Capitolo 1
Era una notte buia e fredda,
il villaggio era immerso nel più cupo silenzio, perfino le fronde degli
alberi sembravano rispettare quella quiete, nonostante il vento continuasse ad
agitarle. Non c’erano stelle nel cielo, ma questo era da aspettarselo, da
tempo non se ne vedevano: “non ho mai visto una
stella in vita mia”, stava pensando Shiva, “chissà
perché non se ne vedono da così tanti anni…”.
Era uscita da quasi
un’ora, non riusciva a dormire, era troppo agitata; tra poco avrebbe
compiuto diciassette anni, sarebbe diventata una donna, doveva solo aspettare
qualche ora, aveva deciso di restare in riva al lago, facendosi coccolare da
quella pace quasi surreale, distesa sull’erba bagnata di rugiada.
Non aveva paura di stare da
sola nel bosco, sin da piccola era stata attratta da quel posto così
cupo e nello stesso tempo così affascinante… crescendo, aveva
imparato a conoscerlo ed ora lo considerava la sua casa.
Si era messa a sedere e aveva
immerso una mano nell’acqua,era fredda. Quando l’aveva estratta, aveva cominciato a contemplare le
goccioline che scendevano lungo il suo braccio; non sapeva il motivo, ma quando
era in quel bosco aveva l’impressione di poter controllare gli elementi:
l’acqua la avvolgeva con dolcezza, il vento la coccolava e le accarezzava
i lunghi capelli neri, la terra sembrava sorreggerla e il fuoco, bè il
fuoco l’aveva sempre attratta; amava guardare le lingue rosse e oro
danzare riflesse nei suoi occhi e sentirsi protetta come da un caldo abbraccio.
I suoi pensieri furono
interrotti da uno strano rumore, aveva l’impressione che qualcuno la
stesse osservando, prima non ci aveva fatto caso.
Per la prima volta da quando
era entrata in quel bosco aveva paura.
Si era alzata di scatto, attenta ad ogni minimo rumore, si era voltata e
li aveva visti, un paio di occhi scuri, come di cristallo nero, che la
fissavano. In quel preciso istante si era resa conto di non provare paura ma un grande senso di protezione misto a un grande
rispetto verso quello sguardo che le stava attraversando l’anima.
Sentiva che quella creatura
faceva parte di lei, desiderava che facesse parte di
lei, non sapeva perché ma era così.
Sentiva il suo corpo
abbandonarsi a quella creatura, senza rendersene conto aveva fatto qualche
passo in avanti e aveva teso la mano.
Era a pochi centimetri da
lei, stava per toccarla, cosa avrebbe sentito la sua mano? Cosa
avrebbe provato? Desiderava tanto andare con quella creatura, non sapeva dove
l’avrebbe portata, ma sapeva che poteva fidarsi.
All’improvviso, aveva
sentito le sue dita sfiorare il corpo della cosa che la scrutava…
Shiva aveva aperto gli occhi
e per un istante non aveva ricordato nulla di quel sogno, quando tutto le era tornato alla mente aveva provato una punta di
delusione: sperava tanto di sapere cosa fosse quella creatura…
Aveva
sentito bussare alla porta della sua camera “Posso entrare?” aveva chiesto una voce, era suo padre, Kham.
“ Volevo farti gli auguri, ormai sei diventata grande, pensa hai
già diciassette anni!” aveva detto entrando.
Kham era un uomo alto e
massiccio, era stato cavaliere, ma dopo la morte della moglie aveva deciso di
rimanere vicino alla figlia per crescerla nel migliore dei modi.
“Cosa?
Io, diciassette? Oh…è il mio compleanno! Scusa, ero sovrappensiero.
“Perché
mi stai fissando?” aveva chiesto lei.
“Scusa, è che
somigli sempre di più a tua madre”
Questo era vero e Shiva ne andava fiera: aveva lunghi capelli neri, proprio come lei
e felini occhi verdi, aveva gambe lunghe e snelle, ma nonostante fosse magra, aveva
il fisico abbastanza scolpito.
“Questo è per
te” le parole del padre quasi la fecero sobbalzare.
“Papà ma
è…il vestito della mamma! È bellissimo, sei
sicuro che vuoi darlo a me?”
“Tua madre lo
indossò il giorno in cui la conobbi, sarà perfetto per te, proprio
come lo era per lei…” alcune lacrime
avevano inumidito gli occhi di Kham.
“Grazie, è il
più bel regalo che abbia mai ricevuto” Shiva lo aveva abbracciato,
abbandonandosi anche lei alle lacrime.
Poco dopo si era alzata dal
letto e si era vestita, aveva salutato il padre ed era uscita, avviandosi verso
la stalla per sellare il suo cavallo, Alo.
“Ho un destriero degno
del più grande dei cavalieri!” aveva detto entrando, e in effetti era vero, Alo era davvero perfetto: aveva il
pelo nero e lucente e un corpo possente, gli occhi neri erano quasi umani,
Shiva non si sarebbe affatto stupita se d’un tratto si fosse messo a parlare.
Lo aveva sellato e gli aveva
dato del fieno, poi lo aveva condotto fuori e gli era salita in groppa:
“Sono pronta” gli aveva sussurrato all’orecchio, il cavallo
si era alzato sulle zampe nitrendo ed era partito al galoppo.
Shiva sentiva il vento scompigliarle
i capelli e i muscoli di Alo si contraevano sotto le
sue gambe, sentivano entrambi il profumo della libertà.
Dopo qualche ora, aveva
notato che il suo cavallo cominciava a stancarsi, si erano diretti così
entrambi al lago, dove avrebbero potuto bere e riposare un po’ prima di
rientrare, la ragazza avrebbe raccolto dei fiori da riportare a casa.
Mentre Alo pascolava tranquillo, Shiva si era distesa
sull’erba ascoltando la voce del bosco, era così piacevole, sarebbe
rimasta lì in eterno!
Ma i suoi pensieri tornarono al sogno che aveva fatto
quella stessa notte, alla creatura misteriosa di cui era riuscita a scorgere
solo gli occhi, alla strana sensazione che aveva provato, ma era solo un sogno,
solo un sogno…
“Ciao!” la voce
l’aveva lasciata quasi senza fiato.
“Ektros…
ciao…mi hai spaventata”
A farla sobbalzare era stato
Ektros, il suo migliore amico. Erano sempre stati legati sin dal loro primo
incontro e crescendo Shiva si era resa conto di provare un sentimento ben
più profondo dell’amicizia per quel ragazzo. Non sapeva cosa
l’aveva fatta innamorare di lui, se i suoi occhi di ghiaccio, i capelli
biondi che gli ricadevano sul viso, o il suo corpo scolpito dai tanti anni di allenamento con la spada, disciplina che Kham aveva
impartito a entrambi.
“Cosa
fai qui tutta sola? Dov’è
Kham?” aveva chiesto.
“È a casa, io
sono solo venuta per una passeggiata, oggi è…è
il mio compleanno!”
Non sapeva nemmeno
perché glielo aveva detto, ma ormai era fatta, Ektros si era chinato su
di lei, le aveva dato un bacio sulla fronte e aveva
detto: “Non lo sapevo! Dovrò farti un bel regalo!”
Shiva si era sentita
avvampare a quelle parole e si era voltata di scatto per non farsi vedere:
“Sai” aveva detto - cercando di cambiare discorso - “Stanotte
ho fatto un sogno stranissimo”
“Ah si?
Raccontamelo!”
“No, penseresti che sono una stupida!”
“Davvero?” - aveva
detto lui avvicinandosi fin quasi a sfiorarle il viso -“Mettimi alla
prova...”