Fanfic su artisti musicali > Amy Winehouse
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Autore: RachelWantsToGoToBroadway    23/07/2011    9 recensioni
Solo una piccola one-shot per rendere omaggio alla morte di una delle migliori cantanti R&B che il mondo abbia mai avuto l'onore di scoltare.
Oggi il mondo crede di aver perso una stella, ma in realtà non l'ha mai realmente posseduta, lei è sempre stata proprietaria di se stessa e lo ha dmostrato fino alla fine.
Riposa in pace, Amy, perchè tutti i migliori sono morti a ventisette anni...mi auguro solo che tu sia riuscita ad ottenere il tuo momento di felicità.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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E' una cosa cosa scritta un po' di getto in un momento di depressione, anche leggermente nonsense (beh, diciamo che va compresa perchè è piena di metafore che magari può capire solo la deficiente che le ha scritte) ma sentivo di doverlo fare...sentivo semplicemente di dover fare qualcosa. Amy Winehouse mi ha fatta sognare con la sua voce, con il suo talento e con le sue canzoni, per questo mi sembra impossibile che sia morta...ma purtroppo è così: oggi Amy se n'é andata.
Per principio, il testo non l'ho riletto, toglierebbe tutta la magia del momento.




Cos'è stata la mia vita fino ad oggi?

Posso paragonarla ad un concerto, ad una canzone, agli applausi del pubblico come facevo una volta?

No, non più ormai.

Adesso, penso alla mia vita come ad un bicchiere di Gin: amaro, caldo, liscio e vagamente doloroso mentre scende giù per la gola, ma, una volta finito è...una bomba.

_ Sì, una bomba! _, gridò Amy con un sorriso malizioso stampato sul viso logorato da uno stile di vita intenso ed autodistruttivo, incorniciato dal vizio.

Il suo grido esplose nel silenzio e s'infranse contro le pareti del suo appartamento londinese.

Il Gin nel bicchiere trasparente posato sul tavolo del salotto si mosse impercettibilmente, senza produrre alcun rumore.

Bevanda nobile, il Gin.

Il mio bicchiere di Gin è ancora troppo pieno, ben lontano dall'essere finito. Le uniche cose che, realmente, mi sta dando il mio bicchiere di Gin sono amarezza, sofferenza e dolore.

Perché devo ridurmi così a causa di un bicchiere di Gin? Io non sono questo bicchiere di Gin...non sono né il Gin, né tanto meno il bicchiere.

Questo Gin e questo bicchiere sono miei ma non mi appartengono.

Il mio bicchiere di Gin non è altro che un'inutile contraddizione, di quelle che danno solo problemi.

Ma, come ho già detto, il bicchiere è lontano dalla fine.

Amy rise a piena gola e puntò i suoi occhi nocciola annebbiati e divertiti prima sulla siringa che aveva in mano, poi sul suo scarno braccio sinistro il cui lato interno era pesantemente martoriato dalle cicatrici e incrostato da una leggera patina di sangue rappreso.

Infine, il suo sguardo si posò sul bicchiere di Gin poggiato sul tavolo.

A quel punto, Amy s'incupì di colpo ed infilò la siringa nella vena del polso, mossa alquanto dolorosa e sconsigliabile, tuttavia lei non gemette.

Non sentiva più il suo corpo.

Si sentiva solo anima ed aria.

Però, potrei dare una spintarella al mio bicchiere e, magari, farlo cadere.

Mi piacerebbe vedere il fragile vetro infrangersi contro il rigido terreno e spargersi ovunque, mentre il dannato fluido schizzerebbe da ogni lato.

Uno spreco? Forse, ma le schegge di vetro si polverizzerebbero con il tempo ed essendo il Gin trasparente, non lascerebbe macchie, verrebbe assorbito dal terreno.

Sì, sarebbe come se non fosse mai caduto, con la differenza che io potrei finalmente starmene in pace. Mi piacerebbe sentirmi felice -veramente felice- per una volta...

Mi accontenterei di un solo attimo di felicità.

Uno solo.

_ Cazzo_,sussurrò Amy chiudendo gli occhi e buttando la testa all'indietro.

Aveva una nuova siringa in mano, un'altra dose dell'unica cosa che le serviva per dare un senso a tutto il Gin che rimaneva nel bicchiere.

Roba buona”, aveva detto quello che gliel'aveva venduta. Amy ne aveva dubitato sin dal primo momento, dopotutto l'aveva pagata solo cento sterline ed un pompino.

Solo un'altra occhiata al bicchiere, solo un'altra dose in vena.

Quante se n'era sparate?

Due?

Cinque?

Dieci?

Venti?

Cinquanta?

Cento?

Che importanza poteva mai avere adesso?

Il fatto è, che io non ho bisogno di quello schifoso bicchiere di Gin. Non ne ho mai avuto bisogno e, adesso che ci penso bene, io quel maledetto Gin non l'ho mai voluto nemmeno.

Come me ne libererò?

Oh, ma questo è così dannatamente facile che quasi mi offende.

Già, mi offende il fatto di avere la risposta ovunque: in mano, nel sangue, nel cervello, negli organi interni.

Ultima dose.

Ultima occhiata sadica a tutto ciò che la circonda.

Un sorriso di sfida al bicchiere di Gin sul tavolo e l'odore di fumo proveniente dalla sigaretta accesa che brucia la pelle del divano di pelle verde bottiglia.

Amy ispira profondamente.

Amy ha deciso.

Amy si fa la sua ultima dose in meno di un secondo, senza nemmeno bisogno del laccio di plastica.

Un'ultima risata .

Il suono del vetro che s'infrange al suolo.

Il suono del liquido che incontra una superficie solida.

Amy pensa di non sentire più niente, ma, improvvisamente, una calda lacrima le sgorga dall'occhio, percorre tutta la guancia e cade a terra, mescolandosi al Gin.

 

Amy sorride per l'ultima volta.

Amy crolla.

Amy è felice di non aver più a che fare con il Gin. 

   
 
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