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Autore: skiblue    26/03/2006    12 recensioni
Piccola fiction su una coppia fantastica e dolcissima: Ron/Hermione. Hermione vede Ronald insieme a Lavanda e scappa... ma dopo cosa succederà? Beh se lo volete sapere un modo ci sarebbe...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutta colpa di un malinteso

 

Odio fare la Caposcuola, in tutta onestà che non mi piace fare la caposcuola, è stressante, ecco. Professori che ti mandano a risolvere tutti i problemucci più banali, che persino Gazza saprebbe superare in mezzo secondo, bambinetti che ti cercano per fare la spia su un compagno antipatico, e poi salta fuori che in realtà non ha fatto nulla, quindi devi fare un’interminabile predica al bambino in questione dicendogli che non bisogna dire le bugie, alla quale i più mansueti annuiscono e promettono di non farlo più, mentre i meno mansueti, ovvero quelle piccole pesti che si divertono a seminare scompiglio nella scuola per il solo gusto di vedere i bambini più piccoli finire nei guai, ti mandano a quel paese dicendoti che non sei la loro madre.

Okay adesso sto esagerando, mi sto comportando come quello stupido di Ronald.

Mi porto una ciocca di capelli dietro l’orecchia sinistra, cercando di visualizzare i miei migliori amici, il primo, Harry James Potter è seduto a capotavola e parla allegramente con un’esultante Ginevra Weasley, il secondo… Oh eccolo là.

Mi pietrifico sul posto, a metà tra il percorso dalla porta al tavolo.

Ronald Weasley sta baciando Lavanda Brown, li guardò basita, nella mia bocca si sta diffondendo un sapore amaro, cerco disperatamente di distogliere lo sguardo, non ci riesco è più forte di me. Odio quella ragazza. Sento una lacrima rigarmi il viso, Ginny se ne è accorta, si alza, anche Harry mi guarda preoccupato, teso. Io però non li noto, una fitta di dolore si sta lentamente propagando in me, vorrei essere ovunque tranne che qui, cerco con coraggio di trattenere quelle lacrime che lottano per fuoriuscire dai miei occhi color caffè, mi muovo, esitante, sulle gambe.

Lancio un ultima occhiata a Ron, mi sta guardando, allunga una mano verso di me, come a chiamarmi.

-Hermione, aspetta non è come pensi… Herm- mi volto, non voglio ascoltarlo, giro i tacchi e me ne vado, sento alcune risate provenire dalla Sala, chissà come si starà divertendo quella. Questa affermazione mi tira un attimo su di morale, non voglio darle la soddisfazione di vedermi piangere. Mi asciugo le lacrime, e cerco di trovare il coraggio di tornare in quella Sala e sedermi a mangiare come se nulla fosse successo. Faccio un respiro profondo, mi giro, mi tornano in mente i capelli chiari di Lavanda, i suoi occhi azzurri come il cielo, lei è più bella di me.

Non ce la faccio proprio a tornare di là, con un sospiro afflitto mi dirigo verso il bagno dei prefetti, lì sarò certamente sola.

 

Ora sto piangendo copiosamente, chiedendomi cosa non va in me, forse non sono bella, mi guardo allo specchio, non è del tutto vero, ma sono troppo intelligente, quasi insopportabile a volte.

Mi sto quasi costringendo a credere che sia colpa mia. Accidenti a me e alla mia mania di innamorarmi della persona sbagliata.

Mi alzo, terribilmente triste, esco dal bagno.

Cammino un po’ per i corridoi, finché voltato un angolo, mi trovo di fronte la McGranitt.

-Oh Signorina Granger è… emh… tutto a posto?- mi chiede arricciando un po’ il naso, io sorrido un po’ imbarazzata, devo avere un aspetto orribile in questo momento, i capelli spettinati, gli occhi rossi e il naso gonfio.

-Sicuro professoressa- rispondo asciugandomi gli ultimi rimasugli di lacrime. Lei mi guarda, non del tutto convinta, mi sorride divertita.

-Ottimo, ha da fare?- mi chiede, io scuoto la testa, e continuo a fissarla impalata.

-No, cioè devo solo fare il giro notturno della scuola per assicurarmi che sia tutto a posto, a parte questo…- rispondo dopo qualche istante.

