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Autore: Keekee    24/07/2011    0 recensioni
Un immortale, un amico gay, un vampiro fastidioso e nuovi personaggi? Pensate sia l'inizio di una barzelletta di serie B? No! Questa è la mia storia... Avvincente, piena di colpi di scena, condita di gelosie, passioni, amori segreti e... Tanta immaginazione!
Genere: Romantico, Dark, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4. IL MIO ANGELO
pov Sebastian

C'ero quasi. Ero quasi riuscito ad ottenere ciò che volevo: le sue labbra sulle mie. Oh, quanto le avevo sognate quelle labbra! Anche quando mi insultava non riuscivo a fare a meno di pensare a quanto avrei voluto che in realtà mi baciasse, dalla prima volta che l'avevo vista. Se non avessi avuto il potere di leggere il pensiero e di capire che quello che pensavo io girava già nella testa di tutti gli studenti maschi della scuola (e anche nella testa di qualche ragazza, devo ammettere ) non avrei mai capito che mi sentivo attratto- forse addirittura innamorato- da Emily... Emilite, la chiamavo io... La Emilite era una malattia che colpiva chiunque venisse esposto alla presenza di Emily per una durata di minimo un'ora. Se si incontrava Emily per strada si poteva rimanerne affascinati, certo, ma se la si conosceva e la si incontrava anche a scuola -cioè per un lasso di tempo ben maggiore e non la si vede solo di sfuggita- si contraeva questa malattia che non ti permetteva di pensare più ad altro se non a lei. Io, più di tutti, avevo visto quanto spesso i ragazzi la sognassero. Se solo venivano accidentalmente sfiorati da lei o le stavano tanto vicini da riuscire a sentire il suo odore, le loro fantasie partivano in quarta verso balli scolastici/sesso/convivenza/matrimonio... E il peggio era che io non ero certo da meno! C'è da dire, però, che non era una cosa che lei faceva volontariamente. Mi spiego meglio: Emily non riusciva a capire quanto fosse attraente. Una volta avevo sentito nella sua mente che si reputava normale, niente di che in confronto a Selene. Non avevo idea di chi fosse questa Selene ma, vedendo il suo volto nei pensieri di Emily, devo dire che sarebbe sfigurata accanto ad Emily...
-Non sai quanto l'ho desiderato-, sussurrai dando voce ai miei pensieri. Non le avevo mai detto quanto fossi attratto da lei o quanto avessi tentato pateticamente di ingelosirla circondandomi da tutte quelle ragazze che non significavano assolutamente nulla per me... Nessuna mi aveva mai fatto provare a letto nemmeno la minima parte di ciò che mi faceva provare solo sentire la voce di lei. Avevo sempre odiato le donne: per prima mia madre che, a quindici anni, iniziò ad abusare sessualmente di me. A sedici anni scappai di casa e, dopo essermi fatto trasformare in vampiro da Madeline a diciotto anni promettendole che l'avrei amata per sempre -non mi aveva mai fatto nè caldo nè freddo- la uccisi ed inizia ad usare le donne come facevano con me. Non le violentavo- sia chiaro! Ricordavo bene mia madre e non avrei mai inferto a qualcun altra ciò che avevo provato io, però non riuscivo a fare a meno di farle innamorare di me per poi spezzare loro il cuore. Finalmente, dopo quasi un secolo, capii quanto fossi stato crudele ed iniziai ad andare solo a letto con loro senza fare alcuna promessa. Una notte e via, era questo il mio motto. Nessuna era mai riuscita a farmi tornare nel suo letto più di una volta. E, mai nessuna, aveva visto il mio di letto!
Quando mi buttavo nell'enorme letto matrimoniale nella mia stanza non riuscivo ad immaginare nessun altra se non Emily al mio fianco: altro sintomo diffuso dell' Emilite. Da quando un anno fa era arrivata non riusciva a passare un minuto che non pensassi a lei! Perchè lei è l’unica a non avere la Sebastianite? (malattia poco diffusa, ve lo assicuro, in confronto a quella che causa lei...)
Mi ridestai dai miei pensieri sentendo il suo odore: vaniglia mista a cioccolato. Dolcissimo! Mmm... Le sue labbra erano ormai vicinissime quando la sentii spingermi lontano da lei. Caddi a mezzo metro da lei e, non appena fui a terra alzai il volto verso il suo in cerca di spiegazioni.
Lei era davanti a me, immobile, con gli occhi sgranati. -Oddio!-, la sentii urlare. E' a Margaret!, pensò guardando un punto dietro di me. Confuso dalle sue azione, mi intrufolai nella sua testa come sempre senza chiedere il permesso e riuscii a vedere un volto associato ad un nome: Michael Evans.
Mi rialzai ma, non appena fui in piedi per vedere chi era colui che aveva interrotto il momento che aspettavo ormai da un anno rimasi paralizzato: Emily era avvinghiata ad un tipo alto 1 e 80 come me, capelli castano-miele e occhi blu come il mare. La sua pelle luccicava ed i suoi occhi emettevano dei bagliori come quelli di lei: era un immortale keyrie!
