Rosa cicca.
I vicoli tortuosi e colorati di Diagon
Alley erano difficili da attraversare, soprattutto quando, in piena estate,
decine di ragazzini urlanti entravano ed uscivano a proprio piacimento dai
negozi di leccornie o articoli sportivi. Per non parlare poi di tutta quella
folla di adulti che correva da una parte all’altra per fornirsi di ogni genere
di accessorio per le magie e dei venditori ambulanti che ostruivano il
passaggio con i loro strambi banchi.
Remus, a volte, sentiva il mal di testa
affacciarsi prima ancora di superare il muro di mattoni del Paiolo Magico.
Quella mattina, lui e Sirius, avevano abbandonato presto il piccolo
appartamento che avevano preso insieme dopo che James aveva messo su casa con
Lily.
In alcuni momenti, il ricordo di Lily,
era ancora doloroso nel suo petto. Sapeva di doverlo mettere a tacere, ma non
sempre era facile. Ricordava i suoi capelli – di un rosso così vivace e
delicato – quando gli si abbattevano sul viso in uno dei suoi abbracci
mozzafiato; oppure i suoi occhi, verdi come il prato più soleggiato dell’intero
Regno Unito. Dal primo momento aveva saputo che mai sarebbe stata sua, ma i
sogni erano così dolci che separarsi da loro era difficile sempre più.
- Remus, potrei avere la tua attenzione
almeno per qualche istante?- sbottò Sirius, fermandosi di scatto davanti ad un
mini negozio di mini giocattoli.
- Hai detto qualcosa?-
- Per la barba di Merlino, Remus, a cosa
diavolo pensi tutto il giorno? Giuro, è l’ultima volta che vieni con me!-
- Non per contraddirti, ma fino a prova
contrario sono io che avevo bisogno di venire qui, non tu.-
- Beh, pensala come vuoi. Ma almeno
ascoltami quando parlo!-
Sirius era in fase premestruale. E per
quanto certi suoi … attributi
dovevano evitare questo, era impossibile dare una spiegazione logica a quelle
sue uscite da primadonna. Gli era sempre stato chiaro che qualcosa non andasse
nell’ormai diseredato Black, ma tutto gli era diventato chiaro una volta che
erano andati a vivere insieme. Era impossibile non sentire l’irrefrenabile
impulso di sbranarlo, ogni volta che iniziavano a discutere su qualcosa di
sciocco.
Andarono avanti così per mezz’ora, con
Sirius che sbraitava a destra e a manca perché nessuno si prendeva mai la briga
di ascoltarlo e con Remus che imperterrito continuava a farsi i fatti suoi
dimentico di ciò che gli stava attorno.
Fu solo al termine della mezz’ora, che
qualcosa, o meglio, qualcuno, disturbò i pensieri del giovane licantropo. Una
bimbetta, andò a sbattere contro le sue gambe.
- Auh!- esclamò questa, massaggiandosi il
sederino, sul quale era caduta dopo l’impatto.
Remus si chinò di scatto per aiutarla.
- Ti sei fatta tanto male, piccola?- le
chiese, preoccupato.
- Sì, e anche tanto!-
- Mi dispiace, ero un po’ distratto …-
La bimba alzò gli occhi verso di lui e
solo in quel momento Remus si rese conto di quanto fosse buffa: aveva degli
improbabili capelli rosa cicca, legati in due code ai lati della testa.
- Ma i tuoi capelli …-
- Io sono una metamoffolo … no aspetta,
non di dice così … metafofo … uffa! Batta, non lo so dire.-
Remus rise. Era buffa, ma buffa sul
serio.
- Oh, non preoccuparti … non importa … e
comunque io sono Remus.-
- Piacere io sono Dora. Scusa signore, ma
ora devo andare!-
E così come si era scontrata con le sue
gambe, la bimba dai capelli rosa cicca, corse via.
Sedici anni dopo.
Un urlo disumano risuonò improvvisamente
per l’intera Grimmould Place n.12.
-
Lurida feccia, come osate mettere piede nella casa dei miei padri? Sangue
sporco, traditori del vostro sangue …-
- Tonks! Maledizione sta attenta!-
- Ma tu potevi anche avvertirmi, sai,
Alastor?? ‘Tonks sta attenta’. Dimmi tu come faccio se nessuno si prende la
briga di avvisarmi!-
- Alastor, non importa, sistemiamo tutto
noi adesso.-
Remus si affacciò dalla rampa di scale
che dava sull’ingresso. Quelle urla, soprattutto quella di Walburga, avevano
fatto sì che tutto il sonno accumulato durante le notti di guardia, scomparisse
immediatamente. Scese le scale, trovandosi poi nella piccola cucina che
utilizzavano come sede delle riunioni dell’Ordine.
Seduti intorno al tavolo c’erano Sirius –
ancora in pigiama –, Molly, Alastor e una ragazza nascosta sotto la sedia.
- Oh Remus, buongiorno.- salutò Alastor,
con una forte manata sulla spalla della povera sconosciuta.
- Buongiorno Alastor …-
- Alastor diamine, ti ammazzerei!-
- Taci e saluta, Ninfadora!-
- NON. CHIAMARMI. NINFADORA!-
Con le guance rosse di rabbia e del fumo
che sembrava uscire dalle orecchie, la ragazza che doveva aver fatto svegliare
il ritratto dell’ormai defunta signora Black, emerse da sotto il tavolo.
Per un attimo, parve rimanere sconvolta.
Quell’uomo, quel Remus, le era tremendamente famigliare. Aveva quelle
cicatrici, sulla guancia che le ricordavano qualcuno di già visto.
Remus, dal canto suo, sapeva esattamente
chi era quella ragazza. Per giorni, dopo il loro incontro particolare, non era
riuscito a smettere di ridere e Sirius aveva giurato di non averlo visto mai
più così allegro.
- Ma io ti conosco! Sì, sono sicura di
averti già visto … il problema è dove …-
- Oh si, sono sicura di averti visto
anche io. Sei quella piccolo streghetta che non era capace di dirmi una strana
parola … Metafofo o qualcosa del genere!- esclamò Remus, lasciando che,
improvvisamente, un leggero rossore gl’imporporasse le guance.
- Metamorfomagus! Ma … wow, sono passati
tanti anni …-
Tonks era un po’ imbarazzata dal fatto
che lui si ricordasse ancora di quell’episodio. E poi doveva ammetterlo, quel
Remus era davvero un bell’uomo … certo, aveva un’arietta abbastanza trascurata
ma lo rendeva affascinante. Terribilmente affascinante.
Remus dal canto suo, si stupiva di se
stesso. Di solito non lasciava mai trapelare tanta confidenza quando si
permetteva il lusso di scambiare qualche parola con chi non conosceva affatto.
Eppure, subito dopo le presentazioni e la
fuga di Alastor e Dora verso il Ministero, aveva iniziato a sentire uno strano
presentimento.
Come se quella bambina dai capelli rosa
cicca, ormai cresciuta, gli avesse appena cambiato la vita.
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Com’è
che sono di nuovo qui? Boh.
Piccola
shot, assolutamente senza pretese, scritta in poco tempo … naturalmente sotto
la supervisione di quell’amore di donna della Giò!
Ecco, io
amo Remus, sul serio. È assolutamente fantastico, nonostante tutti i complessi
dell’essere un mostro. In effetti, ora che ci penso, credo di essere
irrimediabilmente attratta dai casi disperati … avrei bisogno di una lobotomia
.-.
Vabbè
credo di dover scomparire … mi son divertita a scriverla … è la prima che butto
giù su questi due, spero di non aver fatto una grande cavolata ….
Filo via!
=D