-Fantastico, Madama Pince ha bisogno di lei in biblioteca, sa non si sente troppo bene, dovrebbe catalogare dei libri- il mio cervello sta valutando tutte le possibili scuse che mi si propongono davanti, non ne trovo una eppure devo evitare di stare in biblioteca tutta la notte. Non ce la farei proprio, la solitudine mi avrebbe fatta di sicuro pensare a quei due, scuoto freneticamente la testa.

-Sicura di stare bene, signorina Granger?- annuisco –Se vuole chiederò a qualcun altro- offerta interessante, ma non la posso deludere.

-No, no, faccio io, non si preoccupi- mi sorride, grata, se non lo avessi fatto io, avrebbe dovuto costringere Ernie a farlo, e sicuramente avrebbe fatto mille storie.

-Comunque le manderò in aiuto qualcuno- poi se ne va’, io rimango lì irrigidita, vorrei che fosse Ronald quel qualcuno, ma sicuramente non sarà così. Ancora una volta scuoto la testa, e mi dirigo verso la biblioteca.  

 

E’ già da un po’ che lavoro, mi piace la calma della biblioteca, certo la solitudine invita a pensare, ma basta chiudere dalla mente le cose brutte e concentrasti su quelle belle, come quando Harry e Ginny si sono messi assieme. Ora siamo al settimo anno, alla fine del settimo anno per la precisione, e quei due sono più uniti che mai, stanno bene insieme, si completano, io invece…

Sento un rumore alle mie spalle.

-Oh sei tu Hermione- mi volto e arrossisco. C’è Ron, anche lui è rosso in viso, mi guarda un po’ colpevole, un po’ triste, io abbasso lo sguardo e gli indico un mucchio di libri.

-Puoi iniziare da quelli- gli dico, mantenendo un tono di voce freddo e impersonale, sento il suo sguardo indagatore sulla mia schiena, sono imbarazzata, perché è qui?

-Herm… ti devo parlare- la sua voce calda e dolce mi riporta alla realtà, non mi volto, non potrei sopportare di vedere i suoi occhi e pensare che orami non possono più essere miei, che quelle sue labbra appartengono ad un’altra, un piccolo singhiozzo fuoriesce, invece, dalle mie, di labbra.

-Non c’è nulla da dire- la mia voce vacilla, non è come quella di prima, trasmette molto, troppo, devo stare attenta, lo sento avvicinarsi, è a meno di dieci centimetri da me, prego in silenzio che non si avvicini più. Impazzirei.

-Io credo di si- mormora impassibile, si avvicina ancora di più, sento il suo fiato sul mio collo, tremo, ho freddo, perché mi fa stare così? Perché si comporta in modo così crudele?

-Senti Ron, non c’è nulla da dire- ripeto portandomi una mano nei capelli, però sento la sua stretta sul mio polso. Mi volto. Lui sorrise, nei suoi occhi c’è uno sguardo allegro e serio allo stesso tempo, nel mio tristezza e rassegnazione, sto per piangere.

Mi porta una mano sotto il mento, io arrossisco, anche lui, è bello da impazzire in questo momento, i capelli rossi spettinati, gli occhi azzurri così sinceri, così belli, così…non dovrei pensare a queste cose, io sono una persona corretta, non è giusto rubare il ragazzo ad un’altra persona.

-Che hai Herm?- quella domanda mi fa arrabbiare, gli do una leggera spinta, lui si scosta, mi guarda incredulo, sento che mi sto per mettere a piangere, mi volto e faccio qualche passo, mi infilo in un corridoio stretto, mi siedo a terra. E ricomincio a piangere.

Lo sento avvicinarsi, mi si inginocchia a fianco, mi tira nuovamente su il viso, tiro su col naso.

-Mione, che ti succede? Prima scappi, poi piangi e mi spingi via, mi dici che hai?- mi chiede, io sposto il mio sguardo nelle sue iridi cristalline, vi leggo inquietudine e una vaga ombra di tristezza, di incredulità e stupore. Tiro ancora su col naso, mi accorgo che mi tiene ancora il viso puntato verso il suo con la mano, arrossisco, ma non mi scosto, mi piace quel contatto dolce e deciso. Anche lui se ne accorge e sposta la mano, un po’ esitante, mi mette a posto una ciocca di dietro le orecchie, io sorriso.

