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Autore: ShinichiOkazaki    25/07/2011    1 recensioni
"Era una giornata...Pioveva?Era bel tempo? Non lo so, ma quando ti vidi dalla mia macchina il cielo si aprì."
Questa storia narra di una ragazza, Roxanne, con una storia difficile che s'innamora di una donna, Marilyn,bellissima, quasi perfetta agli occhi di Roxanne.
La ragazza diventa sempre più confusa: rischia la bocciatura e il completo isolamento dai suoi amici.
Per Roxanne la vita diventa un inferno, fino quando....
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai.Fu quel fottutissimo raggio di sole che sbucava dalla finestra con l'intelaiatura di legno scuro e trapassava la tenda rosso sangue.Aprii gli occhi svogliatamente, guardai il soffitto e vidi quelle oscene stelline fosforescenti che stanziavano lì da ben 14 anni.Le odiavo, non facevano nulla, brillavano, leggermente, quando nella mia camera calava il buio. Con fatica tirai su la schiena, allungai le braccia avanti a me per sgranchirmi e in quello stesso istante la mia mente fu offuscata dal dolore. Pensai a che giorno era.Non volevo ammetterlo, ma in quello stesso giorno,03/10/1997, 1 anno prima mia madre morì.Mi venne in mente l'ultima immagine che il mio cervello aveva registrato di mia madre.Quando era lì, nuda con la pelle bianca come la neve, una pelle vergine, pulita, dove l'unica cosa a fare contrasto erano quelle macchie di sangue, sparse un po' a caso, sia sul petto che sull'addome.Mi sbrigai a cancellare quei pensieri oscuri e pensai al concerto di quella sera.Presi il telefono e chiamai la mia amica.No, non era la mia migliore amica.Non avevo migliori amici.Alla fine odiavo tutti. "Buongiorno signora,sono Roxanne, che c'è Nancy?" "Oh cara, come stai? Tuo padre?" "Tutto bene grazie!" "Aspetta ti passo Nancy!" Alzai gli occhi al cielo, la madre di Nancy era così falsa e aveva sempre voglia di fermarsi a chiacchierare, cosa che io non sopportavo. "Hey Roz!" "Ciao Nancy, senti una cosa:sta sera ci andiamo al concerto?Tua madre può accompagnarci?" "Si, ci sto.Solo mia madre non può.Tuo padre invece?" "Si penso proprio di si. Allora passo a prenderti alle 16.30,ok?" "Ok, baci, ti voglio bene a dopo!" "Ciao!" Non ero dolce con la gente, ero sempre stata fredda e riservata...fino a quando non incontrai lei. Aprii l'armadio, tirai fuori le cose da mettermi per il concerto: Corpetto nero, gonna di pizzo viola e calze a rete che poi si sarebbero tuffate negli anfibi scuri.Mi vestii e scesi le scale di fretta,mio padre mi aspettava in macchina.Passammo a prendere Nancy, dopo 2 ore di viaggio a sentire i Green day arrivammo al concerto. Scesi dalla macchina e Nancy dietro a me, ad un tratto mi voltai e vidi una creatura meravigliosa, alta, con dei capelli rossi scuri che le cadevano sulla giacca di pelle. Mi immobilizzai di colpo, feci un giro di 180° perfetto, bloccai Nancy e la buttai sul sedile posteriore. Mi vergognavo di lei, non volevo che quella bellissima donna mi vedesse con lei e così mi inventai la scusa che stessi cercando un pettine rosa.Alla fine uscii,ma lei era sparita.Passò un po' di tempo e Nancy trovo un ragazzo e se ne andò con lui. Io rimasi sola per poco,quando una voce soave si insinuò nella mia mente. "Scusa che hai una sigaretta?" Era lei, quella donna meravigliosa. "Si, eccola!" Le porsi la sigaretta e l'accendino. "Grazie! Comunque piacere, Marilyn!" "Niente! Io sono Roxanne!" "Ora che mi hai dato una sigaretta mi sento in debito.La vuoi una birra?" "Tranquilla!" "Sicura?" "Si!" "Ok,hai sentito che bravi che sono i Tranchtown?" "Si, mi piacciono molto!" Parlammo tutta la sera, non distoglievo lo sguardo da lei, non mi sembrava reale.Feci la figura della stupida,non sapevo che dire. "Ora devo andare!" Mi sembrò di svegliarmi da un sogno. "Ah va bene!Mi ha fatto piacere conoscerti, ogni tanto se ti va potremmo sentirci." Mi feci coraggio e glielo dissi tutto d'un fiato e alla fine della frase le sorrisi come un'ebete. "Si, con piacere, ecco il mio numero!" Tirò fuori dalla borsa una matita per gli occhi e mi scrisse sul braccio il suo numero, dopo di che scappò via, portandosi dietro quel profumo al muschio bianco che sembrava borotalco. Non lo scorderò mai. Quel giorno, quel profumo e quei capelli...non li scorderò mai.

  
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