E' la storia riscritta, secondo i miei gusti, di Twilight. Spero vi piaccia :3
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Mi ero appena svegliata, giacevo nel mio letto cercando di trovare la
voglia per alzarmi.La sveglia continuava a suonare e quel suono
assordante mi costringeva a pensare al viaggio.
- Bella su', sveglia.Tuo padre ti aspetta! -
Sentii la voce gracchiante di mia madre e nascosi la testa sotto il
cuscino, cacciando dei versi simili a grugniti. Mi tirai, senza voglia,
le coperte fin sopra la testa e mi strinsi nel letto.Non avevo voglia
di andare a Forks solo per il piacere di mia mamma. "Sono di
troppo per le loro serate romantiche, poi non potrebbero scopare
tranquillamente". Inorridisce al solo pensiero di sentire i gemiti
della mamma, quando sentì le coperte essere sfilate dal suo
corpo.
-Mocciosa tua madre ti ha detto di alzarti-
Spostai leggermente il cuscino da sopra la testa, sbirciando da un
piccolo buco creato tra il cuscino e il materasso.Era Phil, il ragazzo
di mia madre. Mi scrutava il corpo con lo sguardo, facendo crescere uno
strano ghigno sul volto.Schiude leggermente le labbra, tenendo ancora
la coperta tra le mani, bisbigliando:
- Una fanciulla con un corpo sexy come il tuo non dovrebbe
vestirsi con quegli stracci là-
Fece un cenno con il capo verso i vestiti posti sulla sedia,
continuando a guardarmi le gambe. Abbassai lo sguardo sul mio corpo e
notai che non avevo i pantaloni. Mi tirai subito a sedere, coprendomi
le gambe con il cuscino
-Phil, pervertito che non sei altro, potresti uscire dalla stanza? O
anche andare a fanculo?-
Sorrisi angelicamente, tenendomi stretta il cuscino sulle gambe.
Cercando qualche pantalone vicino al mio letto. La mia camera non era
un gran che. Era rosa con la carta da parati a fiori.Quante volte avrei
voluto distruggerla, o scrivere su quella carta da bambine piccole, e
invece? Invece non potevo, perché mia mamma si era
affezionata a quella camera. Mi voltai a guardare Phil, che aveva preso
a parlare con me, o almeno così credeva lui. Gli prestai
più attenzione, cercando di mettere in ordine le parole
dette da lui.
-... Sei solo una mocciosa, niente di che! Nessuno ti vuole, neanche
tua madre!Ecco perché ti manda da quell'orso di tuo
padre!..-
Alzò di più la voce per dire queste affermazioni,
credendo di ferirmi. Sorrisi da bastarda, aspettando il momento buono
per parlare. Si fermò un attimo, per prendere fiato e
iniziai a parlare io:
-Bhè, ma le gambe di questa mocciosa.. >> Mi
indicai << Ti piacciono parecchio, sai, per farti venire
una reazione in quella zona..-
Abbassai lo sguardo sui suoi pantaloni.Mentre era arrabbiato con me e
mi urlava contro, il suo amichetto del piano di sotto stava pensando
ancora alle mie gambe, tanto da alzarsi. Il mio ghigno si
allargò ancora.
-Ed è meglio andare a vivere con mio padre che, come dici
tu, è un orso che stare con un porco come te. -
Dette quelle parole mi alzai dal letto, presi i vestiti da sopra la
sedia e andai in bagno. Dopo un po' ne uscii vestita e profumata, scesi
di corsa le scale e passai davanti la cucina, dove c'erano Phil e mia
madre che parlavano di me.Scossi la testa divertita. "E' andato a dirlo
a mammina, e poi sono io la mocciosa." Pensai continuando a ridere.
Presi alcune valigie e le portai fuori dalla casa, davanti l'auto di
Charlie. Appena mi vide uscire dalla porta di casa, scattò
fuori dall'auto, con un enorme sorriso stampato sul volto
-La mia piccola bambina!!-
Esclamò felice, allungando le braccia lungo i lati,
continuando ad avvicinarsi. Sorrisi divertita alla sua reazione.Era da
un bel po' che non lo vedevo e non credevo che si sarebbe comportato
allo stesso modo di sempre. Feci un respiro profondo, cercando di
opprimere la freddezza nei suoi confronti. Lasciai le valigie davanti
l'auto e camminai, lentamente, verso di lui, per poi buttarmi tra le
sue braccia
-Oh papà, quanto mi sei mancato!!-
Esclamai felice, stringendomi a lui, lasciandomi cullare tra le sue
braccia. Si comprotava ancora come se fossi una bambina di 10 anni, o
anche più piccola, e quel suo modo di fare... sì,
mi piaceva.Era l'unico della famiglia che mi considerava ancora la
'piccolina di casa' e non una 'mocciosa' o una diciottenne.
-Sono contento di rivederti piccola mia, anche tu mi sei mancata-
Continuava a coccolarmi dolcemente, mentre la mamma ci guardava dalla
finestra con diprezzo.Dalla porta uscì Phil, che si
avvicinò a noi con un ghigno stampato sul volto
-Oh, guarda un po' chi c'è qua. L'orso! Lo sai che tua mogl-
oh scusa, Ex moglie, è davvero brava a letto? forse
è per questo che ti ha lasciato.Non la soddisfacevi
abbastanza-
Phil parlava troppo, sì! Parlava decisamente troppo. Charlie
serrò la mascella, iniziando a fare respiri profondi,
stringendomi tra le sue braccia, come per proteggermi da quelle parole.
Mi scansai da mio padre, voltandomi verso Philm, con aria irritata
-Evita di parlare così a mio padre.Lui amava davvero la
mamma.Non l'ha mai usata, non come stai facendo tu!-
Gli diedi uno schiaffo e tornai da mio padre, prendendolo per mano.
Phil si massaggiò la guancia rossa, con i sengi delle dita
sopra, e mi guardò con disprezzo. Alzai lo sguardo verso mio
padre, che mi guardava con aria soddisfatta.
-Lurida tr..-
Phul fu fermato dalla voce gracchiante di mia madre, che era ancora
alla finestra. Come al solito non aveva il coraggio di avvicinarsi a
mio padre.
-Phil, amore, vieni in casa... -
La mamma scomparve dietro le tende della finestra.Phil scosse la testa,
disgustato dalla visione di me e mio padre che ci tenevamo per mano, si
voltò di scatto e saltellò stile bambino idiota
verso la porta.Scossi la testa disperata, finalmente me ne sarei andata
da quel luogo.
Dopo aver caricato le valigie sul furgoncino di mio padre, ci mettemmo
in moto, andando via da Finix. Tutto il viaggio fu molto silenzioso,
ogni tanto interrotto da qualche risata provocata dal ricordo
dell'orrenda faccia di Phil.Alla fine la mia vista si
annebbiò, mentre il sonno prendeva il controllo della mia
mente.
-Piccola, sveglia.Siamo arrivati-
La voce di mio padre penetrò nella mia mente, era dolce ma
allo stesso tempo stanca e roca.Grugnii qualcosa del tipo 'ho ancora
sonno'.Delle braccia possenti mi presero in braccio, facendomi scendere
dal furgoncino.Aprii un occhio, guardandomi attorno, la pioggia
picchiettava su di noi, sulla mia pelle bianco latte.Un sorriso mi
spuntò sul volto.Ero a casa..