non voleva guardare mentre continuava a farsi male.
Eppure, ingurgitare tutta quella roba, era diventata come una vera e propria droga per lei. Ed era dannosa – maledettamente dannosa – per il suo corpo. Ogni qualvolta i jeans si stringevano di più e il bottone della camicetta saltava via, Hanna era costretta ad aprirli quegli occhi, e accorgersi di quanto la realtà le stesse tirando pugni su pugni in pieno viso. E non poteva farci niente, perché ogni volta che apriva il frigorifero, la realtà si nascondeva nella penombra e tutto ricominciava a splendere.
O forse era soltanto la luce abbagliante del frigo?
Ciò non cambiava che il sapore dolciastro del cioccolato sulla lingua, leniva il dolore, anche se solo per un breve istante. E poi c’era quel retrogusto amaro, che le lasciava la bocca quasi acida, e che le faceva dimenticare la precedente sensazione di benessere. E le bollicine delle bevande che oramai trangugiava di continuo, le facevano quasi esplodere gli occhi, e salivano sino alla testa, facendo scoppiare i pensieri negativi e concentrandosi solo a godere di quel sapore asprigno sulla lingua.
Quanto le piaceva fiondarsi nelle pasticcerie quando era solo una bambina, e tirare il papà per la camicia, implorandolo di acquistare una di quelle delizie esposte nei banchi vetrati. E Tom Marin non si faceva pregare più di tanto: annuiva e si precipitava alla cassa per pagare, mentre la piccola Hanna passava in rassegna i dolci più buoni.
Ma ciò accadeva soltanto una volta ogni tanto, e non tutti i giorni, come succedeva da quasi un anno. Hanna aveva preso sette chili da quando Tom era andato via, e questo non andava per niente bene.
<< Non questo!* >>, avrebbe detto Ali.
Senza nemmeno accorgersene, Hanna aveva vuotato il piattino di plastica, e solo qualche briciola era sopravvissuta, troppo appiccicata al fondo del piatto.
Aveva acquistato quella torta nella pasticceria in cui andava con suo padre. Lanciò un calcio al piede del tavolo.
Doveva smetterla di aggrapparsi a quei ricordi!
Si alzò e camminò verso il bagno. Allungò una mano verso un bicchiere ed estrasse lo spazzolino verde menta. Si diresse verso il water e cominciò a spingere dentro la gola con la punta dello spazzolino. Niente. Gli occhi le si riempirono di lacrime.
Perché non ci riusciva?
Lasciò cadere lo spazzolino sul pavimento e chiuse la tavolozza, sedendovisi sopra.
<< I ricordi non vanno via vomitando, Hanna >>,si rimproverò mentalmente.

 

_Lullaby_'s space: Salve! Abbiate pietà: è la mia prima centricHanna. Non so perchè abbia deciso di scrivere su lei, ma so per certo che il flashback della 1x13 mi ha lasciata in sospeso. Ho detestato con tutto il cuore quel/la cretino/a di A per aver costretto Hanna a mangiare e per averla quasi portata a vomiare, come una volta. Dall'inizio sembra più una ricetta sfiziosa e piena di calorie, grassi e cose varie. Vi giuro che non so da dove mi sia venuta e non voglio nemmeno saperlo.
Bah, non so più che dire, e per evitare altre gaffe, vi lascio la shot che già di gaffe ne ha abbastanza. o.O
*: E' una delle frasi che ripeteva Ali quando era ancora in vita. Il significato si capisce subito: un modo tutto suo per disprezzare gli altri. Non me la sono inventata io xD E' scritta nel libro e chi lo ha letto può confermarlo. =)
_Lullaby_