-Io…io…oh sono una stupida- dico nervosa, lui mi guarda senza capire, sposta la mano sulla mia guancia, una carezza, poi la fa cedere lungo il suo fianco, e mi osserva, è leggermente rosso sulle guance, ma sorride divertito.

 -E perché saresti una stupida?- io cerco di ridere, per darmi coraggio, forse glielo dovrei dire, ma non ci riesco, devo cercare di sviare il discorso. Sorrido e lo guardo ancora negli occhi.

-Perché non riesco a essere felice della felicità della persona a cui voglio più bene- mi guarda colpito, vedo nei suoi occhi che forse ha capito, si avvicina un po’ di più, sento di nuovo il suo respiro, quel corpo così vicino al mio, quel corpo magnifico, mi incute un certo timore, con un sospiro continuo a guardarlo negli occhi.

-E chi sarebbe questa persona?- mi domanda, io rimango interdetta, possibile che non abbia ancora capito? Ho sempre pensato che fosse un tantino duro di comprendonio, ma adesso stava veramente esagerando. Tuttavia prima che qualunque pensiero coerente mi possa passare per la testa mormoro qualcosa.

-Tu-

Lui mi guarda come per scrutare la mia anima, gli sorrido nervosa, mi aspetto che si alzi e mi urli contro, ma invece non fa nulla di tutto questo, rimane un attimo intenerito e sorpreso.

-Ma io non sono felice- dice, io non capisco, ma se ha appena dichiarato davanti a tutta Hogwarts che sta con la bella e seducente Lavanda Brown.

-Ma, tu e Lavanda…?- balbetto incredula scuotendo la testa, lui ride, argentino, è bello quando ride, le sue labbra si increspano in un sorriso accattivante e allo stesso tempo dolcissimo.

-Ecco perché sei scappata- dice con l’aria di chi ha finalmente compreso qualcosa su cui rimuginava da tempo –Ma era solo una scommessa che quella aveva fatto con Calì, in realtà non so neanche di che si trattasse, so solo che non la volevo affatto baciare. Nei miei incubi c’è ancora lei che mi chiama Ronron- dice allegro, io scoppio a ridere, è come se un peso si fosse eclissato dal mio stomaco, sostituito da un caldo senso di tranquillità e sollievo. Poi torno seria e lo guardo ancora una volta dritta negli occhi, lui non distoglie lo sguardo.

-Me lo giuri?- gli porgo il mignolo, come fanno i bimbi piccoli di fronte ad una promessa, lui me lo stringe col suo, arrossisco e lui lo nota, ma non fa commenti.

-Certo che si-

Stiamo in silenzio un paio di secondi, imbarazzati, poi lui sorride.

-E poi nel mio cuore c’è già un’altra persona- afferma, il mio cuore prende a battere forte, un po’ impaurito, un po’ speranzoso, lo guardo negli occhi, ho quasi paura a chiederglielo, apro la bocca e mi faccio forza.

-E chi sarebbe?- domando, lui mi guarda per qualche istante negli occhi, sento di nuovo la sua mano sulla guancia, raggiunge il collo, non lo fermo.

-Tu-

Mi attira a se, e riduce al minimo la distanza tra le nostre labbra, chiudo gli occhi, si è avverato, il mio desiderio si è avverato, sorriso mentre mi bacia, è fantastico, non credevo che un bacio potesse essere così dolce, e sospirato eppure così profondamente passionale. Ma del resto Ron è un po’ così, dolce e focoso.

Mi lascia , e sorride, io rispondo al suo sorriso, tremendamente imbarazzata, eppure spaventosamente contenta.

-Mi piaci un casino Hermione- poi mi bacia ancora, più dolcemente questa volta, vorrei rispondergli ma non posso, allora mia accontento di pensare.

All’inizio avevo detto che odio fare la Caposcuola? Rettifico, io amo questo lavoro (e soprattutto le gratificazioni che ne derivano).

 

Come vi è sembrata?

Mi sono immaginata così il primo bacio di questi due, in un contesto romantico e un po’ giocoso, voi che ne pensate?

Fatemi sapere. Un bezo.

Ski

  
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