Dannazione! Perchè ora?, pensai furibondo. Tutti si girarono verso di me, compresi Emily e quel Michael!, confermando l'interrogativo che avevo in testa: avevo esposto ad alta voce i miei pensieri.
Nascosi ciò che provavo -ovvero puro e totale imbarazzo- dietro la maschera di indifferenza che avevo imparato così bene a simulare l'anno passato.
Mi incamminai con calma verso quei due mentre pensavo a come far sparire questo bell'imbusto che aveva rovinato il momento che tanto bramavo. Mi avvicinai, devo dire che lui ebbe almeno l'accortezza di togliersi Emily di dosso, ma dopo le cinse la vita attirandola a sè (cosa che mi fece cancellare la briciola di simpatia che avevo stupidamente provato verso di lui).
-Piacere, sono...-, disse porgendomi la mano sinistra visto che con l'altra si teneva ben stretto Emily. Per marcare il mio territorio, pensò, in modo che non si azzardi più ad avvicinare i suoi canini a lei.
-Lo so già-, risposi brusco.
Gli ha detto di me?, pensò voltandosi confuso verso Emily.
-Riesce a leggere nei pensieri di tutti noi-, spiegò semplicemente lei mentre lo guardava ancora con un enorme sorriso. Non mi ha mai guardato così, pensai con amarezza mentre Michael mi rivolgeva uno sguardo sorpreso.
-Pure noi abbiamo poteri extra!-, sghignazzai in un luccichio di zanne. Emily, quando aveva capito cosa ero in grado di fare, non si era minimamente scomposta. Non le aveva dato il minimo fastidio il fatto che conoscessi la sua natura e i suoi poteri.
Evidentemente non conosco tutto di lei, pensai mentre osservavo l'immortale di fronte a me.
Michael volse lo sguardo verso la sua Emily (appellativo che mi infastidì più del lecito). D'altronde perchè perdere tempo con me visto che non la vedeva da un anno?
-Un momento!-, urlò Emily scostando da se Michael, - Selene non è qui vero?- sussurrò con uno sguardo cupo e duro che non avevo mai visto in lei: stonava con il suo volto da angelo etereo.
-Non ti preoccupare-, l' abbracciò lui, -D'ora in poi vivremo assieme... Mi ha solo mandato a farti da guardia del corpo- disse quelle ultime parole con una tonalità ironica che fece scoppiare Emily a ridere.
-Ma che succede?, dissi ormai al culmine dell' umana esasperazione. O forse era meglio dire vampiresca? Non riuscivo a capire cosa diamine stesse succedendo. Avevo sempre pensato di sapere tutto su di lei e ora mi ritrovavo a non capire nulla. Chi era questo tipo fuoriuscito dal nulla? Perchè non se ne tornava da dove era venuto? E cosa voleva dire che avrebbero vissuto insieme?, pensai geloso dopo aver assimilato appieno le sue parole.
-Non sono affari tuoi!-, mi ringhiò contro lei. Dentro, il fatto che usasse quel tono con me mi corrose come l’acido muriatico ma questo sentimento fortunatamente non trasparì.
-Ma non hai detto che riesce a leggere...-, provò a domandare confuso lui.
-E’ così solo che non ho mai pensato al mio passato in sua presenza-, lo interruppe.
Questo mi fece ribollire il sangue -quello che avevo bevuto non il mio che non avevo più- dalla rabbia: cosa mi aveva tenuto nascosto durante l’anno in cui l'avevo conosciuta?
-Nemmeno a me?-, chiese lui triste.
-No-, risposi secco prima che potesse farlo lei gustandomi il dolore che vidi affiorare sul volto di Michael.
-C’erano cose che volevo tenermi solo per me-, sussurrò accarezzandogli gentilmente una guancia per consolarlo.
Non riuscivo più a ragionare. E’ meglio che me ne vada prima di cedere alla voglia di pestare a sangue il tipo che ho davanti non facendo altro che farmi odiare da lei. Però, se anche lo avessi fatto tanto lui non sarebbe potuto morire, no?
-Comunque mi chiamo Sebastian Vassel-, mi presentai al mio sfidante e poi mi girai incamminandomi verso la mia Maserati nera per tornare a casa. Di scuola non ne volevo sentir parlare più, per oggi. Che giornata:
da ricordare perchè mi sono avvicinato a lei; e
da dimenticare perchè è arrivato lui.
Soltanto per strada mi venne un pensiero: se lui è immortale e andrà a vivere da lei è probabile che abbiano una storia. Percorsi quell’ultimo tratto di strada digrignando i denti (pardon, i canini) al pensiero di quei due che si baciavano o facevano qualcos’altro...
Sarei mai riuscito ad avvicinarmi di nuovo a lei?
  
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