Io lo odio quel vecchio.
Odio come si rivolge al prossimo, odio il suo menefreghismo in ogni contesto, odio la sua patetica risata quando pensa di aver fatto qualcosa di divertente, odio la sfacciataggine di  quando chiede ma cosa ho fatto?!  dopo la mattarellata di Marilù, ogni volta ampiamente meritata.
Lo odio perché mi odia… senza un motivo.
Fin dal primo giorno in cui misi zampa nella casa dispersa in quel nulla conosciuto come Altrove, quell’orrido vecchio non ha fatto altro che darmi addosso e tormentarmi con quella stramaledettissima maschera (bula bula del cacchio) e altre orride dimostrazioni. Sulle prime cercai di individuare un qualche motivo in quell’avversione. Più il tempo passava, però, più mi rendevo conto che non c’era alcuna ragione logica: l’unico interesse del vecchio era farsi servire e riverire dalla moglie, senza mai alzare un dito. Cercai di tenermi alla larga quanto più possibile, ma a vivere sotto lo stesso tetto, raramente riuscivo a evitarlo.
Non è un mistero: il sottoscritto mai è stato un cuor di leone, il che fa ridere, considerato il nome che mi ritrovo; nemmeno una volta reagii alle vessazioni di quel vecchio infernale. Questo non mi impedì di nutrire verso di lui un odio sempre più intenso, che per amor di Marilù provvedevo a non lasciar trapelare. Ogni volta che mi tormentava, o che faceva orecchie da mercante se tentavo di avvisarlo di qualche pericolo (un’altra cosa che odio sono tutti quei mostri che spuntano da ogni dove, ma è un’altra storia), insomma, ogni qualvolta mi relazionavo a lui, l’astio cresceva. Nemmeno il disastrato rapporto con la sua famiglia riuscì a impietosirmi nei suoi confronti.
Lo odiavo. Lo odio. Continuerò a odiarlo.
Bastardo che non sa apprezzare niente, che non sa fare niente, che nemmeno ci prova, che non si merita la moglie che ha, una santa, signori miei, una santa che non merita quel rifiuto che si ritrova per marito, Marilù, povera Ma…basta.
Basta, basta, basta. Ha senso, vivere così? Una sofferenza continua? Svegliarsi ogni giorno sapendo che lui te lo rovinerà? No, non ce l’ha, un senso. Quindi non c’è che una soluzione: qualcuno deve sparire. E non sarò io, né Marilù.
Sento il vecchio sbraitare, mentre sale le scale, si sente una porta sbattere: quella del bagno. Io sono di corvee in cucina. Sto impugnando un coltello. Marilù è fuori. Lei non sarebbe neanche capace di pensare un proposito simile. Quindi l’unico che può salvarci tutti e due sono io.
Ho sempre affrontato qualunque mostruosità intenzionata a far del male a questa famiglia, senza rendermi conto che la peggiore di tutte mi viveva accanto. Meglio tardi che mai.
E’ finita la sceneggiata dello stupido cane, stronzo.
Adesso pulisco il coltello, poi salirò le scale e irromperò in bagno. E quando sarà successo quel che deve succedere, sicuramente avrai ancora la forza per gracchiare l’ennesimo “Ma cosa ho fatto?!”.
E stavolta ti darò la risposta: “Sei esistito, stupido vecchio”. 

NdA
Bè, non è tanto lunga, ma mi è uscita di getto quando sono incappato nell'ennesimo episodio di Leone Cane Fifone. Questa storia, perlomeno nella prima parte, riflette quasi specularmente le mie opinioni sul personaggio di Giustino, personaggio (a mio parere, sia chiaro) che potrebbe benissimo sparire senza che lo show ne risenta. Dovrebbe sparire. Sempre secondo me, è impossibile affezionarsi a un tipo simile, anche se è un cartone. Comunque, dopo questa parentesi narrativa, torno alla mia fic tuttora in corso, quella su Cattivissimo Me. A presto.