Like a Dream.

- Ti amo. – fu la prima cosa che gli dissi, non so perché, forse perché nei sogni ci lasciamo trasportare da ciò che proviamo dentro e non dall’orgoglio.

– Come si amano le persone, nella vita reale? – mi chiese serio, non riuscivo a capire il senso di quelle parole, poi l’afferrai subito.

– No, io ti amo per davvero! – Lo guardai, mi guardò. Sorrise, gli sorrisi. Mi tirò verso di se e mi strinse forte, forte al suo cuore. Sentivo battere il suo cuore in sintonia col mio, per la prima volta, potevo sentire il suo profumo.

– Scusa se non posso esserci nella tua realtà, scusa perché non puoi stringermi quando ne hai bisogno. Scusa perché non puoi guardarmi negli occhi, quando hai bisogno di essere rassicurata. Scusa se non ci sono nei momenti di rabbia, quando hai bisogno di sfogarti. Scusa se non posso amarti, se solo potessi esserci, se solo potessi stringerti forte al mio cuore … ne sono sicuro, ti amerei … - quelle parole erano fottutamente belle, ma facevano male. Mi stava dicendo in poche parole, che non avrebbe potuto creare un “noi”.

- Non preoccuparti! – gli risposi con aria tranquilla, con un piccolo sorrisetto sulle labbra, restando sul suo petto. – Io ci sarò quando avrai bisogno di essere consolato. Ci sarò quando varrai spaccare il mondo in due e cercherai qualcuno che ti dimostri la tua importanza nella propria vita. Ci sarò quando sarai felice al fianco di un’altra persona. Ci sarò quando commetterai una cazzata ed avrai bisogno di qualcuno che ti faccia capire dove sbagli. Ci sarò quando subirai una sconfitta. Ci sarò quando avrai bisogno i una mano per rialzarti. Ci sarò, semplice, per sempre! – mi appoggiò una mano sui capelli e iniziò a carezzarli. Il nostro profumo iniziava a mischiarsi, usciva una fragranza meravigliosa.

– Credi nei tuoi sogni, sempre, un giorno mi abbraccerai! – Mi staccai dal suo petto, alzai il viso e lo guardai. Le sue braccia rimasero legate alla mia schiena. Anche lui abbasso lo sguardo verso di me.
- È una promessa? – gli chiesi con gli occhi lucidi. Forse, sembravo una bambina di tre anni che per la prima volta ammirava lo splendore dell’arcobaleno. Lui, era il mio arcobaleno.

– No, è una minaccia! – scoppiamo a ridere insieme. Era così bello, così vero quel momento che per niente al mondo potrei dimenticare. Era lì, era così reale, così lui.

- Anche se in un sogno, mi hai fatto una promessa e devi mantenerla. - Ad un certo punto chiusi gli occhi e lui non c’era più.